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Ucciso a coltellate nel Catanzarese, già fermato il responsabile

CATANZARO – Un uomo di 50 anni, Cesare Falvo, già noto alle forze dell’ordine, è stato accoltellato a morte nella tarda serata di ieri a Miglierina, a pochi chilometri da Catanzaro. Per il delitto è stato sottoposto a fermo Giuseppe Arabia, di 30 anni.

La ricostruzione

Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Catanzaro, insieme a quelli della Compagnia e di Marcellinara, i due si conoscevano da tempo.

Ieri sera, nel piazzale antistante l’abitazione della vittima, c’è stata una lite per motivi personali, probabilmente passionali, al culmine della quale Arabia ha colpito l’altro con un coltello da sub. Subito dopo è fuggito gettando l’arma lungo la statale 280.

Fermato Arabia

L’opera di ricerca e di convincimento avviata dai carabinieri di Marcellinara ha infine permesso di rintracciare Arabia che non ha opposto resistenza. L’uomo è stato interrogato per tutta la notte dal pm della procura di Catanzaro e dai carabinieri fornendo la sua versione. Quindi è stato sottoposto a fermo.

Duro colpo alla mafia, 26 persone arrestate. Blitz tra Sicilia e Calabria

CATANIA – Una vasta operazione è scattata all’alba di stamane tra le province di Catania e Reggio Calabria e vede coinvolti oltre 200 carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati dello Squadrone Eliportato Cacciatori, della Compagnia di Intervento Operativo del XII Battaglione “Sicilia” e del Nucleo Elicotteri.

In carcere, su ordine del Giudice per le indagini preliminari siciliano e su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. sono finiti 26 esponenti, alcuni appartenenti alla famiglia dei “Tuppi”, vicini a Cosa Nostra. Le accuse sono associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione in concorso, furto, ricettazione e riciclaggio, detenzione e porto illegale di arma clandestinatrasferimento fraudolento di valori e corruzione, con l’aggravante del metodo mafioso.

Sarebbero emersi degli elementi che proverebbero la responsabilità e il coinvolgimento di alcuni degli arrestati nell’omicidio di Paolo Arena, avvenuto il 28 settembre 1991, esponente di spicco della Democrazia Cristiana e allora consigliere comunale di Misterbianco

Donna uccisa a Cassano allo Jonio. Fermato il marito

CASSANO ALLO JONIO – Una donna di circa 40 anni, Romina Iannicelli, è stata uccisa a Cassano allo Jonio nel cosentino. Per colpire la vittima sarebbe stata utilizzata “un’arma impropria e non convenzionale”. A trovare il cadavere sono stati alcuni familiari che avevano un appuntamento con lei per delle commissioni. L’omicidio è avvenuto nell’appartamento dove la donna viveva con il marito. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale tenenza che hanno avviato le indagini. Acquisite alcune immagini della videosorveglianza della zona. La vittima era la sorella di Giuseppe Iannicelli, l’uomo di 52 anni ucciso a colpi di arma da fuoco il 16 gennaio 2014, sempre a Cassano allo Ionio, assieme al nipotino di tre anni, Cocò, e alla compagna marocchina Ibtissam Touss, di 27 e i cui corpi vennero poi dati alle fiamme. La parentela con l’uomo ucciso, comunque, non viene ritenuta collegata in alcun modo al delitto della donna che secondo le ipotesi avanzate dagli inquirenti sarebbe l’ennesima vittima di femminicidio. Sul posto, per le indagini, è arrivato il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla che insieme alle forze dell’ordine sta tentando di capire cosa sia successo, dal momento, come dichiarato dal magistrato «nell’appartamento c’era molta confusione e non sappiamo ancora se sia stata creata prima o dopo il delitto». I carabinieri hanno rintracciato e fermato Giovanni De Cicco, marito della donna. Sarebbe stato lui ad uccidere la moglie. La donna sarebbe deceduta a seguito di un trauma cranico dovuto ad alcuni colpi ricevuti con un oggetto contundente. «L’avrebbe prima picchiata, un vero e proprio pestaggio, e poi colpita con un bastone, e avrebbe tentato di soffocarla, forse con un cavo del telefono», ha detto all’Agi il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla. Il corpo della donna è stato intanto trasferito nell’obitorio dell’ospedale di Rossano per l’esame autoptico.

 

Omicidio a Paterno Calabro. Uccide lo zio dopo una lite e si costituisce

PATERNO CALABRO (CS) – Prima la lite, poi l’omicidio. E’ accaduto nel tardo pomeriggio in contrada Pugliano nel comune di Paterno Calabro piccolo centro del cosentino. Un uomo di 54 anni, Angelo Presta, è stato ucciso dal nipote, Salvatore Presta 35 anni, che successivamente si è costituito ai carabinieri della stazione di Dipignano.  Il cadavere è stato trovato in una area agricola lontana dal centro abitato a ridosso di un’Audi A4 presumibilmente di proprietà di uno dei due uomini. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Dipignano e della Compagnia di Cosenza che, anche in base alla testimonianza dell’uomo che si è costituito, stanno cercando di ricostruire la dinamica dei fatti. Secondo una prima sommaria ricostruzione la vittima avrebbe minacciato con un’ascia il nipote, al termine di una lite scoppiata a quanto pare per futili motivi, che successivamente lo avrebbe freddato con una pistola detenuta in maniera legale e utilizzata dallo stesso per il tiro a bersaglio in un poligono della città.

Omicidio a Reggio Calabria, uccide il padre a coltellate

REGGIO CALABRIA – Un giovane di 28 anni, Simone Bova, ha ucciso con alcune coltellate il padre Domenico, di 59, al culmine di una lite. L’omicidio è accaduto ieri pomeriggio a Reggio Calabria, nell’abitazione di famiglia.

Simone Bova, che risulta avere lievi precedenti di polizia, è stato arrestato subito dopo l’omicidio dal personale delle Volanti e della Squadra mobile della Questura. L’omicida, che ha anche riportato alcune ferite ad una mano, viene interrogato in queste ore dal magistrato di turno della Procura della Repubblica di Reggio Calabria.
Non sono noti, al momento, i motivi della lite alla base dell’omicidio.

Fonte Ansa

Omicidio Antonino Scopelliti, tra i 17 indagati anche Matteo Messina Denaro

REGGIO CALABRIA – La Procura di Reggio Calabria ha inserito nel registro degli indagati, per la morte del Procuratore Generale della Corte di Cassazione Antonino Scopelliti, anche il boss latitante della mafia Matteo Messina Denaro. La notizia, pubblicata da “la Repubblica”, riguarda un omicidio che si verificò il 9 agosto 1991 in località Piale e Villa San Giovanni. 

Omicidio Antonino Scopelliti, parla un collaboratore di giustizia

Nella nuova inchiesta, coordinata dal Procuratore Aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, sono emerse le parole di un collaboratore di giustizia siciliano. Nello scorso agosto, infatti, Maurizio Avola fece ritrovare il fucile che sarebbe stato utilizzato per uccidere Scopelliti.

Allenaza tra due mafie distinte ma con un obiettivo comune  

La possibile alleanza mafia-‘ndrangheta è al centro delle indagini della Dda di Reggio Calabria. Ma Avola non è il solo a parlarne. Un altro collaboratore, tale Francesco Onorato, ha parlato dell’omicidio di Scopelliti come di un delitto per favorire Totò Rina che temeva per l’esito della Cassazione in relazione al maxiprocesso di Cosa nostra.  

Omicidio imprenditore nel crotonese, arrestato il nipote minorenne

ISOLA CAPO RIZZUTO (KR) – E’ stato arrestato questa mattina l’autore dell’omicidio di Giuseppe Caterisano, imprenditore di 67 anni freddato nel pomeriggio di ieri davanti la sua abitazione con alcuni colpi di pistola alla testa.

A compiere il gesto il nipote 16enne della vittima, che ha confessato l’omicidio dopo un lungo interrogatorio da parte dei  carabinieri della Tenenza di Isola Capo Rizzuto con il supporto di quelli del Comando provinciale di Crotone, che hanno arrestato il minorenne.

Già nella tarda serata di ieri il ragazzo era stato sottoposto ad analisi per rinvenire tracce di polvere da sparo sui suoi vestiti. Un interrogatorio durato fino a questa mattina alle 7 ha portato alla luce la verità. I motivi sono riconducibili a motivi economici familiari, che coinvolgevano il sedicenne assieme ai suoi fratelli in continua lite con la vittima da anni. A seguito della confessione, i carabinieri hanno potuto conoscere il luogo in cui il minorenne ha nascosto l’arma utilizzata per l’omicidio, una pistola automatica calibro 9 priva di matricola.

Crotone, omicidio nella notte in pieno centro, freddato un 54enne

CROTONE – Omicidio nella notte a Crotone, lungo Viale Regina Margherita, a pochi metri da Piazza Pitagora. Era passata da poco la mezzanotte, quando di fronte un noto locale sono stati sparati pare sette proiettili che hanno colpito a morte un 54enne, Stefano D’Arca, con precedenti penali.

Sul posto sono immediatamente giunti gli uomini della volante della questura e D’Arca, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato freddato con una pistola calibro 7.65.

Secondo alcune frammentarie testimonianze da parte di alcuni residenti, pare che nei pressi del locale dove è poi avvenuto l’omicidio, ci sia stata prima una lite e la polizia avrebbe già fermato il padre del titolare del locale.

Immagini di repertorio

 

 

Omicidio Corigliano, trovate tracce di Dna a casa della vittima

CORIGLIANO – ROSSANO (CS) – Potrebbero portare ad una svolta nelle indagini per l’omicidio di Pietro Longobucco, l’uomo di 61 anni, con precedenti, trovato cadavere nelle acque antistanti il porto di Schiavonea, lo scorso 17 dicembre, gli esiti di un sopralluogo in corso nell’abitazione della vittima. Gli uomini del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) di Messina e personale specializzato del Nucleo Operativo della Compagnia dei carabinieri di Corigliano Calabro, da stamani, sono a lavoro nell’abitazione.

La casa è stata posta sotto sequestro la settimana scorsa dal Nucleo Radiomobile dei carabinieri e ne è stato interdetto l’accesso. All’interno dell’appartamento sono state trovate tracce di sangue e di due diversi tipi di Dna.

Sono proprio le due diverse tracce biologiche a lasciare supporre che il cinquantunenne abbia avuto in casa, prima di essere ucciso con tre colpi di pistola, una colluttazione con l’omicida.

Fonte e foto Ansa

Agguato a Reggio, ucciso un commerciante cinquantenne

REGGIO CALABRIA – Un uomo è stato ucciso a Reggio Calabria, nel quartiere “Arghillà”. La vittima è Francesco Catalano, di 50 anni, commerciante di bombole di gas, presunto esponente della cosca Condello della ‘ndrangheta.

Catalano è stato ucciso in un agguato tesogli nel momento in cui è arrivato nei pressi di casa a bordo della propria automobile. Una persona gli si è avvicinata quando era ancora al posto di guida e gli ha sparato contro quattro colpi di pistola, uccidendolo all’istante. Indaga la Squadra mobile.
Catalano era noto agli inquirenti perché considerato vicino al boss Paolo Iannò, esponente della cosca Condello, da alcuni anni collaboratore di giustizia.

Il movente dell’assassinio del commerciante potrebbe essere maturato nell’ambito dello scontro in atto all’interno della cosca Condello per la supremazia all’interno del gruppo criminale.Quello di Catalano, comunque, è il primo omicidio di ‘ndrangheta che si verifica a Reggio Calabria da alcuni anni.

Foto di repertorio – Fonte Ansa