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A Paravati anche il cielo era in festa. In migliaia per Natuzza

MILETO (VV) – Natuzza è Serva di Dio. Il giorno atteso da migliaia di fedeli è arrivato fra un cielo che a fatica ha trattenuto le tante preghiere, regalandoci colori cupi e raggi di sole potenti che si facevano con forza spazio fra nuvole pesanti. Un pomeriggio storico nella spianata di Villa della Gioia a Paravati, finalmente e nuovamente colma di fedeli giunti da tutta la regione e anche oltre. E in tanti hanno guardato il cielo durante l’intera celebrazione iniziata con la recita del rosario, poi la Santa Messa presieduta dal vescovo di Milito-Nicotera-Tropea Mons. Luigi Renzo, e infine l’insediamento del Tribunale diocesano con la prima seduta pubblica che ha dato avvio ufficialmente al processo di beatificazione di Mamma Natuzza.  beatificazione Natuzza

Non si poteva non guardare il cielo avvolti da un silenzio così sereno di quasi 10.000 fedeli che hanno pregato già il giorno stesso dei funerali di Mamma Natuzza affinché non tardasse ad arrivare questo momento.

E Mamma Natuzza c’era ieri tra i fedeli. Più volte è riecheggiata infatti la fra frase incisa sulla sua tomba Io sono con voi e prego”.

C’era nelle parole del vescovo che durante l’omelia senza trattenere l’emozione ha detto: «Vi assicuro che oggi non sarei stato qui e non avremmo potuto aprire la causa senza il suo concreto ed avvertito aiuto. Stava per saltare tutto per alcune complicazioni che si erano frapposte a causa dell’intervento chirurgico che nei giorni scorsi ho dovuto sostenere a Bologna. Mi son visto quasi perduto quando alla fine di febbraio da Bologna mi chiesero nuovi esami clinici che comportavano tempi lunghi. Il tempo stringeva e non sapevo come risolvermi. Ho chiesto a lei di aiutarmi a risolvere il problema, se non voleva che saltasse tutto. Devo riconoscere che non si è fatta pregare perchè ho trovato tutte le porte aperte e la massima collaborazione. In una settimana ho fatto tutti gli esami grazie alla disponibilità dei medici di Vibo e di Catanzaro, a cui mi sono rivolto anche tramite amici. Ed eccomi qui, grazie al Signore ed a Mamma Natuzza». 

Era nel rosario realizzato con i palloncini che volando in cielo trasportato dal vento si è annodato per poi sciogliersi proprio sulla cappella dove è sepolta Natuzza. (foto in alto)

Nella commozione del figlio Antonio, che tanto assomiglia a Mamma Natuzza, che anche a nome dei fratelli Salvatore, Francesco e Angela, ha preso la parola al termine della celebrazione eucaristica e rivolgendosi al vescovo Luigi Renzo ha detto:  «Nostra madre ha sempre avuto profondo rispetto per Lei e per tutti coloro che l’hanno preceduta alla guida della diocesi. Nella figura del vescovo, del resto, la mamma intravedeva Gesù e la stessa Chiesa che Lei rappresenta, a cui obbedire sempre, costi quel che costi. Ancora oggi – ha aggiunto – in questa vallata risuonano le parole che lei ha pronunciato il giorno dei suoi funerali. In quell’occasione, da questo stesso sagrato, Lei affermò con coraggio: “Natuzza è già Santa tra i santi del cielo”. La mamma è morta il primo novembre del 2009. Da allora si è prodigato in tutti i modi, in maniera disinteressata e con grande spirito di sacrificio affinché il processo di beatificazione prendesse il via. Questo momento è finalmente arrivato, e lo si deve a Lei monsignor Renzo. Grazie di tutto. Vada avanti per la sua strada, la mamma le starà accanto e continuerà a darle sostegno anche dal cielo». 
Nella sofferenza di tanti malati che hanno reso la spianata una piccola Lourdes; nei tantissimi concelebranti, vescovi e sacerdoti di tutta la Calabria in festa insieme; anche fra noi giornalisti che abbiamo lavorato in un clima di serenità, di collaborazione e di festa; nei membri del Tribunale diocesano (composto da delegato episcopale don Francesco Vardè, dal promotore di giustizia monsignor Saverio Di Bella, dal notaio attuario don Francesco Sicari e dal notaio aggiunto Francesco Reda e dal postulatore don Enzo Gabrieli) che come ha ricordato il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea «si sobbarcheranno il pesante fardello» di una causa che visto il tanti testimoni non sarà breve nei tempi ma sicuramente piena di grazia per tutti.

E sicuramente Natuzza era vicina ai fedeli che nelle tante case di tutta Italia che hanno potuto assistere in diretta televisiva e su diversi social l’intera celebrazione. Natuzza  d’altronde “si faceva in due” già da viva e certamente ancora più adesso in viaggio verso gli altari farà cose grandi per tutti.

Nadia Macrì

Cresce l’attesa per Natuzza. Kantiere Kairòs pubblica in rete un brano per lei

PARAVATI (VV) – Oggi la Calabria è in festa per il suo patrono: san Francesco di Paola, un grande santo. Un santo che forse gli stessi calabresi non conosciamo pienamente, perché spesso si fa l’errore di racchiudere i santi nei miracoli, quei segni eclatanti e tangibili che però sono solo un fascio della luce piena dei santi.

Da San Francesco di Paola a Madre Natuzza di Paravati 

Un santo a cui Natuzza, di cui si aprirà sabato 6 aprile a Paravati il processo di beatificazione, era molto legata già da piccola. Sappiamo infatti che un giorno nel paese dove il sole scalda già al mattino, tra la povertà che non manda a scuola”, mentre era sola in casa si presentò alla porta un monaco di alta statura e dagli occhi luminosi. «Noi siamo poveri, non abbiamo neppure il pane», gli disse la piccola Natuzza facendogli vedere la dispensa vuota, ma il monaco le sorrise presentandosi come San Francesco di Paola. Un legame che da quell’incontro divenne sempre più forte, tanto che Natuzza lo chiama “amico mio” e da buoni amici tanti sono anche i rimproveri che vicendevolmente non si risparmiano! Scrive a riguardo don Pasquale Barone, per molti anni parroco a Paravati:  «Amici  sempre fedeli, ma anche capaci  di “litigarsi”. In definitiva sono uomini veri  e  pertanto  ci  rivelano  una loro spiccata personalità  che ce li fa sentire  più vicini,  senza alcuna ombra di turbamento per il nostro spirito attento  a discernere le cose di Dio».

San Francesco di Paola e Mamma Natuzza sono dunque due figure di santità della nostra terra, tra di loro lontani nel tempo, ma vicini nella carità, nelle fede e nella speranza, che in epoche diverse hanno testimoniato in Calabria l’Amore, parlando di un Luogo stupendo che dista un colpo di ciglia”.

La dedica dei Kantiere Kairòs

È molto significativa perciò la vicinanza del giorno dell’avvio del processo con la festa liturgica di San Francesco di Paola, e non a caso, proprio oggi, la christian rock band cosentina, Kantiere Kairòs, ha pubblicato su youtube la canzone contenuta nel loro secondo album e dedicata a Natuzza, “cuore traboccante di purezza e fede che riscrive i confini del normale”. È un lyric video che dà la possibilità di leggere bene il testo, dettagliatamente descrittivo che non lascia indifferenti, guardando con delle immagini dall’alto la grandezza delle cose” che necessariamente ridimensiona anche i nostri difetti (questo il link: https://www.youtube.com/watch?v=ND2tGDf76BA). Il brano, scritto da Antonello Armieri, con quel linguaggio fresco capace di spronare un’intensa riflessione e ad allargare il cuore ad un’autentica esperienza di fede, ripercorre infatti la vita di Mamma Natuzza, che dalla quotidianità arricchita dell’esperienza forte della famiglia alla sua capacità di prossimità e sofferenza, ha donato e dona un messaggio di speranza che invita tutti ad accendere nei cuori la fiducia e la certezza che il bene è possibile.

E la folla di fedeli prevista sabato alla spianata di Villa della Gioia per la celebrazione eucaristica e l’insediamento del Tribunale Diocesano (che sarà trasmessa in diretta dalle 17 anche su Tele Padre Pio), conferma che Mamma Natuzza è “una porta aperta che invita a tornare a pregare, insieme”. Finalmente. 

Nadia Macrì

Natuzza, Paravati attende con gioia l’inizio del processo di beatificazione

PARAVATI (VV) – Sarà la spianata della Villa della Gioia di Paravati ad accogliere la moltitudine di fedeli che arriveranno per l’inizio del processo di beatificazione di Natuzza EvoloLa decisione del vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, S. Ecc. Mons. Renzo – come si legge in una nota ufficiale diramata dall’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali – tiene conto infatti dell’alto numero di presenze previste da tutta Italia. Tantissimi sono infatti i figli spirituali di Mamma Natuzza sparsi anche oltre il territorio regionale che parteciperanno alla cerimonia di insediamento del Tribunale diocesano, preceduta dalla celebrazione eucaristica, avrà luogo dunque sulla spianata della Villa della Gioia di Paravati, sabato 6 aprile alle ore 17.

Accoglienza, fede e impegno cristiani

Un gesto carico di accoglienza e disponibilità da parte del vescovo, profondamente legato alla spiritualità di Natuzza, ma un gesto che fa sperare anche che le parole del Cardinale Stella, prefetto della Congregazione per il clero, indirizzate pochi giorni fa ai soci fondatori della Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, siano approvate dai componenti dell’ente morale di Paravati con responsabilità, fede e impegno per giungere «quanto prima a un accordo pacifico, continuando a tessere le opportune relazioni con il Vescovo diocesano al quale spetta sempre l’ultimo discernimento».

Verso una giornata storica

Il 6 aprile è dunque un giorno atteso e desiderato che scriverà una pagina della storia della Chiesa e della vita della Chiesa con l’insediamento del Tribunale diocesano deputato a istruire una formale inchiesta sulla vita, le virtù e la fama di santità di Natuzza Evolo, preziosa figura di santità dei nostri giorni che ha accolto e accettato sempre la sofferenza.

Al Tribunale diocesano istituito dal vescovo, spetta pertanto il delicato compito di seguire la fase diocesana della causa di beatificazione, ed è composto oltre che dal postulatore don Enzo Gabrieli, del clero dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, nominato già quasi cinque anni fa, anche da don Francesco Vardè in qualità di giudice delegato per conto del presule, don Francesco Sicari che svolge le funzioni di notaio, Francesco Reda notaio aggiunto e don Saverio Di Bella con il ruolo di promotore di giustizia.

La madre di tutti

Ovviamente se da una parte aprire una causa non è un’anticipazione di beatificazione, dall’altra sappiamo che Dio avrà accolto Natuzza da subito in Paradiso: lei che con la grande semplicità di donna analfabeta ma dalla grande fede offriva alle folle di persone che si rivolgevano a lei carezze e preghiere, accogliente e disponibile ad ascoltare tutti si definiva verme di terra e raccomandava sempre di seguire la volontà di Dio, lei che amava così tanto Gesù da offrire il suo costato, le sue mani e i suoi piedi, un fiore di cielo che amava i suoi giovani e a loro indicava Maria come esempio da seguire, come Amore da cui ispirarsi, come manto in cui cercare un sicuro rifugio.

«Natuzza è già santa» disse infatti Mons. Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, durante i funerali della mistica di Paravati, morta a 85 anni proprio nella ricorrenza della festa di tutti i santi del 2009, è necessario pertanto adesso vivere questo tempo di grazia con gioia e conversione quotidiana perché come diceva Mamma Natuzza: «Gesù ci vuole tutti santi».  

Nadia Macrì

In arrivo “Madre è”, il brano di Dajana dedicato a Natuzza Evolo

COSENZA – Si intitola  MADRE È il brano dedicato a Mamma Natuzza della cantautrice tarantina Dajana.

In arrivo nei prossimi giorni l’atteso video prodotto interamente in Calabria con la regia di Mauro Nigro.

«Natuzza è già santa» disse Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, durante i funerali della mistica di Paravati, morta a 85 anni proprio nella ricorrenza della festa di tutti i santi del 2009. Mamma Natuzza accogliente e disponibile ad ascoltare sempre tutti, a coloro che si rivolgevano a lei, con la grande semplicità di donna analfabeta ma dalla grande fede, raccomandava di seguire la volontà di Dio e offriva il conforto della preghiera e la sua materna vicinanza.

«Madre è chi ama davvero / come Maria apre il cuore al mondo intero / Natuzza tu scelta Gesù / Madre sei e Madre resterai – canta Dajana in MADRE È, dove si evince anche la sua grande forza interpretativa che diventa corale e racconta – Abbiamo iniziato le riprese proprio il giorno in cui il Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea ha annunciato a Paravati l’ok della Santa Sede per l’avvio del processo di beatificazione di Mamma Natuzza, ed essere lì con le nostre telecamere durante quell’annuncio che da tantissimo in molti aspettavamo, ci ha fortemente emozionato e indicato il messaggio da dare con il video, realizzato a Paravati, lì dove la Madonna raccoglie tanta gente. Nel video c’è una bella sovrapposizione di immagini fra me sola nel Viale della Salvezza sulla spianata di Paravati e poi le migliaia di persone presenti l’11 novembre. Con Maria, con la fede non si è soli. E la fede è per tutti, Maria è ovunque, ma il Signore ha scelto una donna a Paravati, che con il suo immenso Amore di Mamma potesse dimostrare al mondo intero l’Amore sconfinato di Maria, perché col nostro scetticismo, secondo me, se dovesse venire sulla terra Gesù ancora oggi, noi non lo riconosceremmo e perciò abbiamo bisogno di gente del nostro tempo, uomini e donne normalissimi per avvicinarci a Lui, che ha scelto Natuzza, la più simile a noi che ci fa avvinare a Dio».

Il video in arrivo è una produzione totalmente calabrese, scelta voluta dall’artista pugliese per omaggiare la terra dove ha sempre vissuto Mamma Natuzza, e porta la firma di Mauro Nigro, regista cosentino premiato a novembre per il miglior cortometraggio calabrese 2018 alla V edizione del Lamezia Film Fest

«Lavorare al video di MADRE È è stato un viaggio alla scoperta dei posti e della gente legati a Natuzza Evolo e alla sua semplicità», dichiara Nigro.

Ed è calabrese, di Longobucco (Cs) anche Davide Ioele, aiuto regia che si è occupato del backstage, mentre di Taurianova sono la giovane e brava Make-Up Artist Martina Mammola Filippo Andreacchio che ha aggiunto con le sue suggestive e preziose riprese aeree quel tocco fortemente emozionale di un video che porta all’esplorazione del pianeta e dell’intimo di ogni cuore. «Volare è un’emozione sempre nuova – afferma Filippo Andreacchio, che ha curato l’ideazione e lo sviluppo grafico anche di alcuni importanti progetti web promossi dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, e continua – Scrutare dall’alto le cose, i colori e soprattutto capire quanto siamo realmente piccoli tra le meraviglie del creato».

Durante le riprese l’intera produzione inoltre ha trovato l’ospitalità di molti cittadini di Paravati e della famiglia Vallone in località San Calogero che ha messo a disposizione la struttura del B&B San Pietro. 

Il brano MADRE È è il terzo singolo estratto dal suo disco di musica cristiana dal titolo MADRE DELL’AMOREdisponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming. La cantante tarantina Dajana infatti dopo aver inciso anche con il grande Lucio Dalla e pubblicato un album jazz citato da molti addetti ai lavori come best jazz album italiano, grazie all’incontro con il Maestro Giuseppe Afrune, ritrattista ufficiale di San Giovanni Paolo II e pittore di tante opere presenti nelle maggiori Basiliche di tutta Italia (porta la sua firma anche il ritratto di Mamma Natuzza che accompagna il progetto del brano Madre è) ha intrapreso un forte cammino di fede che l’ha portata a raggiungere la completa consapevolezza del talento che ha ricevuto, quale dono grande di Dio, e ad iniziare un percorso artistico di musica cristiana e liturgica, unendo vita e spiritualità e donando al Signore, fonte di ogni bellezza, la sua arte.

Questa la tracklist dell’album Madre dell’Amore: Ave Maria (primo singolo che con un arrangiamento innovativo e passionale, fra echi di musica classica e dolci sfumature elettroniche, ha convinto sia pubblico e critica con un consenso straordinario, il cui video ufficiale è visibile al link: https://www.youtube.com/watch?v=wY97qgYCagw), Signore sono qui, Madre dell’Amore, Amore sia, Madre è, San Pio, Signore pietà, Piccola Maria.

 

Natuzza, in arrivo l’opera teatrale di Francesco Perri sulla vita della mistica calabrese

COSENZA – Dopo l’imponente Opera musicale “Francesco de Paula”, dedicata alla vita di San Francesco di Paola, il musicista e compositore calabrese Francesco Perri ha da poco terminato la scrittura dell’Opera teatrale “Natuzza”, dedicata alla vita della mistica di Paravati conosciuta in tutto il mondo. La regia dello spettacolo, anche in questa occasione, è affidata a Marco Simeoli, tra i più apprezzati registi, autori e attori teatrali italiani, premiato al Gran Premio Internazionale di Venezia 2018 con un riconoscimento speciale.

La prima assoluta è prevista per fine maggio.

La produzione teatrale, come già avvenuto per la maestosa nuova versione di “Francesco de Paula” andata in scena lo scorso novembre al Palacalafiore di Reggio Calabria, sarà di Ruggero Pegna, guarito da una terribile forma di leucemia in modo miracoloso anche per le preghiere di Natuzza, come lui stesso ha scritto nel romanzo “Miracolo d’Amore” edito da Rubbettino.

«A dieci anni dalla scomparsa della mistica calabrese, tra le più conosciute dell’era contemporanea – afferma Francesco Perri  – questo lavoro su Natuzza vuole essere un importante tributo alla sua figura e alla sua fortissima personalità e, al contempo, un progetto non solo artistico, con l’intento di unire misticismo, territorio, religiosità, valori identitari, insomma un grande messaggio di cristianità da una terra, come la Calabria, che ha vissuto intensamente la sua presenza prodigiosa, connotata da un’infinità di racconti e testimonianze popolari sui suoi doni e sulla sua immensa disponibilità ad ascoltare chiunque e  a pregare per dare sollievo e conforto, in particolare a malati e bisognosi».

Natuzza vuole essere il progetto religioso conclusivo di uno speciale cammino artistico di Francesco Perri, (premiato a marzo per la migliore colonna sonora (“The Guardian of the Ice”, al Winter Film Award di New York”), partito nel 2016 con Francesco de Paula, in cui convergono le esperienze narrative precedenti ed altre tipologie di nuove rappresentazioni con molteplici sfaccettature artistiche, sinestetiche e di contaminazioni.

Il lavoro Natuzza identifica la vicenda umana e religiosa di questa “donna speciale”, mamma di cinque figli, ma anche “mamma” di tutti i suoi fedeli, personalità calabrese tra le più importanti figure mistiche del ‘900. Il lavoro avrà una duplice identità: territoriale e da esportazione, caratterizzandosi come importante veicolo di valori positivi oltre che biografici.

Natuzza è figura femminile del Sud Italia, laica che si pone come alter ego ad una visione massificante e a vocazione fortemente maschile del territorio e di un’idea dell’eroe ottocentesco. Si assiste, nel corso della sua vita, vissuta sempre nello stesso luogo, ad un totale capovolgimento della figura dell’eroe, che giungerà ad essere “verme di terra”, come lei stessa si definiva.

«Al di là della vicenda biografica, il lavoro teatrale Natuzza vuole puntare ad essere opera popolare, adatta a tutti, rappresentata nei grandi spazi oltre che nei teatri, scritta e musicata da Francesco Perri con la regia di Marco Simeoli e bravissimi attori che saranno resi noti a breve – afferma il produttore Ruggero Pegna – per rendere memoria ad una storia nuova, recente, ancora viva e fissa nei ricordi primari e personali della gente di ogni parte del mondo che l’ha conosciuta, a cominciare dal sottoscritto. Ho avuto il privilegio di incontrarla già da ragazzo e di frequentare prima la sua casa, poi la Fondazione che l’ha ospitata e dove ora sorge la grande Chiesa chiestale dalla Madonna durante un’apparizione. E’ una grande storia, innanzitutto umana, piena di messaggi di fede e speranza per tutti. La sensibilità e la bravura di Francesco ci offriranno un’opera davvero splendida, emozionante e commovente».

 

Cassano allo Ionio, lettura interdisciplinare di Natuzza Evolo

CASSANO (CS) – Il prossimo 26 aprile, alle ore 17:30, presso il teatro comunale di Cassano Allo Ionio si potrà assistere alla proiezione del documentario RAI  “Natuzza Evolo” di Mariella Boggio e con Luigi M. Lombardi Satriani. Dopo i  saluti istituzionali del commissario straordinario del comune di Cassano, Emanuela Greco, interverranno Ottavio Cavalcanti, antropologo culturale già Ordinario Università della Calabria, il Mons. Luigi Renzo, il segretario della C.E.C. e infine il Mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano Allo Ionio. Presiederà il prof. Leonardo Alario al quale seguiranno le letture poetiche  della scrittrice Giusy Staropoli Calafati. La proiezione è stata patrocinata dal Comune di Cassano e dall’Associazione I.R.S.D.D.  Diverse testimonianze hanno mostrato come la vita di Natuzza sia stata oggetto di situazioni eccezionali: apparizioni e colloqui con Gesù Cristo ed altre icone sacre, la comparsa di stimmate ed effusioni ematiche durante il periodo Pasquale e momenti di estasi. Le si attribuisce anche il “dono dell’illuminazione diagnostica“, ovvero la capacità di diagnosticare con esattezza una malattia e suggerirne la cura migliore. Per decine di anni, la donna, ricevette presso la sua abitazione migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, tutte accomunate dalla speranza di avere notizie dall’aldilà da parte dei propri defunti o indicazioni sui propri malesseri. La morte di Natuzza, all’età di 85 anni, è avvenuta in data 1 novembre 2009 nel centro per anziani che lei stessa aveva fondato grazie alle cospicue offerte dei fedeli.

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Tra i figli spirituali di Natuzza c’è un forte desiderio di vederla presto santa nonostante il vescovo di Paravati abbia spiegato con estrema chiarezza il bisogno di attendere. «È il momento – ha ribadito – del silenzio. Fra qualche  mese, dopo che avremo chiesto l’autorizzazione alla conferenza episcopale Calabra, avvieremo la procedura complessa della beatificazione. Saranno raccolte testimonianze e messi nella giusta luce gli aspetti più complessi della sua vita. Non c’è nessuna fretta. Non ce l’ha neanche Natuzza che ora vive in paradiso contemplando la luce di Dio padre. I frutti che ha lasciato – ha evidenziato – sono sotto gli occhi di tutti. Quelli che verranno saranno molti di più. Una cosa è certa. Ha fatto una morte da santa. La gente che sta arrivando a Paravati è la testimonianza più alta della sua generosità e del suo altruismo».

Anna Maria Schifino