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Opi Cosenza, plauso per la Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socioassistenziali e del volontariato

COSENZA – «Ancora una volta, tutti insieme, siamo pronti ad onorare un momento dedicato alle professioni sanitarie. Lavoro, impegno, professionalità: sono tratti distintivi di chi, finora, non si è mai tirato indietro, sempre in prima fila, pagando peraltro un prezzo altissimo in termini di contagi e morti». Fausto Sposato, presidente dell’Opi di Cosenza, l’Ordine delle professioni infermieristiche, annuncia la “Giornata nazionale dedicata proprio ai professionisti sanitari, sociosanitari, socioassistenziali e del volontariato”.

«Esprimiamo grande soddisfazione – spiega Sposato – per la proposta di legge poi approvata all’unanimità. Il giusto e sacrosanto riconoscimento per tutti noi che rappresentiamo un perno fondamentale intorno alla sanità, pubblica e privata. Ci teniamo, anche da questa provincia, nel ringraziare tutti i parlamentari».

Dedizione, competenza e valori che «le professioni sanitarie – afferma il presidente dell’Ordine cosentino – hanno saputo mettere in campo senza sosta alcuna. Apportando un contributo alla causa che purtroppo ancora non è terminata. Occorre prestare attenzione anche alle varianti del Covid e migliorare certamente l’organizzazione generale. Faccio un esempio su tutti: non c’è carenza dei Dpi, rispetto ai mesi precedenti. Ciononostante molti ci scrivono e contattano perché mancano invece i guanti. Molte aziende sono in estrema difficoltà per approvvigionarsi». Per Sposato «non si può dunque tollerare ulteriormente il balletto di responsabilità a cui si è assistito. I percorsi assistenziali, le nuove linee guida che sono in fase di stesura, gli atti aziendali ed il sistema in toto tenga conto delle figure professionali adeguate. La dirigenza infermieristica è pronta ad assumersi ogni responsabilità, laddove sia chiamata a partecipare. Siamo a disposizione dei cittadini però. Prima di ogni altra cosa. Ecco perché sentiamo il dovere di spingere ulteriormente verso la realizzazione completa degli infermieri di comunità e quelli di famiglia. Della casa della salute, ancora e dei percorsi organizzativi che vanno rivisti. Da qui chiediamo che si introduca un tavolo di concertazione e si indichi la criticità maggiore ed il metodo da adottare. Per rispetto ai cittadini ed agli operatori tutti. L’Opi di Cosenza parteciperà certamente a tale processo. Ringraziamo, insieme a tutto il direttivo, i nostri colleghi e soprattutto chi è impegnato, sul campo, notte e giorno».

OPI, solidarietà per la morte di una paziente, «Ma non si accusino i nostri infermieri»

COSENZA – L’Ordine delle professioni infermieristiche di Cosenza manifesta tutta la sua vicinanza e il suo cordoglio per il decesso della paziente ricoverata dopo l’accesso al pronto soccorso.

«Ma non può accettare accuse verso i suoi professionisti che per legge e intese Stato Regioni sono incaricati del triage».

«La magistratura – si legge nella nota – accerterà in fretta, ce lo auguriamo, le responsabilità  del caso e l’accaduto, ma non è accettabile che venga messa in discussione la professionalità degli infermieri, tra l’altro basata su una rigida e seria preparazione che non lascia davvero al caso scelte delicate come quelle da eseguire al pronto soccorso. Il nostro Ordine, come tutti gli Ordini degli infermieri,  è disponibile a dare la sua massima collaborazione perché si faccia chiarezza sulla vicenda e vengano accertate le responsabilità. Sappiamo tutti le condizioni di difficoltà per molti servizi sanitari regionali anche nel rispettare l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza. E siamo coscienti che la nostra Regione è tra quelle più colpite da questo fenomeno e dalla carenza grave di organici, infermieri in testa.
Ma i nostri professionisti ogni giorno garantiscono comunque qualità  e sicurezza al sistema, per tutelare la salute dei cittadini e rispondere ai loro bisogni e  ci stupisce che ancora oggi si possano lanciare allarmi quantomeno infondati, ledendo gravemente la fiducia e l’immagine che gli assistiti hanno della nostra professione».

«Gli infermieri sono incaricati del triage a livello internazionale e svolgono questo compito ogni giorno con assoluta competenza e secondo regole e protocolli che non lasciano davvero al caso e all’improvvisazione personale scelte tanto delicate»

«I cittadini possono essere tranquilli che il nostro primo obiettivo è la loro salute e che la professionalità degli infermieri  è assolutamente in grado di tutelarla e assicurarla.
Non si deve creare una immagine falsa e distorta della realtà in cui le persone si rivolgono con fiducia agli infermieri.
D’altra parte la responsabilità dei nostri professionisti è anche riconosciuta a livello giurisprudenziale dalle numerose sentenze della Cassazione che pongono l’infermiere su un piano di assoluta collaborazione rispetto alle professioni sanitarie tutte. Resteremo vigili e seguiremo gli sviluppi del caso affinché la verità prevalga e venga fatta chiarezza al più presto».

Sanità, Sposato OPI, «Basta con il balletto di assunzioni. Si faccia chiarezza»

COSENZA- «Non  si gioca sulla pelle degli operatori sanitari e dei cittadini. Come Ordine professionale diciamo una volta per tutte basta a questo balletto di assunzioni e turnover. Non si tratta di fare cortesie a qualcuno ma siamo di fronte ad urgenze, per tutti».

Ancora una volta, Fausto Sposato, presidente dell’Opi Cosenza, l’Ordine degli infermieri, sbotta contro la querelle in atto che vede protagonista il commissario Cotticelli.

«C’è bisogno di risorse. O si assume o si abbia il coraggio di chiudere gli ospedali, si prendano decisioni importanti”, afferma Sposato. “Esistono graduatorie eppure persiste, allo stesso tempo, una carenza cronica di personale sanitario. Ed ancora si tentenna se stabilizzare oppure no», asserisce. Per Sposato e per gli infermieri cosentini, evidentemente, l’arrivo del nuovo commissario non ha cambiato le cose e l’andazzo rispetto a chi lo ha preceduto. Cosa fare allora?

«Come Ordine abbiamo chiesto un incontro da tempo, mentre il commissario continua a ricevere associazioni e amici. A noi non interessa la politica, ci preme dare dignità a tutti gli operatori e servizi ai cittadini/pazienti. Purtroppo si continua ed emigrare nel nord Europa, neppure più nel nord Italia. Il commissario sta facendo lo stesso errore di chi c’era prima. Perché non parla con chi conosce la sanità e la vive quotidianamente?», si chiede l’Opi.

«Se si interloquisce con gli Ordini professionali e con i rappresentanti della categoria le soluzioni si trovano. Siamo in grado di poter apportare un contributo importante. Per non parlare, anche, della politica che è distante veramente dalla sanità. Riteniamo che non basti inaugurare nuovi ingressi dell’ospedale se poi a pochi metri, al pronto soccorso, si continua a soffrire con lunghe attese e senza risposte. Sposato tra l’altro anticipa che, con quota 100, moltissimi colleghi andranno in pensione. Due sono le cose: o il personale c’è ma evidentemente è imboscato oppure non c’è e occorre assumere. Delle due l’una, ma si facciano scelte coraggiose. Noi sponsorizziamo tutti gli infermieri, anche guardando al nuovo codice deontologico. E rivolgiamo l’attenzione anche al personale tecnico ed a quello di supporto. La nostra – chiosa Sposato – è una battaglia per avere personale, per un’assistenza di qualità che meritano i cittadini. Se i manager hanno fallito si sostituiscano immediatamente. Come? Investendo, avendo una visione futura della sanità. Oggi si fanno avvisi ma non concorsi. Occorre dare la possibilità a tutti di partecipare, si proceda immediatamente. Per chi è in graduatoria, per i precari. Sposato parla spesso di chiarezza, a tal fine. Basta peraltro ad incarichi di facente funzione. Si continuano a perdere patrimoni importanti, soprattutto in termini di risorse umane. Esportiamo malattie ed è abbastanza chiaro poi il perché si paghi di più. Il problema allora è gestionale, non strutturale. Prendiamo ad esempio l’ospedale di Cosenza: per noi deve ergersi ad hub di provincia, su un livello superiore. Ecco perché spesso proponiamo gli infermieri di comunità. Ma tutto ciò dovrebbe dirlo chi si occupa di sanità in Calabria. Noi ci limitano a pretendere dignità per gli operatori che non ce la fanno più e per i nostri colleghi che espletano compiti non di loro competenza. La gente chiede assistenza e questa guerra tra poveri non serve», il pensiero di Fausto Sposato.

Infermieri, violenza agli operatori e carenza personale al centro del corso OPI

COSENZA – Il nuovo corso degli infermieri cosentini, appartenenti all’ordine Opi e rappresentati da Fausto Sposato, riparte dall’assemblea annuale.

Due i principali obiettivi proposti da presidente e direttivo: la violenza su tutti gli operatori sanitari su cui da giorni, in ogni presidio pubblico e privato, campeggiano manifesti eloquenti e di vicinanza assoluta verso i colleghi che subiscono aggressioni da pazienti e familiari, quasi «fosse colpa degli operatori e non, invece, di chi dovrebbe organizzare e gestire con altri metodi le strutture sanitarie e gli ospedali» e poi la carenza, ormai cronica, di personale. Sposato, nella sua apprezzata relazione, cita numeri oggettivi: «con quota 100, secondo i dati ufficiali della federazione nazionale di cui faccio parte, 736 nel 2019 andranno in pensione. Altri 1451 con la possibile riduzione dell’indennità del 30%. Parliamo quindi di oltre 2000 operatori, considerato che almeno altre 4000 presenze, immediatamente, servirebbero per le esigenze e le richieste. È evidente, anche scontato, come il nostro Ordine sia a favore di tutte le assunzioni, ma attenzione: si evitino guerre tra poveri. Tutti pari dignità, dai precari a chi è nelle graduatorie ferme, senza continuare a giocare subdolamente sul futuro di chi studia e si impegna per una professione pregnante come la nostra».

L’Opi che, nel frattempo ha anche approvato all’unanimità il bilancio, ha acceso i riflettori anche sul cosiddetto “demansionamento”, cioè a dire il lavoro quotidiano che moltissimi infermieri svolgono ma che non è di loro competenza.

Così come sui reparti a gestione infermieristiche, gli Udi, che solo al Nord funzionano e sono realmente organizzati: «Perché qui a Cosenza ed in tutto il Mezzogiorno non si da la possibilità di gestire direttamente all’infermiere qualificato che ha studiato, conseguito master e specializzazioni ed ha, sul campo, anni di lavoro ed esperienza? Perché non ritiene opportuno considerare le posizioni contendibili? Perché non si procede ad affidare la formazione agli infermieri?», le proposte di Sposato.

La verità, per l’Opi, è che «anni di commissariamento hanno di fatto peggiorato la sanità” e pur se “esistono, in alcuni ambiti, nicchie di best practice e di medici e professionisti bravi e lungimiranti, ciò non vuol dire che dobbiamo nascondere che ancora troppe cose non vanno bene ed alcuni reparti sono inavvicinabili». L’Ordine, per questo, afferma di «schierarsi fattivamente, come fatto in questi ultimi anni, con tutti gli iscritti e tutti i colleghi che sono in oggettiva difficoltà, con turni massacranti, demansionamenti appunto, cattiva organizzazione management senza una reale programmazione e, per ultimo, lotte tra poveri che non fanno il bene del cittadino paziente». A margine dell’assemblea tutto il direttivo ha indossato una maglia bianca a supporto dell’iniziativa sula violenza agli operatori sanitari.

OPI, Sposato, «Basta bugie sugli infermieri dell’ospedale di Paola»

COSENZA – «Nessun infermiere, ufficialmente, ha svolto il ruolo di addetto alle pulizie nell’ospedale san Francesco a Paola. Una bugia enorme che smentiamo, insieme a tutto il direttivo dell’ordine professionale, con fermezza».

Fausto Sposato, presidente dell’Opi di Cosenza e membro della federazione nazionale degli infermieri, non ci sta a leggere, sulla stampa, alcune dichiarazioni attraverso cui i colleghi infermieri hanno addirittura pulito i reparti dell’ospedale tirrenico.  «Ho immediatamente contattato gli infermieri del luogo e mi sono accertato che il fatto non fosse vero. La ditta delle pulizie c’era, eccome. I colleghi non hanno fatto altro che sistemare, come accade ogni giorno da sempre, i presidi e le apparecchiature utili agli interventi. Perché si vuole stravolgere la realtà e parlare addirittura di pulizie nelle corsie e sostituzioni delle imprese che svolgono pienamente il loro lavoro?  La notizia dunque è stata travisata, per il presidente, supportato da tutto il direttivo. Da qui il monito: «Gli infermieri svolgono quello che è previsto nelle loro competenze, ciò non vuol dire che tutti possono fare ogni cosa. È altrettanto vero, al tempo stesso, che mancano figure di supporto negli ospedali e sovente si confonde il ruolo e la figura professionale dell’infermiere con chissà che. Chiediamo, pertanto, rispetto, dignità e che non si alimenti, artificiosamente, altra confusione». Infine l’appello alla politica:  «Augurandoci  che la politica tutta resti fuori dalla nostra professione e che si occupi, invece, delle problematiche sanitarie di loro competenza. Insieme al direttivo Opi staremo sempre al fianco dei nostri iscritti e colleghi, tutelando, in ogni forma, la dignità professionale che deve rimanere baluardo in ogni presidio sanitario. Sia esso pubblico sia pure nell’ambito privato».