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Settembre Rendese, grande successo per la mostra “Futuristi calabresi”

RENDE  (CS)  – La vivacità culturale del futurismo calabrese. Ha riscosso un grande successo la nuova edizione della mostra dedicata ai Futuristi calabresi, inserita nel cartellone della 52ª edizione del Settembre Rendese.  Una mostra permanente realizzata all’interno del Museo del Presente e introdotta da un mini convegno con i professori Vittorio Cappelli, direttore scientifico della collezione e docente di storia contemporanea all’Unical, e Adrian Lyttelton, noto storico del fascismo e autore dell’introduzione all’epica mostra “Futurism, 1909-1944: Reconstructing The Universe al Guggenheim Museum di New York” del 2009. Hanno presenziato l’incontro il primo cittadino Marcello Manna e l’assessore Marta Petrusewicz.

«Fare una mostra permanente- ha dichiarato quest’ultima- potrebbe sembrare una sfida al Futurismo, corrente alla quale si ispirava Marinetti che contrastava fortemente la volontà di musualizzare il futuro. Ai due storici presenti bisogna riconoscere la capacità di collegare il globale al locale e di divulgare la corrente futurista alle giovani generazioni».

Illustri ospiti parteciperanno all’allestimento di quest’anno; tra questi la celebre centenaria Lina Passalacqua nata a Sant’Eufemia. Accanto alle sue opere, altre importanti firme d’autore come Umberto Boccioni, Antonio Marasco, Leonida Repaci, Armiro Yaria, Enzo Benedetto, Geppo Tedeschi, Angelo Savelli, Michele Berardelli, Stefania Lotti, Silvio Lo Celso. A impreziosire la mostra, figlia delle generose donazioni dei mecenati Bilotti, il contributo dei curatori Roberto Sottile e Franco Paternostro.

«L’amministrazione è onorata di battezzare allestimenti dal sapore internazionale- ha evidenziato il primo cittadino- perché ci trasformano  in cittadini del mondo e lasciano in noi l’impronta dell’identità». Un’identità raccontata  con dovizia di particolari dai presenti, impegnati nel riconoscere non solo all’Italia, ma anche alla Calabria intera, la lettura e la natura di un “oltre”.

 

 

 

Settembre Rendese, inaugurata la mostra-concorso “Geni Comuni”

RENDE ( CS) – Ha riscosso un grande successo la 4ª edizione della mostra-concorso “Geni Comuni”. La serata d’arte inaugurale si è rivelata straordinaria, con un numero di visitatori fuori dal comune che hanno assistito a un vero e proprio  “live”, in diretta radio e web, nella suggestiva location del Museo del Presente. A presenziare l’evento Marta Petrusewicz, assessore alla Cultura, alla Ricerca e all’Università del Comune di Rende. Grande soddisfazione per gli organizzatori  che nonostante il maltempo e l’imminente Champions League, hanno accolto moltissimi spettatori, non solo rendesi. La mostra resterà aperta fino al 13 ottobre, da martedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20.

«Il mio ringraziamento va ai partner che mi seguono ogni anno- ha dichiarato l’ideatore Luigi Le Piane – e a tutti gli artisti che si candidano ogni anno; a chi ha partecipato fuori concorso alle installazioni  e a tutto lo staff del Museo del Presente che ha lavorato senza interruzioni. Infine, un ringraziamento va a Mariateresa Buccieri, co-curatrice della mostra insieme a Roberto Sottile e a Mario Spidalieri, fondamentali per l’allestimento». L’evento, moderato da Larissa Volpintesta,  è stato fortemente voluto dall’amministrazione comunale che lo ha inserito  all’interno del calendario del Settembre Rendese. «Le opere esposte variano dalla pittura alla scultura senza dimenticare la fotografia e le installazioni».

Gli allestimenti riguardano,infatti, anche tre aree tematiche con le installazioni di Stefania Sammarro, Costantino Rizzuti e Mariella Costa. Il progetto ha fin dalla prima edizione il supporto di tutti i dipendenti del Museo del Presente. Nel percorso espositivo è stata prevista anche l’area dedicata ai vincitori dello scorso anno Alfredo Granata, Angelo Ventimiglia e Ercole Fortebraccio. La mostra ha, infine, valutato i premi della giuria popolare attraverso una votazione da parte dei visitatori e di una giuria tecnica presieduta da Leonardo Passarelli, docente di storia dell’arte contemporanea all’Unical. «Adesso il lavoro continua verso la costruzione del catalogo che verrà presentato contestualmente insieme ai vincitori decretati dalla giuria tecnica e ad un vincitore della giuria popolare. Gli eletti vinceranno una mostra personale e una collettiva».

La Cosenza di fin de siècle nella mostra “L’età dell’eleganza” a Villa Rendano

COSENZA – Si inaugura il 3 luglio, alle ore 18, a Villa Rendano, la mostra “L’età dell’eleganza”, percorso etno-antropologico attraverso tessuti, decorazioni e ricami calabresi nell’Ottocento, curata dalla sezione demoetnoantropologica e da restauratori della Soprintendenza ABAP   con la collaborazione, per la messa in sicurezza dei manufatti e per l’allestimento, di Simonetta Portalupi della Soc. Coop. “la trama  e l’ordito”, della Direttrice del personale della Casa delle Culture, dael Direttore e del personale del Progetto Villa Rendano. L’evento si avvale infatti del patrocinio dell’Amministrazione comunale e della Fondazione Attilio  ed Elena Giuliani onlus e si realizza grazie alla disponibilità di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona. All’inaugurazione della mostra, che potrà essere visitata fino al 28 luglio, porteranno il loro saluto Mario Pagano, Soprintendente ABAP (per le province di Cosenza, Catanzaro e Crotone); Mario Occhiuto, Sindaco di Cosenza; Walter Pellegrini, Direttore Progetto Villa Rendano. La presentazione sarà curata da Nicla Macrì con gli interventi di Anna Francesca La Rosa, storica dell’arte, e Simonetta Portalupi, restauratrice. L’obiettivo della mostra, curata da Pietro Frappi, è illustrare e rendere partecipi i visitatori di un patrimonio demo-etno-culturale che documenta, attraverso i  tessuti, gli abiti, le decorazioni  e i ricami, la società aristocratico-borghese, ma anche la componente agricola ed artigianale, della Calabria Citra in età post-unitaria. La seticultura ha rivestito un ruolo importante nell’economia dell’intero territorio calabrese del XIX sec., con  un prodotto richiestissimo da tutti i mercati  europei. Nell’Ottocento i mercati di Genova, Bologna, Sfax e Marsiglia divennero i principali clienti degli armatori calabresi; la seta, i damaschi ed i broccati, prodotti  nelle filande locali, raggiungevano i più lontani porti del Tirreno. Gli abiti esposti rappresentano, dunque, un  esempio di tessitura ma anche  un gusto ed una attività sartoriale a cui si lega il lavoro delle ricamatrici, delle merlettaie, dei calzolai e di tutti quei rappresentanti delle cosiddette “arti minori”,  che concorrevano alla realizzazione ed al soddisfacimento della  committenza. Accanto all’altamoda, occupa un posto di rilievo anche il costume “tradizionale”: calabrese, albanese, grecanico ed occitano. La ricchezza dell’abito tradizionale calabrese,  la preziosità dei decori  e dei ricami in oro e argento, sembrano contrastare con gli strumenti  del vivere quotidiano, del “faticare”. Sono abiti che non erano però prerogativa del solo mondo contadino, ma erano usati anche negli ambienti ‘alti’ della società, ulteriormente arricchiti dall’oro e dall’argento dei ricami Infine, ma non ultima, la tradizione del ricamo e del merletto, tratti comuni dell’educazione delle giovani di qualunque estrazione fin dalla più tenera età.

 

Al Castello Svevo “Scatti di scena”, la mostra di Bellomo dedicata a Dario Aergento

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COSENZA – Importante vernissage domani, giovedì 15 giugno, al Castello Svevo, alle ore 18,30, per la mostra fotografica “Scatti di scena” che raccoglie una trentina di foto di cui è autore Franco Bellomo, fotografo ufficiale dei film di Dario Argento, scattate sui set dei titoli più celebri del maestro del brivido e dell’horror italiano. L’evento, patrocinato dal Comune di Cosenza, è promosso ed organizzato da “Piano B” e da “Svevo s.r.l.”, nell’ambito della programmazione estiva del Castello Svevo. La mostra si compone degli scatti fotografici dei film di Dario Argento che vanno da “Profondo rosso”, del 1975, a “La terza madre”, del 2007, passando per “Suspiria” (1977), “Inferno” (1980) “Tenebre” (1982) e “Phenomena” (1985).

Sei film in tutto che saranno riproposti dall’occhio artistico di Bellomo, con alcuni scatti storici e tanti altri inediti. Sarà presente anche una sezione con le foto di backstage e con alcuni scatti “rubati” di Dario Argento, insieme agli interpreti dei suoi films e alla sua troupe.
L’inaugurazione della mostra, visitabile al Castello Svevo fino al prossimo 2 luglio, sarà preceduta da un incontro di presentazione cui interverranno l’Assessore alla comunicazione, turismo e grande eventi del Comune di Cosenza, Rosaria Succurro, lo stesso Franco Bellomo e Daniele Luxardo, discendente dello storico studio Luxardo di Roma che ha praticamente fotografato la storia del cinema italiano. I due ospiti saranno introdotti da Gianfranco Confessore, coordinatore della mostra.
L’esposizione si compone di fotografie immortali, a colori ed in bianco e nero, ristampate su carta, tutte rigorosamente da negativo, che ripropongono le visioni del maestro Dario Argento,nonché gli incubi di intere generazioni di italiani.
Negli scatti di Franco Bellomo sono riassunti i punti di vista più celebri e più crudi delle celebri pellicole del regista che ridisegnano un nuovo confine tra razionale ed irrazionale, paura e ossessione, finzione e paranormale.
L’omaggio di Franco Bellomo al maestro dell’horror italiano, che conobbe nel 1971, rappresenta solo un momento della sua brillante ed apprezzata carriera di fotografo di scena, essendo stato un collaboratore fisso anche di altri nomi autorevoli della regia cinematografica come Mario Monicelli, Valerio Zurlini, Vittorio De Sica, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Liliana Cavani, Luigi Comencini e Marco Ferreri.
Informazioni sulla mostra e prenotazioni, telefonando al numero 0984 1811234.

Tra Parco della Biodiversità e arte, inaugurata la mostra dell’artista Gianfranco Meggiato

CATANZARO –  Natura, Musmi, Marca e “Scolacium” per un evento artistico che durerà fino ad ottobre.

Non solo una mostra di straordinaria complessità e valore artistico, ma anche una profonda riflessione di carattere sociale che non si ferma a una pura questione di forma e bellezza.

Con il “Giardino delle Muse silenti”, la grande installazione ospitata dal Parco della Biodiversità Mediterranea nel Parco internazionale della Scultura (MARCA OPEN) inaugurata ieri pomeriggio e visitabile fino al prossimo 1 ottobre, lo scultore Gianfranco Meggiato si confronta con argomenti di forte rilevanza, come quello estremamente attuale della guerra e delle sofferenze che colpiscono la popolazione civile.

«Il complesso progetto del maestro Meggiato testimonia, ancora una volta, la vitalità e il protagonismo della città di Catanzaro che, grazie alla riuscita collaborazione con la Fondazione guidata dal notaio Rocco Guglielmo, è diventato uno dei poli di riferimento culturali più significatici dell’arte contemporanea», ha affermato il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, aprendo la conferenza stampa di presentazione della mostra.
Il labirinto, è costruito utilizzando sacchi di iuta riempiti di sabbia, come quelli usati nelle zone di guerra per proteggersi dai proiettili delle armi da fuoco o dalle schegge delle bombe. Sono sette sculture nere, le Muse silenti, ad accompagnare il visitatore al centro dell’installazione dove, come ideale punto di arrivo, si incontra un’ottava scultura, l’unica di colore bianco, intitolata Il Mio Pensiero Libero.
Meggiato vuole, infatti, mettere in evidenza prima di tutto “il valore salvifico dell’arte come mezzo per vincere ogni discriminazione, diversità e guerra.

Queste sculture monumentali – afferma ancora lo scultore veneziano – stanno a indicare che solo l’arte, il libero pensiero e l’acquisizione di consapevolezza e non le armi, possono salvare l’uomo da se stesso.

L’uomo non ha bisogno di sovrastrutture ma direttamente dovrà percorrere con l’umiltà dell’apprendista il proprio individuale labirinto per arrivare alla conoscenza, per compiere la propria esperienza del finito”.
Il richiamo agli argomenti militari trova un suo naturale sbocco negli spazi del MUSMI – Museo Storico Militare, che custodisce cimeli, armi e divise relativi a un periodo che va dall’età napoleonica alla seconda guerra mondiale, dove sarà posta Matrix, un insieme di cubi a costituire una sfera, dal quale ne fuoriesce uno che si libera dall’intreccio.

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«Affascinante, coinvolgente, semplicemente suggestivo – dice il direttore artistico del Marca, Rocco Guglielmo, del progetto del maestro Meggiato -.

La scelta di regalare a Catanzaro il privilegio di inaugurare il suo avvincente e stimolante progetto non era scontato: la città si mostra viva, attiva, sempre più centro d’arte e di cultura, luogo che si rigenera aperto alla sperimentazione, sempre animata da nuove pulsioni».
Il curatore della mostra Luca Beatrice, che si è detto davvero felice di essere finalmente approdato a Marca, parla di «una inedita evoluzione di Meggiato dalla scultura all’arte ambientale, che riflette sull’uomo alla ricerca di sé: bisogna perdersi per ritrovarsi, affrontare i propri mostri per sopravvivere, e allo stesso tempo, riconoscere i giusti strumenti.

La  dichiarazione centrale della sua poetica sta nel Il Mio pensiero unico nel centro del Giardino delle Muse silenti: l’arte è libertà, il pensiero vola alto».

Cuore e fucile. Mostra documentaria a Castrovillari sul brigantaggio

CASTROVILLARI (CS) – Verrà inaugurata sabato 29 aprile alle ore 10,00 presso l’Archivio di Stato sezione Castrovillari e la Sala museale del Castello aragonese la mostra documentaria – didattica “Cuore e fucile. Il Brigantaggio nel Meridione e nelle terre del Pollino”. La mostra, patrocinata dal Parco Nazionale del Pollino, dall’Archivio di Stato di Cosenza e dal Comune di Castrovillari, è stata realizzata dall’Archivio di Stato sezione di Castrovillari e dall’Associazione Mystica Calabria.  A curare l’esposizione sono stati l’avvocato Gaetano Bloise e la professoressa Ines Ferrante, con il contributo di Francesca Tocci per le riproduzione degli abiti storici, di Luigi Di Puglia Pugliese e di Domenico Gallo per la realizzazione del diorama “Briganti Patrioti”.  La mostra si sviluppa come un vero e proprio percorso divulgativo strutturato dove verranno esposti sia i documenti del Fondo brigantaggio che custodisce, tra l’altro gli atti del Tribunale Militare Straordinario, sia pannelli didattici tematici ricchi di informazioni attinenti la vita sociale dell’epoca e il fenomeno del brigantaggio, dai nomi delle bande ai loro movimenti nel territorio, agli atti commessi nelle loro scorrerie,  dall’aspetto dei briganti più famosi alle notizie riguardanti il cosiddetto manutengolismo ossia l’appoggio fornito dai cittadini di ogni ceto ai briganti, fino alle figure femminili che condividevano la vita brigantesca. L’iniziativa rivolta soprattutto alle scuole, agli insegnanti e agli alunni, mira alla divulgazione delle principali vicende storiche del fenomeno brigantaggio, sulla base degli scritti di Giuseppe Rizzo e Antonio La Rocca e del progetto web ribellidelpollino Terra Ribelle 1860-1865, curato dallo studente universitario Nicola Salvatore Salerno.  L’esposizione vuole raccontare senza miti e senza criminali, ma sicuramente lontano da una riduttiva lettura di banditismo, quella che fu «una sofferta e feroce ricerca di libertà e giustizia», «il desiderio di riscatto sociale, di un mondo e di una società migliore e l’affermazione del senso di appartenenza alla propria identità culturale». La mostra rimarrà aperta tutti i giorni fino al 21 maggio 2017, seguendo gli orari degli uffici dell’Archivio di Stato sez. di Castrovillari, mentre per il Castello aragonese ogni sabato e domenica (dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 17,00 alle 19.00).

 

“Giovani in mostra”, il vernissage degli artisti cosentini tra bellezza e semplicità

COSENZA- È ancora possibile per le associazioni sul territorio di Cosenza promuovere l’arte in maniera interessante e creativa? Esistono ancora giovani capaci di “amare il bello con semplicità”, secondo la tradizione dell’antica Grecia? Questi sono gli interrogativi a cui si cercherà di dare risposta durante l’evento “Giovani in mostra” che si terrà giorno 25 Marzo, dalle ore 16:00, presso la Terrazza Pellegrini. «Si intende dare visibilità ai giovani artisti della nostra città – scrivono in una nota gli organizzatori – allestendo uno spazio adibito al libero sfogo del loro talento creativo».  La mostra è stata promossa dall’associazione L’Eco Giovanidee ed è sponsorizzata dall’azienda vinicola “Odoardi – Cantine di Calabria” che offrirà, durante la serata, una degustazione del vino da loro prodotto. «L’incontro – viene evidenziato–ha titolo “Giovani in Mostra”, sia per giocare d’assonanza con il nome dell’associazione, sia per dare risalto e importanza ai giovani talenti di Cosenza. La scelta della Terrazza Pellegrini come location si richiama alla storia culturale della città che si mischia con le possibilità di un presente dinamico e creativo. I partecipanti sono stati invogliati a presentare le loro opere, senza limitazioni tematiche o espressive. Riteniamo, infatti, che il talento dei giovani sia uno dei tesori più preziosi di Cosenza e non crediamo sia giusto trascurarlo o ignorarlo». «L’evento – ha dichiarato il Presidente Francesco Coscarella – si inserisce all’interno del percorso sociale e culturale che abbiamo intrapreso, come gruppo e come comunità,da Dicembre 2015. Nel corso dei mesi, le nuove generazioni hanno dato riscontri sempre più entusiastici alle nostre iniziative. Finalmente, i giovani riescono a capire l’importanza della vita associativa per la crescita della nostra amata città. La partecipazione alla mostra è stata talmente corposa che siamo stati costretti a chiudere anticipatamente le iscrizioni. Questo è un grande successo per il nostro gruppo, perché è un segno dell’originalità della nostra proposta culturale». L’associazione L’Eco Giovanidee svolge da due anni un ruolo importante nel promuovere dibattiti culturali e iniziative sociali sul territorio, invogliando i cittadini a contribuire al benessere della città. Da qualche mese, i soci fondatori sono impegnati nel progetto “Adottami in Calabria”, in collaborazione con il Comune di Cosenza, per ridurre il sovraffollamento del canile di Donnici. Da Ottobre, inoltre, è stata lanciata la web radio “Radio Eco”. La sua programmazione consiste di una puntata generale bisettimanale e di due rubriche settimanali: “Quello che le donne non dicono”, dedicato a percorsi femminili nella storia, nella letteratura e nell’attualità e “Maschi contro femmine” in cui i membri dell’associazione raccontano le loro esperienze di vita quotidiana.

Lamezia, il Centro di Ricerca per le Arti Contemporanee mette in mostra le arti visive

LAMEZIE TERME (CZ) – Nell’ambito della rassegna di arti visive e performative “Lights in the storm” sarà inaugurata il prossimo 23 marzo a partire dalle 18 la mostra di Ester Grossi e Sara Bonaventura. La prima è una pittrice con diverse mostre all’attivo, in Italia e all’estero. Come illustratrice ha realizzato manifesti per festival di cinema, musica e teatro, cover di album di band internazionali e collabora frequentemente con musicisti e video-artisti per la realizzazione di progetti multidisciplinari. Sara Bonaventura, invece, è un’artista visiva laureata in Storia dell’Arte, che ama interpolare il suo girato con innesti e animazioni frame by frame e con foundfootage. Come videomaker indipendente ha collaborato con performer e musicisti, ha realizzato corti presentati e premiati in diversi festival internazionali.
La mostra che presenteranno in esclusiva a CRAC (Centro di Ricerca per le Arti Contemporanee) sarà una possibilità per il visitatore di entrare nel loro processo creativo. Ester realizzerà un wall painting in linea con i suoi ultimi lavori incentrati sul tema del ritratto celato, prendendo spunto da un fotogramma del video “Moonbow Thief” della stessa Bonaventura, sviluppandolo con un linguaggio a metà tra figurazione ed astrazione. Inoltre, saranno presentata una selezione di video e inediti, insieme a serigrafie e stampe risograph, tratte da un fotogramma di una parte animata di un suo lavoro video.
La mostra sarà visitabile fino al 2 aprile, tutti i giorni, tranne il lunedì dalle 16 alle 21.
“Lights in the storm” è la seconda stagione organizzata dal CRAC di Lamezia Terme, una rassegna che mette insieme arti visive, danza, musica, installazioni, djset ed eventi legati al food di qualità.

 

 

Alternanza scuola-lavoro, il MACA a sostegno di Amatrice. Una mostra per la ricostruzione

ACRI (CS) –  Quelli del MACA” – Gruppo Alternanza Scuola-Lavoro  MACA / Liceo Classico e Scientifico “V. Julia” Acri   CS – , annunciano che il 18 Marzo 2017 alle ore 20:00 presso i locali del Museo Civico “MACA”, ubicato nel Palazzo Sanseverino-Falcone , s’inaugurerà la mostra dal titolo “Ar(l)terniamoci per ricostruire…attraverso l’arte da Fattori a…”. L’evento è stato organizzato interamente dai ragazzi dell’Alternanza Scuola-Lavoro, coordinati dal Dott. Massimo Garofalo – Direttore del dipartimento didattico del Museo – Tutor esterno e dai Proff. Francesco Ranaldi  docente  di Disegno e Storia dell’Arte   e Giorgio Esposito  docente di Sostegno, entrambi Tutors interni. Si tratta di una mostra a favore della ricostruzione del Museo di Preta (frazione di Amatrice), titolare delle opere esposte. L’obiettivo dell’evento è quello di sensibilizzare il nostro territorio alla solidarietà verso le popolazioni del Centro Italia colpite dal sisma. La mostra si protrarrà fino al 25 Aprile 2017. L’ingresso al Museo Maca è gratuito, chiunque verrà potrà donare un contributo volontario al comitato “Arte al servizio della ricostruzione” che provvederà a devolverlo all’Associazione “Preta Vive”. L’avvenimento ha  un duplice scopo,  avvicinare al fascino dell’arte ed aiutare i nostri connazionali, con i quali è stata instaurata una relazione solidale. La mostra è visitabile secondo gli orari ed i giorni di apertura del MACA.

Al Castello Svevo in mostra Mesma, il vernissage di Adriano Fida

COSENZA – Da sabato 11 marzo Adriano Fida torna nella regione che ne ha dato i natali con la personale Mesma, una mostra che segue il percorso dell’artista dalle origini sino agli ultimi lavori del 2016. Le opere, esposte nella Sala delle Armi del Castello Svevo di Cosenza fino al 2 aprile, raccontano l’antologia di Fida e la propria evoluzione pittorica (dal ciclo delle Nature morte al quello mitologico) sviluppatasi sotto l’infuenza storico-culturale della terra natìa, le cui radici risiedono nell’antica Mesma, città magnogreca del VI secolo a.C. sulle cui rovine nasce Rosarno. Fida, tra gli artisti figurativi più apprezati nel panorama nazionale, ripercorre tecnicamente la strada tracciata dagli atichi Maestri – dai Fiamminghi ai Caravaggisti -, un recupero del passato in chiave contemporanea che è insito nel principio dell’arte, quell’arte del “saper fare” che si evidenzia sin dal concepimento dell’opera: dal trattamento della tela all’impasto dei pigmenti, dalle velature a quel bagliore di luce generato dall’uso magistrale del colore. Tra le opere in mostra, anche l’ultimo lavoro dedicato a San Francesco di Paola, per la prima volta esposto al pubblico. La tela, che rievoca la decapitazione di Nicolò Picardi, sarà parte integrante di un grande progetto artistico itinerante dedicato al Santo.