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Recensione Joker: una risata soffocata

Tra i film più attesi dell’anno, il Joker di Todd Phillips e Joaquin Phoenix è arrivato nelle sale.

Negli anni ho visto susseguirsi sullo schermo molteplici versioni di Joker, l’uomo con il viso dipinto di bianco acerrimo nemico di Batman. Tutte avevano in comune una malvagità innata ed estrema, giustificata dal cliché più comune nella storia del cinema: ”È folle”.

OLTRE LA FOLLIA CRIMINALE

Da Nicholson a Leto passando per Ledger e un’altra decina delle serie e lungometraggi animati, tutte le versioni avevano in comune quella follia criminale netta che appiattiva e classificava il personaggio come “cattivo” canonico, come nemesi dell’eroe, che non può esistere senza la sua controparte eroistica. Il Joker di Todd Phillips interpretato da Joaquin Phoenix (Her, Il Gladiatore) prende una strada completamente differente. Non racconta il criminale, racconta di come un uomo buono e ingenuo sia stato massacrato dalla vita e dalla società e costretto a diventare il simbolo involontario della classe disadattata e povera della città.

 

La città allora avrebbe potuto chiamarsi chiamarsi Gotham, New York, Milano o Tokyo. Non avrebbe fatto alcuna differenza così come la presenza del granitico Thomas Wayne. Un altro cognome non avrebbe intaccato l’evoluzione del personaggio. Questo perché, il film di Phillips, non è una storia su Batman, non è un cinecomic canonico con buoni e cattivi. Joker è una pellicola crudele che racconta il disagio di avere un disturbo psicologico, di un uomo buono che combatte da solo contro una società capitalistica dove perfino le emozioni sono riservate a coloro che riescono a riscattarle con violenza o denaro.

JOAQUIN PHOENIX E IL PESO DI UN’ICONA

Arthur Fleck si fa quindi luce in questa società oppressiva. Cerca nel suo piccolo di essere quell’uno che fa la differenza utilizzando come mantra le parole della madre Penny, interpretata da Frances Conroy (American Horror Story, The Aviator): “Sono nato per portare felicità e allegria a tutti”. Questa poderosa presa di posizione iniziale viene, però, cesellata con una violenza e potenza uguali e contrarie che lo costringono alla discesa in un oblio nichilista dove ogni speranza viene spazzata via, soprattutto quelle che vengono riscattate con sudore e dolore durante il film stesso.

Con tocchi delicati, si susseguono nelle scene le metafore e le citazioni che Todd inserisce senza renderle palesi, senza far distogliere mai la telecamera dal suo protagonista che splende di bravura. Joaquin è indiscutibile, carica sulle spalle il peso dei suoi predecessori e di un personaggio tutt’altro che semplice e lo canalizza in un corpo scenico ed espressivo che rappresenta in tutto e per tutto non solo il personaggio, ma anche ciò che sta subendo dalla società, e perfino la società stessa. Sulla carta e sullo schermo Joaquin Phoenix merita a pieno titolo il prossimo Oscar come miglior attore protagonista.

ISTANTANEE DI UN’ANIMA FERITA

Il film non perde in qualità neppure sul lato tecnico. Todd Phillips fa un salto di qualità rispetto ai suoi precedenti film comici e si lancia a capofitto in questa nuova avventura drammatica portando con sé anni di esperienza. Le riprese dei dettagli, gli zoom a seguire, i campi lunghi e i piani sequenza sono studiati in ogni tratto e la fotografia è sempre impeccabile. Le luci mettono in evidenza il lato peggiore della società. Illuminano od oscurano Arthur a seconda della scena e cambiano i mood dell’ambiente seguendo le vicende, da un sole luminoso a tinte calde iniziali fino alle luci al tungsteno sfarfallanti dei momenti più oscuri.

FAR LUCE SULLE OMBRE

Avrei voluto trovare delle pecche in questa pellicola, una base su cui poter esporre realisticamente una critica negativa ma, per la prima volta da quando i cinecomic sono ascesi all’Olimpo cinematografico, mi trovo in seria difficoltà nel farlo.

Questo film è delirante, divertente, commovente, socialmente e politicamente impegnato e mai una volta volgare o trash. Todd è riuscito in qualcosa in cui per anni nessun altro regista di cinecomic è riuscito:

RAPPRESENTARE UN PERSONAGGIO CONTROVERSO COME JOKER NON ATTRAVERSO LA VIOLENZA MA ATTRAVERSO LA SPERANZA.

Daniele Ferullo

[#SpecialeStradeDelPaesaggio] Intervista al fumettista Sio

A “Le Strade del Paesaggio” abbiamo incontrato il simpaticissimo Sio, papà dell’Uomo Scottecs.

Abbiamo fatto una piccola e divertente chiacchierata con il fumettista e youtuber. Simone Albrigi, questo il suo nome, ci ha raccontato qualcosa sui suoi personaggi no sense, sui Bòkemorp e sui progetti futuri. Ecco chi è l’autore di Scottecs Comics, dall’amore per Topolino fino alle collaborazioni importanti con Giorgio Vanni e gli Elio e Le Storie Tese.

Buona visione!

Intervista a cura di Miriam My Caruso

Riprese e Montaggio a cura di Daniele Mr. Ink Ferullo

 

[#SpecialeStradeDelPaesaggio] Intervista all’illustratore Luca Ralli

Al festival “Le Strade del Paesaggio” abbiamo incontrato l’illustratore Luca Ralli.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Luca Ralli. L’illustratore e animatore ci ha racontato dei suoi esordi, dell’amore per il fumetto e dei suoi progetti futuri. Come autore di diversi booktrailer e illustrazioni per l’editoria, Ralli conosce bene il mondo del disegno e ha lasciato qualche consiglio per tutti i giovani illustratori che si avvicinano a questo universo.

Buona visione!

Intervista a cura di Miriam My Caruso

Riprese e Montaggio a cura di Daniele Mr. Ink Ferullo

[#SpecialeStradeDelPaesaggio] Intervista allo sceneggiatore Giuseppe De Nardo

In occasione de “Le Strade del Paesaggio” abbiamo avuto il piacere di conoscere lo sceneggiatore partenopeo Giuseppe De Nardo.

Dall’esordio come disegnatore fino all’approdo alla Sergio Bonelli Editore in veste di sceneggiatore delle storie con protagonista l’Indagatore dell’incubo: chi è Giuseppe De Nardo? Lo abbiamo incontrato a “Le Strade del Paesaggio” e ci ha raccontato qualcosa della sua lunga carriera e della sua passione per l’arte. Infine, ha lasciato un piccolo consiglio spassionato per chi desidera approcciarsi al mondo della sceneggiatura.

Buona visione!

Intervista a cura di Miriam My Caruso

Riprese e Montaggio a cura di Daniele Mr. Ink Ferullo

[#SpecialeStradeDelPaesaggio] Intervista a RichardHTT

Durante il festival “Le Strade del Paesaggio” abbiamo avuto il piacere di incontrare l’eclettico e divertente RichardHTT.

Richard ci ha raccontato delle sue esperienze nel mondo dell’arte e di Youtube, della sua passione per i manga e di come questa ha stimolato la sua creatività in modi sempre più fantasiosi. Dopo i corti animati, le illustrazioni e il libro “Quel kiwi ti sta fissando”, quali sono i progetti futuri di Richard? Durante la nostra intervista ci ha svelato una piccola chicca.

Inoltre, conoscendo la smisurata fantasia creativa di RichardHTT, lo abbiamo sfidato in una challenge “aromatica”: basteranno un bastoncino in legno e del caffè per creare arte? Scopritelo in questo video, buona visione!

Intervista a cura di Daniele Icelo Pezzolla

Riprese e Montaggio a cura di Daniele Mr. Ink Ferullo

Once Upon a Time in Hollywood: la recensione dell’ultimo film di Tarantino

L’ultima fatica di Quentin Tarantino non si può certo definire una fatica.

Siamo abbastanza certi che il regista di Knoxville si sia divertito non poco nel girare questo film, che è un vero e proprio atto d’amore nei confronti del cinema e dei nomi che sono stati fondamentali nella sua formazione da regista.
Once Upon a Time in Hollywood può, a prima vista, sembrare un film poco tarantiniano, ed in effetti alcuni suoi tratti distintivi risultano diluiti o smorzati, come quei dialoghi incredibili a cui ci ha abituato. In realtà durante la visione ci si rende conto che lo stile di Tarantino è visibile in ogni inquadratura e in ogni sguardo degli attori.

LA TRAMA

Alla fine degli anni ‘50 Rick Dalton (Leonardo Di Caprio), protagonista della famosa serie tv Bounty Law, decide di provare la via del cinema. Purtroppo la sua carriera non riesce a decollare a causa dell’avvento della Nuova Hollywood, restando così impantanato in ruoli da cattivo in televisione. A fargli compagnia c’è Cliff Booth (Brad Pitt), suo amico e controfigura nelle scene pericolose. Booth è stato bandito dai set a causa di una rissa con Bruce Lee, oltre ad essere stato accusato dell’omicidio della moglie.

IL COMMENTO

Once Upon a Time in Hollywood si ricollega al famoso fatto di cronaca dell’eccidio di Cielo Drive ad opera di Charles Manson, in cui persero la vita l’attrice Sharon Tate (nel film interpretata da Margot Robbie) e quattro suoi amici. Tarantino, all’interno del suo mondo di finzione, ci offre una personale reinterpretazione della vicenda, che trova il suo culmine nelle fasi finali del film, un po’ come fece con Bastardi senza gloria. Un finale che lascia un segno di malinconia, ma che fa sorridere con il cuore. Il cinema riesce a darci speranza, ed è questo che si respira alla fine della visione della pellicola. Attraverso un Di Caprio formidabile, un Brad Pitt raramente così in forma, una Margot Robbie bellissima (e somigliantissima a Sharon Tate) e dei colossi come Al Pacino e Bruce Dern, non ci viene raccontata una storia, ci viene fatta vivere nei loro sguardi, ci viene detto che il cinema è più vivo che mai.

once upon a time in hollywood

Non è semplice apprezzare a pieno questo film, bisogna accogliere quel brivido che solo l’arte genuina di un autore come Tarantino può trasmettere, un cinema con cui racconta se stesso senza voler accontentare nessuno. Dalla pellicola traspare la sua formazione cinematografica, quella con cui il regista è cresciuto ed ha sviluppato la sua sensibilità artistica, una Hollywood vista attraverso gli occhi di un ragazzo che ha vissuto quel periodo storico da spettatore. Questa è la Hollywood che Tarantino sognava, vista attraverso la sua personale favola cinematografica. 

once upon a time in hollywood

Le citazioni si sprecano, sia a livello narrativo che puramente visivo, come alcune scelte di montaggio tipiche degli anni ‘60, oppure il citare nomi come Antonio Margheriti e Sergio Corbucci.

Un altro dei punti di forza del cinema di Tarantino è la sua capacità di confezionare tante scene memorabili, nonostante il ritmo non decolli mai, se non appunto nel finale. Anche in questo caso ci sono almeno 4 o 5 scene che si piantano in testa di prepotenza. Insomma, stiamo parlando di una pellicola veramente straordinaria, uno di quei film che verranno ricordati nel tempo, come tanti del buon Quentin.

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COMPARTO TECNICO

Sul lato registico abbiamo la solita magnificenza a cui Tarantino ci ha abituati. Una serie di piani sequenza strepitosi, il suo solito indugiare sui dettagli degli oggetti mentre i dialoghi proseguono, una fotografia abbagliante, la sua straordinaria direzione degli attori, che vengono lasciati liberi di bucare lo schermo, le sue inquadrature dei piedi (citando Jules di Pulp Fiction: “Io sono un maestro di piedi inquadrati”), le musiche fantastiche e sopra le righe.

IN CONCLUSIONE

Once Upon a Time in Hollywood è uno dei film migliori di Tarantino, una di quelle pellicole che trasmettono amore per la settima arte e ci ricordano che anche noi dovremmo amare questo tipo di cinema, un cinema che non si nasconde dietro alla retorica o all’azione gratuita.

Un cinema che disseta e rigenera come una sorgente nel deserto. Un cinema migliore. Grazie Quentin.

Antonio Vaccaro

Emmy Awards 2019, tutti i vincitori dei premi della tv. Delusione GoT

Notte di stelle a Los Angeles dove al Microsoft Theater si è svolta la cerimonia di assegnazione degli Emmy Awards, i premi più prestigiosi della televisione americana.

Un’edizione numero 71 ricca di sorprese e di assegnazioni molto eterogenee questa notte al teatro losangelino. Grande curiosità alla vigilia per Game of Thrones, reduce da un’ultima stagione a tratti disastrosa che, a fronte delle 32 nomination, ha portato a casa solo 2 premi, seppur molto ambiti. Si tratta di quello per la Miglior Serie Drama e per il Miglior Attore Non Protagonista a Peter Dinklage, riconoscimento ottenuto per la quarta volta. Giusti i riconoscimenti per la miniserie Chernobyl e per le serie comedy Fleabag e The Marvelous Mrs. Maisel. Quanto alle emittenti, in questa edizione degli Emmy Awards a imporsi è stata soprattutto HBO che su 137 candidature ha acciuffato 34 premi, seguita da due piattaforme streaming. Netflix e Prime Video hanno, infatti, portato a casa rispettivamente 27 e 15 statuette.

Ma vediamo nel dettaglio tutte le categorie principali e i vincitori.

MIGLIOR SERIE DRAMMATICA

Better Call Saul
Bodyguard
Game of Thrones
KillingEve
Ozark 
Pose
Succession 
This Is Us

MIGLIOR SERIE COMEDY

Barry
Fleabag
The Good Place
The Marvelous Mrs Maisel
Russian Doll
Schitt’s Creek
Veep

MIGLIOR MINISERIE

Chernobyl 
Escape at Dannemora
Fosse/Verdon
Sharp Objects
When They See Us

MIGLIOR FILM TV

Black Mirror: Bandersnatch
Brexit
Deadwood: Il film
King Lear
My Dinner with Hervé

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA SERIE DRAMMATICA

Jason Bateman, Ozark
Sterling K Brown, This Is Us
Kit Harington, Game of Thrones
Bob Odenkirk, Better Call Saul
Billy Porter, Pose
Milo Ventimiglia, This Is Us

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA SERIE DRAMMATICA

Emilia Clarke, Game of Thrones
Jodie Comer, Killing Eve
Viola Davis, Le regole del delitto perfetto
Laura Linney, Ozark
Mandy Moore, This Is Us
Sandra Oh, Killing Eve
Robin Wright, House of Cards

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY

Anthony Anderson, Black-ish
Don Cheadle, Black Monday
Ted Danson, The Good Place
Michael Douglas, The Kominsky Method
Bill Hader, Barry
Eugene Levy, Schitt’s Creek

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY

Christina Applegate, Dead to Me
Rachel Brosnahan, The Marvelous Mrs. Maisel
Julia Louis-Dreyfus, Veep
Natasha Lyonne, Russian Doll
Catherine O’Hara, Schitt’s Creek
Phoebe Waller-Bridge, Fleabag

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE O FILM TV

Mahershala Ali, True Detective
Benicio Del Toro, Escape at Dannemora
Hugh Grant, A Very English Scandal
Jared Harris, Chernobyl
Jharrel Jerome, When They See Us
Sam Rockwell, Fosse/Verdon

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE O FILM TV

Amy Adams, Sharp Objects
Patricia Arquette, Escape at Dannemora
Aunjanue Ellis, When They See Us
Joey King, The Act
Niecy Nash, When They See Us
Michelle Williams, Fosse/Verdon

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE DRAMMATICA

Jonathan Banks, Better Call Saul
Giancarlo Esposito, Better Call Saul
Alfie Allen, Game of Thrones
Nikolaj Coster-Waldau, Game of Thrones
Peter Dinklage, Game of Thrones
Micheal Kelly, House of Cards
Chris Sullivan, This Is Us

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE DRAMMATICA

Lena Headey, Game of Thrones
Sophie Turner, Game of Thrones
Maisie Williams, Game of Thrones
Gwendoline Christie, Game of Thrones
Fiona Shaw, Killing Eve
Julia Garner, Ozark

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY

Stephen Root, Barry
Henry Winkler, Barry
Anthony Carrigan, Barry
Alan Arkin, The Kominsky Method
Tony Shalhoub, The Marvelous Mrs Maisel
Tony Hale, Veep

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE COMEDY

Sarah Goldberg, Barry
Sian Clifford, Fleabag
Olivia Coleman, Fleabag
Betty Gilpin, Glow
Kate McKinnon, Saturday Night Live
Alex Borstein, The Marvelous Mrs Maisel
Marin Hinke, The Marvelous Mrs Maisel
Anna Chlumsky, Veep

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE O FILM TV

Ben Whishaw, A Very English Scandal
Asante Blackk, When They See Us
Paul Dano, Escape at Dannemora
John Leguizamo, When They See Us
Stellan Skarsgård, Chernobyl
Michael K Williams, When They See Us

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE O FILM TV

Patricia Arquette, The Act
Marsha Stephanie Blake, When They See Us
Patricia Clarkson, Sharp Objects
Vera Farmiga, When They See Us
Margaret Qualley, Fosse/Verdon
Emily Watson, Chernobyl

MIGLIOR REGIA PER UNA SERIE DRAMMATICA

Jason Bateman, Ozark (Reparations)
David Benioff & D.B. Weiss, Game of Thrones (The Iron Throne)
David Nutter, Game of Thrones (The Last of The Starks)
Miguel Sapochnik, Game of Thrones (The Long Night)
Diana Reid, The Handmaid’s Tale (Holly)
Lisa Brühlmann, Killing Eve (Desperate Times)
Adam McKay, Succession (Celebration)

MIGLIOR REGIA PER UNA SERIE COMEDY

Daniel Palladino, The Marvelous Mrs. Maisel (We’re Going to the Catskills!)
Amy Sherman-Palladino, The Marvelous Mrs. Maisel (All Alone)
Mark Cendrowski, The Big Bang Theory (The Stockholm Syndrome)
Bill Hader, Barry (ronny/lily)
Alec Berg, Barry (The Audition)
Harry Bradbeer, Fleabag (Episode 1)

MIGLIOR REGIA PER UNA MINISERIE O FILM TV

Johan Renck, Chernobyl
Ben Stiller, Escape at Dannemora
Jessica Yu, Fosse/Verdon (Glory)
Thomas Kail, Fosse/Verdon (Who’s Got the Pain)
Stephen Frears, A Very English Scandal
Ava DuVernay, When They See Us

MIGLIOR SCENEGGIATURA PER UNA SERIE DRAMA

Jesse Armstrong, Succession (Nobody is Ever Missing)
Peter Gould & Thomas Schanuz, Better Call Saul (Winner)
Jed Mercurio, Bodyguard (Episode 1)
David Benioff & D.B. Weiss, Game of Thrones (The Iron Throne)
Bruce Miller & Kira Snyder, The Handmaid’s Tale (Holly)
Emerald Fennell, Killing Eve (Nice and Neat)

MIGLIOR SCENEGGIATURA PER UNA SERIE COMEDY

Phoebe Waller-Bridge, Fleabag (Episode 1)
Alec Berg & Bill Hader, Barry (ronny/lily)
Josh Siegal & Dylan Morgan, The Good Place (Janet(s))
Maya Erskine, Anna Konkle & Stacy Osei-Kufour, PEN15 (Anna Ishii-Peters)
Natasha Lyonne, Leslye Headland & Amy Poehler, Russian Doll (Nothing in This World is Easy)
Allison Silverman, Russian Doll (A Warm Body)
Davide Mandel, Veep (Veep)

MIGLIOR SCENEGGIATURA PER UNA MINISERIE O FILM TV

AvaDuVernay & Michael Starrbury, When They See Us (Part Four)
Russell T Davies, A Very English Scandal
Joel Fields & Steven Levenson, Fosse/verdon (Providence)
Brett Johnson & Michael Tolkin, Escape at Dannemora (Part 7)
Brett Johnson, Michael Tolkin &amp. Jerry Stahl, Escape at Dannemora (Part 6)
Craig Mazin, Chernobyl

 

 

[#NerdReview] IT – Capitolo Due, tra romanzo e grottesco

Vedere IT al cinema è d’obbligo per chiunque abbia vissuto negli anni ‘90 o sia fan di King.

IT lo avevamo già visto attraverso Tim Curry guidato da Tommy Lee Wallace nella miniserie televisiva e lo rivediamo ora con Bill Skarsgård guidato da Andrés Muschietti. Le due interpretazioni sono entrambe eccellenti, ma il tema principale dal romanzo kinghiano non era “solo” l’entità.

TRA IL ROMANZO E LA MINISERIE

Muschietti in questo secondo capitolo punta in alto, si pone l’obiettivo di superare tutti gli altri registi che hanno provato a trasporre i diversi libri di King. Cerca di restare fedele al testo modernizzando l’opera, come prima di lui fece Wallace, ma non ha abbastanza forza o esperienza per riuscire in una prova così difficile. Se nel primo capitolo era più o meno riuscito a raccontare la vita dei giovani Perdenti attraverso le tribolazioni, le paure e le sconfitte, in questo secondo non riesce a dirigere al meglio la loro versione adulta, trascurando inevitabilmente le potenzialità di attori come James McAvoy e Jessica Chastain.

Sin da subito, scopriamo con violenza che sono passati 27 anni e che IT è tornato a mietere vittime attraverso una scena cruda e attuale di omofobia. Già qui la prima differenza rispetto alla miniserie da cui Muschietti si distacca, oltre che per scelte registiche, anche di sceneggiatura. Ne cita determinate scene topiche riprendendo alcune inquadrature ma cercando piuttosto una somiglianza con il romanzo che con la serie. La storia prosegue raccontando la vita dei Perdenti da adulti e mostrando che quelle paure presenti nel primo film, affrontate ma non sconfitte completamente, riecheggiano nella vita quotidiana senza che i protagonisti lo sappiano.

LE DUE FACCE DI IT: TERRORE E GROTTESCO

Tutti i Perdenti, tranne Mike che è rimasto a Derry, sono andati avanti dimenticando la cittadina del Maine ma, dopo la chiamata dell’amico, mantengono la promessa fatta 27 anni prima. Il film prosegue con una serie di flashback alternati che cercano di mimare la struttura del romanzo di King, ma solo pochi sono veramente riusciti poiché alcuni sono troppo lunghi rispetto ad altri talmente corti che si fa difficoltà a seguirli.

Il ritmo della pellicola è altalenante e passa da frenetico caos a noiosa lentezza. Se nel primo atto troviamo momenti orrorifici e splatter con Pennywise scanditi molto bene, nel secondo si rallenta fino alla noia con sezioni a volte ridondanti che culminano in un terzo atto quasi esasperante in cui la fine sembra non giungere mai.

Tutta la pellicola è costellata da jumpscare e sono questi forse gli unici inserti paurosi che ha permesso Muschietti nel film. Molto spesso, infatti, le scene, anche di orrore, sono estremizzate fino al grottesco e non riescono a spaventare il pubblico. Lo stesso IT, anche se interpretato molto bene da Skarsgård, il più delle volte è un vero e proprio “clown” che riesce a far ridere anche nei momenti peggiori. Non proprio quello che ci si aspetterebbe da un essere capace di soggiogare le menti attraverso la paura!

LA TECNICA SUPERA LA NARRAZIONE

Tuttavia, nonostante le note narrative negative, questo secondo capitolo è girato bene. La fotografia riesce a mettere nella giusta luce i momenti attraverso contrasti tonali o saturazioni. La colonna sonora resta a Benjamin Wallfisch che prosegue con il tema e il mood del capitolo 1, mostrando la sua capacità di compositore nel non far prevedere l’imminente jumpscare o la presenza di mostri sullo schermo. Gli effetti speciali sono di buona fattura, ma non riescono ad adeguarsi alle luci dell’atmosfera come invece era stato per il primo capitolo. Questo è sicuramente uno dei motivi per cui la pellicola non riesce a essere paurosa quanto dovrebbe.

Il resto del cast, oltre agli attori citati in precedenza, riesce a emozionare soprattutto grazie a Bill Hader (Richie)  e James Ransone (Eddie) che restituiscono dei personaggi di spessore psicologico ed emotivo capaci di far ridere, coinvolgere ed empatizzare sia nelle gag di gruppo che nelle scene soliste.

 

È ORA DI GALLEGGIARE

IT – Capitolo 2 è una degna conclusione di questo reboot. Il finale, differente da quello imbarazzante della miniserie, dà soddisfazione nonostante arranchi nel raggiungere il climax. È un film godibile che mette davanti alla paura di fare delle scelte, di crescere e di sopravvivere al proprio passato. Meritava un ritmo che potesse far esprimere ogni singolo personaggio nella sua interezza e non un’altalena tra caos e calma.

Daniele Ferullo

[#NerdGames] Tutte le novità dal Nintendo Direct di questa notte

Il Direct Nintendo di questa notte è stato forse uno dei più succosi dell’ultimo anno.

La casa nipponica Nintendo ci aveva promesso molte notizie dalla sua diretta mensile e non si è smentita. Si parte subito con la carica TNT di Ashe, eroina di Overwatch, che sancisce l’arrivo dello shooter di casa Blizzard sulla console portatile dal 15 ottobre.

Dopo una breve presentazione di Takahashi, si passa direttamente alle notizie riguardanti la console portatile e il primo gioco a essere svelato è Luigi’s Mansion 3, seguito dell’omonimo capitolo per 3DS e ora rivisitato con nuove meccaniche e ambientazioni in questo episodio. Ecco il trailer!

Il direct continua con un’altra vecchia conoscenza per i fan Nintendo: Super Kirby Clash. Il famoso spin-off tratto da Planet Robobot e uscito per 3DS con il nome di Team Kirby Clash arriva ora su Switch con un comparto grafico migliorato e maggiore scelta cooperativa. Per il resto sembra uguale al precedente, ma aspetteremo una prova effettiva per dire la nostra a riguardo.

https://www.youtube.com/watch?v=cEvAYiBcDtw

Si continua con una bomba atomica nostalgica che ci riporta indietro ai tempi degli JRPG Square Soft a 16 bit. Lo avevamo visto all’E3 di quest’anno e questa notte Nintendo lo presenta per la sua console: Trials Of Mana, in uscita il 24 aprile.

https://www.youtube.com/watch?v=MES3ln-rqXo

A seguire, un altro indie porting per la console portatile: Return of the Obra Dinn. I giocatori impersoneranno un investigatore assicurativo della Compagnia delle Indie Orientali e dovranno esplorare un misterioso vascello armati di un orologio che consente loro di riavvolgere il tempo, per scoprire cosa è accaduto alla nave e al suo equipaggio. Questo indie che ha riscosso molto successo per il suo singolare aspetto grafico e la trama intrigante arriverà questo autunno sulla console.

https://www.youtube.com/watch?v=jGsy4Qs42Bc

Little town hero è una nuova IP sviluppata dai Gamefreak, famosi per il gioco “Pokémon” in tutto il mondo. Se da un lato vediamo uno stile grafico ormai abusato, le meccaniche di gameplay sembrano originali e interessanti. Non il solito JRPG e nemmeno un action, ma bisogna capire quanto “combattere con le proprie idee” sia divertente! Un’ulteriore nota positiva è la presenza del direttore musicale di Undertale alla colonna sonora.

È l’ora di Super Smash Bros ultimate e, grazie all’arrivo di Banjo – Kazooie, vi aggiorniamo anche sulle altre novità del gioco. Torneranno infatti, oltre all’Orso e al Breegull della Rare, anche Terry Bogard di Fatal Fury in arrivo a novembre e una nuova skin per Mii tratta da Undertale. Non finiscono qui, però, le novità riguardo il picchiaduro Nintendo: un nuovo anno si avvicina e la casa nipponica ha rinnovato il suo supporto annunciando un altro fighting pass e altri personaggi che si uniranno al roster di lottatori. Qui di seguito il simpatico video creato ad hoc per la presentazione di Terry Bogard:

The Legend of Zelda: Link’s Awakening è stato annunciato non molto tempo fa, ricevendo moltissimi punti fama fin dalle prime immagini. Fattore nostalgia o un comparto grafico finalmente originale hanno portato questo titolo finalmente al top delle classifiche degli “Ecco i miei soldi”. Con questo direct vediamo qualcosa in più e oltre ai nuovi Amiibo ci ritroviamo anche architetti di dungeon con le tessere raccolte nel gioco. Il 20 settembre è vicino, riuscirete a resistere?

Tra gli altri molto attesi troviamo anche Dragon Quest Xi S Definitive Edition, un altro remake che non vuole dimenticare il passato. È possibile infatti cambiare la modalità visiva da 3D a 2D in qualsiasi momento del gioco. L’uscita è prevista per il 27 settembre.

https://youtu.be/1o6V0H2ZQFQ

Un altro porting e questa volta parliamo di Tokyo mirage sessions #fe encore. Titolo in precedenza per Wii U, ora approda sulla switch con una canzone esclusiva in più. Il titolo porta gli eroi di Fire Emblem in una Tokyo contemporanea in cui bisogna combattere dei demoni che vogliono sottrarre la creatività dalle persone. La data di uscita è fissata per il 17 gennaio!

Uno dei giochi investigativi horror più controversi di sempre (tanto da avere il Guinnes World Record) è tornato su Switch con un attesissimo seguito. Deadly Premonition 2: A blessing in disguise arriverà nel 2020 e vedrà un racconto non lineare con salti dal passato dell’agente York al presente del detective Aaliyah Davis. In aggiunta a questo ritorno, è disponibile fin da ora il primo capitolo sull’E-Shop.

Un altro porting e tocca ora ai Divinity 2 Original Sin: Definitive edition. L’RPG della Larion Studios arriva sulla console portatile e sfrutta i suoi punti di forza con le possibilità di un cooperativo fino a 4 console e di portare il salvataggio dalla piattaforma STEAM. Già disponibile per il download!

Quest’anno è l’anniversario di Doom e Bethesda ha deciso bene di riesumare uno dei giochi dimenticati del Nintendo 64. Stiamo parlando proprio di Doom64 e non possono che scendere lacrime, una di nostalgia e una per l’infiammazione oculare data da texture di infimo livello. Non stiamo parlando, infatti, di un remake ma di un porting preciso del gioco con la qualità e l’estetica del tempo. L’unica miglioria riguarda il level design che si amplia di ben 30 mappe nuove. Preparate le goccine per gli occhi in tempo per il 22 novembre!

Rogue Company è uno sparatutto online 5 contro 5 sviluppato da Hi-Rez Studios. In questo titolo, i giocatori possono giocare contro gli amici o altri giocatori di livello simile al loro in varie modalità a obiettivi. I mercenari sono completamente personalizzabili in base allo stile del giocatore cambiando tra armi da fuoco, bianche o super tecnologiche. L’arrivo è previsto per un non ben specificato 2020, speriamo in qualche informazione in più nei prossimi direct.

Non poteva mancare una menzione a Pokémon Spada e Scudo e in questo direct ci vengono elencate anche 4 motivazioni per cui sarà un buon acquisto:

  1. Si potrà personalizzare il personaggio (di nuovo), questa volta in tutta la sua estetica
  2. Il pokécampeggio darà la possibilità di giocare con i vostri Pokémon in un modo completamente nuovo e potrete perfino trovare i campeggi degli altri giocatori!
  3. All’interno del campeggio ci sarà una nuova meccanica che ci permetterà di cucinare curry di ogni tipo.
  4. Nuovi Pokémon dalla regione di Galar come Poltergeist e Cramorant.

Pronti per l’uscita del 15 Novembre?

È passato un anno dall’uscita del Nintendo Switch Online e ora avremo la possibilità di giocare a una nuova serie di perle del passato. Da Super Mario a Super Ghouls ‘n Ghosts, il Super Nintendo torna sullo schermo così da poter affrontare vecchie avventure utilizzando la funzione rewind e il cooperativo. I primi 20 giochi saranno disponibili dal 6 settembre solo per gli iscritti al programma Nintendo Switch Online e altri ne verranno aggiunti col tempo.

In più, in esclusiva per gli iscritti ci sarà un nuovo controller al prezzo di 30€.

Tetris 99 si aggiorna a una nuova versione e insieme ai DLC a pagamento mette a disposizione una nuova modalità di nome INVICTUS, raggiungibile solo da chi ha superato la modalità Maximus. Per tutti i tetrisdipendenti arrivano anche le missioni giornaliere che daranno come ricompensa biglietti spendibili per comprare nuovi temi. Da oggi è possibile giocare alle nuove modalità gratuite mentre dal 20 settembre sarà disponibile una versione fisica del gioco con 12 mesi di NSO e il DLC Big Block.

Il 2020 è l’anno delle grandi uscite ma anche delle Olimpiadi e, come a ogni edizione, è ormai tradizione l’uscita di un Mario & Sonic Olympics Games. Questa edizione vedrà i nostri beniamini gareggiare negli gli sport tradizionali e nei nuovi come lo skateboarding, ma avrà anche una modalità storia che riporterà Mario, Sonic, Bowser ed Eggman nei Giochi Olimpici del 1964. Passato e presente si mescolano di nuovo in questo gioco in uscita l’8 novembre.

https://www.youtube.com/watch?v=URabcdduRoA

Si sta parlando da molte settimane di Deamon x Machina, un action shooter che ricorda il vecchio Zone of Enders. Durante questo direct è stata rilasciata la demo “prologue” del gioco che darà la possibilità di provare il gioco sia in single player che in modalità cooperativa locale. La data di rilascio non è lontana e il salvataggio verrà trasferito nel gioco completo, quindi perché non portarsi avanti in vista del 13 settembre?

In Star Wars: Jedi Knight II: Jedi Outcast l’agente della Nuova Repubblica Kyle Katarn è la nostra ultima speranza per fermare uno Jedi ribelle. Il gioco arriva su Nintendo Switch il 24 settembre e non vediamo l’ora di rigiocare uno dei capitoli più discussi della serie Jedi Knight.

https://www.youtube.com/watch?v=0-Ofk7MizfY

Tre altri nuovi porting arriveranno presto sulla console portatile: The Witcher 3 – Completed Edition, Dauntless e Assassin’s Creed: Rebel edition. Le versioni saranno complete di DLC e alcuni sistemi innovativi (nel caso di Assassin’s Creed) che daranno spazio all’hardware della console. La rebel edition avrà al suo interno il capitolo 4 e il suo spin-off: Rogue.

https://www.youtube.com/watch?v=oajCyZOND3E

A seguire ecco il calendario dei giochi in uscita per i prossimi porting:

  • Just Dance 2020 – 5 Novembre
  • Grid Autosport – 19 Settembre
  • Farming Simulator – 3 Dicembre
  • Ni No Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea – 20 Settembre
  • NBA 2k20 – 6 Settembre
  • Call of Cthulhu – 8 Ottobre
  • The Outer Worlds – TBA
  • Devil May Cry 2 – 19 Settembre
  • Vampyr – 29 Ottobre

Il posto successivo occupato nella scaletta è Animal Crossing: New Horizons, gioco di costruzione e mining della Nintendo che raggiunge ora una paradisiaca isola deserta anche se tanto deserta non è! Con qualche nuova meccanica e un ammodernamento della struttura questa espansione ci porta un passo più vicino alla tenda dei nostri sogni. Data di rilascio: 23 Aprile.

Ultimo ad essere annunciato è Xenoblade Chronicles Definitive Edition, adattamento dal titolo Wii e poi New 3DS molto atteso. Nel video ritroviamo i protagonisti e gli ambienti della versione handled con qualche miglioria grafica. La data di rilascio è il 2020.

Questo Direct ha sicuramente aperto il cuore dei nostalgici portando sulla console Nintendo titoli culto con qualche piccola miglioria.

Basterà questo a convincere anche i più reticenti ad acquistare la console nipponica?

Daniele Ferullo

[#NerdGames] Esplorando Pokémon Masters – Review del gioco mobile

È disponibile il gioco Pokémon Masters, nuova app del mondo Pokémon.

L’applicazione sviluppata da The Pokémon Company e DeNa Co Ltd è finalmente arrivata sugli store e pronta ad essere giocata sui dispositivi mobili dallo scorso 29 agosto.

UNA NOVITÀ IN CASA POKÉMON

Rispetto ai titoli principali della saga Masters, Pokémon Masters presenta delle sostanziali differenze. La più evidente è che questa volta non dovremo andare in giro ad acchiappare le creaturine tascabili, bensì a “catturare” gli allenatori più forti delle varie regioni.

Infatti, lo scopo principale del gioco sarà quello di girovagare sull’isola di Pasio e sfidare i vari allenatori per assoldarli nel nostro party (i primi che ci accompagneranno saranno i popolari capipalestra di Kanto, Misty e Brock).

UN PO’ DI GAMEPLAY

Il combat system di Pokémon Masters si basa sulla presenza di team composti da tre allenatori che dovranno sfidarsi a vicenda potendo utilizzare un solo Pokémon a testa. Lo svolgimento di queste battaglie sarà scandito da una barra divisa in segmenti, ognuno dei quali rappresenta un’azione a nostra disposizione. Va da sè che bisogna fare attenzione nell’utilizzo delle suddette per non correre il rischio di restare a secco di azioni.

Resta invariato il numero di mosse che ogni Pokémon ha a disposizione (quattro) e il fatto che alcune mosse infligeranno danni agli avversari, mentre altre serviranno a modificare le statistiche (nostre o dei nemici). Tuttavia, in aggiunta abbiamo a disposizione le Mosse Sync che ci permettono di  entrare in sintonia col nostro Pokémon ed infliggere ingenti danni agli avversari.

TRA ORIGINALITÀ E QUALCHE DIFETTO

Un’altra novità introdotta in Pokémon Masters è il sistema di crescita dei nostri team: il “potenziamento” dei nostri compagni e dei loro Pokémon avviene attraverso una serie di strumenti che potremo sia ottenere durante l’avventura che comprare con delle micro-transazioni.

Una piccola differenza rispetto ad altri titoli della saga riguarda la mappa di gioco, molto dettagliata e curata nelle ambientazioni che purtroppo, però, al contrario dei titoli per console, non è liberamente esplorabile. È necessario, infatti, visitare dei punti prestabiliti per andare avanti nella storia.  È una novità anche il fatto che, oltre alla quest principale, potremo affrontare missioni secondarie (riguardanti gli allenatori che ci affiancano) o missioni quotidiane in cui riceveremo strumenti e oggetti utili al proseguo del gioco.

VALE LA PENA GIOCARLO?

Chi, con i titoli classici, è abituato alla sfida del completamento del Pokédex avrà una brutta sorpresa. Infatti, ciò non è possibile all’interno di Masters. Nonostante questa piccola pecca, resta un ottimo titolo che può soddisfare tutti i tipi di fan e intrattenere nel tempo anche grazie ad un divertente sistema di combattimento on-line che ci permette di sfidare gli amici e spinge al potenziamento del team all’interno del gioco.

Carmine Aceto