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[#Anime] Orange, la Recensione

Uno degli anime più apprezzati di questa stagione estiva è stato sicuramente Orange, adattamento animato dell’omonimo manga in 5 volumi di Ichigo Takano. L’anime è terminato il 25 settembre con l’episodio numero 13. La serie è stata prodotta dallo studio TMS Entertainment con regia del grande Hiroshi Hamasaki.

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La trama è la seguente: La giovane liceale Naho Takamiya riceve una lettera che sembra sia stata inviata dalla se stessa di 10 anni più vecchia. La lettera ha come scopo quello di impedire a Naho di compiere gli stessi errori che sono causa di rimpianti alla sua versione del futuro, concentrandosi particolarmente sul rapporto tra la giovane e il destino di Kakeru Naruse, uno studente appena trasferito nella scuola della protagonista. Infatti da lì a 10 anni il giovane Kakeru non sarà più in vita. Lo scopo principale della lettera è proprio quello di salvarlo.

La trama di base è sicuramente molto intrigante, infatti guardando il primo episodio diventa quasi fisiologico proseguire nella visione. Di certo non si tratta di nulla di originale, ma il tema “tempo” riesce sempre ad attirare l’attenzione (ne parliamo qui).

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La vera forza dell’anime è sicuramente il lato emotivo, che viene gestito con una raffinatezza veramente sorprendente. Osservando la protagonista si può notare come si tratti di una ragazza veramente molto timida e sensibile. Proprio la timidezza è una micro-tematica che passa leggermente in sottotrama, ma che viene gestita molto bene da Takano. Infatti Naho, nonostante abbia una lettera che gli spiega passo per passo come agire per non commettere errori, si trova comunque in difficoltà a causa del suo stesso carattere, arrivando addirittura a dialogare simbolicamente con la se stessa del futuro, dicendogli che “per lei è facile parlare dopo”. Una riflessione interessante, che lascia intendere che la timidezza è qualcosa di molto più profondo della semplice “paura di sbagliare” (Naho sa che non sbaglierebbe, c’è scritto sulla lettera). Forse Takano vuole comunicarci che per lui la timidezza è anche solo la semplice paura di poter creare disagi agli altri, quindi è meglio tenersi il problema piuttosto che esporsi e crearne a chi ci sta intorno.

Per quanto riguarda i personaggi, abbiamo veramente delle ottime caratterizzazioni. Il gruppo di Naho è strutturato in modo tale da sembrare un unico grande personaggio composto da 6 elementi.

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In particolare Suwa è quello che più mi ha colpito, personaggio di grande forza emotiva, per cui si prova un’affezione e un rispetto quasi incondizionati.

Kakeru invece è un personaggio che sulle prime sembra abbastanza vuoto, anche perché Takano decide di esplorarlo con il passare degli episodi, nascondendoci quelli che sono i suoi pensieri e la sua psicologia. Una scelta coraggiosa e a mio avviso azzeccata, anche se si tratta di un personaggio che probabilmente non starà simpatico a tutti. A lui sono legate alcune interessanti tematiche che verranno sviluppate nel corso della serie, come la perdita e il suicidio.

Takako Chino è la dura del gruppo, sempre pronta a fare di tutto per i propri amici. Forse il personaggio che rimane meno impresso tra tutti quelli del gruppo, ma le sue azioni quando si presentano risultano incisive.

Azusa Murasaka è un personaggio che riesce a trasmettere una grande allegria, anche grazie alla sua caratterizzazione fisica, quasi sempre sorridente.

Saku Hagita è il secchione del gruppo, ma che risulta terribilmente maldestro. Divertentissimi i siparietti in cui compare quasi dal nulla come voce della verità. Sicuramente un personaggio che rimane particolarmente impresso.

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La sceneggiatura scorre molto bene, anche se si nota un fisiologico allungamento dei tempi narrativi nella trasposizione da manga ad anime (l’opera cartacea ha un ritmo molto più rapido e godibile). A parte questo si notano delle differenze trascurabili tra le due versioni.

Un piccolo difetto dell’opera sono senza alcun dubbio alcune reazioni umane forse eccessivamente amplificate e poco spontanee, in particolare nel rapporto tra Naho e Kakeru, dove si nota tanta macchinosità in alcuni frangenti. Per il resto si tratta di una serie piacevolissima e che ha il pregio di far commuovere in diverse occasioni.

Per quanto riguarda l’apparato tecnico, abbiamo delle animazioni molto buone, anche se si nota un netto calo di qualità verso metà serie, cosa veramente inspiegabile, trattandosi di una serie breve e quindi facilmente gestibile sul piano del carico di lavoro dello studio d’animazione. Probabilmente gli sforzi dello studio si sono concentrati sull’episodio finale (lungo 40 minuti), che ha una qualità grafica veramente pazzesca. Il character design di Nobuteru Yuki è praticamente identico a quello di Takano, quindi su questo piano c’è veramente poco da dire.

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La regia di questo anime è veramente oggetto di riflessione. Hamasaki è un regista con uno stile veramente molto particolare. Basta guardare le sue opere passate per notare come questo regista abbia un grande coraggio e una grande voglia di sperimentare. Lo ha dimostrato con la regia lenta e psichedelica di Texhnolyze, con quella cupa e ricca di enfasi di Shigurui, oppure con le splendide inquadrature di Steins;Gate (in cui ha collaborato con altri registi). Con Orange invece il buon Hamasaki mette in scena una regia spontanea, pulita e rispettosa dell’opera originale, a volte trasportando in animazione le stesse inquadrature di Takano. Il regista riesce ad esaltare la straordinaria forza emotiva di quest’opera con una regia quasi da mestierante, ma con una raffinatezza che in pochi possono permettersi.

Il commento musicale è praticamente onnipresente, composto da brani acustici molto belli, che riescono a potenziare ulteriormente la forza delle immagini e dei sentimenti dell’opera. Molto bella ed orecchiabile l’opening della serie.

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Concludendo, Orange è un anime che fa della forza emotiva la sua caratteristica principale, con contorno della tematica temporale che fa sempre gola agli amanti della fantascienza. 13 episodi con un buon ritmo e per cui sarà difficilissimo annoiarsi. Un anime che sicuramente può garbare anche a chi odia il genere sentimentale.

Antonio Vaccaro

https://youtu.be/hUKDafCRG9k

[#AnimeSchool] Il tempo di Orange

Inauguriamo questa nuova rubrica incentrata sulle tematiche affrontate negli anime. Al giorno d’oggi capita di sentire e risentire la classica espressione “gli anime sono per bambini”, quando in realtà esistono anime talmente profondi da far impallidire tantissimi film in live action. Questa rubrica ha come scopo quello di approfondire i temi che rendono l’opera quantomeno dignitosa e la elevano dal semplice intrattenimento fine a se stesso.

In questo caso parleremo del tempo in Orange (anime attualmente in corso con il penultimo episodio) e di come Ichigo Takano abbia deciso di gestire questa tematica abusatissima sia nel cinema che nella letteratura.

La trama di Orange narra di una ragazza, Maho Takamiya, che riceve una lettera dalla se stessa di 10 anni più vecchia. Il motivo è molto semplice: la Maho del futuro vuole cancellare i propri rimpianti, impedendo alla se stessa più giovane di compiere i suoi stessi errori.

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Tralasciando i risvolti della trama, si tratta di un soggetto non propriamente originale, già visto in altri anime come Steins;Gate, in cui i protagonisti riuscivano a mandare delle e-mail nel passato (ribattezzate simpaticamente D-Mail, da DeLorean, la macchina che permetteva il viaggio nel tempo nella saga di Ritorno al Futuro) o in film come “La casa sul lago del tempo” in cui i due protagonisti si trovano separati a due anni di distanza e comunicano attraverso delle lettere.

Scegliere un simile soggetto porta l’autore a compiere un’ulteriore scelta narrativa: come gestisco i paradossi che ne derivano?

Di solito all’interno di opere simili si giunge sempre al momento dello spiegone, quello che ci fa capire come l’autore abbia deciso di trattare il tema. Naturalmente questo avviene anche in Orange.

Immaginiamo di trovarci in questa situazione: la nostra versione più grande di 10 anni ci invia una lettera che ha come scopo quello di impedirci di compiere i suoi stessi errori. Se ci riflettiamo, il voler annullare i propri rimpianti è il motivo che ha spinto la nostra versione del futuro a scrivere la lettera. Quindi se la lettera dovesse funzionare e riuscissimo ad annullare i suoi rimpianti, la nostra versione del futuro non avrebbe più motivo di scrivere la lettera.

Un paradosso simile a quello di tantissime altre opere, gestito in svariati modi dai vari autori.

Prendendo come esempio la serie tv “Lost”, in quel caso la lettera sarebbe inutile, ma anzi, se la nostra versione giovane la utilizzasse riuscirebbe solamente a provocare gli stessi errori della nostra versione del futuro, quasi come se il passato contemplasse già la presenza della lettera.

Interessante poi è il discorso della saga di “Terminator”, in cui l’esistenza stessa delle macchine è legata al fatto che una di esse è tornata nel passato lasciando tracce della propria tecnologia, oppure il fatto che il leader della resistenza sia figlio di un guerriero del futuro, quasi come se passato e futuro esistessero nello stesso momento (l’effetto potrebbe provocare la causa invece del contrario).

Nel film “Donnie Darko” è stato scelto di utilizzare un espediente terrificante. L’arrivo di un artefatto del futuro (nel nostro caso la lettera) provoca la nascita di un Universo Tangente. Quindi la  presenza della lettera diventa il motivo per cui esiste questo nuovo universo. Questo porta la nostra versione giovane a inviare nuovamente la lettera una volta passati 10 anni, altrimenti l’universo cesserebbe di esistere.

Se invece prendessimo come esempio la saga di “Ritorno al futuro”, dal momento dell’apparizione della lettera, la nostra versione giovane avrebbe la possibilità di cambiare il proprio futuro e quindi il passato della nostra versione più vecchia.

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Un’altra scelta interessante è quella dell’anime “Steins;Gate” o della serie tv “Heroes”. La nostra versione del futuro avrebbe la possibilità di modificare il proprio passato solo inviando la lettera in un preciso momento del tempo e annullando uno specifico evento. Questo creerebbe una nuova serie di eventi assolutamente imprevedibili e cancellerebbe il precedente futuro.

Takano ha deciso di gestire il tutto in modo simile a Dragon Ball, ovvero facendo in modo che la lettera crei una nuova dimensione con una serie di eventi slegati da quelli vissuti dalla nostra versione del futuro. Quindi la nostra versione del futuro non avrebbe comunque modo di annullare i propri rimpianti, ma potrebbe solo impedirci di compiere i suoi stessi errori. Esisterebbero quindi due diverse storie per la stessa persona, un risvolto triste quanto affascinante. Questo lascerebbe intendere che esistano diverse versioni di noi stessi, ognuno con la propria storia e i propri rimpianti. Non sarebbe male, vero?

Antonio Vaccaro

[#Anime] Le serie da non perdere della stagione estiva 2016

E’ appena iniziata la stagione estiva e, anche quest’anno, ci sono tantissimi nuovi anime che ci terranno compagnia fino all’autunno. Sono davvero troppi, è difficile scegliere da quale iniziare, ma niente paura, Nerd30 vi consiglia quali sono i prodotti degni di nota di questa nuova programmazione.

– Berserk 2016 – 01/07/2016 – GEMBA e Millepensee

Attesissima dalla maggior parte del mondo otaku è il ritorno di Berserk. Non c’è molto da aggiungere, rivedere Guts non può che far gioire. Consigliatissimo!
https://youtu.be/ejBQL8nfLpI

– Orange – 03/07/2016 – TMS Entertainment e Telecom Animation Film
Dopo la candidatura al Premio Culturale Osamu Tezuka e una trasposizione in live-action, il manga di Ichigo Takano, Orange, vedrà la realizzazione di una serie anime.
La storia ha come protagonista la liceale Naho Takamiya che riceve una lettera dalla se stessa proiettata di dieci anni nel futuro in cui la prega di prendersi cura di Kakeru Naruse, nuovo studente appena trasferitosi, perché dieci anni dopo non sarà più in vita.
Anche questo è uno dei prodotti più attesi della stagione ed è consigliato, oltre che agli amanti degli shoujo, a tutto il pubblico, vista l’originalità della trattazione che lo rende anche un po’ seinen.

– Mob Psycho 100 – 11/07/2016 – Bones
Tratto dall’opera di One, autore di One-Punch Man, Mob Psycho 100 racconta la storia di Mob, un ragazzo con grandi poteri psichici che esploderebbe se vivesse le sue emozioni al massimo, quindi tende a reprimerle, ma senza grandi risultati.
Mob non è altro, a mio avviso, che un Saitama con i capelli a caschetto e questo dovrebbe bastare a convincervi.

– Qualidea Code – 09/07/2016 – A-1 Pictures
La A-1 Pictures è uno studio di produzione con grandi titoli alle spalle e si spera che anche questa volta possa offrire un buon prodotto. Anche se è passato sott’occhio rispetto ai precedenti tre consigliati, Qualidea Code sembra promettere molto bene.
L’umanità è costretta a combattere contro un nemico chiamato “Lo Sconosciuto” che, molti decenni prima, ha invaso la Terra. Tutti i giovani sono stati ibernati per scampare alla calamità. Al loro risveglio hanno scoperto di aver sviluppato dei poteri che utilizzeranno per proteggere Tokyo, Kanagawa e Chiba.
Titolo che non ha nulla di particolare, a parte l’alone di mistero che ricopre l’antagonista, ma potrebbe essere uno dei migliori anime ricco di scazzottate presente in stagione.

https://youtu.be/aDF0NBXghcI

– 91 Days – 08/07/2016 – Studio Shuka
Ambientato durante il proibizionismo, 91 Days è la storia di Avilio, il cui vero nome è Angelo Lacusa, ragazzo che vive nel distretto di Lawless, completamente avvelenato dalla mafia. Quando la sua famiglia viene uccisa dalla famiglia Vanetti, il protagonista rimane nell’ombra per sette anni. Dopo aver ricevuto una misteriosa lettera da uno sconosciuto, Avilio tornerà a Lawless assetato di vendetta.
Ancora una volta i nomi italiani vengono associati alla mafia ma, passando sopra questo aspetto, 91 Days sembra essere un anime dai grandi contenuti e con una trama ricca di azione, mistero e thriller in un colpo solo. Imperdibile!
https://youtu.be/xbY3rBtYShk

– D. Gray-man Hallow – 04/07/2016 – TMS Entertainment

In conclusione, non posso non consigliarvi D. Gray-man Hallow, tratto dal manga di Katsura Hoshino. L’anime riprenderà gli avvenimenti interrotti alla fine della prima serie, andata in onda dal 2006 al 2008. I fan dell’opera saranno al settimo cielo, ma anche gli amanti del soprannaturale dovrebbero farci un pensierino su questo titolo, partendo, ovviamente, dalla prima trasposizione.

Solo qualche consiglio ma, come ogni stagione, la programmazione estiva è piena di novità e ottime scelte. E tu, cosa guarderai?
                                                                     

 Paolo Gabriele De Luca