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Nico D’Ascola: darè qualità ai testi legislativi

ROMA – “Lavoreremo con spirito di assoluta collaborazione ai disegni di legge che rivestono priorità temporale, anche tenendo conto, però, della particolare rilevanza ovvero delle situazioni di urgenza”. Queste le parole del senatore Nico D’Ascola, eletto Presidente della Commissione Giustizia del Senato.

Nico D'Ascola
Nico D’Ascola

“Ciò a cui tengo particolarmente è la qualità dei testi legislativi. Sia per ragioni di rispetto ai cittadini che ne sono destinatari, sia per prevenire dannosi conflitti e controversie interpretative. Questa, verosimilmente, sarà l’ultima Commissione Giustizia del Senato e la mia intenzione, come quella degli altri componenti, è di lavorare sfruttando al massimo le nostre capacità”.

D’Ascola (Ap) su Reggio ultima provincia per qualità della vita:”La società non può più sbagliare le sue scelte”

Nico D'AscolaREGGIO CALABRIA – “Reggio Calabria è l’ultima in Italia. Purtroppo lo sapevamo già, ma siamo anche consapevoli del fatto che al peggio non vi è mai fine. La risposta deve venire dalla società”. Queste le parole del senatore Nico D’Ascola, responsabile giustizia Area Popolare, sulla classifica delle province italiane per qualità della vita che vede ultima la Città dello Stretto. “Se la classe politica verrà scelta seguendo mode, alimentando clientele, svendendo il proprio voto, in cambio di promesse di immaginari favori senza manifestare alcun senso di orgoglio e dignità, lo stato già drammatico delle cose potrà solo peggiorare. Alle tante persone oneste, ai giovani senza lavoro non resterà che emigrare. La politica – prosegue D’ Ascola –  è l’ unica soluzione, ma la società non può più sbagliare le sue scelte, né farsi affascinare da avventurieri che speculano sul dolore. Dobbiamo capire che è finito il tempo della provvidenza calata dall’ alto. Il benessere, la tutela della salute, il funzionamento dei servizi essenziali, la coesione sociale, la buona pubblica amministrazione e la buona politica, stavolta ce li dobbiamo proprio meritare”.

A Reggio Calabria il convegno “Mezzogiorno e nuovi scenari internazionali – una sfida possibile”

Nico D'Ascola REGGIO CALABRIA – L’Istituto europeo di cultura politica “Italide” e dal CESDI, Centro studi per il diritto internazionale, promuove a Reggio Calabria, venerdì 18 dicembre (ore 18.00) presso l’Hotel Excelsior, il convegno “Mezzogiorno e nuovi scenari internazionali – una sfida possibile” . All’incontro parteciperanno il senatore Nico D’Ascola, Antonella Freno, presidente dell’Istituto europeo di cultura politica “Italide” e Angela Busacca, presidente del Centro studi per il diritto internazionale privato. Tra gli altri parteciperanno Francesco Manganaro, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza ed Economia dell’Università Mediterranea, Domenico Ielasi, Presidente Tribunale Catanzaro, Eduardo Lamberti Castronuovo, assessore provinciale alla cultura e alla legalità, Gioele Di Maria, Direttore sedi BNL Città di Reggio Calabria. Nel corso dell’incontro sarà presentato il libro “L’impresa internazionale nei cosiddetti paradisi fiscali” di Paolo Zagami. Economisti, giuristi ed esperti del settore si confronteranno sui temi inerenti i profili economici, politici e sociali che rappresentano il lato oscuro della finanza internazionale. L’esigenza di chiarezza sulle tematiche che riguardano aspetti rilevanti dell’ economia internazionale e principalmente investono le politiche interne dei Paesi, in un sottile e delicato compito di ribaltare il tema della competitività senza regole nella cooperazione internazionale e nelle politiche sussidiarie tra Stati.

Gioia Tauro, Nico D’Ascola (Ap): “Scelte politiche che rischiano di compromettere il decollo del porto”

REGGIO CALABRIA –  “ La partecipazione massiccia dei lavoratori del porto di Gioia Tauro allo sciopero proclamato, dimostra se mai ce ne fosse ancora bisogno la preoccupazione sul futuro occupazionale e sulle prospettive di uno scalo sempre più relegato ai margini del contesto nazionale e mondiale”. Ad affermarlo è il senatore Nico D’Ascola, responsabile giustizia Area Popolare. “Il porto di Gioia Tauro ha bisogno di scelte immediate ed interventi concreti.  La società civile non può rimanere indifferente di fronte alle lungaggini burocratiche ed a scelte politiche che rischiano di compromettere irrimediabilmente il decollo dello scalo portuale calabrese. Sul porto – prosegue D’Ascola – si continua a discutere inutilmente, attraverso annunci e  progetti che tardano a concretizzarsi, tralasciando invece scelte strategiche fondamentali per attrezzare porto e retroporto che non possono restare isolati dal resto della Calabria e dai grandi corridoi europei delle merci. In questi anni il porto di Gioia Tauro è stato maltrattato in maniera indecorosa. Uno scalo – conclude il senatore –  che  potrebbe dare benessere non solo alla Calabria, ma a tutta l’Italia se assumesse le dimensioni che potrebbe avere, se una certa politica che ha favorito i porti del nord Europa, soprattutto quelli tedeschi e olandesi,  fosse controbilanciata da un’iniziativa che si radicasse nel centro del Mediterraneo”. Nico D'Ascola

Intanto il senatore Nico D’ Ascola parteciperà al convegno “Città metropolitana di Reggio Calabria – contributo per un piano  di coesione sociale ed assetto del territorio” che si terrà nella sala del consiglio comunale di Siderno sabato 31 ottobre alle ore 10:00.

Nico D’Ascola (Ap): “Potenziare il porto di Gioia Tauro con politiche di investimento”

REGGIO CALABRIA – Nico D’Ascola, responsabile giustizia di Area Popolare si è espresso in merito alla indexquestione del Porto di Gioia Tauro, sostenendo la nacessità di attuare politiche di investimento per il suo potenziamento. Riportiamo di seguito la sua dichiarazione.

Anche questa volta si sta perdendo un’occasione storica, soprattutto dopo l’allargamento del canale di Suez, dunque, un maggiore passaggio di merci che avrebbe nel porto di Gioia Tauro la sua destinazione naturale. Lo scalo portuale rappresenta la questione meridionale per eccellenza. Gli interessi meridionali sono stati resi secondari rispetto a quelli dei porti tedeschi e olandesi.  Pensare al porto di Gioia Tauro vuol dire inserire lo scalo nelle più ampie strategie nazionali per affrontare le nuove e difficili sfide internazionali. Il porto non può continuare a rimanere uno scalo di semplice trasbordo di container, non in grado di offrire servizi che altri porti gestiscono da tempo perché attrezzati e adeguati alle dinamiche economiche mondiali. E’ una situazione dolorosa che si riflette sui livelli occupazionali che si trovano a dover affrontare una situazione di incertezza sul loro futuro e quello dello scalo.  Il Mediterraneo ha un ruolo di centralità geopolitica, per questo è necessario  l’investimento nella logistica. Il porto di Gioia Tauro è uno scalo che potrebbe diventare essenziale per tutto il paese se si attuassero politiche di investimento necessarie al potenziamento dello stesso, ma soprattutto se il sistema che sino a questo momento ha incentivato i porti del nord Europa cambiasse a sostegno anche di azioni per l’ importante  scalo portuale calabrese.”

Nico D’Ascola (Ap): Avanti per il diritto al lavoro, sancito dalla nostra Costituzione”

GIUNTA PER LE ELEZIONINico D’Ascola (Ap):” Porteremo avanti  la nostra battaglia per difendere e riconoscere il fondamentale diritto al lavoro, sancito dalla nostra Costituzione”: “La conversione in legge del dl sugli Enti locali e il comprensivo emendamento sugli Lsu – Lpu calabresi premia la caparbietà e la determinazione con la quale, insieme alle colleghe Doris Lo Moro e Enza Bruno Bossio, abbiamo portato avanti la nostra azione politica, unendo sensibilità e orientamenti diversi nel nome di un meridionalismo che dovrebbe riflettersi anche a livello nazionale, per l’effettiva unità del paese e per la sua crescita stabile e duratura”. Ad affermarlo è il senatore Nico D’Ascola, responsabile giustizia Area Popolare. “La norma, inserita nel maxiemendamento del Governo, permette alla Regione Calabria di risolvere la vertenza in atto con i lavoratori socialmente utili, che coinvolge circa 5mila unità. L’ emendamento – spiega D’Ascola – consentirà non solo diestendere ai comuni della Calabria le procedure di stabilizzazione di lavoratori socialmente utili, aggirando l’ostacolo che impediva la contrattualizzazione di questa categoria, ma anche di assicurare continuità nei servizi, spesso essenziali, in cui gli stessi svolgevano le proprie mansioni. Riteniamo di aver ridato speranza ai lavoratori, risolvendo una vicenda che si protraeva da tempo e rischiava di creare grandi difficoltà ad altrettante famiglie. E’ un risultato che ricompensa una politica attenta ai problemi del territorio, alle situazioni complesse che molta gente è costretta a subire sul piano professionale, per disattenzioni e omissioni delle istituzioni. L’impegno da parte della politica deve essere rivolto, con la sinergia di tutte le forze istituzionali, alla risoluzione delle problematiche e alla comprensione del malessere sociale, soprattutto in una terra così fragile sotto l’aspetto occupazionale, come la Calabria. Porteremo avanti – conclude il senatore – la nostra battaglia per difendere e riconoscere il fondamentale diritto al lavoro, sancito dalla nostra Costituzione”.

Precisa D’Ascola: Ero solo in ritardo alla riunione della Giunta per la manifestazione contro la riforma della scuola

Nico D'AscolaNico D’Ascola (Ap): “Sono giunto con ritardo alla riunione della Giunta a causa della manifestazione contro la riforma della scuola”. “Quanto alle notizie diffuse in ordine alla mia assenza in occasione della audizione del senatore Giovanni Bilardi dinanzi alla Giunta per le immunità e le elezioni faccio presente che il senso che si intende attribuire alla notizia è del tutto infondato e frutto di banali interessi politici locali”. A dichiararlo è il senatore Nico D’Ascola, responsabile giustizia Area Popolare. “Infatti ieri sono giunto con ritardo alla riunione della Giunta a causa della manifestazione contro la riforma della scuola che ha bloccato il centro di Roma, impedendomi di giungere in orario alla riunione. Ho incontrato il senatore Bilardi sulla porta della Giunta dove aveva appena concluso la propria audizione, per altro durata circa 15 minuti. Immediatamente è stata chiamata la richiesta di autorizzazione concernente  il senatore Antonio Azzollini  ed io e altri senatori siamo intervenuti, formulando alla Giunta le nostre richieste. E’ chiaro pertanto che si è trattato di una assenza del tutto occasionale e cagionata da ragioni di traffico urbano concernenti la manifestazione contro la riforma della scuola”. 

Nico D’Ascola (AP): Area Popolare continua a portare avanti i propri temi in materia di prescrizione

GIUNTA PER LE ELEZIONI“Si è svolta ieri mattina 30 giugno alla presenza del Ministro della giustizia, Andrea Orlando, una riunione con i capigruppo di Area Popolare e Partito democratico, per discutere dei temi della prescrizione”. A dichiararlo è il senatore Nico D’ Ascola responsabile giustizia Area Popolare. “Le forze politiche presenti sono rimaste sulle loro posizione, senza giungere ad un accordo. E’ stata proposta, dunque, la formazione di una Commissione ristretta che sarà composta oltre che da me, dalla senatrice Capacchione e dal deputato Ermini, al fine di risolvere i conflitti. Area Popolare, continua a portare avanti i propri temi in materia di prescrizione. Siamo favorevoli a un aumento dei termini per scongiurare anche la percentuale, se pur minima dei reati prescritti come è emerso dai dati forniti dal Ministero della giustizia, ma tutto quello che è ulteriore, determina processi troppo lunghi. E’ necessario trovare un bilanciamento. Area Popolare è anche disposta a rinunciare alla prescrizione, ma creare una struttura determinata dei processi, con termini perentori tra una fase e l’altra, che li faccia compiere in tempi rapidi. Il problema è che la prescrizione deve essere aumentata limitatamente ai reati di corruzione, evitando che gli eccessi portino a processi troppo lunghi.  Bisogna distinguere i termini della prescrizione per la corruzione da quelli degli altri reati Un processo che non ha mai termine, espone a un rischio di incostituzionalità. Dobbiamo giungere ad un rapporto di giusto equilibrio tra la riduzione del rischio di prescrizione, sino portarlo ai casi marginali, non ipotizzabili nemmeno astrattamente,  con la certezza di un processo che sia in qualche modo caratterizzato da una durata ragionevole, insistere sulla eliminazione della prescrizione ci porterà ad avere processi della durata irragionevole”.

Nico D’Ascola (Ap): Reato di tortura introdotti nel codice penale gli articoli 613-bis e613-ter

Nico D'AscolaNico D’Ascola (Ap): ” La norma ha introdotto una specifica causa di esclusione del respingimento, dell’espulsione o dell’estradizione di un individuo verso uno Stato nel quale costui rischi di essere sottoposto a tortura” . “Con il disegno di legge del reato di tortura sono stati introdotti nel codice penale gli articoli 613-bis e613-ter, che disciplinano rispettivamente il delitto di tortura e  la condotta del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio che istiga altri alla commissione del fatto”. Così Nico D’ Ascola, intervenuto stamani al programma Rai “La Radio ne parla”, sul ddl che ha introdotto il reato di tortura nel codice penale. “Innanzitutto, si è inteso introdurre un reato comune, come testimonia espressamente la possibilità che a commetterlo sia chiunque, senza che il soggetto attivo debba ricoprire una specifica qualifica. Un profilo di una qualche delicatezza concerne il requisito, ai fini dell’integrazione del reato, che siano compiuti più atti di violenza o di minaccia, ovvero plurimi trattamenti disumani o degradanti la dignità umana, oppure omissioni. Tale scelta – ha proseguito D’Ascola –  in favore della pluralità di azioni materiali nasce dall’evidente necessità di evitare doppie incriminazioni, giacché ciascuno degli atti compiuti dal soggetto agente implica o può implicare la consumazione di un autonomo reato, quale, ad esempio, il delitto di lesioni personali. Si è convenuto sulla necessità di prevedere non solo che la lesione del bene giuridico tutelato debba compiersi con più atti, ma anche che ad essi seguano acute sofferenze fisiche o psichiche ai danni di una persona privata della libertà personale o affidata alla custodia, autorità, potestà, cura o assistenza del reo.  La norma – ha evidenziato il senatore –  ha introdotto una specifica causa di esclusione del respingimento, dell’espulsione o dell’estradizione di un individuo verso uno Stato nel quale costui rischi di essere sottoposto a tortura. Si è inteso introdurre un criterio al fine di valutare i fondati motivi necessari per ritenere che la persona rischi di essere sottoposta a tortura. Si è disposto l’obbligo di tener conto dell’esistenza, nello Stato verso cui si realizzano l’espulsione, il respingimento o l’estradizione, di violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani. Si è escluso che possa essere riconosciuta l’immunità diplomatica ai cittadini stranieri sottoposti a procedimento penale o condannati per il reato di tortura in altro Paese o da un tribunale internazionale”.

Il carattere della confisca: Un istituto in costante evoluzione

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Nico D’Ascola

Il centro di ricerca sulle misure di prevenzione e sull’economia della criminalità dell’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria, Dipartimento di Giurisprudenza ed Economia, ha organizzato presso l’Aula Magna di Architettura, Feo di Vito, il convegno dal titolo “Il carattere “Multiforme” della confisca. Riflessioni a margine di un istituto in costante evoluzione”. I lavori si sono aperti con i saluti di Pasquale Catanoso, Magnifico Rettore dell’Università  “Mediterranea” di Reggio Calabria,  Attilio Gorassini, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza ed Economia dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria e Luciano Gerardis, Presidente tribunale di Reggio Calabria. “Le misure di prevenzione – ha dichiarato il Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho – sono partite da una applicazione personale, per passare poi,  ad una applicazione sul patrimonio. Il reato trova quasi sempre fonte nel fine di arricchimento. Dunque, riuscire a togliere all’autore del reato il bene che è riuscito a conquistare, consente di dissuadere chiunque nel commettere reati, perché comunque quel bene non potrà conservarlo. Come Procura, abbiamo nella nostra prassi applicativa, quella di intervenire sempre con la misura della confisca, quale applicazione del diritto penale o di prevenzione. L’economia trova un grosso danno proprio nel reato che finisce poi, nel reinvestire nell’economia legale gran parte dei propri profitti”.“Le misure di prevenzione – ha argomentato come-prepararsi-per-lesame-di-diritto-penale_b0d279c10ee8b697e191be182bffd8f0 il senatore Nico D’Ascola –  si pongono a tutela della necessità di difendere l’ economia dall’inquinamento nascente dai patrimoni di provenienza illecita, e costituiscono uno strumento di controllo della devianza. Le misure di prevenzione sono come quella forma avanzata, anticipata di controllo della devianza sociale, in una società la quale ha dimenticato la opportunità del controllo. Uno strumento volto a reintrodurre quelle stanze di compensazione all’interno delle quali è monitorato il fenomeno della devianza sociale. Il codice antimafia – ha proseguito il componente della Commissione Giustizia del Senato – è la concretizzazione ideale di un apparato normativo nel quale confluiscono competenze multidisciplinari, non solo la multifunzionalità delle misure di prevenzione sul versante degli effetti dei risultati che sono connessi alla loro applicazione, ma anche la natura multiforme del codice antimafia”. “C’è il bisogno di vedere le misure di prevenzione   – ha dichiarato Antonio Balsamo, Presidente della Corte di Assise di Caltanissetta – non solo come degli strumenti giuridici, ma anche come fattore di modificazione delle condizioni di mercato, come la possibilità di ristabilire dei valori che sono costituzionali, ma anche comunitari ed economici, in determinate realtà imprenditoriali che hanno subito un pesantissimo condizionamento criminale. Attraverso il dinamismo che ha colpito la confisca, stiamo assistendo ad una trasformazione del diritto penale italiano, che sta passando da un modello classico ad uno post  moderno. Nella confisca possiamo vedere un mezzo di contrasto della dimensione economica e collettiva dei fenomeni criminali. Quello che non è possibile focalizzare spesso nel dibattimento penale, si riesce a individuare attraverso l’attività di indagine e di giudizio finalizzata alla confisca. Il percorso che si è fatto in Sicilia è stato di costruire una sorta di barriera, tra società civile e società criminale. Con questa capacità di contrastare la dimensione economica e collettiva dei fenomeni criminali, credo che si possa realizzare un principio garantistico fondamentale, quello della responsabilità penale personale. In Italia c’è un ricorso alla pena detentiva maggiore rispetto a quello di altri Paesi. Dunque, una pluralità di sanzioni non tutte riconducibili alla pena detentiva. Al contrario, un largo uso delle pene prescrittive sarebbe più coerente con le procedure di altri Paesi europei, di quanto non sia allo stato attuale la nostra giustizia penale. Sono dell’avviso che non basta svuotare le carceri, ma è necessario anche immaginare uno strumentario sanzionatorio diversificato”. All’incontro, sono intervenuti, inoltre, Ornella Pastore, Presidente della Sezione Misure di Prevenzione presso il Tribunale di Reggio Calabria, Nicola Selvaggi, incaricato di diritto penale presso l’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria e Ettore Squillaci, dottore di ricerca in diritto penale – docente presso la Scuola di specializzazione delle professioni legali dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria. Ettore Squillaci, in particolare, ha illustrato il lavoro e le progettualità che saranno portate avanti dal centro di ricerca in materia di misure di prevenzione e sull’economia della criminalità, con incontri periodici tematici e in collaborazione con il tribunale di Reggio Calabria.