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Dal 3 dicembre al teatro Rendano la Mostra “Il mito di Stradivari e la liuteria italiana”

“Il Mito di Stradivari e la liuteria italiana” è il titolo della mostra che aprirà mercoledì 3 dicembre, alle ore 10,00, nella sala “Quintieri” del Teatro “Alfonso Rendano” di Cosenza. Sarà possibile visitare la prestigiosa esposizione fino al prossimo 6 dicembre. L’evento, collaterale alla stagione lirico-sinfonica del teatro, nasce dalla collaborazione tra il direttore del Rendano, Lorenzo Parisi, ed il Consorzio Liutai di Cremona, patria dei più pregiati strumenti di tradizione italiana. Fruttuoso anche il legame con la scuola di liuteria “De Bonis” di Bisignano, perla del nostro territorio. Come la stagione stessa, anche la mostra ruoterà attorno alla mitica figura di Stradivari. Dal 3 al 6 dicembre resteranno esposti nella Sala “Quintieri” 15 strumenti moderni realizzati da liutai contemporanei del Consorzio Liutai di Cremona cui si affiancheranno 6 strumenti di Rosalba De Bonis, ultima discendente della famiglia di liutai di Bisignano. La mostra sarà aperta dalle ore 9,30 alle 13,00 e dalle 16,30 alle 20,30. Sabato 6 dicembre apertura prolungata fino alle 22,30.Ad accompagnare i visitatori spiegando i processi di realizzazione degli splendidi strumenti artigianali ci saranno due liutai cremonesi , i maestri Pasquale Sardone e Stefano Conia “il giovane”.

Arte per grandi e piccini, conclusa la mostra di Anna Rotundo a Visioni Mediterranee

Da sx Lara Caccia e Anna rotundo

MONTEPAONE (CZ) – L’attenzione ai più piccoli, alla creatività che liberamente dialoga con le forme contemporanee del fare arte, si rivela ancora una volta un punto qualificante delle proposte che l’associazione culturale Kairòs, con sede presso la Casa d’arte Visioni mediterranee di Montepaone, continua ad offrire alle famiglie del territorio. In occasione della Pasqua, i bambini erano stati invitati a partecipare ad un laboratorio originale, creato e condotto dall’artista Antonella Rotundo, durante il quale tutti i bambini presenti hanno potuto creare con le proprie mani il proprio foglio di carta, sul quale hanno tracciato ognuno i segni che ritenevano più significativi. Nell’occasione, l’artista aveva installato gli spazi della casa d’arte di Montepaone, alcuni dei suoi lavori più recenti. La mostra, dal titolo “Meditazioni. Arte – Fede – Materia”, a cura di Lara Caccia, era stata visitata dagli ospiti della casa d’arte in questi mesi, tra cui il filosofo Massimo Cacciari. In occasione della chiusura della mostra, la curatrice ha dialogato con l’artista dinanzi al pubblico presente sui significati del suo lavoro, che parte da una profonda ispirazione religiosa. La sua attuale ricerca in ambito artistico, culturale ed antropologico avviene attraverso il recupero di manufatti antichi, presso la casa-studio in Catanzaro, città in cui ha avviato numerose collaborazioni con associazioni culturali e studi grafici, attraverso l’attività laboratoriale pittoriche e della carta fatta a mano riciclata ed in puro cotone.

Attualmente  si occupa dei laboratori didattici del MUDAS di Catanzaro e dei Laboratori didattici dell’Ass. Tribunale per la Difesa e Diritti del Minore, contestualmente partecipa a concorsi e mostre collettive patrocinate sia da enti pubblici sia da enti ecclesiastici.

In questa occasione, come previsto, sono state anche presentate e donate ai bambini e alle famiglie presenti, le “carte d’artista” create durante il laboratorio che aveva aperto la mostra. Un modo nuovo e originale di accostarsi all’attività e alla poetica dell’artista, la quale, condividendo con i più piccoli e con le loro famiglie il senso e i modi del suo operare, ha potuto presentare in maniera diretta e immediata le sue stesse opere e il loro più profondo significato.

Inaugurata alla Casa delle Culture la mostra dell’artista cosentina Zefa Paci

COSENZA – Depositaria di una tecnica unica e poco usuale, quella di dipingere in acrilico sul retro della tela. Un po’ uno status esistenziale, quello di Zefa Paci, giovanissima artista cosentina, di sangue albanese e genitori siciliani, contrassegnato da azioni controcorrente che le hanno fatto prendere la vita sempre un po’ al contrario.
Anche se nel suo modo di dipingere ci sono – per sua stessa ammissione- implicazioni di carattere filosofico e una sorta di desiderio di proteggere ad ogni costo le sue creazioni pittoriche dagli occhi di chi non è in grado di comprenderle, fino a rinchiuderle, con la tecnica della pittura sul retro tela, in una sorta di recinto che, però, disvela, oltre le cose, la verità e l’essenza della vita.
Autodidatta e fiera di esserlo, Zefa Paci, dipinge da 5 anni. Attualmente insegna storia dell’arte in un Istituto superiore di Sassuolo, ma quando può torna nella sua Cosenza. Appena il tempo, prima della riapertura della scuola, di inaugurare, alla Casa delle Culture, la mostra, dal titolo “L’attesa”, che in 18 quadri sintetizza, in una serie di percorsi che simboleggiano anche i diversi stati d’animo dell’artista, punteggiati da differenti cromatismi, la visione che Zefa Paci ha della donna, colta dalle sue pennellate, veloci, quasi aeree, in stato di gravidanza, ma anche in uno stato psicologico, di attesa, quasi sempre vana, dell’amore che stenta a materializzarsi e che ricaccia la figura femminile in una perenne solitudine dalla quale non riesce ad affrancarsi.
Il vernissage della mostra, patrocinata dall’Amministrazione comunale e organizzata in collaborazione con la Galleria Marano di via Isonzo, si è tenuto questa mattina alla presenza del Sindaco Mario Occhiuto che nel suo intervento, oltre ad esprimere apprezzamento per la giovane e promettente artista cosentina, ha sottolineato l’immortalità dell’arte – a dispetto di quanto sempre più spesso la critica ufficiale ama sentenziare – e la sua capacità di veicolare dei messaggi. Il primo cittadino ha espresso, inoltre, la volontà di utilizzare temporaneamente la Casa delle Culture, in attesa che si concretizzi il progetto dell’Amministrazione comunale, come Museo dell’arte contemporanea, annunciando, inoltre, che molto presto Cosenza ospiterà, in collaborazione con la Fondazione Carical, la mostra su Andy Warhol, attualmente a Milano, a Palazzo Reale. Occhiuto ha poi augurato ai presenti “un Buon anno pieno di bellezza per migliorare la nostra città. La bellezza – ha aggiunto il Sindaco – è anche un metodo che influisce sui comportamenti ed uno stile di vita che deve orientare i processi di costruzione della città.”
Con l’occasione Mario Occhiuto ha ricordato anche i progetti che prenderanno forma nell’anno appena cominciato. “E’ stata appaltata la Via degli artisti – ha detto – che si snoderà sul Lungo Fiume e che per tre chilometri ospiterà luoghi attrezzati per gli artisti (27 box-art polivalenti) insieme a locali pensati appositamente per i giovani.”
Occhiuto ha inoltre ricordato il progetto per la realizzazione del Museo di Alarico, dove attualmente è ancora in piedi, ma per poco, l’ex Hotel Jolly che sarà acquisito dal Comune e quindi demolito, e quello della riqualificazione di S.Lucia dove sorgerà il Museo del Gusto (con un particolare orologio del gusto) collegato con il Museo del Gusto di Torino. Nelle altre realizzazioni, che riguardano il patrimonio artistico e architettonico, indicate dal Sindaco, rientrano poi il completamento del complesso di San Domenico e quello del Museo dei Brettii.
Tornando alla mostra di Zefa Paci, nel corso del vernissage è intervenuta la critica d’arte Tiziana Vommaro che ha presentato le opere della personale dell’artista cosentina, soffermandosi soprattutto sul leit-motiv dell’esposizione, l’attesa, che “oltre ad essere uno stato fisico è anche uno stato psicologico” – ha detto la Vommaro, ricordando anche i precedenti illustri della letteratura con la donna in attesa per eccellenza, Penelope. L’allestimento – ha aggiunto la critica d’arte – è concepito come un percorso della produzione pittorica di Zefa che parla soprattutto di maternità, analizzando la donna che è felice di diventare madre e quella che non ne accetta lo status. Nel ciclo degli autoritratti, invece, si scopre una Zefa Paci più autentica che si mette a nudo e che per la prima volta nei suoi retro-tela dipinge le figure maschili.” In altri quadri la donna raffigurata dall’artista ha elaborato il lutto dell’assenza dell’uomo, segno che sa di farcela e di farcela da sola ed è qui che si staglia l’elogio della donna e delle sue capacità.
La mostra di Zefa Paci sarà visitabile alla Casa delle Culture fino a sabato 11 gennaio. secondo i seguenti orari : tutti i giorni (tranne domenica 5 gennaio e lunedì 6 gennaio) dalle 9,00 alle 19,00 (orario continuato).

Mostra On Off Christmas

LAMEZIA TERME (CZ) – Domenica 22 dicembre 2013 (fino al 23 dicembre 2013) lo Spazio Espositivo Associazione P-Art (Corso G. Nicotera 173 Lamezia Terme – CZ) ospita la mostra collettiva ON-OFF Christmas.
La mostra ON-OFF Christmas è la prima di una lunga serie di eventi caratterizzati dalla breve durata. In genere qualcosa racchiuso in un arco di tempo breve assume un valore negativo, ciò che è transitorio non sempre suscita l’attenzione o la curiosità dell’uomo, ma non potrebbe proprio il suo essere- per- un- giorno renderlo più prezioso? Quasi come se fosse un racconto, le opere dei quattordici artisti ci parlano del Natale, ognuno con la propria visione di una festa che celebra la natività: l’unicum Aeternum, un giorno in eterno nella memoria e nel credo, simbolo del Natale, simbolo a cui si ispira la mostra.
Ingresso e orario: INGRESSO LIBERO.

Inaugurazione Mostra Collettiva “Sicilia Dives” Presso l’Associazione Culturale Alt-Art

COSENZA – Dopo il successo ottenuto a Napoli nel mese di settembre, la mostra “Sicilia Dives”, curata da Gianfranco Labrosciano, fa tappa a Cosenza nel parco d’arte in cui ha sede l’Associazione culturale Alt-Art Creazioni in corso, al 25 bis di via Longeni di Arcavacata di Rende, presso l’Università della Calabria. Dal 17 novembre al 3 dicembre sarà possibile ammirare le opere di molti maestri siciliani che si fanno comunicatori della ricchezza della loro terra e portatori di una cultura contemporanea che “supera i confini finiti dell’io per correre verso il molteplice e la collettività”.
La straordinaria collettiva esprime con forza la continuità di un ideale estetico capace di rappresentare il territorio e il suo valore artistico e culturale. Sarà una giornata ricca di eventi: si inizierà alle 11:00 con l’intervento del curatore Gianfranco Labrosciano che spiegherà come la Sicilia, cuore pulsante del Mediterraneo, si pone al centro di una “dialettica del risveglio” finalizzata alla costruzione di un “altro ponte”.
Nel pomeriggio, alle 16:00, Calogero Barba, artista e operatore culturale, relazionerà sulla attività di “QAL’AT- Arte al Centro/ il Centro dell’arte” di Caltanissetta. Sarà proiettato un video realizzato dallo stesso Barba che mostrerà la proficua attività ventennale del centro d’arte sul territorio locale e nazionale. Dopo la giornata inaugurale, le attività proseguiranno giovedì 28 novembre con la presentazione del film-documentario del giovane regista Davide Gambino, dal titolo “Pietra pesante”, incentrato sulla vita e l’opera dell’artista siciliano Lorenzo Reina.
Saranno presenti le opere di: Pippo Altomare, Luciana Anelli, Antonella Ludovica Barba, Calogero Barba, Nicola Busacca, Barbara Cammarata, Massimo Cappello, Letterio Consiglio, Rosario Genovese, Lillo Giuliana, Michele Lambo, Giovanni Leto, Michele Lombardo, Leopoldo Mazzoleni, Gina Nicolosi, Enzo Patti, Calogero Piro, Natale Platania, Lorenzo Reina, Giuseppina Riggi, Salvatore Salamone, Enzo Salanitro, Attilio Scimone, Alfonso Siracusa, Turi Sottile, Franco Spena, Giusto Sucato, Croce Taravella, Delfo Tinnirello, Valeria Troja, Agostino Tulumello, Andrea Vizzini, Nuccio Zicari, Nicola Zappalà.
La mostra, inserita nel progetto “l’altro ponte”, sarà visitabile, gratuitamente, fino al 3 dicembre.

L’assessore Caligiuri sul successo della mostra “Bookhouse”

CATANZARO – L’assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri si è complimentato con la commissaria della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro per il grande successo di pubblico che ha riscosso la mostra “Bookhouse”, allestita al MARCA di Catanzaro.

“Un’esposizione – ha detto Caligiuri – che arricchisce ulteriormente gli eventi che si sono svolti negli ultimi anni al museo di arte contemporanea del capoluogo calabrese. La Regione Calabria ha riconosciuto il grande valore del progetto della Provincia di Catanzaro sull’arte contemporanea sostenendolo e finanziandolo per due anni. Se ci saranno le condizioni, faremo di tutto nel 2014 per esporre parte della mostra al Salone del Libro di Torino. “Nel corso di questa estate – ha concluso l’assessore Caligiuri – con la mostra “Bookhouse” e con le altre iniziative, la Provincia di Catanzaro si è dimostrata uno dei protagonisti più qualificati dell’estate calabrese, che mai come quest’anno si è qualificata con una proposta culturale di grande qualità, dimostrando la vivacità dell’intera società regionale”.

Caligiuri inaugurerà la mostra “Tradizioni di viaggi in Calabria”

L’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri, insieme all’Assessore all’Istruzione della Regione Campania Caterina Miraglia, al Presidente della Fondazione “Napoli 99” Mirella  Barracco e al Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli Mauro Giancaspro,  inaugurerà sabato 6 luglio, alle ore 10 nella Biblioteca Nazionale di Napoli, la mostra “Tradizioni di viaggi in Calabria”. La mostra – informa una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale – si svolge nell’ambito del progetto della Fondazione Napoli 99: “Napoli e la Calabria, un viaggio attraverso i secoli”, promosso dalla Regione Calabria d’intesa con la Regione Campania e già avviato con gli incontri  alla Galleria Nazionale di Cosenza  e di Torre Camigliati nel cuore della Sila il 7 e l’8 giugno scorsi.

La mostra della Biblioteca Nazionale di Napoli sottolinea anche i rapporti culturali  tra Napoli e la Calabria,  allestendo nove itinerari di viaggio all’interno di nove storie che si susseguono nel tempo e nello spazio, ma che il tempo e lo spazio travalicano,   sopravvivendo allo scorrere della storia, scavalcando i margini di confine di tempo e spazio. Nove diversi modi, scelti tra i tanti, per raccontare altrettante formule di viaggio nei luoghi, nel  costume, nella natura, nella memoria, nelle tradizioni del lavoro di una regione. Nove itinerari che ripercorrono  le strade montane e marine, corsi dei fiumi o, proprio  come se fossero strade, le carte geografiche, i libri di viaggio,  le testimonianze scritte, i racconti, gli epistolari, le cronache,  attraversando la natura o l’agglomerato costruito dall’uomo.

“Sei donne per sei” alla Galleria Marano

COSENZA – Dopo Acri, Roma e Borgo di Calcata, arriva alla Galleria Marano di Cosenza “SEIDONNEPERSEI” evento nato da un’idea di Giuseppe Salerno. Sabato 15, presso la galleria di via Isonzo 11, alle ore 19, sarà inaugurata la mostra, in realtà una vera e propria installazione, che per questa tappa è stata curata dalla pittrice e designer cosentina Luigia Granata in collaborazione con Dora Marano.

Lontane per territori d’appartenenza, poetiche e modalità operative, sei artiste coscienti e forti del valore delle loro diversità, insieme concorrono alla definizione di una grande opera collettiva che, assumendo forme differenti in relazione ai luoghi attraversati, si rigenera in un divenire armonico e senza fine.

Mettendo in comune il frutto di quel sentire individuale che le rende uniche le sei artiste italiane (Luigia Granata, Lughia, Elena Finestauri, Mirna Manni, Anna Massinissa, Lucia Paese) determinano le condizioni perché ciascuna di esse possa, in successione, dare vita ad una propria architettura capace di offrire una giusta rappresentazione dell’esistente in tutta la sua complessità.

Un incontro di visioni personali, intime, che tornano a confluire ogni volta in un unicum omnicomprensivo e mai eguale a se stesso.

Un’operazione dal carattere forte e sottile allo stesso tempo, interamente giocata su equilibri declinati al “femminile” dove la disponibilità, il rispetto, l’integrazione, la flessibilità e l’accettazione sono lì a connotarne il percorso segnato da continue rinascite.

Sei le protagoniste di questa avventura che coinvolge altrettante città di riferimento e sei le opere, rigorosamente del medesimo formato (30 x 30), da ciascuna di esse offerte affinché, come tessere di un mosaico universale, concorrano all’incessante ridefinizione di quel futuro che a tutti appartiene.

L’installazione cosentina è strutturata in maniera tale da far risaltare il senso intrinseco dell’opera di ognuna delle sei artiste coinvolte in questa singolare “staffetta” artistica.

Per la tappa di Cosenza infatti, Luigia Granata ha pensato di racchiudere ogni singola tela in una trama in legno: tante cornici assemblate tra di loro in modo da realizzare una diversa forma nello spazio espositivo e suggerire così al fruitore una nuova lettura delle opere.

All’evento, che prevede una performance del danzattore e poeta Francesco Lappano e del fisarmonicista Giangiuseppe Maggi, saranno presenti le artiste e il curatore.

Le opere resteranno esposte fino al 30 giugno.

 

I cardi di Mimmo Sancineto

 Castrovillari (Cs) – Dopo un susseguirsi di mostre in note città italiane, che hanno ottenuto esiti positivi di valutazione critica, Mimmo Sancineto, a distanza di molti anni, espone nella sua Galleria d’Arte, a Castrovillari, un’affascinante personale monotematica: I Cardi.

L’Artista, puntando su un unico tema, ha sfidato il rischio di cadere in un refrain monotono e ripetitivo, rischio che ha abilmente evitato, grazie all’abilità tecnica che gli ha permesso di creare avvincenti “sinfonie” cromatiche, mediante la variazione dei colori, forti nel timbro e armoniosi nella partitura dei toni, fino a ottenere sfumature delicate e trasparenti.

Una pittura espressionista, che pur traendo ispirazione dalla natura, non la imita, ma la ricrea nell’interiorità di una visione del tutto personale. Eliminando la tradizionale prospettiva, Sancineto scandisce in profondità lo spazio pittorico tramite larghe spatolate, giustapponendo sulla tela dense zone di colori corposi. Tra i piani cromatici si elevano i “suoi” cardi. Prodotto della terra, il cardo, pianta erbacea delle Composite, con fusto e foglie spinosi, produce fiori a capolino di colore rosso, lilla, viola, giallo. Esistono diverse specie di cardo, Sancineto dimostra di averne una conoscenza approfondita.

Sancineto sceglie il cardo forse perché è un ortaggio secolare, molto diffuso anche nella nostra terra. Nell’antichità il cardo aveva un duplice significato: positivo e negativo. Nel primo caso, considerando che la pianta, una volta spezzato il frutto, ritornava a fiorire, simboleggiava una vita lunga e vigorosa. Nel secondo caso sovviene l’inesorabile sentenza di Dio, quando Adamo, dopo essere stato cacciato dall’Eden, si sentì dire : “Spine e cardo produrrà per te la terra” (Genesi 3,18) nel senso che per procurarsi il cibo l’uomo, da allora in poi, avrebbe dovuto soffrire e subire dure prove.

Nel Nuovo Testamento il cardo, poiché ha fusto e foglie spinosi, assume significato cristologico, rimanda alla Passione e alla corona di spine, posta dai soldati di Pilato sul capo di Cristo.

Sancineto in alcuni dipinti evidenzia le spine e le punte sporgenti del filo spinato entro il quale e anche oltre svettano i coloratissimi cardi. In filigrana egli riesce a veicolare l’eterno dissidio tra il bene e il male, inoltre fa percepire la precarietà della bella stagione nel raffigurare i cardi rinsecchiti, privi di colore; in questo caso l’impasto grigiastro si fa ancor più ispido.

In tante altre tele le spine invece scompaiono, i fiori si vedono nell’esilità dell’infiorescenza, nella carnosità delle foglie, nei singoli capolini. Le splendide tele raffiguranti i cardi senza spine attestano un messaggio di luce e di speranza. Gli sfondi azzurri, verdi, rosati, rossi, gialli, arancio fanno riacquistare al cardo il primitivo significato di buon auspicio contro il flusso delle forze negative. In virtù del suo carattere solare, l’Artista è portato ad esaltare il bene e il bello di una natura inventiva e incontaminata.

Mostra litografica dei paesaggi calabresi di Edward Lear

GERACE (RC) – Il Museo Civico Archeologico di Gerace si arricchisce di nuovi elementi espositivi: da oggi sarà infatti possibile ammirare la mostra litografica dei paesaggi calabresi disegnati da Edward Lear.

Nato a Londra il 12 maggio 1812, Lear fu un prolifico scrittore – 146 pubblicazioni, tra cui il celebre “The Book of Nonsense” –, grande umorista, apprezzato pittore in grado di dare lezioni di pittura persino alla Regina Vittoria, e collaboratore in qualità di illustratore del celebre ornitologo John Gould. Lear trascorse inoltre buona parte della propria esistenza a viaggiare, legandosi in particolar modo all’Italia. Nel 1837, infatti, visita Roma, poi – tra il 1842 e il 1846 – si muove tra l’Abruzzo, il Molise e la Ciociaria. Nel 1847 è la volta della Calabria: il progetto di visitare l’intera regione viene però forzatamente riveduto a causa dei moti che infiammano Reggio nell’ottobre di quell’anno, consentendo a Lear di muoversi solo nella provincia reggina. Risalgono ad allora i suoi due brevi soggiorni a Gerace – il primo della durata di due giorni, il secondo di tre –, ospite di Giacomo Scaglione. «Ogni roccia, santuario o palazzo sembra colorato e fatto apposta per gli artisti e l’unione delle linee realizzate dalla natura e dall’arte è semplicemente deliziosa»: ecco come apparve Gerace agli occhi di Edward Lear.

Il paesaggio geracese dell’epoca è però solo uno dei protagonisti della mostra permanente e gratuita allestita all’ingresso di Palazzo Tribuna – sede del Museo Civico Archeologico di Gerace – dal professor Ferdinando Scaglione in collaborazione con l’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Giuseppe Varacalli. Oltre a quello della Città dello sparviero, le diciotto litografie concesse da Scaglione ritraggono infatti i paesaggi di Scilla, Palmi, Bagnara, Reggio Calabria e perfino del popolare Santuario della Madonna di Polsi.

Una nuova tappa – da non perdere – nel suggestivo tour delle bellezze geracesi.