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Cosenza, Mazzuca: “un video immortala le mosche nelle sale operatorie dell’ospedale”

COSENZA – “Basta, basta, basta. La misura non è colma, è stracolma. Anzi, la misura è, letteralmente, straripata. C’è, in rete, un video, che immortala, in una sala operatoria  dell’Ospedale di Cosenza,  immagini, terribilmente, terrificanti. Da Ospedale del Burundi“. La denuncia arriva da Giuseppe Mazzuca, presidente del Consiglio Comunale di Cosenza.

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Annunziata, inaugurato il Polo per la cura estetica delle pazienti affette da tumore

COSENZA . Ame Academy, in occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna, ha presenziato all’inaugurazione della nuova Breast Unit all’interno del Polo Oncologico dell’Ospedale di Cosenza. I centri multidisciplinari di senologia rappresentano lo stato dell’arte nella cura e assistenza di chi affronta un tumore al seno. Una Breast Unit non è necessariamente un luogo fisico, bensì un percorso unitario e multidisciplinare, che va dal protocollo di indagini diagnostiche per la diagnosi precoce, agli approfondimenti diagnostici, alla riabilitazione post-operatoria, fisica e psicologica, ai controlli nel lungo periodo (follow-up), compresa la gestione del rischio ereditario. Il punto di forza di tale processo consiste nella presenza e nel supporto delle associazioni di volontariato e di servizi specifici in favore delle pazienti. La donna è seguita da un’équipe di specialisti di differente formazione, curata secondo i più avanzati standard europei e accompagnata durante l’intero percorso terapeutico.

Ame Academy ed il nosocomio bruzio collaborano già da alcuni anni nel portare avanti un progetto specifico dedicato all’oncologia estetica, estendendo il concetto di bellezza anche in situazioni non certo semplici. L’estetica oncologica nasce dall’esigenza di sostenere e aiutare le donne affette da tumore a prendersi cura della propria bellezza e immagine nonostante la malattia. La qualità della vita di un paziente con cancro, grazie a trattamenti estetici adeguati, migliora dimezzando lo stress emotivo. In tale contesto l’estetica oncologica è la disciplina che declina i trattamenti estetici riservati a chi affronta queste particolari cure ed allo stesso tempo si propone di informare e assistere le donne a prendersi cura del proprio corpo. L’obiettivo è migliorare sia il benessere fisico per lenire gli effetti collaterali causati dalle terapie, sia il benessere psichico aiutando a rilassare la mente e il corpo.

Nel corso della presentazione è stato messo in rilievo la validità del percorso formativo e assistenziale proposto da Ame Academy che coinvolge direttamente gli allievi, consentendo loro di acquisire alte competenze in un settore in cui, oltre alla specializzazione, occorre declinare grande disponibilità e indiscusse doti umane.

Cosenza, “sangue infetto”. La famiglia Ruffolo impugna la sentenza di assoluzione

COSENZA – I difensori dei familiari di Cesare Ruffolo, gli avvocati Massimiliano Coppa, Giovanni Ferrari e Luigi Forciniti, hanno depositato il ricorso per cassazione per chiedere l’annullamento della sentenza di assoluzione del dott. Marcello Bossio, primario del reparto di immunoematologia dell’Ospedale di Cosenza quando a Cesare Ruffolo fu somministrata una sacca con sangue infetto da serratia marcescens che lo condusse a morte in poche ore.

La famiglia Ruffolo infatti, fa sapere che “..non ritiene coerente la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro quale giudice del rinvio, dopo due sentenze di condanna che avevano cristallizzato le prove di colpevolezza del primario Bossio e della gestione complessiva ed organizzativa dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, individuate dalla Procura della Repubblica di Cosenza, a seguito del complesso l’impianto accusatorio ricostruito dai P.M. Salvatore Di Maio e Paola Izzo, sulla scorta delle indagini del NAS dei Carabinieri di Cosenza e dei vari accessi delle Commissioni Ministeriali disposti dall’allora Ministro della Salute Beatrice Lorenzin”.

Ed infatti, precisa la famiglia, che “..le ispezioni Ministeriali disposte dal 2012 e fino all’agosto del 2013 avevano accertato che le non conformità rilevate durante le visite ispettive all’interno del centro trasfusionale dell’Ospedale di Cosenza, dove transitarono e furono verificate le sacche infette, contribuirono a determinare le condizioni predisponenti la genesi dell’infezione post trasfusionale contratta dai pazienti dei quali uno deceduto..”.

Intanto, anche la Procura Generale della Repubblica di Catanzaro, ha impugnato l’assoluzione di Bossio emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro rilevando l’assoluta erroneità della motivazione con la quale i giudici di Appello avevano mandato esente da responsabilità il medico con la formula per non aver commesso il fatto, rilevando numerosissime criticità nella condotta del Bossio in qualità di primario ospedaliero in posizione apicale.

Del resto, le sentenze del Tribunale di Cosenza e della Corte di Appello di Catanzaro precedenti al giudizi di rinvio, avevano messo a nudo un sistema di gestione molto discutibile e di chiara matrice difettuale oltre che non idoneo a garantire i minimi livelli di assistenza adatti ad un ospedale come quello di Cosenza, per come agevolmente evincibile dai rapporti ispettivi ministeriali, soprattutto in riferimento all’ interscambio ed all’approvvigionamento dal sangue necessario per tutte le attività sanitarie assistenziali oltre che in riferimento ai meccanismi di controllo.

Hanno concluso gli avvocati della famiglia: “Che l’esercizio dell’ars medica sia suscettibile di dar luogo ad errori e a potenziali responsabilità nell’alveo penale ed in quello civile, rappresenta una implicazione condivisa con qualsiasi altra attività umana, ma la vicenda del paziente Ruffolo ha investito inaspettatamente e con troppa violenza la sua famiglia con una inaccettabile inferenza sul rapporto fiduciario tra il cittadino ed il diritto alla salute irrimediabilmente compromesso, oltre che con una inspiegabile indifferenza della parte contrapposta. La vicenda impone il vaglio della Corte di Cassazione – e condividiamo pure i motivi di ricorso proposti dal Procuratore Generale di Catanzaro – non fosse altro che per quelle esigenze di garanzia riconnesse all’esercizio dell’attività medica che prevedono specifici spazi di interlocuzione tra tutti i soggetti del rapporto”.

Nonostante le plurime responsabilità accertate a carico dei soggetti che a vario titolo presero in carico il loro congiunto la famiglia Ruffolo, poi, segnala ancora anche il totale silenzio mantenuto dai vertici dell’Ospedale di Cosenza in tema di risarcimento del danno per la morte del proprio congiunto, nonostante le molteplici quanto gravissime criticità rilevate dagli Organi di Vigilanza ministeriale intervenuti. La parola passa alla Corte di Cassazione.

Donna investita a San Giovanni in Fiore, non è in pericolo di vita

SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – Non è in pericolo di vita la donna di 69 anni investita sulla strada panoramica di San Giovanni i Fiore.

Il conducente del veicolo si è subito fermato per prestare i soccorsi mentre sul posto è intervenuta la polizia Provinciale di San Giovanni in Fiore. Immediato l’intervento dei sanitari del 118 che hanno trasportato la donna all’ospedale di Cosenza. La sessantanovenne avrebbe riportato delle fratture. La dinamica dell’incidente è adesso al vaglio della polizia che sta eseguendo tutti gli accertamenti del caso.

 

 

 

Ospedale di Cosenza, Gentile, «Entreranno 53 nuovi medici» (AUDIO)

COSENZA – In città si continua a discutere sulla costruzione del nuovo ospedale e si manifesta per le presunte carenze di assistenza del Pronto Soccorso dell’Annunziata. Intanto dalla direzione generale del nosocomio cosentino fanno sapere che l’Azienda Ospedaliere sta lavorando per l’entrata in servizio di 53 nuovi medici. Abbiamo raccolto una breve dichiarazione del direttore generale Achille Gentile che vi proponiamo di seguito

 

“Trasporta un sogno”, iniziativa solidale a Rende

RENDE (CS) – C’è un grosso filo solidale che parte dal gruppo “La fabbrica dei sogni” e che intende arrivare a dare una mano d’aiuto concreta ai disabili di Rende. Si tratta del progetto “Trasporta un sogno”, una raccolta fondi per ripristinare il pulmino del trasporto disabili nel comune di Rende. La raccolta solidale, che avrà luogo dalle 8,30 alle 13 di domenica mattina in via Rossini a Rende, servirà anche a dotare di nuovi cuscini il Pronto soccorso dell’ospedale di Cosenza. Promotori del progetto sono il consigliere comunale di Rende Eugenio Aceto, il coordinatore locale dei giovani di Forza Italia Alessandro Esalaltato e da Larissa Volpentesta, presidente del circolo Forza Italia Rende.

Proclamata l’aggiudicazione provvisoria per lo studio di fattibilità del nuovo ospedale di Cosenza

ospedale-annunziata-cosenzaCOSENZA – La Commissione giudicatrice ha proclamato l’aggiudicazione provvisoria del servizio di redazione dello studio di fattibilità per il nuovo ospedale di Cosenza. La Commissione, che si è riunita oggi, in seduta pubblica, nella sede della Cittadella regionale, è stata presieduta – informa un comunicato dell’ufficio stampa della Giunta – dal dirigente generale del Dipartimento infrastruttre, lavori pubblici e mobilità, Domenico Pallaria, e composta dai dirigenti generali del Dipartimento tutela della salute, Riccardo Fatarella, della Stazione Unica Appaltante regionale, Mario Donato.

«L’attuale situazione di criticità dell’ospedale Annunziata – ha dichiarato il presidente Oliverio -, fronteggiata oggi in emergenza dall’Azienda ospedaliera di Cosenza, potrà essere definitivamente risolta solo attraverso la realizzazione di una nuova, razionale ed efficiente struttura ospedaliera. Lo stabile principale dell’attuale ospedale – ha sottolineato Oliverio – ha un impianto risalente, addirittura, agli anni ’30, carente di spazi adeguati e di idonei collegamenti verticali ed orizzontali; ma tutti gli altri plessi, seppur di realizzazione più recente ed oggetto di continui interventi di ristrutturazione, non consentono di soddisfare gli attuali requisiti richiesti alle strutture sanitarie, in termini di adeguatezza delle prestazioni funzionali, strutturali ed impiantistiche. Dopo tanti anni di mere previsioni sui percorsi da intraprendere, oggi la Regione Calabria dà una prima dimostrazione di concretezza. L’acquisizione dello studio di fattibilità del nuovo ospedale – ha infine rimarcato il presidente della Regione – consentirà di avviare un’attenta e ponderata riflessione sulle alternative possibili, localizzative, architettoniche e funzionali, che solo allora saranno supportate da dati tecnici ed economici, in grado di orientare le decisioni verso quella che avrà espresso il miglior rapporto costi-benefici, nei limiti delle risorse disponibili».

Nell’ambito dell’ampia e qualificata rosa dei concorrenti che hanno presentato offerta, è stata selezionata, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, quella proposta dal “Raggruppamento Temporaneo di Imprese” costituito da: STEAM S.r.l. (Capogruppo/Mandataria) – PINEARQ S.l.p. – Ingegnere Domenico Amendola studio professionale – Geologo Carlo Lappano.

Il responsabile del procedimento, dirigente del settore regionale opere pubbliche a titolarità regionale ed edilizia sanitaria, Pasquale Gidaro, informa che verranno immediatamente avviate le verifiche propedeutiche all’approvazione dell’aggiudicazione definitiva e quelle relative alla successiva sottoscrizione del contratto.

Morte in ospedale, la Procura indaga su dieci medici

COSENZA – Ancora una volta l’ospedale di Cosenza è finito al centro di un’indagine della Procura della Repubblica che avrebbe iscritto nel registro degli indagati dieci medici in servizio all’Annunziata. Un provvedimento scaturito a seguito delle indagini avviate dopo la morte avvenuta lo scorso venerdì di Franco Maierà. Secondo le prime risultanze l’uomo sarebbe deceduto per una emorragia nell’area del midollo spinale. La Procura ha nominato un medico legale per eseguire l’autopsia sul corpo. Sul registro degli indagati sarebbero finiti tre medici del pronto soccorso e sette del reparto di Neurochirurgia. L’uomo, che era giunto al pronto soccorso dopo essere rimasto coinvolto in un incidente stradale a Lattarico, era prima stato trasferito nel reparto di Geriatria e poi in Neurochirurgia dove era stato ritenuto non operabile. Le sue condizioni poi sono peggiorate fino a provocare il decesso.

Elezioni Cosenza, Mazzuca (PSE) contro Presta: “Non comprende i problemi dell’ospedale”

COSENZA – Alle prossime elezioni amministrative, previste per il mese di giugno, manca ormai veramente poco e s’infiamma sempre più la competizione tra i candidati alla poltrona più importante di Palazzo dei Bruzi. Questa volta, oggetto del contendere è la sanità locale, o meglio, le criticità che la riguardano. In particolare, la questione concerne il nuovo ospedale cosentino e ad esprimere le proprie perplessità circa le dichiarazioni del candidato a Sindaco Lucio Presta è Giuseppe Mazzuca (PSE).

“Solo chi non è di Cosenza e non conosce i problemi e le condizioni della sanità cosentina può prendersi il Ospedale-Civile-dell’Annunziata-di-Cosenzalusso di dire che un nuovo ospedale non è necessario e che va bene quello che c’è” ha sostenuto, infatti, lo stesso Mazzuca, proseguendo nella sua chiara frecciata al candidato di AmoCosenza. “Evidentemente il candidato del PD non ha mai avuto occasione di confrontarsi con le criticità e i problemi di un ospedale che è stato costruito nel lontanissimo 1939 e che, negli ultimi decenni,è stato vittima di un processo di lento ma incessante degrado e impoverimento. Probabilmente Presta parla così perché ha la possibilità di andare a curarsi altrove (noi gli auguriamo di non averne mai bisogno) e non si è mai posto il problema di verificare le condizioni strutturali, organizzative e tecniche dell’ospedale dell’Annunziata. Se lo avesse fatto si sarebbe accorto della situazione di grave emergenza e del rischio dell’implosione dell’ospedale civile di Cosenza per una drammatica mancanza di personale che rende difficile se non impossibile assistere al meglio i pazienti”.

Insomma, Mazzuca non le manda certo a dire a Presta e invita lo stesso a fare personalmente una visita al nosocomio locale, “ospedale hub che, ormai, ha di fatto perso questa funzione”, per rendersi conto in prima persona “di una situazione estremamente difficile aggravata dall’inerzia di questi anni e da scelte aziendali e politiche sbagliate che hanno messo definitivamente in ginocchio la nostra sanità”. Per questo, conclude Mazzuca nel suo intervento piccato, “l’unica strada percorribile in questa situazione è quella di realizzare un ospedale ex novo, come sostenuto da noi e opportunamente anche dal governatore Oliverio, che sia in grado di offrire ai cosentini cure moderne ed efficaci e si dimostri utile ad arrestare i flussi di mobilità passiva verso le altre regioni”.

Processo Romano Marino: Richiesta la condanna del Primario

TribunaleRomano Marino ha 13 anni quando viene ricoverato al seguito di una febbre molto alta che non accenna a placarsi, il 7.3.2010.  I medici, Domenico Sperlì, primario dell’Ospedale Annunziata di Cosenza, ed altri membri della sua equipe, “faticherebbero a riconoscere in lui, indici diagnostici evidenti e sufficienti della cosiddetta sindrome di Mas, o sindrome da attivazione macrofagica”. Questo, almeno, quanto asserito dall’ accusa. Dieci giorni più tardi, al seguito di un ricovero all’ Ospedale Bambin Gesù di Roma, la diagnosi corretta. Ma ormai è troppo tardi.

Tre arringhe per un’ udienza lunga tre ore, testimonianze, dati, documenti, prove e confutazioni per un processo lungo cinque anni che oggi si avvia alla conclusione della sentenza di primo grado. Tra il dolore di una madre che si appella a ricerche inascoltate, il silenzio di un padre che si affida alla giustizia delle Istituzioni e il rimbombo, ieri più che mai assordante, di due  agguerrite requisitorie, che si interrogano sulle motivazioni che avrebbero impedito ai medici dell’Ospedale di Cosenza di riconoscere una malattia “tanto rara quanto aggressiva, che, se presa in tempo, dona a chi ne è affetto la possibilità di completa guarigione” , arriva la richiesta del pm Bruno Tridico di condanna per l’imputato, ad un anno di reclusione.

Sull’ individuazione della malattia i cui sintomi, sempre secondo l’accusa, sembrerebbero riconosciuti dal protocollo internazionale, secondo il principio tempus regit actum, per la sindrome da attivazione macrofagica (MAS – HLH) in egual modo e misura a quelli di cui l’adolescente era affetto e sull’ errata cura della stessa, si sono basate le arringhe degli Avv.  Antonio Quintieri e Francesco Iacovino e del Pubblico Ministero  Bruno Tridico.

I mancati consulti da parte del personale medico di Cosenza con quello di Roma, l’assenza di comunicazione alla famiglia in merito ai provvedimenti adottati e da adottare, le numerose incongruenze riportate sulle cartelle cliniche che arriverebbero ad attestare esami sul paziente quando questi era già assente, le giustificazioni, definite “implausibili”, che avrebbero indotto a non indicare la corretta diagnosi e il motivo, ancora ameno, della mancata persistenza della somministrazione di cortisone, unico medicinale in grado di ridurre i sintomi febbrili durante il ricovero del ragazzo, le motivazioni che, secondo l’Accusa, dimostrerebbero che il decesso di Romano non sarebbe attribuibile alla comparsa della malattia, quanto al suo mancato riconoscimento.

“La paura non è una condanna del destino, né una condizione caratteriale. E’ il senso pavido della vita di chi non vuole cambiare o non vuole far mutare, migliorandole, le cose intorno a sé. Abbiamo bisogno della forza e della saggezza della Giustizia per trionfare sui ns timori, sui ns pregiudizi, su noi stessi. Dopo la “guerra” saremo tutti un po’ più liberi e un po’ più puliti. Abbiamo bisogno ora, che qui, oggi, si accenda una scintilla.”  Lunedì, 22giugno, le ragioni della Difesa e la sentenza definitiva, attesa, come sottolinea l’Avv. Iacovino, “scevra da pregiudizi ed istanze estranee al dibattito processuale”.

Lia Giannini