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Pancreatite cronica, delicato intervento di alta chirurgia all’Annunziata

COSENZA – E’ stato eseguito pochi giorni fa,  in un paziente di 55 anni con pancreatite cronica calcifica fibrosclerotica diffusa, presso l’Unità Operativa di Chirurgia Oncologia e Laparoscopica, un intervento di Splenopancreasectomia subtotale con asportazione in blocco di Aneurisma dell’arteria splenica alla sua emergenza.

L’intervento, che ha comportato l’asportazione in blocco della milza e gran parte del  pancreas, lasciando in sede una piccola porzione di quest’ultimo ,  in modo tale da poter   risparmiare il duodeno, è risultato particolarmente difficoltoso e complesso sia per la patologia in sé, che coinvolgeva diversi  organi in prossimità del  pancreas, sia per la presenza di un aneurisma dell’arteria splenica in un punto che lo rendeva particolarmente pericoloso. Proprio in considerazione di quest’ultimo elemento, è stata richiesta la collaborazione, preziosa, dei medici dell’UOC di Radiologia interventistica che, il giorno prima, hanno eseguito un’ embolizzazione dell’arteria stessa.

L’intervento è stato eseguito dal dr Pietro Covello, primo operatore , dal dr Antonio Perri,  direttore dell’UOC     Chirurgia Oncologica e Laparoscopica  e dal dr Francesco Novello, specializzando in chirurgia generale presso l’Università di Catanzaro.

Attualmente il paziente è in degenza in reparto, con un buon decorso post operatorio

«Si tratta di un intervento di rara esecuzione e  di alta complessità – ha dichiarato il Direttore Generale, Achille Gentile –  che dimostra ancora una volta l’alto livello chirurgico dell’Hub di Cosenza, in grado di fornire risposte adeguate all’utenza anche in casi per i quali, specialmente in passato, si riteneva necessaria l’emigrazione fuori regione» Gentile, nell’esprimere viva soddisfazione per l’intervento condotto con successo dall’equipe chirurgica,  ha sottolineato  come «proprio queste punte d’eccellenza hanno  consentito, nell’anno in corso  di registrare una sensibile diminuzione della  migrazione in uscita e un trend positivo di quella in entrata».

Il CNR di Rende tra i protagonisti di una ricerca per sconfiggere il tumore al pancreas

RENDE (CS) –  Il carcinoma del dotto pancreatico è il più comune tumore che colpisce questa ghiandola. Le sue percentuali di guarigione sono minime, non solo a causa delle difficoltà di una diagnosi precoce, ma anche per l’assenza di un trattamento farmacologico specifico. Nuove speranze giungono da uno studio pubblicato su Scientific Reports dall’Istituto di nanotecnologia del Cnr, sede di Rende (Cs), in collaborazione con un team di ricercatori francesi e spagnoli. Una molecola utilizzata da tempo per curare gli stati d’ansia si è rivelata utile ad interferire nell’attività di una proteina a struttura disordinata, coinvolta nei processi di sviluppo del tumore al pancreas. Il cancro al pancreas è uno dei tumori più letali e i farmaci finora a disposizione per combatterlo sono solo i generici trattamenti chemioterapici. Il coinvolgimento in questa patologia della proteina Nupr1, appartenente alla classe speciale delle ‘proteine intrinsecamente disordinate’, è stato dimostrato fin dagli anni ’90 da un’équipe dell’Istituto nazionale della sanità di Marsiglia. L’obiettivo di individuare una molecola in grado di inibire questa proteina è stato ora raggiunto grazie a uno studio condotto dall’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nanotec) di Rende (Cs), in collaborazione con l’Università della Calabria e varie unità di ricerca spagnole, tra cui le università di Elche e di Saragozza, il Centro di malattie epatodigestive di Madrid e il Cancer Center di Marsiglia. «La ricerca è cominciata con lo screening di oltre mille farmaci già approvati per varie indicazioni terapeutiche», spiega Bruno Rizzuti del Cnr-Nanotec di Rende. «L’uso combinato di tecniche sperimentali e di simulazioni al calcolatore ha permesso di identificare alcuni di questi farmaci in grado di interagire con la proteina Nupr1. Esperimenti ‘in vitro’ hanno poi dimostrato che i composti selezionati sono capaci di diminuire la vitalità delle cellule tumorali, di ridurne le capacità di migrazione e di sopprimere completamente la possibilità di formazione di colonie. Il composto più efficace – una molecola nota come trifluoperazina, finora utilizzata solo per la sua azione antipsicotica – è stato sperimentato ‘in vivo’ su cellule del tumore del pancreas umano trapiantate su modelli murini, e si è dimostrato in grado di arrestare completamente lo sviluppo della malattia. La molecola in questione ha avvalorato un’efficacia antitumorale superiore perfino ai più potenti trattamenti chemioterapici finora disponibili». «Secondo uno dei dogmi della biologia classica”, aggiunge il ricercatore del Cnr-Nanotec, la conformazione di una proteina dovrebbe essere unica e ben definita per consentire a ciascuna di queste ‘macchine molecolari’ di svolgere una precisa funzione. Le ‘proteine disordinate’ rovesciano la validità di questo principio e, grazie alla loro struttura flessibile, sono in grado di svolgere molteplici funzioni di comunicazione e regolazione cellulare. Tuttavia, quest’assenza di elementi strutturali ben definiti appariva in passato un ostacolo invalicabile per procedere al design razionale di farmaci selettivi per contrastarne l’azione. La dimostrazione della possibilità di individuare molecole attive in grado di inibire le ‘proteine disordinate’ è un importante passo in avanti che cambia completamente lo scenario nella lotta a numerose patologie e apre la possibilità di moltiplicare il numero di bersagli molecolari che si possono colpire attraverso l’uso mirato di farmaci».