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[Anime] Il ritorno di Hunter X Hunter

Essere lettori di Hunter x Hunter non è affatto semplice. Da un lato abbiamo un’opera veramente incredibile sul piano narrativo (Togashi è uno dei migliori scrittori tra i mangaka in circolazione) e con alcuni dei migliori combattimenti della storia dello shonen, dall’altro abbiamo un autore, Yoshihiro Togashi (già noto per “Yu degli spettri” e “Level E”), che interrompe il suo manga per periodi lunghissimi, provocando lo sdegno dei lettori che tanto amano la saga. Ultimamente, grazie anche allo splendido nuovo anime dello studio Madhouse, il numero di fan dell’opera è aumentato in maniera esponenziale.hunter x hunter 1

Nel lettore di Hunter x Hunter convivono da sempre due sensazioni. La prima è la paura di veder lasciato incompleto uno dei suoi manga preferiti. La seconda è la consapevolezza delle potenzialità dell’opera, che se avesse avuto maggiore continuità probabilmente avrebbe superato il successo di mostri sacri come One Piece e Naruto.

Il problema della seconda sensazione è che probabilmente la qualità ne avrebbe risentito. Il motivo è molto semplice: Togashi tiene alla sua opera e vuole portarla avanti a modo suo. Lo stress accumulato durante la serializzazione di Yu degli spettri (in cui Togashi non si è mai fermato) lo portarono oltre che ad un finale affrettato e criticato da molti, anche alla consapevolezza di aver bisogno di tempo e spazio sia per non risentirne fisicamente e mentalmente, ma anche per accumulare idee per il suo manga (in rete si trova una lettera aperta dello stesso autore scritta al termine della pubblicazione di Yu degli spettri). La conferma di ciò la si può trovare in Hunter x Hunter, con l’invenzione del nen (forse il potere più completo mai creato per un battle shonen, insieme allo Stand de Le bizzarre avventure di Jojo), con la creazione del gioco di carte di Greed Island (pensateci, ha inventato un gioco di carte) e con l’incredibile lavoro di catalogazione delle specie animali per la creazione delle Formichimere. Tutte invenzioni che non sarebbero state possibili con una costante pubblicazione settimanale. Eppure, nonostante gli anni di pausa, al suo ritorno Hunter x Hunter non si smentisce, confermandosi come uno dei manga più venduti ed apprezzati.

Anche se si arrabbia, un fan di Hunter x Hunter vorrà sempre sapere come va avanti la storia di Gon e dei suoi amici.

Hunter x Hunter riprenderà la sua pubblicazione sul numero 20 di Shonen Jump, che uscirà il 18 Aprile in Giappone con cover a colori. Al momento sono stati pubblicati 349 capitoli raccolti in 32 tankobon, pubblicati in Italia da Planet Manga. Dal manga sono stati realizzati 2 adattamenti animati, il primo realizzato da Nippon Animation, che copre fino alla saga di Greed Island (con l’aggiunta di alcuni filler), per un totale di 92 episodi. Il secondo realizzato dallo studio Madhouse, più fedele al manga e con delle animazioni migliori, che copre fino alla saga delle Elezioni, per un totale di 148 episodi.

Antonio Vaccaro

[#LeagueofLegends] Guida per il Ruolo: ADC – Attack Damage Carry

L’ADC, acronimo di Attack Damage Carry, è solitamente un campione a distanza il cui scopo è dare sostegno alla squadra fornendo notevoli quantità di danni in teamfight, portando così al controllo degli obiettivi.

A differenza degli altri ruoli, l’adc dipende molto dall’oro poiché gli oggetti che forniscono danno sono tra i più costosi, per cui chi ha voglia di padroneggiare questo ruolo deve far pratica con il last hitting.

Un buon adc si differenzia da un pessimo adc dalla sua abilità di posizionamento: gli adc sono tra i campioni più fragili, può capitare a tutti di perdere la fase di laning e di rimanere quindi indietro con l’equipaggiamento, ma se non si riesce a far danno perché ci si posiziona male e quindi si muore per primi si diventa totalmente inutili, anzi si favorisce il team nemico, per cui lasciate ai tank il compito di fare da prima linea e fidatevi dei vostri supporter (se un buon Thresh vi suggerisce di prendere la lanterna, non usate flash).

Vediamo ora per quanto riguarda maestrie e rune capaci di ottimizzare al massimo questa classe di campioni.

Dimenticatevi del ramo di Risolutezza, per spaccare torri e campioni questo non ci è di grande aiuto.

Consigliamo vivamente il ramo della Ferocia che fornisce velocità d’attacco, danno/ruba vita e penetrazione armatura, oro colato insomma. Per quanto riguarda la maestria chiave, dipende molto dal tiratore che avete intenzione di giocare, ad esempio se volete giocare tiratori a danno sostenuto come Vayne, Tristana o Kog’Maw “frenesia del duello” fa al vostro caso, se giocate tiratori che basano parecchio del proprio danno su abilità, come Corki o Urgot “tocco della morte bruciante” risulterà la scelta migliore, mentre “sete di sangue del signore della guerra” è utile nel caso vogliate giocare una fase di laning il più sicura possibile.

Qualcuno potrebbe preferire il ramo d’Astuzia per la “sentenza del signore del tuono” , son gusti, ma è da preferire su assassini.

marchio
*Marchi danno fisico;

 

sigillo
*Sigilli armatura;

 

glifo
*Glifi resistenza magica;

 

quintessenza
*Quintessenze velocità d’attacco.

 

Ricapitolando ecco i consigli essenziali: farmare il più possibile, stare nelle retrovie durante i combattimenti, trovare il giusto feeling con il proprio support.

Crittate il più possibile e, per citare l’annunciatore nel tutorial, “stay behind your minions”.

Giulio Ciambrone

[#Anime] Naruto Shippuden: La Vera Leggenda Di Itachi, prime impressioni

L’episodio 451 di Naruto Shippuden segna l’inizio di una minisaga dedicata ad uno dei personaggi più amati dai fan dell’opera di Masashi Kishimoto, Itachi Uchiha. La saga è l’adattamento animato di un romanzo scritto da Takashi Yano e illustrato dallo stesso Kishimoto. Quindi non si può parlare di filler, ma più che altro di spin-off.

Nel corso di Naruto abbiamo inizialmente visto Itachi come un personaggio sostanzialmente negativo, per poi scoprire le motivazioni dietro al suo operato. Se all’inizio il fascino del personaggio lo si poteva trovare nel suo talento sconfinato, nella sua freddezza e nella sua intelligenza, successivamente i sentimenti del lettore e dello spettatore si spostano verso la contemplazione della sua triste storia. Un personaggio che ha sempre portato su di se un peso enorme.

itachi

Questi primi due episodi ci mostrano alcune fasi della giovinezza di Itachi e si concentrano principalmente sul suo incredibile talento nelle arti ninja. Ci viene mostrato quando esegue la tecnica della “Palla di fuoco suprema” al primo tentativo, dopo averla vista eseguire una sola volta dal padre. Ci viene fatto vedere il momento del suo diploma nelle arti ninja, all’età di 7 anni, dopo un solo anno di accademia. Ci viene mostrato Shisui, suo amico fraterno, di cui sappiamo veramente poco per quello che abbiamo visto nel manga.

Quello che colpisce del giovane Itachi in questi due episodi è la sua diversità rispetto ai suoi coetanei. La sua intelligenza e maturità non sono quelle di un ragazzino di 7 anni. Non c’è spensieratezza nel suo animo, ma anzi, la sua mente è attanagliata dai dubbi, frutto della sua esperienza nella Terza Guerra Mondiale Ninja.

La frase :“Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.” di Bertrand Russel è la perfetta sintesi di uno dei personaggi meglio sviluppati di tutto Naruto.

Miniserie consigliata a chi ha amato il genio del clan Uchiha e vuole saperne di più sulla sua giovinezza.

Antonio Vaccaro

[#NewTech] Il VR made in Sony e le novità a riguardo

La guerra alla realtà virtuale sta ormai dividendo il mondo in diverse fazioni: PSVR, Oculus Rift, HTC Vive sono solo alcuni degli esempi, ma tante altre realtà stanno nascendo e costruendo il loro prototipo. Di qualche giorno addietro è infatti la notizia che anche AMD, con il suo Sulon Q, ha iniziato la sua avventura VR implementando nel suo visore anche la Realtà Aumentata. Dopo questa premessa, vi rassicuro sul fatto che non sarà un lunghissimo articolo su pro e i contro di tutti i VR, ma sarà un pezzo dedicato alle ultime novità annunciate al GDC riguardanti Mamma PlayStation.

Quando Sony decise d’immergersi nel mondo della realtà virtuale, dichiarò che il suo progetto doveva chiamarsi Project Morpheus. Lo ricordate? Era molto simile alla versione odierna. A settembre del 2015 cambiarono il suo nome in PlayStation VR forse seguendo la moda o forse per restringere il campo al solo uso per gaming. Grazie al Game Developers Conference (GDC) degli ultimi giorni, siamo venuti a sapere molte delle succulente novità che la Sony teneva nascoste al pubblico. Ad esempio il quanto e il quando.

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Il prezzo è stato fissato a 399€ per l’Europa, confermando questo VR come il più economico del mercato. Se pensiamo infatti ai 742€ (per l’Europa) dell’Oculus Rift e i 699 dell’HTC Vive, molti di noi ricordano la rassegnazione che li ha colpiti nel pensare ad una vita, almeno inizialmente, senza realtà virtuale. Ma cosa nasconde in realtà questo prezzo così basso?

Il “tranello” della Sony sta nel dover associare insieme al Visore e la Processing Unit (di cui parleremo a breve), anche altre due periferiche per il corretto funzionamento: il PlayStation Move e la Camera. Il loro prezzo è di rispettivamente 40 e 60 euro, ma è possibile, con qualche ricerca, trovarli di seconda mano. Questo stratagemma, tuttavia, ha portato un picco di vendite delle due periferiche che in pochi giorni hanno raggiunto il 975% per la Camera e il 305% per il controller Move, facendoli schizzare in cima alle classifiche di vendita di Amazon.

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Insieme al Visore, però, era stato associato un misterioso dispositivo chiamato Processing Unit, che fino ad oggi non aveva una funzione chiara. Si pensava infatti che la PS4 non avesse le capacità necessarie a sostenere la realtà virtuale e invece, attraverso le varie rivelazioni, è stata fatta luce anche su questo punto. L’unità di processione, a detta di Chris Norden, ha lo scopo di gestire il reparto audio degli oggetti 3D durante il gaming e di trasmettere in maniera fluida quello che la Sony chiama “schermo sociale”. Altro non è che il televisore da cui le persone possono osservare ciò che sta accadendo nel visore e al giocatore con il casco.

All’apertura dei preordini da Sony, Amazon ha registrato già in Francia, Inghilterra e Germania il sold out. Tranquilli però, tutti gli italiani hanno ancora la possibilità di pre-acquistarlo comodamente da casa poiché sono ampiamente disponibili.

Detto ciò, vi ringrazio per la lettura e ancora una volta vi spingo alla riflessione sul fenomeno che potrebbe stravolgere completamente il mondo videoludico. Siamo davvero pronti alla Realtà Virtuale?

gattino

Fonte:Polygon, Eurogamer

Daniele Ferullo

[SerieTv] Mr. Robot, hacktivisti contro l’ordine mondiale

Stanco delle solite serie tv? Poliziotti, scazzottate, storie d’amore, omicidi e altre situazioni di questo genere? “Sempre le solite cose!” viene da pensare. Ma, che tu sia stanco o meno, sappi che dovresti proprio dare un’occhiatina a Mr. Robot, la nuova serie targata USA Network, ideata da Sam Esmail e vincitrice di due Golden Globes.

Sin dall’episodio pilota, negli Stati Uniti ha riscosso un forte consenso di critica e di pubblico. Composta da dieci episodi, e con la seconda stagione già in produzione, è andata in onda in Italia per la prima volta lo scorso 3 marzo su Mediaset Premium. Attualmente ha come testimonial Belen, ma non farti scoraggiare da questo piccolo particolare.

Mr. Robot porta davvero una ventata d’aria fresca.

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La storia ruota attorno al giovane Elliot Alderson (Rami Malek), geniale ingegnere informatico che lavora presso la Allsafe, compagnia di sicurezza informatica, e completamente chiuso nel suo mondo pieno di paranoie e allucinazioni dovute a sociofobia, depressione e dipendenza dalla morfina. Il protagonista viene avvicinato da Mr. Robot (Christian Slater), un anarchico che lo convince a far parte della “fsociety”, un gruppo di hacker che vuole liberare la popolazione mondiale dai debiti e smascherare i colpevoli che stanno distruggendo la società al fine di arricchire le proprie tasche. Convinto ad attaccare la E Corp, multinazionale responsabile della morte del padre e principale motore del debito pubblico, Elliot diventa il cervello degli attivisti.
La trama promette già molto bene e dopo aver visto i primi cinque minuti del pilot è facile lasciarsi convincere nel proseguire con la visione. L’incipit della serie è, a parere di chi scrive, uno dei migliori che sia mai stato mandato in onda: in pochi minuti viene riflessa l’immagine dell’intera società e di come essa sia soggiogata da potenze invisibili che la rendono soggetta a ogni tipo di schiavitù. Qualcuno la potrebbe considerare un’introduzione un po’ forte e troppo di impatto, ma è esattamente quello che ci voleva! Come si può da subito intuire, dunque, Mr. Robot è un thriller che ruota attorno a tematiche di natura psicologica.

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Elliot, ovviamente, è uno dei personaggi più interessanti e dobbiamo anche ringraziare l’impeccabile recitazione di Rami Malek, davvero superlativa. Il protagonista si lascia spesso andare a ragionamenti interiori molto profondi che descrivono il suo vero essere, quasi come se la narrazione della storia fosse condotta in prima persona. Questo aspetto ricorda molto l’amatissima serie tv Dexter, anch’essa caratterizzata da lunghi monologhi interiori del personaggio principale. Chi ha apprezzato quest’ultima, sicuramente non può lasciarsi sfuggire Mr. Robot.

Ma torniamo ai nostri personaggi. Lo stesso livello di “disagio”, anche se in maniera diversa, lo tocca il nostro Villain Tyrell Wellick, vice presidente della E Corp. Un uomo senza scrupoli, pronto a tutto per raggiungere i suoi scopi sotto la guida dei suoi demoni interiori.
Nulla da togliere, comunque, a tutti gli altri personaggi, soprattutto a quelli che sembrano, in un primo momento, essere secondari e che poi in realtà andranno a ricoprire un ruolo ben preciso nella trama.

Quale novità porta Mr. Robot? Ciò che questo telefilm ha da offrire, e che scarseggia in tantissimi altri prodotti, è la vera e propria messa in scena dell’introspezione umana nella società moderna. Per esempio, alcune allucinazioni di Elliot, una in particolare, possono davvero considerarsi sogni su pellicola per il fatto che ci si troverà a doverle interpretare in relazione a ciò che il personaggio ha vissuto e sta vivendo. Proverai a improvvisarti Freud per una manciata di minuti, ma attenzione, la trama è un puzzle! Ogni tessera viene disposta episodio dopo episodio e perdere un solo passaggio può pregiudicare una buona visione. Quindi mi raccomando, ogni tanto togli da dosso i panni da psicologo e rimetti quelli da semplice spettatore. Può sembrare che la parte hacker del telefilm venga persa di vista, ma non è proprio così. Stai pensando che di informatica non sai niente? Beh, la serie utilizza, ovviamente, molti termini tecnici che possono mettere in difficoltà chi capisce poco di computer e di linguaggi di programmazione, ma nulla da temere, è comunque godibile senza particolari problemi.

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Al limite, se proprio vuoi, basta una ricerca in rete, dato che quasi tutte le scene sono una dimostrazione a grandi linee di come si svolge il lavoro di chi si occupa della sicurezza informatica nella vita reale.
Una piccola curiosità: in italiano si perde la bellezza dei titoli originali, scritti in linguaggio leet, una forma codificata di inglese (l33t o 1337),  molto attinente alla trama.
Concludo dicendovi che non mancheranno le solite situazioni sentimentali, botte e alcuni altri cliché, ma il tutto è  inserito nel giusto contesto, assumendo un significato ben preciso. E’ tutto calcolato, come è giusto che sia una storia di hacker, e a ogni azione corrisponde una reazione. Non mi resta che augurarvi una buona visione!

Paolo Gabriele De Luca

 

[Events] Viaggio in Giappone Low Cost? Ci pensa NipponiCS

Sogni il Giappone ogni notte, la voglia di andarci e infinita, ti decidi e ti dici “Si ci vado!”, così apri il portafoglio e guardi quanti soldi hai, ma ti trovi un buco nero.locandina seminario giappone low cost

Poi guardi meglio e noti che qualcosa c’è, e ti poni la domanda: “Basteranno?”.

Per fortuna questo 16/03/2016, Vincenzo Bruno di NipponiCS, ormai esperto di viaggi in Giappone Low Cost, ci racconterà come organizzare il perfetto viaggio nella terra degli anime e manga con pochi dindini.

Si parlerà di:
– offerte commerciali;
– difficoltà del fai da te;
– consigli per il viaggio: le guide, il volo, pernottamento, mangiare, trasporti (urbani, extraurbani) e Japan Rail Pass, shopping;
– cose da fare;
– cose da evitare.

Ingresso libero e gratuito (viaggio in Giappone NON incluso) 😉

Vi aspettiamo al cubo 13C aula Zenith alle 19.00, non mancate vi raccomando!

Pasquale De Rose

[Games] Vuoi un Robot come amico? Ecco Fallout 4 Automatron

Molti di noi hanno amato l’ultimo Fallout, altri lo hanno trovato noioso, altri sopravvalutato e altri ancora hanno solo urlato One Puuuunch grazie alle mod. Tutti però (anche quelli che lo odiano) aspettano tutte le DLC che la Bathesda aveva promesso per il titolo.

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Durante il periodo di commercializzazione della Season Pass, che comprendeva tutti i DLC, la Bathesda non ha rilasciato nessuna specifica sulle espansioni se non i loro nomi. Ora, con il rilascio di Automatron prevista per il 22 Marzo, sono state rivelate alcune informazioni basilari che hanno rincuorato molti giocatori dubbiosi.

Cosa troveremo però in questa espansione robotica? Guardiamo insieme il Trailer!

Oltre l’epicità del trailer che è palpabile, troviamo la possibilità di costruire e modificare il proprio compagno robot come più ci aggrada. Come dei veri ingegneri meccanici potremo creare da zero il nostro robottone usando i nemici come parti di riferimento.  Potremo personalizzarlo fino a farlo divenire un’arma di distruzione di massa, dalle gambe alle armi. Per chi ama il custom, si potranno modificare anche il colore e la voce.

No, non credo che ci sia un Easter Egg con riferimento a Pimp My Ride (se lo trovate mandateci uno screen!).

Come la voce ci narra, il Meccanista va fermato prima che le sue armate di robot assassini facciano tabula rasa del Commonwealth. Riusciremo a porre fine alla sua minaccia?

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Oltre Automatron, però, sono state annunciate le specifiche delle altre DLC attraverso il director Todd Howard, di cui vi alleghiamo un’intervista che è stata rilasciata a Game Informer

“Una cosa di cui mi sono reso conto per quanto riguarda i DLC è il fatto che abbiamo creato tutti i tipi di contenuti, li abbiamo messi in vendita a prezzi molo diversi e abbiamo capito che è un metodo che funziona. Abbiamo deciso di seguirlo anche per Fallout 4 con un po’ di tutto dal punto di vista dei contenuti dei DLC. Il primo, Automatron ha una quest line e ha degli elementi alla Pokémon dato che dovrete uccidere dei robot, prendere le loro parti e costruire i vostri alleati robotici. La costruzione dei robot è davvero profonda, è fantastica […]

“Wasteland Workshop forse non è per tutti, è per le persone che si sono appassionate nella creazione. Volevamo rispondere a quella domanda insistente nella nostra testa: ‘posso costruire il mio personale Thunderdome? Sì, Potete costruire le vostre arene, cattuare animali e altro ancora.”

Attraverso Wasteland Workshop, in uscita in Aprile, potremo giocare ai piccoli architetti creando insediamenti ancora più grandi e attrezzati. Questo significa più produzione, più gente e, di rimando, anche più grane.

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Con Far Harbor, in uscita a Maggio, potremo viaggiare da Boston al Maine in quella che è stata annunciata la mappa più grande mai fatta dalla Bathesda per una DLC. Con una premessa del genere non possiamo che aspettare con la bava alla bocca questi contenuti e ammettere, ancora una volta, che la Bethesda si prende cura dei suoi giocatori.

Daniele Ferullo

Nipponics, un evento per ricordare il disastro di Fukushima

Lo scorso venerdì, 11/03, ricorreva il quinto anniversario del disastro di Fukushima, giorno in cui dopo il terremoto e il seguente tsunami la centrale nucleare della città subì gravi danni, portando i reattori 1, 2 e 3 alla fusione e di conseguenza alla contaminazione radioattiva di una buona parte del posto.

So che probabilmente ti stai chiedendo il perché della volontà italiana di commemorare un avvenimento che non riguarda il nostro paese, quando nella nostra terra tutto sembra andare allo scatafascio. Perché dargli tutta questa importanza?

In molti penseranno che questo giorno possa essere diventato un evento feticcio per appassionati di anime e manga, ma, ahimè, si sbagliano. Ripercorriamo assieme la commemorazione di questa giornata ambientata a Cosenza.Matteo Nipponics

L’evento, tenutosi grazie alla collaborazione fra NipponiCS, B-Side, TomoAmici e Hacklab Cosenza e infine, si, anche i vostri instancabili redattori di Nerd30, si focalizzava principalmente sulla visione de “L’isola degli àuguri(HOURI NO SHIMA),  ma nonostante questo l’associazione NipponiCS è riuscita a impacchettare un evento che nel suo piccolo è riuscito a toccare e a coinvolgere tutti i presenti.

La serata è iniziata con la breve introduzione di Vincenzo Bruno, cofondatore di NipponiCS e fondatore di HLCS, che ha spiegato brevemente il programma della serata.

Subito dopo i ragazzi dell’associazione hanno ben pensato di creare un legame fra gli invitati e il Giappone, e quale miglior modo se non quello della degustazione del Matcha e dell’Houjicha,‬ alcuni Tè tipici del Giappone preparati magistralmente dallo stesso Vincenzo e Matteo Postella. Quest’ultimo, membro attivo dell’associazione NipponiCS.

Mayuko FukakusaIn seguito Mayuko Fukakusa, insegnante di giapponese e vera anima di NipponiCS, ha illustrato le conseguenze dell’accaduto dal punto di vista di chi è nato e cresciuto in Giappone, con gli occhi di chi vede il proprio paese natio dilaniato a causa dell’egoismo.

In seguito è stato trasmesso il documentario “l’Isola degli àuguri” di Aya Hanabusa del 2010, ambientato sull’isola Iwaishima, piccolo pezzo di terra circondato dal Mare interno di Seto, che conta all’incirca cinquecento abitanti tra cui tre soli bambini.

Il documentario racconta le giornate e le abitudini degli abitanti su un’isola che sembra sospesa nel tempo, dove ognuno ha il proprio mestiere e la propria routine giornaliera. Da ognuno traspare il rispetto nella terra che abitano e nel portar avanti la storia e le tradizioni di quel piccolo paradiso sperduto, ma anche tanta tenacia, la disperazione e la voglia di combattere lo stato che ha preso l’amara decisione di costruire sull’isola una nuova centrale nucleare.

Ogni giorno, da ormai trentatré anni, gli abitanti protestano e si oppongono alla costruzione della centrale, bloccando a turni le barche di chi cerca di approdare sull’isola per iniziare i lavori.

Anche se le tematiche rimangono distanti dall’attuale situazione italiana visto l’assenza di centrali nucleari, tralasciando il fatto che anche noi nel nostro piccolo abbiamo le nostre casarecce fabbriche di veleno (qualcuno ha detto Ilva?) oppure la più recente questione delle trivellazioni in tutto il mar Adriatico, ignorata dai media, e da cui ne è derivato il referendum che si terrà questo 17 aprile, nulla vieta che in un prossimo futuro un qualche politico X con la sua schiera di sostenitori  decida che l’unico modo per risollevare le sorti del nostro paese sia quello di piazzare una o più centrali nucleari nel nostro paese, e in quel preciso momento quanto sarebbe differente la nostra sofferenza da quella di quei cinquecento coraggiosi abitanti di Iwaishima?vincenzo bruno e il thè

L’ultima domanda che ci possiamo porre: è quanto potrà ancora durare la terra se contribuiamo alla sua estinzione?

Credo che la tematica si sposi perfettamente con la canzone Harakiri di Serj Tankian, dove la questione viene trattata con la crudezza e il criticismo tipico dell’artista. Egli infatti motiva la scelta di questo nome con le seguenti parole:

« Ho deciso di chiamarlo Harakiri perché è il termine giapponese per indicare un suicidio rispettoso, ma si riferisce anche a ciò che stiamo facendo al nostro pianeta, perché ciò che stiamo facendo ad esso sta uccidendo anche noi. »

Pasquale De Rose

https://youtu.be/bSKoi-h-xLc

[Curiosity] Pokémon, 20 Anni di Cameo negli Anime

Forse la Nintendo non si aspettava, nell’ormai lontano 1996, che la Games Freak avrebbe sfornato quello che ancora oggi è uno dei titoli di punta dell’industria videoludica nipponica. È inutile negare che basta nominare mamma Nintendo perché il pensiero ci riporti immediatamente l’immagine di Pikachu ed effettivamente, dal primo videogioco a oggi, la Pokémon Company vanta un successo enorme e concreto: sei generazioni di mostri e la settima appena annunciata, decine di videogames per diverse console, un anime di oltre 900 episodi ancora in corso. Ed è solo una piccola parte di tutto ciò che ha conquistato questo titolo.
Con un impero di questa portata e ben 721 mostri, la cultura pop non poteva che esserne contagiata. Effettivamente si trovano numerosissimi riferimenti ai Pokémon sparsi fra cartoons, libri, videogiochi, manga, anime e musica. Di fatto, è stata una vera e propria contaminazione quella dei nostri piccoli amici che, anche involontariamente, sono entrati almeno una volta nella vita di tutti.
Insomma, non c’è da stupirsi se spesso ci capita di incontrare un Pikachu nei nostri programmi preferiti, soprattutto in quelli di stampo americano.

Ma come si comportano i giapponesi nei confronti di questo fenomeno?

Negli anime e nei manga si trovano numerosi riferimenti ai Pokémon ma, rispetto a tutti gli altri, sono molto più sottili e alcune volte passano inosservati. E’ molto difficile conoscerli tutti, ma vediamone alcuni:

In “Lucky Star” si trovano diversi rimandi:

lucky star

  • Nell’episodio 5 le protagoniste prendono parte a un festival; Kagami, cercando di catturare un pesce rosso dice “Gotta Catch ‘em All!” in giapponese una volta preso.
  • Nell’episodio 17 le ragazze riflettono sul loro futuro dopo il liceo. Quando Kagami chiede a Konata se lei abbia qualche talento in particolare, la protagonista risponde di conoscere tutti i nomi dei Pokémon.
  • Nell’episodio 21, parlando dei templi Kinkaku-ji e Ginkaku-ji, rispettivamente d’oro e d’argento, Konata si chiede se essi siano come i Pokémon e se abbiano “Rubino, Zaffiro e simili”.

Anche in “Assassination Classroom”, si trovano riferimenti nell’anime e nel manga:

assassination classroom

  • Nelle scene finali dell’episodio 22 dell’anime, si vedono i tre assassini giocare con i Nintendo 3DS e uno di loro chiede a un suo collega di dargli una “pozione massima”.
  • Nel capitolo 27 del manga, Lovro spiega che un assassino deve valutare e considerare le capacità combattive della preda e qui si vede la sagoma di una sorta di Mewtwo contro quello che dovrebbe essere Rosso, ma con una retina in mano.
  • Nell’episodio 13 della seconda serie de “La Malinconia di Haruhi Suzumiya” è possibile vedere due maschere di Pikachu, la maschera di un Turtwig viola, la maschera di un Chimcar gialla e quella di un Piplup giallo scuro.

In “Ano Hana – Ancora non Conosciamo il Nome del Fiore che Abbiamo Visto quel Giorno”, i Pokémon sono richiamati in diversi episodi, ma col nome di Nokémon. E’ possibile vedere la confezione di uno dei videogiochi e anche qualche scena di gioco su Game Boy.

ano hana

  • Nell’episodio 4 di “Sayonara, Zetsubou Sensei”, Abiru immagina il protagonista Nozomu Itoshiki con varie code, fra cui appaiono quella di Pikachu e Glameow.

Servant x Service:
Servant x Service

  • In “Servant x Service” Hasebe, discutendo dei videogiochi che ha giocato, ne nomina alcuni, facendo partire un montaggio in cui si vedono un Pikachu e un Bulbasaur, non esattamente somiglianti agli originali, e in cui si sente anche il rumore tipico di una Poké Ball che si apre.

Highschool DxD, si sono anche qua:

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  • Nell’episodio 7 di “Highschool DxD” troviamo Zatouji, chiara parodia di Ash Ketchum che usa spesso la frase “Gotta Catch ‘em All”.

Yowamushi Pedal:
yowamushi pedal

  • Nell’episodio 2 di “Yowamushi Pedal” Sakamichi, il protagonista, chiede a Shunsuke quale sia il suo anime preferito. Egli risponde confusamente “Nekoemon”, probabile riferimento ai Pokémon.

K-On:

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  • In “K-On”, Yui, una delle protagoniste, vedendo apparire all’improvviso la sua professoressa esclama “Appare Sawa-chan selvatica!”.

E’ ben evidente, quindi, che i mostriciattoli della Nintendo sono diventati talmente popolari da divenire quasi un classico che è possibile citare in ogni contesto, e quelli sopra riportati ne sono solo un piccolo esempio.  Ne vuoi cercare altri? Allora “acchiappali tutti!”.

Paolo Gabriele De Luca