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Bilancio consolidato, Greco : «Presentata interrogazione su partecipate»

CATANZARO –   «L’approvazione del bilancio consolidato della Regione previsto per il 30 settembre prossimo costituisce per tutto il sistema autonomistico territoriale una data fondamentale per prendere atto criticamente del passato, rendersi obiettivamente conto del presente e per programmare responsabilmente il futuro.
Un obbligo ineludibile che, nel caso della Regione Calabria, assume delle difficoltà particolari, visto il proliferare nelle precedenti legislature di società e organismi “partecipate” messi su soprattutto per generare clientele oltre misura e poltrone da occupare. Le conseguenze naturali sono state “disattenzioni” gestionali assicurate da una governance quasi sempre non all’altezza del proprio compito, l’assenza cronica di un controllo regionale sull’andamento gestionale e l’abitudine di evitare sull’argomento ogni confronto istituzionale. Va dato atto alla giunta Oliverio e all’attuale consiglio che una delle prime azioni è stata proprio quella di avviare la dismissione e la liquidazione di molte delle partecipate che non sono riuscite ad assolvere al compito per il quale erano state teorizzate. In passato molte di queste società sono state utilizzate male per consolidata trascuratezza nell’affrontare seriamente la tematica aziendale di riferimento, con una politica attenta esclusivamente ad autogenerare il proprio potere attraverso un ceto manageriale non riconoscibile e non riconosciuto da alcuno sotto il profilo della qualità, lesinando ogni sforzo necessario per assicurare e pretendere dalle medesime la dovuta produttività.
Per queste motivazioni ho presentato un’interrogazione al Dipartimento Bilancio per verificare la condizione economico-patrimoniale di queste società e per rilevarne l’incidenza sul bilancio consolidato della Regione. Sono certo che la Giunta regionale, nel presentare un quadro dettagliato del bilancio consolidato, aggiornerà il Consiglio riguardo allo stato in cui versano le partecipate e gli enti strumentali così che si possa continuare – al netto dei provvedimenti d’assumere a mente degli obblighi differenziati recati dal vigente D.LGS. 118/2011 – con il lavoro avviato a inizio legislatura per dare una svolta concreta al patrimonio partecipato regionale, facendo sì che lo stesso diventi strumento di produttività, di successo e di occupazione qualificata a fronte dei disastri registrati in passato»

 

Lorica Ski, Greco annuncia interrogazione su stato dell’arte e spettanze lavoratori

COSENZA – Orlandico Greco e Lorica. Il consigliere regionale si interroga sullo stato dell’arte degli impianti di Lorica Ski sul quale annuncia che presenterà un’interrogazione. «A Lorica, nella splendida cornice naturalistica della Sila, si stavano completando i lavori per la realizzazione dei nuovi impianti sciistici e del centro turistico polifunzionale denominati “Lorica Ski Area”. A causa dei noti problemi della società affidataria della realizzazione e della gestione delle opere, il progetto risulta incompleto e i lavoratori degli impianti avanzano il pagamento di diverse mensilità». È quanto dichiara Greco.

«Va rivelato altresì – spiega – l’esigenza imprescindibile di individuare, per la prossima stagione invernale, un nuovo soggetto che dovrà farsi carico del completamento dei lavori e della gestione degli impianti. Il rischio concreto è che dopo oltre 16000000 € di finanziamento (di cui circa 13000000 € di fondi pubblici) ci troveremo di fronte all’ennesima cattedrale del deserto. Un’eventualità che segnerebbe, di fatto, la fine di un progetto che ambiva a rilanciare il turismo montano in Calabria garantendo nuove attrazioni e quella tanto agognata destagionalizzazione del mercato turistico». E’ il monito del consigliere regionale che poi prosegue: «Un’interrogazione, che presenterò nei prossimi giorni, si rende necessaria per sapere: quali siano i tempi di collaudo delle opere; se sia previsto un bando o un’iniziativa pubblica che consenta di affidare il completamento delle opere e la gestione delle stesse; se i lavoratori che hanno realizzato le opere e garantito la manutenzione e la sicurezza dei luoghi, riceveranno le spettanze arretrate e verrà garantito loro il posto di lavoro con un’eventuale nuova gestione; nel caso in cui l’opera dovesse rimanere incompiuta, arrecando grave danno alle comunità, ai lavoratori e all’intera Calabria, chi dovrà materialmente restituire alla Comunità Europea le somme spese».

«Il patrimonio naturalistico e ambientale dell’altipiano silano merita – conclude Greco – una valorizzazione che possa consentire alla Calabria di incrementare la propria attrattiva turistica e competere con altre regioni che riescono a fare molto di più con molto meno. La condizione in cui versano gli impianti di Lorica, il danno d’immagine e la non fruibilità di tale struttura è inaccettabile, è quindi indispensabile intervenire anche in tempi celeri, per non arrecare ulteriori danni anche economici».

 

Orlandino Greco: «Sulle fusioni subito in Consiglio la proposta di legge»

COSENZA – «Nelle mie precedenti esperienze da sindaco e da coordinatore regionale ANCI per le unioni dei Comuni, ho avuto modo di approfondire le tematiche tecniche, amministrative e sociali afferenti alle politiche aggregative per gli enti locali. Le unioni e ancor di più le fusioni, per essere portate avanti con successo e utilità pubblica, hanno bisogno di intelligenze lungimiranti, di conoscenze tecniche e di un grande capacità di mediazione. Non seguire queste regole vuol dire fare del male al proprio e all’altrui territorio così come fa chi suppone di guadagnare un ruolo ricorrendo ad iniziative estemporanee che rischiano di creare un vero e proprio caos istituzionale». È quanto dichiarato dal consigliere regionale Orlandino Greco sulle fusioni comunali.

«Nella Presila – prosegue Greco – a distanza di tempo dall’improvvida istituzione del comune di Casali del Manco, che ha visto l’annessione del Comune di Spezzano Piccolo, si registra, nonostante gli sforzi del commissario prefettizio, un grande disorientamento sia all’interno delle case comunali sia nelle comunità. Tutto questo sta accadendo nell’Alto Ionio dove invece che ragionare sulla reale utilità della fusione e sul modo per correggere il tiro si litiga con tutti. Finanche con se stessi e non solo. Lo si fa ricorrendo all’ingiuria, alla velata diffamazione e al vilipendio delle istituzioni. Lo si fa insomma volgarmente, utilizzando un linguaggio di bassa lega, supponendo così di esercitare un ruolo che poi non viene riconosciuto da alcuno, se non dai soliti quattro amici al bar.

Le recenti esternalizzazioni non fanno altro che seminare odii “razziali”, ricorrendo a metodologie donchisciottesche, dove il mulino a vento è rappresentato dalla cattiva Cosenza, rea non si capisce di cosa e del suo hinterland, notoriamente aperto al mondo della sinergia istituzionale. Il tutto a discapito dell’esigenza di tendere all’unità per instaurare i migliori rapporti tra le ridenti città joniche e il resto del mondo. Ha ragione il sindaco Geraci quando scrive che in un momento della storia nel quale si ha il dovere di rafforzare l’Unione Europea si fa l’esatto contrario di ciò che si deve dividendoci in casa propria. La Calabria ha bisogno di unità costruttiva e di monolitismo contrattuale.

Da parte mia l’impegno a pretendere l’immediata discussione della proposta di legge sulle aggregazioni dei comuni di cui sono cofirmatario insieme al collego Franco Sergio per fare sì che l’istituto delle fusioni abbia finalmente la disciplina e la certezza che merita. Che i nuovi comuni siano il frutto di scelte meditate a tal punto da guadagnare la migliore rappresentanza istituzionale e il giusto successo. Prima di tutto il benessere e una maggiore/migliore occupazione per tutti in particolar modo per i giovani».

La legge copia-incolla presentata da Orlandino Greco

REGGIO CALABRIA – La tentazione del copia incolla è forte anche tra la politica nostrana, soprattutto quando si tratta di assolvere alle funzioni legislative di consigliere regionale. Non ha saputo resistervi Orlandino Greco. Il capogruppo di Oliverio Presidente da giorni va sbandierando ai quattro venti di una sua proposta normativa (clicca qui per scaricare la proposta di Orlandino Greco) recante l’introduzione di incentivi per la diffusione dei veicoli elettrici in Calabria. Nobilissima intenzione se non fosse che il testo è praticamente identico a quello depositato a Montecitorio nel marzo del 2016 dal gruppo dei Cinquestelle alla Camera dei Deputati (clicca qui per leggere la proposta dei Cinquestelle). Si coglie qua e là qualche timida differenza, ma l’impianto del dispositivo è analogo a quello dei pentastellati. Nulla di male nel condividere la medesima idea su un argomento, quello della riduzione di emissioni inquinanti, al quale l’opinione pubblica è particolarmente sensibile. Né in politica si può parlare di plagio. Ma correttezza istituzionale avrebbe imposto all’ex sindaco di Castrolibero, di fare riferimento al documento originale da cui la proposta regionale è stata evidentemente attinta. Se Sparta piange Atene non ride: assurdo che una tale evidenza, colta dal cronista nel giro di pochi minuti, sia sfuggita alla pattuglia calabrese di deputati grillini.

 

Orlandino Greco: «L’aeroporto Sant’Anna è un punto di snodo fondamentale»

CROTONE – «Un piano dei trasporti regionali approvato dopo vent’anni, opere infrastrutturali di rilievo sono state terminate e altre in cantiere, investimenti importanti messi a disposizione dopo anni d’inoperosità e di silenzi, tutto questo per ridisegnare la carta geografica delle infrastrutture e delle comunicazioni della nostra Regione- rende noto il consigliere regionale Orlandino Greco. Gli aeroporti di Reggio Calabria, Lametia Terme e Crotone sono di vitale importanza per i territori che essi servono e come messo in risalto anche dal Ministro Delrio, nella sua ultima visita in Calabria, c’è l’urgenza di riattivarli celermente, anche alle porte della nuova stagione estiva. Se per i primi due la chiusura sembra essere definitivamente scongiurata rimane in bilico la situazione del Sant’Anna di Crotone, sebbene sia un punto di snodo fondamentale per la nostra regione, sia come mobilità per la vasta area che ricopre sia per la notevole attrattività di quei luoghi . Dal primo novembre scorso, nonostante l’impegno del presidente Oliverio, l’indirizzo strategico che la Regione ha messo in atto con la scelta della gestione unificata e il bando vinto dalla SACAL, ad oggi non ci sono aerei che partono e atterranno nella città di Pitagora. A conferma dell’importanza dello snodo di Sant’Anna è il fatto che sia stato inserito tra gli scali di interesse nazionale; un punto di forza dunque per l’intera regione ma che necessita, a differenza di quello dello Stretto e della Airport Lametia, di manutenzione straordinaria vista la lunga chiusura. Nuovamente estenuanti lungaggini burocratiche, molte da chiarire, rallentano o ostacolano un percorso in atto che mira a restituire a questa terra un ruolo e una veste di prestigio non soltanto nel panorama nazionale. In questo quadro, la giunta regionale sta già da mesi lavorando ad individuare compagnie disposte a garantire servizi e nuove tratte per incrementare il flusso, soprattutto quello turistico. Un fallimento che certo non è certo dipeso da questo governo ma da scellerate gestioni precedenti che qualcuno a sottaciuto, lasciando alla regione un debito notevole, e che hanno inciso fortemente e negativamente sullo sviluppo e la crescita dei nostri territori. Ma ora la SACAL è tenuta a chiarire quali siano i problemi che ne impediscono l’immediata riapertura, anche per informare le amministrazioni comunali, i cittadini, le associazioni che stanno giustamente e con forza manifestando, in questi giorni ancora con più incisività, per la riapertura immediata. Nella mia veste di consigliere regionale e come fatto sin ora, continuerò a sostenere qualsiasi iniziativa anche di mobilitazione atta alla riattivazione dello scalo; non riaprire l’aeroporto di Sant’Anna di Crotone significherebbe amputare una parte importante del sistema infrastrutturale regionale e ancora di più si continuerebbe a depotenziare e umiliare luoghi dove la storia ha lasciato altre impronte».

Orlandino Greco e Franco Sergio pensano a una riforma della fusione dei comuni

REGGIO CALABRIA – «Un sindaco, in carica o a riposo, non può tollerare in alcun modo la violazione della volontà collettiva rivendicata dai propri concittadini. La vicenda del Comune dei Casali del Manco con l’annessione del Comune di Spezzano Piccolo, rischia di rappresentare un esempio di violazione della democrazia rappresentativa e del principio di autodeterminazione delle comunità. Una vicenda offuscata da una vera e propria confusione legislativa, che mi esorta non solo di intervenire pubblicamente sul tema delle fusioni dei comuni ma altresì di elaborare immediatamente un disegno di legge regionale che metta al sicuro la Regione dalla perpetrazione di errori generatori di incidenti simili. E’ quanto sto facendo in questi giorni insieme al Presidente della prima Commissione regionale, Franco Sergio, con il quale depositerò nei prossimi giorni una proposta di legge sull’aggregazione dei comuni, convinti che occorra intervenire celermente». E’ quanto si legge in una nota di Orlandino Greco, capogruppo in consiglio regionale di Oliverio Presidente. «Condivido, in tal senso, le considerazioni espresse in diversi articoli apparsi sulla stampa che evidenziano la necessità della Regione Calabria di dotarsi al più presto di una legge chiara sulle fusioni che garantisca da una parte la stabilità economico-patrimoniale dei Comuni e dall’altra tenga in stretta considerazione la volontà dei cittadini coinvolti. Ogni violazione di tale principio è alterazione della Costituzione, della democrazia, della ragionevolezza che deve assistere, sempre e comunque, l’operato di chi rappresenta i cittadini, i calabresi, nelle istituzioni. È, dunque, importante capire come fare le fusioni – aggiunge il consigliere regionale – nel senso della determinazione dei presupposti e delle ragioni che la pretendono, e quali prove fornire alla pubblica opinione e poi alla Regione, che è tenuta a valutare la meritevolezza dell’iniziativa in relazione agli obiettivi da perseguire e ai risultati da raggiungere. Bisogna, insomma, dimostrare alla moltitudine sociale destinataria dei servizi pubblici, cui sarà tenuto il nuovo ente, quanto guadagnano in termini di offerta istituzionale e più precisamente di esigibilità dei diritti di cittadinanza, rispetto all’esistente. Diritti, questi ai quali ogni attivista politico e ogni rappresentante delle istituzioni deve rinviare tutte le proprie iniziative. Gli atti di arroganza sono i peggiori nemici della civiltà democratica che, nella nostra Regione, è poco visibile a causa di una politica abituata a lavorare in modo pressoché autoreferenziale. La nostra proposta di legge sulle fusioni dei comuni – conclude Orlandino Greco – contemplerà l’obbligo di studi di fattibilità curati e preventivi ad ogni fusione così come terrà nell’adeguata considerazione l’espressione della volontà popolare. Non tenere conto di questi elementi sarebbe un gravissimo errore. Offrirebbe la triste occasione di continuare a sbagliare dell’interesse di pochi e di passare alla storia per chi, avendone le qualità e l’occasione politica, ha contribuito alle rovine della Calabria che potrebbe invece vivere il suo momento di rinascita e di sviluppo certo».

Presentata da Orlandino Greco la mozione sulla stabilizzazione dei vigili del fuoco discontinui

REGGIO CALABRIA – Il capo gruppo di Oliverio Presidente Orlandino Greco ha depositato  in consiglio regionale una mozione “sulla stabilizzazione dei vigili del fuoco discontinui”, attraverso la quale impegna la Giunta regionale ad avviare tutte le misure necessarie alla graduale stabilizzazione dei precari. «L’attuale situazione in cui vivono i vigili del fuoco precari, comunemente detti “discontinui”, in Calabria, è inaccettabile e necessita un intervento immediato. Centinaia di operatori in Calabria, svolgono da anni le stesse funzioni dei vigili a tempo indeterminato. Visti i numerosi e continui tagli delle risorse finanziarie e le carenze di organico, i vigili del fuoco precari rappresentano una risorsa per il corpo nazionale, garantendo in molti casi l’espletamento di alcuni servizi fondamentali, fornendo risposte tempestive alle richieste dei cittadini e integrando le attività delle squadre d’intervento. Il parametro europeo, per motivi di prevenzione rischi e per una maggiore sicurezza nazionale, prevede un vigile del fuoco ogni mille abitanti, mentre in Italia attualmente abbiamo soltanto un vigile del fuoco ogni 15.000 abitanti, quindi ben al di sotto degli standard richiesti. Attualmente manca una normativa nel nostro ordinamento che tuteli giuridicamente i vigili del fuoco discontinui, i quali, privi di contratto a tempo indeterminato, vengono equiparati ai “volontari”, pertanto non possono essere inquadrati in un rapporto di pubblico impiego e non potrebbero essere chiamati in servizio per più di 14 giorni consecutivi e oltre 160 giorni l’anno. Sono sempre più frequenti le manifestazioni di protesta sia in Calabria come nel resto d’Italia, per chiedere di porre rimedio a questa situazione. Sarebbe importante che dalla Calabria partisse un segnale forte e concreto per portare all’attenzione del governo nazionale la condizione dei precari i cui diritti vengono da troppo tempo ignorati. Pertanto, attraverso la mozione si chiede alla Giunta regionale di intercedere presso il Governo nazionale ed il Parlamento, affinché si adottino tutte le misure necessarie per avviare un graduale processo che vada nella direzione della stabilizzazione dei discontinui».

 

Orlandino Greco: « È giunto il momento che la Sanità ritorni nelle mani della Regione

CATANZARO – «9 anni di commissariamento, 7 anni di piani di rientro, circa 800 Decreti redatti, l’ultimo annullava il precedente, un famigerato Decreto 50, proposte di piani di rientro a debito, sanità privata a discapito di quella pubblica, sentenze di Stato non attuate, PD contro NDC, tutto condito da atteggiamenti arroganti e provocatori senza alcuna possibilità di dialogo e confronto ma di disprezzo contro la massima assise regionale, Giunta e Consiglio, dei due commissari ad acta, Massimo Scura e Andrea Urbani. Questo il quadro più o meno generale della sanità calabrese- rende noto il consigliere regionale Orlandino Greco-. La tutela della salute è da sempre un diritto trascurato, non esigibile e del tutto sconosciuto nelle vaste aree di periferia, una geografia territoriale completamente dimenticata e stravolta da chi non conosce questa regione ma che è stato chiamato a gestirla. Ad entrare ancora più nel merito, la gestione illogica e irrazionale dei due commissari, non è neanche minimante vicino e coerente con gli obiettivi richiesti e che hanno portato al commissariamento che parte all’interno di un quadro di rientro della Sanità della calabrese. Una sanità malata che certo non ha trovato alcun giovamento dal commissariamento e che anzi non fa altro che peggiorare la situazione limitandosi ad affrontare il problema matematicamente con calcolatrice in mano, pervenendo, ad esempio, alla bonifica dei conti di esercizio esclusivamente attraverso risparmi derivanti dal personale che andava naturalmente in pensione; per non parlare di ulteriori spese, anche personali e di “favore”, aggiunte a quel “prospettato piano di rientro”. Non in ultimo, i presidi sanitari calabresi, molti dei quali a rischio chiusura, hanno bisogno della mano d’opera professionale per assicurare i LEA. Un’irresponsabile tolleranza del governo centrale a consentire l’arretramento dei Lea sino a scomparire, con i calabresi costretti a “guadagnare” un’assistenza sanitaria dignitosa altrove, con un conseguente aggravio di spesa di 300 milioni all’anno di mobilità passiva. La mancata assunzione del processo di riqualificazione e di riordino dei servizi sanitari, che era posta in primo piano nel piano di rientro, ha portato al depauperamento dei servizi, alla chiusura di interi reparti, anche all’avanguardia, all’abbandono totale di attività specialistiche e professionali, alla rimodulazione quanto mai azzardata di altri. Il sistema sanitario calabrese è pertanto divenuto un’azienda da gestire con metodologie gestionali tipiche dei ranch texani, favorite dalla presenza di sceriffi resi intoccabili dal potere che li nomina. I vari preposti hanno, infatti, lavorato assecondando pedissequamente le direttive dei mentori politici che ne avevano patrocinata la nomina governativa al solo fine di consentire speculazioni e affari privati nella sanità calabrese. Un deficit di governo della salute che ha portato a sottrarre ai diretti rappresentanti della volontà popolare la capacità di incidere favorevolmente, anche nel senso di imporre la presenza delle strutture sanitarie dove indispensabili. La sintesi è chiara e sotto gli occhi di tutti: da una parte, una Regione estromessa dalla programmazione, che molti mea culpa deve certamente battersi dal momento che non è riuscita a pretenderla approvando in Consiglio i provvedimenti legislativi necessari, in barba anche alle sentenze di Stato, e lasciando al Governo la responsabilità e l’autorità quasi dittatoriale di condividerli o no; l’allungamento delle liste di attesa, contrazione dei posti letto e quindi progressivo aumento dell’emigrazione sanitaria passiva, tallone di Achille della regione. Dall’altra, la tirannide gestionale esercitata dai Commissari Scura e Urbani, nel decidere spesso più nell’interesse privato che per quello pubblico, che rispondono più a logiche politiche calate dall’alto e non certo garantire il benessere e il diritto alla salute di noi calabresi. La gestione della sanità calabrese non può più essere lasciata a burocrati che agiscono unicamente con obiettivi ragionieristici, non conoscendo per nulla i territori e del tutto, di continuo affermato, incompatibili con la regione che sono stati demandati a gestire. Come più volte sostenuto, gridato e approvato in una seduta del Consiglio Regionale,È e che il quadro della rete ospedaliera venga ridisegnato affidando alla politica questo compito. Giunta, consiglieri regionali e sindaci che di concerto e con il supporto anche di chi vive tutti i giorni la drammaticità della situazione, operatori sanitari, associazioni e semplici cittadini, trovino una soluzione adeguata ed equa per ogni territorio e ogni struttura sanitaria penalizzati e fortemente compromessi dai Decreti e da questo scellerato commissariamento.

“Italie – Dalla nazione all’unione autonomie e nuovi soggetti sociali”, presentato in Senato il libro di Orlandino Greco

COSENZA – È stata la Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica a Roma ad ospitare, nei giorni scorsi, la presentazione del libro “Italie – Dalla nazione all’unione autonomie e nuovi soggetti sociali”, scritto dal Consigliere Regionale della Calabria Orlandino Greco e dal Professor Giuseppe Ferraro, edito Rubbettino.

Paese per paese, luogo per luogo, città per città, indistintamente se si tratti di Meridione o Settentrione, in un incessante lavoro di contaminazione, così come la definiscono i due autori, Italie viene presentato e si presenta come un manifesto che sottende ad una prospettiva politica che intende imporsi come alternativa alle false ideologie, ai partiti centralisti e ancor di più a quelle figure che assurgono ai ruoli della politica con presunzione e arroganza o ai fomentatori di piazza, che distolgono da quel necessario percorso che porti alla riscoperta e alla riappropriazione del valore e del senso stesso della Politica, dialetticamente intesa e dove la res pubblica e il bene comune tornino a governare.

Di questo si è discusso nell’incontro, mondo politico, universitario e Filosofia si sono ritrovati al tavolo e in un dialogo aperto si sono confrontati sul passato, presente e futuro dell’Italia. Presenti i Senatori Paolo Naccarato e Renato Turano che, nel saluto iniziale, hanno espresso il loro plauso al testo e al suo messaggio che a ben vedere offre una prospettiva nuova e auspicabile sia come esigenza di riconsiderare la Politica uno strumento al servizio dei cittadini e del buon governo sia come visione di sviluppo, che si basa sull’equità e sulla risoluzione dei paradossi come quelli della questione meridionale, che hanno generato confusione e mistificazione, rallentando in primis il processo di unificazione, o meglio di Unità come è definita nel libro, ma anche di crescita e di sviluppo non solo delle regioni del Sud ma dell’intero Paese.

Uguale opinione è stata espressa dal professor Angelo Piazza, già Ministro della Funzione Pubblica, che ha ribadito come: «La vera chiave di volta è il superamento di uno schema -Nord e Sud- che si è dimostrato fallimentare e che non ha offerto soluzioni ma problematiche che oggi ancorano persistono e negano la crescita dell’intero Paese. E – continuando nel suo intervento – ha sottolineato come sia necessario dare valore alle Autonomie locali che devono proporsi e presentarsi ora, a differenza del passato, con una governance dei territori efficiente ed efficace, tenendo conto delle esigenze, delle problematiche e delle peculiarità differenti che ogni realtà ha e rappresenta».

Nella discussione, moderata dalla giornalista (SkyTg24) Manuela Iati’, che ha tenuto vivo il dibattito incalzando i relatori con domande partendo dagli argomenti e dagli spunti offerti dal libro, si sono toccati anche i temi caldi della politica di questi ultimi mesi. Nomina del nuovo governo, Referendum ma anche cittadinanza attiva e prospettive politiche nuove, dove la sfida è abbattere il centralismo statale che isola le periferie e le piccole comunità e assegnare agli enti locali un ruolo di maggiore rilevanza nei processi decisionali che riguardano le politiche territoriali, dove non solo i luoghi ma anche le Comunità, i Cittadini ritornino ad essere parte integrante delle decisioni e dell’azione di Governo.

Si tratta, quindi, di pensare un modello istituzionale partecipativo, per una confederazione democratica delle autonomie, senza confini, senza esclusioni.

«In questa direzione “Italie” rappresenta una formula politica che, nella volontà di unire l’Italia, superi gli schemi dei partiti centralisti e offra una nuova prospettiva che, ripartendo dalla territorialità, metta in campo altre questioni legate alla militanza, alla competenza, alla necessità di tornare alla politica come raggiungimento della felicità comune» ha commentato l’onorevole Greco.

 

Greco, Guccione e Sergio: una legge regionale per la fusione dei comuni dell’area urbana di Cosenza

I consiglieri regionali della Calabria Orlandino Greco, Carlo Guccione e Franco Sergio, fanno sapere in una nota congiunta, questa mattina si sono incontrati per definire una proposta di legge regionale per l’indizione di un referendum consultivo preliminare alla realizzazione della città unica dell’area urbana di Cosenza. «La proposta di legge regionale che presenteremo a breve – affermano nel comunicato – prevederà una consultazione preliminare all’approvazione degli atti deliberativi dei consigli comunali e del consiglio regionale per la fusione delle città di Cosenza, Rende e Castrolibero. E’ nostra intenzione, ritenendo estremamente rischiose le fusioni a freddo tra più comunità senza gli adeguati passaggi partecipativi, prevedere il coinvolgimento dei sindaci, dell’università, delle associazioni, del mondo delle imprese e dei sindacati al fine di definire lo statuto della città unica e redigere uno studio di fattibilità che verifichi la sostenibilità reale di questo processi». «Verificheremo – concludono Greco, Guccione e Sergio – la disponibilità dei sindaci di Cosenza, Rende e Castrolibero per un incontro nella prossima settimana per definire i passaggi da seguire per raggiungere l’obiettivo nel più breve tempo possibile».