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Alessio Calivi, nel nuovo album urla di rabbia tra pezzi di vetro

In occasione dell’uscita del suo nuovo album “Sirene Vetri Urla e Paperelle“, disponibile già da ieri 7 aprile in tutti i negozi di dischi, abbiAlessio_Calivi_Photoamo fatto una chiacchierata con Alessio Calivi, cantautore reggino trapiantato a Milano. L’artista ci ha illustrato il suo ultimo lavoro, parlandoci delle sue aspirazioni e ispirazioni, dipingendo un fedele e schietto quadro di sé e della propria musica. L’album, una noise ballad con il sapore del viaggio mitteleuropeo, una sorta di biglietto di andata e ritorno da Milano a Berlino, è un fascio di suoni duri e complessi, intervallati da vibranti chitarre distorte e rafforzati da una voce graffiante e profonda.

 

Sei stato definito cantautore noise e polistrumentista. Ma chi è Alessio Calivi visto da Alessio Calivi?
A.C. – Alessio Calivi è un musicista autodidatta con la passione per la musica, il ritmo principalmente. Sono nato come cantante, ma ho dovuto rimboccarmi le maniche per arrivare a un sound (che ancora non c’è) ricercato. Mi piace esplorare generi e suoni, perché non si può essere musicisti ‘fissati’. Non concepisco questa categoria, se esiste. Gli “strumenti” sono definiti tali proprio perché sono un mezzo. Poi il loro utilizzo è soggettivo. Si può comunicare o anche no. Io cerco di farlo a modo mio, secondo le mie voglie e ispirazioni.

 

 

Il tuo album “Sirene Vetri e Paperelle” è uscito il 7 aprile, a cinque anni dal primo lavoro da solista “Forme e stati”. Cos’è successo, musicalmente parlando, tra il primo e il secondo lavoro? Cosa ti sei portato dietro e cosa, invece, hai lasciato alle spalle?
A.C. – Cinque anni sono tanti. In questo periodo ho scritto, cancellato, preso appunti e scartato. Ho suonato in altre band, cito i Johndoe, i Miavagadilania, gli Other Voices, ecc. Ho suonato e accumulato esperienze diverse tra loro. Ho assorbito il meglio di questi musicisti o almeno ci ho provato. Ripensando al primo disco, c’è uno scarto di chitarre, in minor numero rispetto al passato. Ho cercato di dare spazio ad altri tipi di suoni e strumenti. Più o meno distorsioni di prima…? Dipende dal tipo di pezzo, di testo. Non ho una regola basilare. Ammetto però di scrivere spesso i testi dopo aver realizzato una parte di musica. Ma non è un mio vincolo. Ad esempio, “Per le tue mani” è nata qualche giorno prima di entrare in studio, di getto. Capita…!! (Ride, ndr)

 
Il nuovo album è stato presentato come un viaggio di andata e ritorno tra Milano e Berlino. Alla luce anche delle tue scelte personali, che significato hanno per te la ‘partenza’ e il ‘ritorno’?
Cover_AlbumA.C. – Il nesso di questo viaggio “Milano – Berlino” è strettamente legato alla prima traccia. Rispetto al primo lavoro ho cercato di non dare troppo peso alla collocazione temporale degli eventi. L’album raccoglie sogni, visioni, sensazioni ed emozioni varie, sparpagliate nel tempo. La musica ha poi dettato la posizione dei brani nel disco. Andare, partire, fa parte della mia esistenza. Sono molto suggestionato dai luoghi in cui mi trovo e scrivo. Infatti spero di poter variare nel tempo la mia musica, in base ai luoghi, alle atmosfere e alle culture in cui potrò ritrovarmi. Poi alla fine potranno sempre esserci dei riferimenti musicali (passato-ritorno) scolpiti in me, ma credo sia una situazione abbastanza comune.

 
In bilico costante tra il new wave e il rock noise, i tuoi testi e la tua musica si presentano come esplosioni di rabbia, ma anche di dolcezza mai melensa e di desiderio di scoperta. Da dove nasce questo turbinio di sentimenti ed emozioni? E in che modo si trasforma poi in parole e musica?
A.C. – Credo che sia tutto frutto del vivere quotidiano, che a modo mio riciclo e interpreto. Spiegare la mia rabbia sarebbe riduttivo in 222due righe, infatti ci faccio album interi sullo sfogo. Perché alla fine è quello, sfogarsi. In “Tutto bene?” si parla appunto di… Va tutto bene? Non mi pare. Quindi quello è un appiglio per poi scriverci un testo. Passando poi successivamente a temi come l’amore o la fedeltà. Temi che cerco, a volte, di affrontare in modo distante, mentre altre volte, in modo diretto e senza mezzi termini. C’è molto contatto tra persone semplici in questo disco. Rapporti genuini nel bene e nel male, che servono tanto a crescere quanto a distruggersi l’uno con l’altro. Vedi “Joege & Sheis”.

 
Quanto è presente la Calabria, terra natale, nella tua musica?
Alessio Calivi-76-ridA.C. – La Calabria… che dire… C’è tanto di me in Calabria. Una terra strepitosa, ambigua, dove sono cresciuto e dove mi piacerebbe realizzare i tanti progetti che frullano nella mia testa. Ci torno spesso e volentieri, soprattutto per ripagare con affetto i sacrifici fatti dalla mia famiglia per aiutarmi in quest’avventura. Devo tutto a loro e alla loro buona coscienza.

 
Considerando l’uscita dell’album e tenendo presente che il singolo ‘Storia Stonata’ ha già incontrato un grosso successo di pubblico, è stata messa in cantiere la programmazione di un tour?
A.C. – Sì, tra pochissimo partiremo con una serie di presentazioni. Inizieremo da Milano per poi fare tappa a Bologna e proseguiremo fino a settembre, quando si partirà con il tour vero e proprio.

 

 

Daniela Lucia

 

La Calabria alla conquista di “THE VOICE : Alessia Labate

alessia-labate-the-voice-of-italyParla come se fosse nata ieri, canta come se non ci fosse un domani. Tenera e controllata, Alessia Labate, ha la voce suadente come una carezza e  personalità da vendere. Diciassette anni, tanta ansia a farle compagnia nella sua Blind Audition e una storia musicale alle spalle che le connatura il naturale epiteto di “figlia d’arte”. Stiamo parlando del giovane, anzi giovanissimo talento cosentino, approdato dalla Calabria alla quarta puntata del programma musicale di successo The Voice of Italy, il secondo, fino ad ora, di questa terza edizione. La sua interpretazione di “Lego House”, dolce ma sensuale, conquista tre coach su quattro. Per Noemi è un viaggio, per Pelù un “Ego” da scoprire, per Roby Facchinetti, una vera e propria estasi. Ma è il più giovane del team Fach a conquistare il cuore della bella calabrese.

Io ho una figlia, che si chiama Mia, avuta peraltro da una tua omonima, e con lei giochiamo spesso a “Lego”. Con il Lego si possono fare due cose: copiare quello che vedi sulla scatola o inventare delle cose completamente nuove. Ed è bellissimo.”

Ad incidere sulla scelta di voltarsi dei coach del team The Voice, non solo le proprietà estatiche della sua voce ma anche il tocco della sua chitarra che maneggia decisa e sicura di sé, reduce da un percorso musicale che inizia ad otto anni in un’altra trasmissione televisiva “Io Canto” e che la vede crescere a “pane e musica”, data l’esperienza paterna di musicista e produttore musicale. Alessia-Labate-260x185alio canto

Il talento di Alessia Labate si affianca a quello già rilevato di Fabio Curto (ndr ottoetrenta 26.2.2015), i cui toni caldi e un po’ rochi hanno emozionato l’intero pubblico italiano. Ad attendere i due calabresi, una marea di sfidanti talentuosi e agguerriti. Ma noi siamo sicuri che ce la faranno ad arrivare lontano. Perché sia la Calabria, qualche volta, a conquistare il mondo e non il mondo a possederla.

Lia Giannini

VIDEO/Musica in scena all’Acquario con Synapsis Chamber Orchestra e l’associazione Zagreus

Riproponiamo una parte del concerto eseguito da Synapsis Chamber Orchestra presso il teatro dell’Acquario a Cosenza. La serata è stata organizzata dall’associazione Zagreus, rappresentata da Maria Scalese, in collaborazione con la stessa orchestra. OperAct, la contemporaneità in atto, ha portato in scena Beethoven, Gershwin e una prima nazionale di Pelecis .

 

 

Romanticismo e contemporaneità, il tema della prima di quattro serate-dittici in cui saranno messi a confronto compositori contemporanei insieme a registi, maestri di musica e direttori d’orchestra.

L’orchestra è composta da diciannove elementi tra cui flauti: Valentina Marchese e Roberta Zirilli; clarinetti: Mariagaia Di Tommaso e Stefano Avolicino; oboe: Ludovico Bozzafra Siciliano; fagotti: Davide Acciardi e Daniele Costanzo; corni: Andrea Di Stasi e Lorenzo Patella; tromba: Giuseppe Pugliano; percussioni: Gianfranco Esposito; violini: Manuel Arilia (spalla), Teresa Giordano, Francesca Santoro, Chiara Maiorano; viole: Francesca Manoccio e Domenico Scicchitano; violoncelli: Alessandra Ciniglia e Antonio Pellegrino; tre pianisti: Giovanni Battista Romano, Danilo Blaiotta e Andrea Bosa che hanno suonato alternativamente, oltre il direttore Marco Gatto.

‘Lumen Calabriae’: riparte il festival dei talenti calabresi

lumen calabriaeLa terza edizione del festival canoro ‘Lumen Calabriae’ è giunta finalmente ai nastri di partenza. Da settimane l’associazione culturale lametina ‘Muse’, ideatrice della kermesse canora, annunciava l’avvio imminente delle selezioni e ora finalmente è arrivato il lancio ufficiale. I tanti talenti calabresi si troveranno innanzi a una nuova via da percorrere per farsi conoscere e giudicare da personalità esperte in ambito musicale e canoro.
La prima fase del festival, come in ogni talent show che si rispetti, passa per le selezioni che inizieranno il 29 marzo a partire dalle ore 16, presso l’Associazione musicale ‘Terra di Sol’ di Lamezia Terme. Qui gli aspiranti protagonisti della terza edizione del festival avranno modo di esibirsi lasciandosi ascoltare da una certificata commissione selezionatrice. Dopo questa prima fase, i più fortunati passeranno a quella successiva, vale a dire lo Stage Semifinale. Anche in questo caso, al termine si svolgerà una scrematura dei partecipanti: quelli ritenuti idonei passeranno alla finalissima prevista per il mese di luglio.
Per la terza edizione del festival l’Associazione ‘Muse’ propone una novità relativa alle procedure di selezione. Il nuovo ingrediente riguarda le modalità: in sostanza, non saranno più gli aspiranti cantanti a spostarsi, bensì la commissione selezionatrice. Si applicherà infatti un modulo itinerante in diverse città della Calabria per ampliare le possibilità di scelta e garantire visibilità a una più vasta platea di desiderosi partecipanti. Al momento le città ospitanti, oltre a Lamezia Terme, sono Catanzaro e Cosenza, ma gli organizzatori si sono dichiarati disposti ad accogliere qualsiasi altra proposta.
Come abbiamo poc’anzi accennato, le selezioni serviranno a scegliere ben 15 semifinalisti che frequenteranno lo stage con un coach qualificato. Lo scorso anno questo compito era stato affidato al Maestro e cantante Max De Angelis che aveva trasmesso ai Quindici interessanti consigli sia per quel che concerne la tecnica che in riferimento all’interpretazione. Per quest’anno l’Associazione ‘Muse’ ha ancora la bocca cucita, preferendo attendere prima di svelare il nome del misterioso artista che terrà lo stage e che avrà poi il compito di individuare i 10 finalisti che a luglio si ‘giocheranno’ la vittoria del festival.
Fin qui, dunque, le prime news in merito a un evento che Lamezia attende e al quale ormai la città si è affezionata. L’Associazione ‘Muse’, dal canto suo, ha promesso ulteriori informazioni, preferendo al momento mantenere ancora un po’ di suspense sul coach top secret. A questo punto, non resta che ingranare la marcia e partire davvero.
Daniela Lucia

Fabio Curto, Un calabrese a The Voice of Italy

È Calabrese di Acri, ha 27 anni, una voce dal timbro forte e profondo e ha conquistato i coach di The Voice of Italy. Il suo nome è Fabio Curto e ha sfidato, sorprendendoli, pubblico e giudici con il difficile quanto intenso brano Take me to Church del cantautore irlandese Hozier. I coach non hanno resistito e, con tempi differenti, si sono voltati rimanendo stupiti di trovarsi davanti un giovane dalle potenzialità così marcate, tant’è che il #TeamFacchinetti se lo è aggiudicato nella propria squadra, ricordando anche quando i Pooh si esibirono proprio ad Acri.

C’è da scommetterci su questo ragazzo di Calabria che insegue il proprio sogno? I coach non hanno avuto dubbi, ‘quattro su quattro’ ha esclamato Federico Russo che assisteva alla performance dal backstage insieme ai genitori di Fabio. ‘Quattro su quattro’, un ottimo inizio per una strada che non sarà semplice, ma che è già iniziata sotto la stella migliore.

Chi è Fabio Curto? Il giovane talento acrese non è solo un eccezionale interprete di pezzi affatto leggeri, ma è soprattutto un cantautore che, partendo dalla musica, risale forgiando le proprie emozioni, fino a farle diventare, appunto, canzoni. Si è presentato al pubblico come una sorta di scultore delle note e dei sentimenti, stretto alla propria terra da un legame ancestrale che finisce poi per emergere, com’è naturale, sia nei testi firmati di proprio pugno che nell’intensità con cui interpreta brani altrui.

Tra i primi giovani talentuosi a entrare a far parte della rosa di The voice of Italy, il ventisettenne non è un neofita della musica e si vede. Ha iniziato a suonare fin da piccolo, trascorrendo oltre vent’anni tra gli strumenti accompagnato anche dal padre, membro di un gruppo folk. Ora dovrà dimostrare di saper mettere a frutto questi anni di studio cogliendo l’occasione che la dea bendata ha voluto dargli, alla quale è giunto comunque con non pochi sacrifici e con infinite speranze.

Le potenzialità di Curto sono infatti emerse fin da subito, al punto che ciascuno dei coach lo avrebbe voluto nella propria squadra, ma, come abbiamo poc’anzi accennato, dopo una riflessione dovuta ovviamente alla stima riposta sia nei confronti di Noemi, che in quelli di J-Ax e Piero Pelù, l’artista calabrese ha scelto i Facchinetti.

A questo punto il nostro conterraneo dovrà giocarsi bene la carta del successo, dimostrandosi capace di conquistare non solo il pubblico e i coach di The voice, ma anche di poter uscire dal format ritagliandosi un suo spazio nel panorama musicale italiano. Al momento il primo passo è compiuto, per il resto invece la strada è ancora da farsi. E Curto ha già dimostrato di avere la stoffa per percorrerla.

 

Daniela Lucia

 

 

Pentone: “A Nottata” tra musica, arte e sapori locali

PENTONE (CZ) – Si svolgerà sabato 16 agosto la VII edizione de “A nottata”, la notte bianca targata Pentone. Dopo i successi delle edizioni precedenti, ad organizzare l’evento ancora una volta la Pro Loco che quest’anno ha cercato di realizzare un format più coinvolgente sia per i pentonesi sia per quanti vorranno venirvi dalle zone limitrofe. “A nottata- divertimento da sira alla matina” è il nome completo dato alla serata che aspira ad essere l’evento clou dell’estate pentonese con la sua forza, la sua organizzazione peculiare e soprattutto con le tante offerte che quest’anno riempiranno le strade e i vicoli del centro presilano. Tante le collaborazioni messe in cantiere per la buona riuscita della grande festa: l’amministrazione comunale, la Parrocchia, i tanti commercianti, le associazioni e tanti volontari che non hanno voluto far mancare il loro impegno. Si comincerà alle ore 20.00 e si proseguirà fino alla mattinata in un divertimento senza sosta che si articolerà seguendo due percorsi: uno enogastronomico, l’altro artistico. A partire da Corso De Laurenzi fino a Corso del Popolo, passando per via Giardino e Piazza Mons. Virgilio Tarantino ci saranno stand dove sarà possibile la degustazione di pietanze tipiche e cibi casarecci il tutto condito con tanta buona musica grazie al “Rapper nero e il suo gruppo”, a Michele Tosi, a Pino Arcuri, all’Associazione “Ballando cantando”, al gruppo “Old story group”, ancora all’associazione “Non solo Liscio” e a vari musicisti locali. Uno spazio sarà dedicato anche ai bambini per i quali sarà prevista l’animazione specifica. Poi ancora tanti artisti perché non c’è festa senza arte nella nottata pentonese: Luigi Paone, Rosalba Russo, Giovanni Chiarella, Yvonne Leone, Maurizio Veraldi, Concetta Rubino, Rosalba Cioffi Rubino, Stefania Platì, Caterina Gigliotti che arricchiranno l’intrattenimento con le loro piccole grandi opere d’arte. Sarà inoltre possibile visitare la Chiesa Madre e le sue straordinarie reliquie, il centro di documentazione di Invicta Palestina e per i più temerari affrontare la parete free clinbilng predisposta dagli “Angeli della Sila”. Musica, arte, degustazione, lavoro, impegno e voglia di divertirsi saranno insomma le noti salienti de “A nottata” a cui è impossibile non partecipare. Così come vuole la tradizione, anche questa notte bianca vedrà principali protagonisti i commercianti e i loro prodotti, Pentone e le sue bellezze, ma soprattutto i pentonesi che hanno tanta voglia di divertirsi e far divertire dando il meglio di se. Appuntamento a sabato per una nottata indimenticabile.

Serata di “Musica e Solidarietà” per il comune di Rossano

ROSSANO (CS) –   Appuntamento da segnare in agenda Sabato 26 luglio a partire dalle ore 21:30 presso l’anfiteatro comunale lungomare Sant’Angelo di Rossano. La serata spettacolo intitolata “Musica e Solidarietà” accoglierà con la musica le esperienze delle cinque associazioni di volontariato coinvolte, che grazie ad un format nuovo ed accattivante guiderà lo spettatore nel mondo del sociale e della musica.

I presidenti dei sodalizi associativi, intervistati dalla giornalista Stefania Schiavelli, si apriranno al pubblico sullo sfondo delle dolci note dei talenti musicali degli allievi del Centro Studi Musicali “G. Verdi”.

L’evento spettacolo nasce da un progetto a rete messo in atto dalla Pro Loco Rossano “La Bizantina” guidata da Federico Smurra in collaborazione con il Centro Studi Musicali “G.Verdi” guidato dal M° Giuseppe Campana a cui è stata affidata la direzione artistica della serata. Le cinque associazioni legate all’evento sono il Gruppo Donatori di sangue FRATRES “Francesca Zicarelli” onlus presieduto da Alfredo Zicarelli con il coordinatore regionale Fratres Calabria Quintino Zicarelli, l’Associazione “Vincenzino Filippelli” Onlus guidata da Elisabetta Verrina, l’associazione “Carpe Diem” presieduta da Salvatore Aloisio, l’AVO Calabria con il presidente regionale Danilo Ferigo e l’AVO Rossano guidata da Saverio Cersosimo. L’evento gode del patrocinio del Comune di Rossano e si inserisce nella ventiduesima edizione dell’estate rossanese promossa dall’assessorato al turismo guidato dal vice sindaco Guglielmo Caputo.

Mediapartner dell’iniziativa TELE A 57 la tv della Sibaritide (canale 74 digitale terrestre) ed il periodico “LA VOCE”.

Il giusto mix con il Filo di Sophia

RENDE – Martedì 10 giugno, in ricorrenza della chiusura del sesto anno di attività del Filo di Sophia, l’Unical è stata testimone del ‘Sophia Love&Music’.  Grazie all’evento di fine stagione, il Filo di Sophia è riuscito ancora una volta a scuotere gli animi dei giovani.  L’associazione culturale, nata nel 2008 da un gruppo di studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria, ha, infatti, concluso un altro anno trascorso all’insegna della cultura e del divertimento, grazie a ospiti d’eccellenza, mostre, seminari, proiezioni, performance musicali e teatrali.  La formula vincente del Filo di Sophia è un mix sempre nuovo e dinamico che stimola la comunità studentesca ad approcciarsi alla cultura, senza rinunciare allo svago.   Con il ‘Sophia Love&Music’, i ragazzi dell’associazione culturale si sono impegnati ad allietare la calda sessione d’esame, colorando i prati del cubo 18C di una grande quantità di studenti e non, che hanno potuto godere della suggestiva atmosfera fino a tarda notte. I partecipanti all’evento, tra bevande e delizie gastronomiche, hanno assistito all’esibizione live di artisti della musica italiana, come il cantautore catanese Enrico Lanza, in arte Mapuche, capace di fare del suo talento un mezzo per sciogliere gli stereotipi, grazie all’armonia tra ironia e rabbia che riesce a esprimere nei suoi testi. A seguire i Parkwave, band indie-rock di Cosenza composta da quattro ragazzi (vincitori dell’ultimo festival ‘Arezzo Wave Calabria’), che si sta affermando nel circuito live ottenendo numerosi consensi. Il contest musicale si è prolungato fino a notte inoltrata  con il dj set. Dalla tecno all’eletronica, ad alternarsi al mixer: Gianluca Gallo, Mattia Argieri e Diego Sottilotta per i Cvlto, Robert Eno e Socabeat. I ragazzi del Filo di Sophia hanno lusingato anche gli amanti delle fiabe con la mostra ‘Le fiabe di Mrfish’, in cui sono stati esposte  illustrazioni di Roberto Gentili e  testi di Dario Greco, i quali, collaborando, hanno dato vita a ‘La bambina dagli occhi pistacchio’, una fiaba illustrata ambientata in un mondo di oscurità che rinnega la scrittura e che si lascia invadere dalla cultura orale e iconografica.

Venerdì serata ‘Zhen’ a ‘I vini di Greta’

COSENZA – Musica e gastronomia a ‘I vini di Greta’, venerdì 13 giugno alle ore 20,30 con “Zhen”: Daniele Fabio (voce, chitarra, madolino elettrico, cajon)  e Antonello Gabelli, ex Corvi  (voce, chitarra, cajon). Il ristorante wine bar di via Giacomantonio, 6/8 (Piazza Loreto) è aperto da lunedì a sabato. Come in altre occasioni, i prodotti freschi e di qualità, l’ampia scelta di vini, birre artigianali, rum e vodka (tra gli altri) e una cucina sana e consapevole, saranno coniugati con la musica. L’ingresso è libero, il menù alla carta. Per info e prenotazioni si può chiamare al numero 0984 429466 oppure al 339 5068739.

 

 

Venerdì 13 Giugno, Ore 20,30

“Zhen”

Daniele Fabio – voce, chitarra, madolino elettrico, cajon

Antonello Gabelli (ex Corvi) voce, chitarra, cajon

 

 

Le note dell’opera 68 di Alessandro Longo risuonano al Rendano

Cosenza – Risuonano nella sala “Quintieri” del Teatro “Rendano” le note dell’opera n.68 per flauto e pianoforte di Alessandro Longo, compositore, pianista e musicologo, originario di Amantea ed al quale si deve la revisione delle opere di Domenico Scarlatti, soprattutto di quelle clavicembalistiche.
L’opera 68 di Longo è stata scelta dal duo formato dalla flautista Daniela Troiani e dal pianista Giuseppe Maiorca come conclusione della cerimonia voluta dalla Commissione cultura del Comune di Cosenza e tenutasi al teatro “Rendano”, nel corso della quale i due musicisti sono stati insigniti di un riconoscimento della città per la loro attività e per la longevità del loro sodalizio artistico, che dura esattamente dal 1988. Bastano i tre tempi dell’esecuzione dell’opera longhiana (prima un allegro moderato, poi un andantino, infine un vivace), quindici minuti in tutto, per metterci in relazione con il loro modo rigoroso di concepire la musica, tutto impegno e sacrifici, che ne ha rappresentato in quasi 26 anni la cifra di riconoscibilità, unita all’affiatamento che li ha sempre contraddistinti.
L’incontro della Commissione cultura con Daniela Troiani e Giuseppe Maiorca – graditissima la presenza in platea del rettore dell’Università della Calabria Gino Crisci – si era aperto con l’introduzione del Presidente Claudio Nigro che ha sottolineato come doveroso l’invito in commissione cultura di due musicisti così apprezzati. Ognuno dei due ospiti è stato poi presentato da un relatore diverso, Maria Lucente per Daniela Troiani, Mimmo Frammartino per Giuseppe Maiorca.
Per Maria Lucente “Daniela Troiani è  una grande artista e una grande professionista. Ascoltando il suono del suo flauto ci si sente come rapiti.  Si provano forti emozioni e si è come conquistati dallo strumento”.
La sua formazione musicale è un concentrato di incontri importanti. La troviamo accanto a maestri del calibro di Adolfo Longo, Angelo Persichilli con il quale si è diplomata nel 1978 al Conservatorio S.Cecilia a Roma, e di Riccardo Brengola.
Nel suo percorso ha incontrato flautisti di prim’ordine, da Severino Gazzelloni a Maxence Larrieu. La vocazione al viaggio per ragioni musicali e di studio l’ha portata in Francia e in Svizzera, salvo fermarsi, nel 1985, quando in 48 ore è costretta a decidere, quasi su due piedi, di lasciare Ginevra per Cosenza. Scelta non facile, ma Daniela Troiani sa che c’è in ballo una cattedra di flauto al Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” della città calabrese. Prendere o lasciare. Non c’è tempo per le riflessioni. Prende e non se ne pentirà, mai, diventando cosentina d’adozione.
Anche il suo girovagare per le massime orchestre italiane, ha il sapore del rigore, dell’applicazione e del sacrificio: Opera di Roma, la Rai, il San Carlo di Napoli, la Filarmonica Marchigiana, l’Accademia di S.Cecilia e poi primo flauto dell’Orchestra Sinfonica di San Remo.
E’ l’interesse per il repertorio cameristico che la porta a dar vita, nel 1988, al duo con il pianista Giuseppe Maiorca, privilegiando la musica raramente ascoltata del primo novecento italiano.
La sua ricerca la spinge a fondare, insieme ad altri colleghi, l’ensemble “Concentus Romae” la cui mission è principalmente quella di contribuire alla divulgazione della musica barocca.
Non mancano nel suo percorso di musicista le tournèes all’estero, soprattutto in Brasile dove rappresenta l’Italia ai Festival internazionali di flauto di Rio De Janeiro e di Tatuì.
A ricostruire l’attività artistica di Giuseppe Maiorca ci pensa Mimmo Frammartino che ricorda come il pianista “non è cosentino di nascita, ma di adozione, perché sin da piccolo si è trasferito a Cosenza, lasciando la sua Sicilia con la quale mantiene, però, ancora oggi, un saldo e profondo legame”.
Quasi un enfant prodige, inizia a suonare il pianoforte all’età di sei anni. Ha la fortuna di incontrare il maestro Luciano Luciani ed è con lui che muove i primi passi
nella conoscenza di uno strumento, il pianoforte, che non abbandonerà più.
Diversi i nomi che hanno contribuito alla sua formazione musicale: il maestro Valentino Di Bella che lo fa avvicinare a Bach, poi l’incontro che in qualche misura gli cambia la vita: con Michele Marvulli, il direttore del Conservatorio cosentino che dopo la metà degli anni settanta dà vita ad una lunga serie di concerti tenuti dai migliori allievi della cattedra di pianoforte. Una fucina di talenti che solletica il giovane Giuseppe Maiorca a cercare un rapporto proprio con Marvulli di cui segue caparbiamente i corsi di perfezionamento che il maestro tiene prima all’Accademia Musicale di Pescara e poi alla “Nino Rota” di Bari.
Un periodo fatto di grande fatica e sacrifici, ma che porta Maiorca dritto al diploma. Siamo nell’81. Di lì a poco un altro incontro fondamentale per la sua formazione musicale, quello con il grande pianista Aldo Ciccolini di cui segue un corso di perfezionamento in Francia.
35 anni di ininterrotta attività concertistica, insegnante presso prestigiose istituzioni musicali tra cui l’Università Chopin di Varsavia, Giuseppe Maiorca è stato per tre anni anche coordinatore del concorso pianistico “Alfonso Rendano e attualmente è direttore artistico della prestigiosa associazione concertistica “Maurizio Quintieri”.
“La città i suoi talenti deve tenerseli cari e stretti – chiosa Frammartino – perché un artista, più di ogni altro, contribuisce con la sua arte a rendere migliore la sua città”
Prima che intervengano gli ospiti c’è tempo per gli apprezzamenti espressi dai consiglieri comunali Massimo Commodaro e Francesco Perri.
Brevi, ma intensi i ringraziamenti dei due musicisti.
Troiani sottolinea il suo forte legame con Cosenza e con il suo Conservatorio.
“Un Conservatorio – ha aggiunto Maiorca – che ora è uno dei più importanti del Meridione , ma quando iniziai gli studi del pianoforte la situazione era diversa e fui costretto ad emigrare altrove. Non è stato facile, anche se mi considero  fortunato perché la mia famiglia fu in condizione di sostenere le molte spese che i frequenti viaggi comportavano, ma intorno c’erano – prosegue il racconto di Maiorca –tanti giovani, tutti bravi, che non poterono farlo. Ed è con loro che voglio idealmente condividere questo riconoscimento anche se non sono qui con me”.