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Omicidio nel vibonese, si indaga sul movente

VIBO VALENTIA – Un uomo, M. R., di 42 anni, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco a Piscopio, frazione di Vibo Valentia.
Il fatto è avvenuto nel primo pomeriggio di ieri . Sul posto sono intervenuti i carabinieri. La vittima era già scampata ad un agguato lo scorso 4 giugno dello scorso anno nel quartiere Affaccio di Vibo Valentia. Nell’occasione ad aprire il fuoco contro l’uomo era stato il figlio sedicenne che, dopo avere confessato, ha potuto beneficiare della messa in prova in una comunità di recupero.
Il ragazzo aveva sparato al padre addebitandogli maltrattamenti perpetrati nei suoi confronti e nei confronti della madre. Al momento nessun collegamento è stato possibile stabilire fra i due fatti di sangue. I carabinieri che stanno effettuando i rilievi, non escludono alcuna ipotesi sul movente dell’omicidio.

Uccisione macellaio a Simeri Crichi, arrestate quattro persone

CATANZARO – I carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, supportati da personale dell’Arma di Lecco, stanno eseguendo, a Botricello e Lecco, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo calabrese, nei confronti di 4 persone accusate di concorso in omicidio aggravato.

Secondo l’accusa i quattro sarebbero i responsabili dell’omicidio del commerciante di carni trentacinquenne, Francesco Rosso, ucciso a Simeri Crichi il 14 aprile 2015 con tre colpi di pistola sparati a distanza ravvicinata mentre stava lavorando all’interno della macelleria di famiglia.

Seminara, omicidio Gioffrè, arrestate tre persone

REGGIO CALABRIA – È in corso dalle prime ore di questa mattina un’operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, coordinata dalla Dda reggina, per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di tre persone, accusate, a vario titolo, di omicidio, estorsione e porto e detenzione illegali di armi, con l’aggravante delle modalità mafiose.

Il provvedimento in esecuzione scaturisce dalle indagini sull’omicidio a Seminara, nel reggino, dell’allevatore Fabio Giuseppe Gioffrè , ucciso il 21 luglio scorso in un agguato mafioso in cui rimase ferito un bambino di 10 anni di nazionalità bulgara.
Le indagini hanno consentito di fare luce sul contesto in cui è maturato l’omicidio, riconducibile, secondo quanto riferito dai carabinieri, “alle articolate dinamiche criminali del territorio della Piana di Gioia Tauro”, e di individuare uno degli esecutori materiali dell’omicidio.

Omicidio Augieri, arrestato l’assassino. E’ un 19enne napoletano

DIAMANTE (CS) – E’ stato arrestato dai carabinieri di Scalea l’autore dell’omicidio di Francesco Augieri avvenuto a Diamante la notte del 22 agosto. I militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Paola, hanno lavorato per dare un volto e un nome al responsabile dell’accoltellamento del giovane cosentino e del ferimento di un 28enne.

Un lavoro che ha consentito di ricostruire la dinamica dei fatti e di raccogliere elementi a carico di un diciannovenne di origine napoletane. Il giovane, già nel mirino dei carabinieri che ormai erano sulle sue tracce, non potendo più reggere la pressione (sono state condotte numerose perquisizioni domiciliari a carico dei parenti e amici del ragazzo), ha deciso di costituirsi al carcere di Secondigliano. Il diciannovenne presenta diverse ferite al volto che dimostrano il suo pieno coinvolgimento nella lite scoppiata per futili motivi nel centro storico la di Diamante.

La notte dell’omicidio il 28enne, anch’egli di origini campane, mentre passeggiava avrebbe avuto un primo diverbio con il gruppo di ragazzi capeggiato dal fermato, causato da una spinta involontaria. Il giovane quindi, raggiunto Augieri, avrebbe avuto pochi minuti più tardi un’ulteriore discussione ancora più accesa con lo stesso gruppo nei pressi della “Piazzetta Padre Pio”.

Dalle parole si è passati alle vie di fatto, venendo alle mani. E proprio in quel momento il 19enne ha estratto un’arma da taglio con cui ha accoltellato mortalmente Francesco Augieri e ferito il 28enne.

Nonostante il tentativo di sfuggire alla cattura, le indagini del Nucleo operativo di Scalea hanno consentito di accertare le responsabilità del 19enne in merito all’omicidio. L’attività d’indagine comunque proseguirà per chiarire i ruoli degli altri soggetti coinvolti nella vicenda.

Delitto in spiaggia, si costituisce presunto killer

VIBO VALENTIA – Svolta nel caso dell’omicidio in spiaggio dello scorso 12 gosto a Nicotera Marina (VV). Si è costituito ai carabinieri della locale stazione il presunto autore dell’omicidio di Francesco Timpano, di 43 anni, ucciso mentre si trovava in un lido sulla spiaggia.

Si tratta di Giuseppe Olivieri, di 36 anni, che, secondo quanto si è appreso, era braccato dal giorno dell’omicidio

L’uomo si è quindi presentato ai carabinieri di Nicotera Marina in compagnia del suo legale, l’avvocato Francesco Schimio.

Giuseppe Olivieri è fratello di Francesco Olivieri, il 32enne che, in un raid omicida tra Nicotera e Limbadi, nel maggio scorso, uccise due persone, Giuseppina Mollese, di 80 anni, e Michele Valerioti, di 67, ferì uno dei fratelli di Timpano, Pantaleone, e sparò contro l’auto di un altro fratello, Vincenzo.

Sin da subito, le indagini avevano messo in collegamento l’omicidio di Francesco Timpano con quanto successo nei mesi scorsi.

Olivieri si costituì dopo 3 giorni e per motivare quanto aveva fatto spiegò che aveva da sempre in animo di farla pagare alle persone che riteneva essere coinvolte nell’omicidio di un suo fratello.
   

Sparatoria al lido, un morto a Nicotera

NICOTERA (VV) – Un uomo di 43 anni, Francesco Timpano di Limbadi, è stato ucciso a colpi di pistola all’interno del lido “Il gabbiano”, vicino gli scogli a Marina di Nicotera, sulla costa della provincia di Vibo Valentia, intorno alle 15,30 di questo pomeriggio.

Al momento la dinamica dell’omicidio non è ancora chiara

Secondo quanto si è potuto finora apprendere il sicario, al momento ignoto, ha fatto irruzione nella struttura facendo fuoco con lo scopo di uccidere e poi si è dileguato. Il decesso della vittima è stato constatato dalla guardia medica che ha reso inutile l’intervento dell’elisoccorso. Nella sparatoria sarabbe rimasta coinvolta anche un’altra persona ferita.

Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri della Compagnia di Tropea.

– Seguiranno aggiornamenti –
   

Omicidio Antonino Scopelliti, rinvenuta l’arma del delitto

REGGIO CALABRIA – È stata trovata nel Catanese l’arma con cui il 9 agosto del 1991 fu ucciso a Villa San Giovanni il giudice della Corte di cassazione Antonino Scopelliti. Si tratta di un fucile calibro 12. A dare notizia del ritrovamento del fucile con cui fu ucciso il giudice Scopelliti é stato il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, a margine della cerimonia di commemorazione del magistrato. La scoperta dell’arma risale ai giorni scorsi. «È senza dubbio un passo in avanti – ha commentato Bombardieri – per raggiungere la verità. Il ritrovamento apre scenari importanti per appurare i responsabili di questo odioso crimine, confermando importanti recenti intuizioni investigative». La scoperta del fucile, su cui non sono stati diffusi particolari, è frutto di un’attività ispettiva mirata condotta dalla Dda di Reggio Calabria, con il supporto investigativo della Squadra mobile reggina. Sono in corso i necessari riscontri tecnici per consolidare il quadro investigativo. (Fonte Ansa)

 

Droga, armi, estorsione e tentato omicidio, blitz nel reggino

REGGIO CALABRIA – È in corso un’operazione dei Carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Dda, in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare a carico di 45 persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di droga, tentato omicidio, estorsione, porto e detenzione di armi, danneggiamento e altri reati.
La misura conferma in toto l’impianto accusatorio dell’indagine, avviata nel settembre del 2017 dal Nucleo investigativo del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro, che il 9 luglio scorso aveva portato al fermo di 32 persone. Oltre ai destinatari del fermo, fra gli arrestati figurano altre sette persone, non destinatarie del provvedimento del 9 luglio, con ruoli di rilievo in due cosche di Rosarno.
Dalle indagini emergono, in particolare, le responsabilità penali di quattro donne, che con le loro condotte hanno apportato, secondo l’accusa, un contributo sostanziale al perseguimento dei fini illeciti dell’organizzazione.

Tra le 45 persone arrestate stamattina dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria contro le cosche di ‘ndrangheta Cacciola e Grasso di Rosarno c’è  una criminologa, Angela Tibullo, di 36 anni, accusata di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, corruzione in atti giudiziari e intralcio alla giustizia. La criminologa, in particolare, grazie alla sua professione, riferiscono i carabinieri, “é risultata determinante nelle dinamiche associative e nel perseguimento degli interessi illeciti di alcune cosche di ‘ndrangheta”.

Immagine di repertorio

Omicidio Fortunata Fortugno, fermati i presunti killer

REGGIO CALABRIA – La Polizia ha fermato i presunti assassini di Fortunata Fortugno, la donna di 48 anni uccisa il 16 marzo scorso a Reggio Calabria con una serie di colpi di pistola sparati da più persone mentre era in auto con l’amante, Demetrio Lo Giudice. L’uomo, un 53enne ritenuto elemento di spicco dell’omonima cosca della ‘Ndrangheta, rimase ferito ad un braccio durante l’agguato. I due furono raggiunti dai sicari nei pressi di un torrente nel quartiere Gallico, dove si erano appartati a bordo di un fuoristrada.

Il decreto di fermo è stato emesso dalla Dda di Reggio Calabria nei confronti di quattro persone, tutte italiane e accusate, a vario titolo, di omicidio e tentato omicidio pluriaggravati anche dal metodo mafioso, associazione mafiosa, detenzione e porto d’armi da fuoco clandestine, danneggiamento aggravato, furto aggravato e detenzione illegale di segni distintivi e oggetti in uso ai corpi di polizia. La svolta nelle indagini della squadra mobile di Reggio Calabria è arrivata grazie alle immagini acquisite dagli impianti di videosorveglianza pubblici e privati e dalle intercettazioni ambientali disposte nei confronti di alcuni sospettati. All’esecuzione delle misure ha contribuito anche il reparto prevenzione crimine ‘Calabria’ della Polizia. I dettagli dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 11 in questura a Reggio Calabria.

Corigliano, omicidio stradale: arrestato il conducente dell’auto pirata (VIDEO)

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Risolto nel giro di ventiquattr’ore il caso dell’omicidio stradale di Corigliano nel quale ha perso la vita un giovane gambiano, Banna Jallow di appena 18 anni, rifugiato politico e residente in un Centro di Accoglienza Straordinaria. Il ragazzo era su una bicicletta quando è stato investito nella notte del 14 giugno lungo la statale 106. Il pirata della strada è fuggito senza prestare soccorso. Le condizioni del diciottenne sono apparse subito gravi: è spirato poco dopo il suo arrivo all’ospedale di Rossano.

Giallo risolto in ventiquattro ore

I carabinieri hanno subito avviato serrate indagini per catturare il responsabile, partendo dalla campionatura di alcune parti della carrozzeria che il veicolo aveva lasciato durante l’impatto sul posto del sinistro stradale: frammenti del porta-targa, di un fanale e di parte della carrozzeria dell’autovettura, da cui si deduceva che si trattava di un veicolo di colore nero. Inoltre dal porta-targa si riusciva a desumere il nome parziale di una locale carrozzeria dove, a seguito degli accertamenti compiuti, si rilevava che la macchina era stata recentemente riparata. I militari scoprivano che il veicolo del pirata della strada era un’Alfa Romeo 147 di colore nero, il cui titolare era un coriglianese 56enne abitante alla marina di Corigliano.

Il responsabile ha confessato in lacrime

Rintracciato, si appurava che il signore era estraneo a qualsiasi evento e che la macchina era abitualmente utilizzata dal figlio, Rosario Docimo, 23enne coriglianese, pregiudicato per reati in materia del codice della strada, contro la persona ed il patrimonio. Messo alle strette ha confessato in lacrime di essere il responsabile del sinistro mortale. E’ stato anche accertato che il ragazzo non aveva agito da solo ma con l’aiuto della compagna e del fratello i quali, appresi i fatti, gli facevano nascondere l’autovettura in un luogo non visibile dell’abitazione, dopo averla lavata, portandosi poi sul luogo del delitto con un’altra macchina in loro possesso al fine di verificare la situazione ed acquisire informazioni sulle indagini. L’Alfa Romeo 147 con cui Docimo ha investito il Gambiano è fortemente danneggiata nella parte anteriore destra, punto di impatto con il corpo dell’africano. Ancora presenti tracce di sangue sulla carrozzeria. L’autovettura, priva di copertura assicurativa, è stata sottoposta a sequestro penale, in attesa dello svolgimento dei rilievi scientifici, mentre Rosario Docimo è stato arrestato per il reato di omicidio stradale aggravato e condotto nel carcere di Castrovillari. Le indagini sono state svolte sotto la direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta da Eugenio Facciolla e con la collaborazione del magistrato di turno, Angela Continisio. La ragazza ed il fratello dell’arrestato dovranno rispondere, invece, di omissione di soccorso.