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Il sindaco Occhiuto incontra il leader del Movimento Diritti Civili Franco Corbelli

citta-di-cosenza-logo-AA9E7D006B-seeklogo.comCOSENZA –  Nella serata di ieri, nel Palazzo di piazza XV Marzo, il sindaco di Cosenza e presidente della Provincia, Mario Occhiuto, ha incontrato il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli per discutere del campo rom temporaneo di Vaglio Lise e, più in generale, della questione dell’immigrazione. Occhiuto ha ringraziato Corbelli per la sua disponibilità e il suo incessante impegno a favore degli ultimi e gli ha chiesto di collaborare nei programmi amministrativi relativamente al coordinamento di un importante progetto di aiuto agli immigrati che sta predisponendo il Comune di Cosenza. Corbelli, dal canto suo, ha ringraziato Mario Occhiuto assicurando la sua collaborazione (a titolo gratuito) e rinunciando a ricoprire qualsiasi incarico. Rispetto al tema dell’incontro di martedì sera, Mario Occhiuto ha ribadito che il fermo intento dell’Amministrazione comunale è quello di trovare una soluzione nel più breve tempo possibile allo scopo di non lasciare questi cittadini stranieri a vivere nelle tende, dopo averli finalmente strappati ai rischi del campo abusivo sul fiume. “Dopo l’urgenza della messa in sicurezza e dell’igiene pubblica – ha affermato il Sindaco e Presidente della Provincia – ci stiamo attivando per garantire proprio il rispetto dei diritti umani di queste persone. Nostro compito è di offrire soluzioni che non siano precarie bensì ottimali per la qualità della vita di tutti i cittadini, indistintamente”. In relazione poi alla proposta del segretario provinciale del sindacato Autonomo di Polizia di Cosenza, Giovanni Palermo, di affidare la direzione della tendopoli rom di Vaglio Lise a Corbelli, unitamente a Padre Fedele, lo stesso Franco Corbelli l’ha subito accolta con entusiasmo e passione, offrendo la sua immediata disponibilità ad assumere questo incarico gratuitamente, “con la speranza che – ha dichiarato – da quel luogo di sofferenza possa partire un messaggio di vera solidarietà, di fratellanza, di speranza e di rispetto dei diritti di tutti, soprattutto degli ultimi, di quella umanità più povera e sofferente, che aiuto ininterrottamente da  oramai 35 anni”. Inoltre, Corbelli ha espresso apprezzamento per la coraggiosa decisione di Occhiuto di porre fine alla vergogna della disumana baraccopoli sul fiume Crati, allestendo il campo momentaneo di Vaglio Lise come primo importante passo per garantire condizioni di vita più dignitose e sicure “a questa povera gente e soprattutto per scongiurare possibili tragedie che – ha ricordato il leader dei Diritti Civili – solo per un miracolo in questi anni si sono evitate durante i diversi incendi che hanno distrutto alcune baracche del vecchio campo di Vaglio Lise”. Franco Corbelli ha infine voluto ringraziare il sindaco Occhiuto per la sua particolare attenzione e sensibilità per il sociale. Entrambi torneranno presto a vedersi per iniziare una proficua collaborazione a supporto delle condizioni di vita degli immigrati e delle fasce più povere della popolazione.

‘Ndrangheta: Corbelli chiede scarcerazione Morelli

CATANZARO- Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo aver testimoniato a Milano, al processo che vede imputato Franco Morelli, ha diffuso una dichiarazione in cui afferma che “E’ grave e assolutamente ingiustificato continuare a tenere in carcere da oltre un anno Franco Morelli, l’ex consigliere regionale calabrese (attualmente sospeso dall’Assemblea regionale). Sono sorpreso e indignato dall’assordante e totale silenzio dei cosiddetti pseudogarantisti su questo gravissimo caso”. Morelli e’ accusato dalla Dda milanese di contiguita’ con la cosca mafiosa Lampada. “Da un anno – aggiunge – solo Diritti Civili continua a condurre questa battaglia di verita’ e giustizia, sulla quale si registra un ingiusto silenzio mediatico. Addirittura – continua – non e’ stata neppure riportata la notizia della mia testimonianza e quella del vescovo di San Marco, mons. Leonardo Bonanno, al processo a Milano. Morelli deve essere subito scarcerato o quantomeno mandato ai domiciliari non solo perche’ non sussiste piu’ alcuna ragione cautelare (reiterazione del reato, inquinamento delle prove e pericolo di fuga) che giustifichi la carcerazione preventiva, ma l’andamento del processo sta facendo letteralmente crollare l’impianto accusatorio della procura milanese. Nessun teste dell’accusa e’ riuscito infatti a dimostrare (quello che e’ assolutamente impossibile dimostrare perche’ inesistente) il reato di associazione mafiosa. Vescovi, preti, Diritti Civili, associazione dei sordomuti, avversari politici hanno dichiarato che i voti raccolti da Morelli in provincia di Cosenza( non a Reggio e nel reggino) sono frutto esclusivamente del suo lavoro, del suo impegno e della sua presenza costante sul territorio”. Corbelli aggiunge che “ieri il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, (e’ questa la vera notizia, non certo la sollecitazione di Alemanno a Scopelliti per nominare Morelli assessore, che e’ condannabile eticamente e politicamente, ma non e’ certo un reato) – dice Corbelli – ha demolito un’altra grave accusa, formulata dalla Procura milanese contro Morelli, affermando, con onesta’, che la nomina della Sarlo (moglie del giudice Giglio) a commissario dell’Asp di Vibo, e’ stata una sua autonoma scelta. Morelli non c’entra nulla, con questa nomina. Nessun scambio di favori dunque di Morelli con il marito della Sarlo, il giudice Giglio.
E allora perche’ si continua a tenere ancora in carcere Morelli? Perche’ non vengono concessi almeno gli arresti domiciliari in attesa della fine del processo e del primo grado di giudizio che sono certo il giudice Ponti e le due sue colleghe, che ho avuto modo di conoscere e apprezzare durante la mia testimonianza, martedi’ scorso, sanciranno l’onesta’, la buona fede e l’innocenza di Franco Morelli. Morelli avra’ commesso qualche leggerezza, dettata forse dalla preoccupazione di essere coinvolto in una vicenda di mafia (parola, fenomeno, quello mafioso, che e’ assolutamente agli antipodi della storia, della cultura e della ragione di vita di Morelli) ma – conclude – collegarlo alla ‘ndrangheta e ai suoi collegamenti dentro le istituzioni e’ qualcosa di inverosimile, di irreale, di assurdo”.