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Mendicino ricorda le vittime di violenza con la panchina rossa e la villetta comunale intitolata a Roberta Lanzino

MENDICINO (CS) – Chi ha avuto la fortuna di conoscere Roberta Lanzino conserva il ricordo del suo spendersi in modo incondizionato per aiutare gli altri. «Ricordo che un giorno mi chiese di andare al supermercato a fare la spesa, non mi disse il motivo; poi, anni dopo, seppi che andò in Sila dove trascorse alcuni giorni in compagnia di amici per aiutare un’amica che attraversava un momento difficile», racconta Franco Lanzino, padre di Roberta, la ragazza stuprata e uccisa sulla strada di Falconara Albanese il 26 luglio del 1988. A 30 anni da un omicidio ancora senza colpevoli, la città di Mendicino, su proposta di Francesco Graziano e Valentina Spizzirri dell’associazione “La ginestra”, ha intitolato alla memoria di Roberta la villetta comunale di via Ottavio Greco. «La violenza rappresenta la parte negativa dell’uomo, chi commette violenza ai danni di chi non può difendersi commette un atto ancora più grave. Oggi inauguriamo questa villetta che porta il nome di Roberta Lanzino, un gesto simbolico di sostanza, non di forma. È nostro dovere contrastare la violenza attraverso l’amore», conclude il sindaco Antonio Palermo. Emozionato Franco Lanzino che avanza due proposte: la realizzazione di un viale su cui piantare un albero per ogni nuovo nato; e la realizzazione di un anfiteatro per ospitare eventi culturali. Con dolcezza e grinta lancia un messaggio che sa di ascolto e comprensione: «dobbiamo ritrovare noi stessi per acquisire autostima e rispettare gli altri. È necessario essere d’esempio per i bambini, ascoltarli , parlare con loro. Sono tre i principi su cui si basa la fondazione “Roberta Lanzino”: dare e nulla chiedere; dare e non prendere; amare non per essere amati. Quando abbiamo compreso cosa sia la sofferenza, occorre farla nostra per offrire un sostegno che va dato in silenzio; Roberta ci ha lasciato il suo altruismo, lei era sempre disponibile ad aiutare gli altri». Una generosità fatta in silenzio,che vive nella casa che porta il suo nome, una linfa vitale a favore dei più deboli: «La casa che abbiamo costruito può ospitare fino a 25 persone tra donne e bambini vittime di violenza, dal 1° gennaio al 31 ottobre abbiamo ospitato, in modo del tutto gratuito, 49 persone in questa casa bellissima in cui si respirano pace e amore», conclude Franco.

LA PANCHINA ROSSA

Su iniziativa dell’amministrazione comunale, anche quest’anno, in concomitanza con la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, sono stati organizzati eventi che si sono articolati in più giornate: la presentazione del libro di Luciana Maiolino, “Io non voglio morire”, il 25, la proiezione del film “Arcangela Filippelli. Martire della purezza” il 26, e l’intitolazione della villetta comunale e l’installazione della panchina, previste il 26 e rimandate ad oggi a causa della pioggia. Sempre questa mattina, in collaborazione con la Onlus PGE, è stata installata nei pressi della sala consiliare, che tra l’altro ospita lo sportello d’ascolto antiviolenza, la panchina rossa in ricordo delle donne vittime di violenza. Un gesto altamente simbolico frutto di riciclo: «si tratta di una vecchia panchina ormai in disuso, conservata da tempo in un garage. Maria Pia Chiarello, una cittadina di Mendicino, si è occupata del restiling», racconta la consigliera Margherita Ricci. Presenti, oltre al sindaco e alla consigliera Margherita Ricci, anche gli assessori Angelo Greco, Irma Bucarelli, Francesco Gervasi, il consigliere Ignazio Giordano, gli alunni dell’Istituto comprensivo di Mendicino che hanno tenuto un piccolo discorso, e Franco Lanzino che ha tracciato un ricordo della figlia Roberta.


 

 

 

 

 

 

 

Rita Pellicori

Castrovillari, nuovo atto vandalico alla panchina rossa contro la violenza sulle donne

CASTROVILLARI – Un duro colpo, nel capoluogo del Pollino è stato perpetrato, per la seconda volta, ai danni della panchina rossa, simbolo della lotta al femminicidio, posta affianco il portone del Protoconvento Francescano.

La targa affissa sulla panchina è stata infatti ritrovata in frantumi e sdradicata dal supporto che la sosteneva.

Il gesto, forse mirato, vista la scottante tematica della violenza sulle donne, ha suscitato nuovamente, lo sdegno della promotrice del progetto, la dott.ssa Ivana Grisolia e delle diverse associazioni, cittadini e istituzioni che hanno sostenuto l’iniziativa di installazione della panchina due anni fa ormai, quando il 14 maggio 2016 venne inaugurata nel giorno della festa della mamma per sottolinearne l’importanza e l’alto significato simbolico.

Diversi gli attestati di sdegno, primo fra tutti quello del Sindaco di Castrovillari Domenico Lo Polito

«Nuovamente un gesto vandalico contro ‘la panchina rossa” – ha dichiarato il Primo cittadino -. Ancora una volta, però, l’accaduto ci offre la possibilità di ricordare il significato di quella panchina, contro la violenza, a tutela della donna. Ma sottolinearne il significato serve a rendere ancora più meschino il gesto di chi rivolge il proprio atto vandalico verso un bene pubblico ma dall’alto valore civile e morale. Da qui l’amarezza, di chi cerca di profondere impegno ed energia per la crescita culturale di una società, vero motore del vivere civile, e poi vede il proprio lavoro vanificato dal solito “balordo”. Non è stato in caso aver posizionato la panchina rossa avanti il protoconvento. Quello è il nostro polo culturale più importante, con teatro, biblioteca, museo, pinacoteca. Li si svolgono attività significative e da ultimo la fiera degli editori. Evidentemente per alcune coscienze nulla di positivo attecchisce. Ma tutto questo non ci esime dallo stigmatizzare ancora una volta il vile gesto».

Anche il Presidente dell’ente Parco Nazionale del Pollino, On. Domenico Pappaterra, si unisce al grido di sdegno

«L’unica cosa da fare – ha detto – è cancellare le brutte azioni, rimediando all’atto vandalico e ripristinando la panchina al più presto, proteggendo nella nostra memoria le belle azioni, con l’impegno di attivarne di nuove! La giornata del 14 maggio e quella panchina ci dimostrano che lo sappiamo e possiamo fare».

Il Segretario Giovanni Fazio, a nome di tutto il circolo Pd di Castrovillari, rinnega ogni forma di violenza e soppruso e in particolare afferma che vandalizzare un bene pubblico dall’alto significato simbolico è gesto vile, sintomo di grande degrado e ignoranza.

«E’ una battaglia soprattutto culturale – sostiene – con la deposizione di una targa nuova se ne ribadisca nuovamente l’importanza e si offrano momenti di condivisione e riflessione».

Al parere unanime delle Istituzioni si unisce quello della Prof.ssa Donatella Laudadio, già assessore provinciale alle pari opportunità.

«La vandalizzazione della Panchina Rossa al Protoconvento – dichiato Laudadio -, la distruzione della targa e la sua frantumazione suscitano gravi motivi di preoccupazione ed allarme. Quella panchina e la targa sono un simbolo della cultura della non violenza e della parità non solo di genere, ma di ogni condizione di diversità . La panchina e la sua targa erano diventate quindi un pezzo di identità della nostra collettività, e come tale toccava ad ogni cittadino tutelarle e difenderle. E invece si è voluto distruggerle, proprio per mortificare le battaglie democratiche, in nome di una visione malata della società, alimentata dall’ignoranza e dalla nuova barbarie che produce femminicidi, stupri, episodi terribili di bullismo, rastrellamenti e deportazioni di immigrati, negazione di diritti per tutti quelli che sono definiti diversi. A questa ventata antidemocratica, esprimo esecrazione e sdegno, nella speranza che le forze sane del Paese abbiano ragione della follia autoritaria, xenofoba e maschilista che ci segnala tristemente e vergognosamente tra le Nazioni attualmente più retrive d’Europa».

Gli altri messaggi di vicinanza

Tra le associazioni che hanno sostenuto e continuano ad appoggiare l’iniziativa troviamo Khoreia 2000 che si dissocia da ogni forma di violenza e soppruso. Anche la Chiesa manifesta il suo sdegno con le dichiarazione del Parroco della SS. Trinità, Don Nicola De Luca: «Ciò che è stato compiuto nel rione del centro storico detto Civita in prossimità del Protoconvento Francescano e della chieda Santissima Trinità, alla panchina simbolica contro la violenza sulle donne è un gesto deprecabilissimo. Voglio credere a una delle tante azioni vandaliche a cui sovente assistiamo nella nostra cittadina e non a uno sfregio al significato altissimo che il piccolo monumento con la sua tarda inaugurata e benedetta proprio un anno fa rappresenta. Sarebbe manifestativo di una cultura di violenza e di odio ancor più deprecabile. Credo dovremmo avere più intelligenza e cuore nel custodire, rinnovare e conservare tutto ciò che di bello fa da cornice alla nostra cittadina e al tempo stesso avere la consapevolezza civica, umana e cristiana che ogni forma di odio non fa altro che generare altro odio. La nostra è chiamata all’edificazione della civiltà dell’amore». 

«Questo gesto arrogante e prepotente – ha dichiarato infine la promotrice Ivana Grisolia – vuole lanciare un  segnale di supremazia e potere molto allarmante verso chi combatte ogni giorno questa battaglia contro ogni forma di violenza. La panchina avrà sempre la sua targa affissa a rappresentare il sacrificio delle donne vittime di femminicidio. Non sarà un gesto vile a fermarci. Uniti:  cittadini, associazioni e Istituzioni la lotta contro l’ignoranza e la prepotenza continua e si può vincere, a costo di realizzare decine e decine di targhe, perché se loro distruggono noi ricostruiamo. Ora e all’infinito».

Cosenza, danneggiata la panchina rossa in ricordo delle vittime di femminicidio

COSENZA – «Era il 24 novembre e grazie alla generosità dell’azienda Caffè Aiello come Circolo della stampa di Cosenza posizionammo una panchina rossa sull’area pedonale di Corso Mazzini. Una panchina in ricordo di Maria Rosaria Sessa e di tutte le donne vittime di femminicidio. Stamattina l’amara sorpresa: qualche vandalo ha sfregiato quello che era un simbolo contro la violenza. Un atto inqualificabile che offende tutti noi, tutte le vittime a cui era stata dedicata. Oggi – simbolicamente- le hanno uccise un’altra volta». È quanto si legge in una nota del direttivo del Circolo della Stampa composto dai giornalisti Franco Rosito (presidente), Franco Lorenzo, Franco Mollo, Monica Perri, Emily Casciaro, Franco Bartucci e Raffaele Zunino. «Come Circolo ci siamo immediatamente attivati con l’amministrazione comunale per provvedere al ripristino della panchina e ci è stato assicurato che già domani sarà effettuato un sopralluogo. Ci auguriamo che il danno non sia irreparabile. All’inciviltà di chi ha voluto distruggere un simbolo contro la violenza, registriamo tanta indignazione da parte di cittadini e associazioni che si sono sentiti profondamente colpiti da questo inqualificabile gesto. Per questo crediamo che il segnale da dare subito ai questi codardi sia quello di sistemare e rendere nuovamente fruibile la panchina rossa. Ricostruirla significa rispondere: i simboli della violenza e del martirio subìto non si toccano». (Immagine di repertorio)

 

Castrovillari, una panchina contro il femminicidio

CASTROVILLARI (CS) – Domenica 14 maggio, nel giorno della Festa della mamma, alle ore 10, sarà inaugurata a Castrovillari una panchina rossa, simbolo del femminicidio, collocata di fianco al portone del Protoconvento Francescano. L’evento nasce dalla sensibilità di una cittadina, Ivana Grisolia, dottoressa in Discipline Economiche e Sociali, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Castrovillari. Una panchina è il luogo in cui ci si ferma un attimo, a riposare, riflettere e pensare. Un luogo in cui si sono sedute tante mamme, sorelle, amiche, mogli. Rossa come il colore del sangue di tante, troppe, donne uccise.

«Un evento che vuole sensibilizzare ad un tema divenuto oggi una vera e propria piaga sociale – ha dichiarato la promotrice del progetto -. Abbiamo scelto, insieme all’Amministrazione comunale, il Protoconvento in quanto location di numerosi eventi culturali, nonché sede della Biblioteca civica. Siamo convinti, infatti, che solo con la cultura, si possano combattere l’ignoranza e la violenza».

All’evento, introdotto da Ivana Grisolia, interverranno: il sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito, la sua vice, Francesca Dorato, il presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, il consigliere provinciale e sindaco di San Basile, Vincenzo Tamburi. Inoltre, le associazioni aderenti all’iniziativa (Khoreia 2000, Eunomia, Centro anziani “Varcasia”, Aiga, Mystica Calabria, Accademia Pollineana, Centro anziani “L’Amicizia”), i sindaci del territorio e le Forze dell’Ordine. Saranno presenti anche il Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino”(con sede a Cosenza) e, per la Fondazione “Roberta Lanzino onlus” (con sede a Rende), i genitori della giovane studentessa uccisa brutalmente nel lontano 1989. Roberta, vittima di femminicidio, stava andando al mare, a bordo del suo  blu, sulla vecchia strada di Falconara Albanese, quando qualcuno probabilmente la segue e, dopo averla violentata, la uccide. A coordinare i lavori, Vincenzo La Camera, giornalista e direttore di Paese24.it. Durante la manifestazione saranno lette poesie e monologhi a tema.

«E’ un’iniziativa – commenta il sindaco – che sottolinea la grande sensibilità della nostra cittadina attraverso singoli e associazioni. In questo caso, la profondità dell’animo sociale umano si manifesta in un campo, quella della violenza sulle donne, sempre più centrale in una società in cui si verificano frequentemente episodi di sopraffazione. Da qui – conclude Lo Polito – il mio plauso a chi ha proposto l’iniziativa perché l’ha seguita e realizzata con spirito di coinvolgimento».

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