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Colpo Scarnato per la Morrone. Confermati Bacilieri e Granata

COSENZA – E’ della neo promossa A.C. Morrone il primo colpo grosso del mercato estivo del campionato di Promozione.

Il club cosentino, guidato dal nuovo tecnico Lorenzo Stranges, ha infatti ufficializzato in serata il tesseramento del difensore centrale classe ’93 Simone Scarnato. Nell’ultima stagione tra le fila del Trebisacce nel campionato di Eccellenza, in passato Scarnato ha vestito anche le casacche di Rende, Cosenza, Acri, Montalto e Sambiase tra Eccellenza e Serie D. 

Confermati capitano e vice capitano

Nelle stesse ore l’A.C.Morrone ha trovato anche l’accordo anche con il difensore centrale e vice capitano Callisto Bacilieri per il terzo anno consecutivo, e con il capitano Roberto Granata. Quarto anno consecutivo con la Morrone, il 33enne terzino con il vizio del gol, è vicino alle 100 presenze con la squadra granata.

Il Marina di Schiavonea vince la Coppa Regione Prima Categoria, battuta la Morrone in finale

MONTEPAONE (CZ) – E’ il Marina di Schiavonea la squadra vincitrice della Coppa Regione di Prima Categoria. Un trofeo messo in palio dalla Lega Nazionale Dilettanti Calabria tra le quattro vincitrici dei gironi di Prima Categoria: Montepaone, Rosarno, Morrone e Marina di Schiavonea. Morrone e Schiavonea hanno avuto accesso alla finale dopo aver battuto, rispettivamente, il Città di Rosarno, ai rigori, ed il Montepaone, 1-0 con una rete di D’Amore. Anche per decidere la finale, tutta “cosentina”, ci sono voluti i rigori che hanno visto trionfare la squadra jonica per 5-4. (ph: pagina ufficiale Facebook LND Calabria)

SEMIFINALI

Morrone – Città di Rosarno 0-0 (5-4 d.c.r.)
Marina di Schiavonea – Montepaone 1-0 (D’Amore)

FINALE

Marina di Schiavonea – Morrone 0-0 (5-4 d.c.r.)

Morrone e Graziano, «Chiarezza sui conteggi dei voti della Corte d’Appello»

COSENZA – «A questo punto sarebbe opportuno capire quali sono i criteri di attribuzione e – paradossalmente – di scelta con i quali la Corte d’Appello di Catanzaro stabilisce l’elezione e la nomina (o meno) dei rappresentanti delle Istituzioni. Le vicende, incomprensibili, che hanno caratterizzato le ultime elezioni dei rappresentanti calabresi alle Politiche del 4 marzo scorso chiedono chiarezza e verità dei fatti. Come avviene la conta dei voti e l’attribuzione dei seggi? Come mai la Corte d’Appello di Catanzaro ha attribuito dei voti che sono stati sovvertiti dalla “riconta”, dopo il clamore nazionale, tanto da determinare addirittura la diversa designazione dei Parlamentari in tutta Italia? E meno male che per le Politiche c’è anche la Cassazione! Differentemente dalle Regionali e dalle Amministrative calabresi dove ad avere l’ultima parola è solo la corte catanzarese (salvo ricorsi che poi ristabiliscono i giusti equilibri).» Questo quanto dichiarato in una nota congiunta da Ennio Morrone, e Giuseppe Graziano, rispettivamente  Presidente Commissione Speciale di Vigilanza del Consiglio Regionale della Calabria e già Segretario Questore del Consiglio Regionale della Calabria. 

«Sia chiaro, senza voler dare adito a fraintendimenti, non mettiamo sotto accusa il Sistema Giustizia, che rimane per noi e per i cittadini il principale garante della democrazia. Ci aspettiamo come cittadini che le operazioni vengano svolte con accuratezza e trasparenza: oggi, domani e sempre. Visto però quanto accaduto, si può dare adito a considerazioni di negligenza e superficialità di fondo – in tal caso da correggere così da scongiurare imperdonabili errori nel decorso della democrazia – oppure – in una peggiore ipotesi – che possa esserci, infiltrata negli apparati della giustizia, qualche “manina” che, in modo sornione e all’insaputa di tutti, indirizzi ed influenzi con esclusività e a proprio piacimento gli esiti ed i responsi elettorali. È su questi dubbi e interrogativi che da cittadini, ancor prima che da rappresentanti istituzionali e politici rappresentativi dei calabresi, che chiediamo al Ministro della Giustizia e al Consiglio Superiore della Magistratura di indagare e far luce. Crediamo sia un atto dovuto – anche in vista dei prossimi ed importanti appuntamenti elettorali regionali – per continuare a garantire non solo affidabilità al Sistema Giustizia italiano ma soprattutto per consentire che la volontà democratica dei cittadini possa essere rispettata ed essere davvero sovrana». 

Morrone senza freni, ecco altre due ufficializzazioni

COSENZA – Continua senza sosta il mercato della Morrone. La squadra, neo promossa in Prima Categoria, dopo i tanti colpi piazzati in questi primi giorni di luglio, nella sola giornata di oggi ha piazzato altri due giocatori: una conferma ed un arrivo.

Il primo è il rinnovo di Santino Spadafora, ariete della squadra nella passata stagione, autore di ben 18 gol. Il secondo è l’arrivo del difensore Benito Rocca dal San Fili. Il classe ’95, dopo esser stato il capitano della Berretti del Cosenza, ha disputato due campionati con il Montalto in serie D e due campionati di Promozione con il San Fili.

Morrone, partenza di mercato coi fiocchi

COSENZA – Partenza di mercato sprint per la Morrone che, dopo due promozioni consecutive, punta al colpaccio anche nel prossimo campionato di Prima Categoria. I dirigenti cosentini hanno messo a segno già colpi importanti in questi primi giorni di luglio.

Il primo acquisto ufficiale è stato quello di Cristian Casciaro, attaccante classe ’89, che nel suo passato ha militato anche nelle fila del Rende, Castrovillari e Sambiase. Nell’ultima stagione è stato protagonista con il Rotonda Calcio contribuendo alla promozione della squadra.

Il secondo colpo messo a segno è stato quello del classe ’93 Renato Prete. L’esterno arriva alla Morrone dal San Fili dove ha realizzato, negli ultimi due campionati, oltre 30 reti.

Gli ultimi colpi, in ordine di tempo, sono stati quelli del centrocampista Luigi Principato e del portiere Carmine Leone. Il primo, classe ’89, vanta nel suo passato squadre come la Spal, Montichiari, Roccella, Castrovillari e Scalea. Il giovane estremo difensore, classe ’98, oltre al settore giovanile dell’Avellino, vanta nel suo passato esperienze con Luzzese e Acri.

Ovviamente il mercato della Morrone non termina qui, tutt’altro. Nei prossimi giorni, infatti, sono attesi altri grandi colpi.

Seconda Categoria, A.C. Morrone campione

COSENZA – A una giornata dal termine del campionato di Seconda Categoria, girone B, l’A.C. Morrone si laurea campione battendo con perentorio 8-0 in trasferta il Belsito, con cinque punti di vantaggio sulla prima inseguitrice Fuscaldo. In questa passerella del gol hanno sfilato le reti di Ciano, Garritano (doppietta), Oliveto (poker).

E domenica prossima, proprio contro il Fuscaldo, i ragazzi della Morrone potranno festeggiare con i propri tifosi la promozione in Prima Categoria. Una promozione che getta le sue basi nella gloriosa storia della vecchia Morrone ma che si è alimentata domenica dopo domenica dalla volontà della squadra cosentina e dall’audacia e dall’ambizione di una giovane società che vuole scrivere altre pagine di calcio locale.

Ennio Morrone: «La Santelli desertifica Forza Italia»

COSENZA – All’indomani del voto per le regionali del 23 novembre 2014, Ennio Morrone era il maggiore indiziato tra coloro che avrebbe dovuto cedere il posto a Wanda Ferro nel caso in cui l’antagonista di Mario Oliverio avesse vinto la sua battaglia giudiziaria per entrare a Palazzo Campanella. Ad essere estromesso dal consiglio è stato invece Giuseppe Mangialavori. «Perché molti non conoscono la legge elettorale. Non mi sorprende poiché la noprma è piuttosto complicata» dice Ennio Morrone all’indomani della sentenza del Tar. «Io sono il primo degli eletti nel sistema maggioritario, a titolo pieno e senza resti – chiarisce – Dunque la mia permanenza non era in discussione. Rischiavano l’ultimo degli eletti del maggioritario e del proporzionale, ovvero Giuseppe Mangialavori e Nazzareno Salerno. Non so perché tutti mi hanno tirato in ballo in questa vicenda a me estranea». Sicuramente è un esito non gradito ai vertici regionali di Forza Italia. Jole Santelli è stata piuttosto chiara. O no? «Se Jole Santelli ritiene che io non sono una persona perbene lo dica pure, e però lo dimostri. Perché non è consentito a nessuno lanciare subdoli messaggi per fare intendere cose non vere. Ma soprattutto la Santelli, nelle sue dichiarazioni, parla di allineamento dei giudici del Tribunale Amministrativo sulle posizioni della maggioranza politica della Regione. E per un ex sottosegretario alla giustizia mi sembrano parole davvero molto gravi. Penso che di questo dovrà dare delle spiegazioni, non solo verbali e non a me». Non è un mistero che Jole Santelli non gradisca la presenza di Ennio Morrone in Consiglio regionale. «Che la mia presenza non sia gradita alla Santelli mi fa piacere. Lei pensi quale può essere la mia valutazione su un segretario di partito che non riesce a proporre una candidatura alla presidenza della Provincia di Cosenza. Sta desertificando Forza Italia in Calabria. Per quanto mi riguarda io continuo ad essere un membro del gruppo consiliare di questo partito, ma finché alla guida ci sarà lei, sul fronte politico resterò in stand-by. Ho amicizie nel Pd, in Ala, ma si tratta di rapporti personali. Sul piano politico appartengo ancora a Forza Italia». A proposito di provinciali, anche Graziano, altro esponenti di Forza Italia, ha presentato una lista dichiarando il proprio sostegno a Franco Iacucci. «E’ stato obbligato. Il candidato è uno solo. Ma quando ha sottoscritto l’accordo con il Pd al comune di Rossano ai dirigenti del partito era andata bene». La sentenza della Consulta sull’Italicum ha rimescolato le carte sul piano nazionale. Se Forza Italia dovesse essere rifondata lei farà parte di un eventuale nuovo corso? «Francamente ho qualche dubbio che il partito possa essere riformato. Ma non chiudo la porta».

Referendum, Mancini: «Votiamo sì per innovare il Paese»

COSENZA – Organizzata dall’ex deputato socialista Giacomo Mancini, la Sala Nova della Provincia di Cosenza ha ospitato una manifestazione politica a sostegno delle ragioni del SI al referendum costituzionale. Si avvicina la data del 4 dicembre nella quale gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sul quesito relativo alle riforme istituzionali ed all’abolizione del Cnel. Insieme a Giacomo Mancini presenti il deputato di Ala Massimo Parisi, autore tra l’altro del libro “Il Patto del Nazareno” edito da Rubbettino, ed il consigliere regionale Ennio Morrone, oltre al padrone di casa pubblico-manciniGraziano Di Natale. «Siamo al rush finale – ha detto tra l’altro Mancini – Gli italiani potranno dire SI al superamento del bicameralismo paritario, alla riduzione dei parlamentari, al contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, alla soppressione del CNEL e alla revisione del titolo V della costituzione. Se invece dovesse prevalere il NO tutto rimarrà come è adesso. Al contrario di come è stata rappresentata, quindi, la sfida non è tra il Pd, o meglio sarebbe dire la sua maggioranza congressuale, e il resto del mondo – ha proseguito Mancini – La partita, per la verità, si gioca tra tutti quelli che vogliono che le cose nel nostro Paese finalmente cambino e quanti invece difendono lo status quo. E quindi in due parole: tra chi vuole conservare e chi vuole innovare. Noi – ha argomentato Mancini- ci collochiamo convintamente in questa metà del campo. E lo facciamo pur non avendo votato per il Pd, né tantomeno avendo supportato alle primarie il suo segretario. Lo facciamo perché siamo coerenti con la nostra storia. Passata e recente. Chi ha sempre lavorato, nelle proprie responsabilità politiche a amministrative, per favorire il cambiamento, per garantire più diritti e più occasioni di crescita per chi non li possiede, non può che schierarsi a favore del SI».

Omicidio di Fabiana Luzzi, confermata la condanna per l’assassino

ROMA – La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 18 anni di reclusione inflitta dalla sezione minori della Corte d’appello di Catanzaro nel 2014 a Davide Morrone, oggi ventenne ed all’epoca dei fatti minorenne, reo confesso dell ‘omicidio dell’ex fidanzata Fabiana Luzzi, di 16 anni, uccisa con 24 coltellate nel 2013 a Corigliano Calabro e data alle fiamme quando era ancora viva. La sentenza è stata emessa dopo quasi cinque ore di camera di consiglio. La Cassazione ha anche confermato, rigettando le richieste contrarie del Procuratore generale, Pietro Gaeta, l’esclusione nei confronti di Morrone dell’aggravante della premeditazione e la seminfermità mentale. Davide Morrone, per uccidere la ex fidanzata, attirò la giovane in una trappola dopo averla prelevata all’uscita di scuola. Morrone propose alla ragazza di raggiungere un luogo isolato per parlare di questioni riguardanti il loro rapporto. Una volta raggiunto il luogo dell’incontro, tra i due ragazzi iniziò una vivace discussione al culmine della quale Davide Morrone colpì ripetutamente con un coltello la ex fidanzata, lasciandola agonizzante. Il giovane poi si allontanò, si procurò una tanica col liquido infiammabile e tornò dopo circa un’ora sul posto. Versò il liquido sul corpo di Fabiana, che in quel momento era ancora viva, e le diede fuoco. La ragazza così morì tra atroci sofferenze. In primo grado il tribunale dei minorenni di Catanzaro condannò Morrone a 22 anni di reclusione, escludendo l’aggravante della premeditazione. In secondo grado la sezione minorenni della corte d’appello riconobbe al giovane anche la seminfermità mentale, accogliendo la richiesta del suo difensore, avvocato Giovanni Zagarese, con conseguente riduzione della condanna a 18 anni, pena confermata dalla Suprema Corte. Nei giorni scorsi il padre di Fabiana, Mario Luzzi, in vista del processo in Cassazione nei confronti dell’assassino della figlia, si era detto contrario ad un’ulteriore riduzione di pena nei confronti del giovane invocando, al contrario, l’ergastolo.

Elezioni Cosenza, Paolini cerca il riscatto dopo il solito tranello

COSENZA – Tutto è compiuto verrebbe da dire. Compreso il solito tranello teso ad Enzo Paolini che da quindici anni cerca, invano, di approdare da sindaco a Palazzo dei Bruzi. In principio fu Giacomo Mancini (senior) a consumare il grande torto, preferendogli Eva Catizone, proprio nel momento in cui i tempi sembravano maturi affinché l’avvocato, che con successo aveva rappresentato in giudizio il grande Leone socialista, potesse subentrargli alla carica di primo cittadino. Una ferita profonda che indusse Paolini a sostenere in quella tornata elettorale la candidatura a sindaco di Perugini e poi a  collocarsi tra i banchi dell’opposizione. Il penalista con la passione per il rugby ci ha riprovato nel 2011, ma non è riuscito a compattare sulle sue posizioni il centrosinistra e il suo sogno è tramontato dopo il ballottaggio. Nel 2013 Sel gli aveva promesso una candidatura blindata in Parlamento sponsorizzata dall’allora consigliere regionale vendoliano Ferdinando Aiello. Il risultato? Aiello è alla Camera dei Deputati, Paolini è rimasto alla Camera Penale. Ora che aveva accettato di contribuire a mandare Occhiuto a casa in cambio di un sostegno alla sua candidatura alle Primarie, le Primarie non si faranno più. Troppo esposto per fare un passo indietro, troppo tardi per rinunciare a correre, Paolini da questa sera ha avviato la propria campagna elettorale in proprio, guardandosi intorno e cercando di tessere una nuova alleanza. Una sponda, per la verità, gliel’aveva già offerto il gruppo legato alla Sinistra di Stefano Fassina e Pippo Civati. Si tratta di quei movimenti ed associazioni civiche rappresentate a livello locale, tra gli altri, da Mimmo Talarico, Massimo Veltri, Paolo Palma. Proprio Palma, presidente dell’Associazione Dossetti, avrebbe potuto incarnare il ruolo di candidato a sindaco. Ma sul suo nome non si è raggiunta unitarietà. Per questo, nella scorsa settimana, quando anche i sassi avevano capito che le Primarie non si sarebbero svolte, Paolini ha ricevuto un’offerta di candidatura da alcuni emissari della Sinistra, ma ha declinato. Difficilmente potrà tornare indietro ma in politica non si sa mai e Afredo D’Attorre, vecchia conoscenza della politica nostrana, è già tornato a farci un pensierino.  E siccome in politica, come gli ultimi avvenimenti hanno ampiamente dimostrato, non si può mai dire, chissà che nella notte Paolini e l’area dei Gentile, che per adesso non si è determinata, non si sia già confrontata, magari pensando di ricostituire un gruppo di radical-socialisti della prima ora da opporre alla grande alleanza di Presta, che se dopo Paolini dovesse perdere anche Gentile, tanto grande non lo sarebbe più.