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Don Giancarlo Gatto, «Ho agito in buona fede, i soldi sul conto della parrocchia»

LAGO (CS) – Ha suscitato non poco scalpore la vicenda che ruota attorno alla figura di Don Giancarlo Gatto, parroco del Santuario della Madonna delle Grazie di Lago, in provincia di Cosenza, che si sarebbe impossessato dell’oro appartenente alla Madonna, del valore di circa 30.000.

Una faccenda che ha fatto indignare e non poco la comunità e il mondo ecclesiastico. Il sacerdote avrebbe ammesso i fatti, giustificandosi con la necessità di sanare i debiti della parrocchia, ma il “richiamo” da parte della curia cosentina non è tardato ad arrivare. Mons. Francesco Nolè attraverso un comunicato stampa diramato nei giorni scorsi si è dichiarato «sorpreso e amareggiato per quanto è accaduto nella comunità di Lago, divisa e provata da alcune decisioni che il parroco avrebbe messo in atto senza consultare i superiori, né chiedere i permessi dovuti alle competenti autorità ecclesiastiche». Tant’è che Nolè ha invitato Don Giancarlo Gatto «ad un atto di umile responsabilità nel chiedere pubblicamente scusa alla comunità».

 

Il sacerdote, «proclamo la mia assoluta ingenuità»

Intanto Don Giancarlo proclama la sua ingenuità più assoluta attraverso un post sui social ammettendo che i soldi ricavati dalla vendita dell’oro appartenente alla Madonna sono affluiti nel conto della parrocchia.  «E in attesa del promesso pronunciamento del Vescovo invito tutti a ricercare nella preghiera a Gesù e Maria la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità».«

Consegnato alla Parrocchia il nuovo Palazzetto dello Sport

ALTOMONTE (CS) – Nella giornata di ieri,  alla presenza del Vescovo della Diocesi di Cassano Mons. Francesco Savino, del Sindaco di Altomonte   Giuseppe Lateano, dell’Assessore allo Sport Michele Vitiritti, del Consigliere provinciale  Vincenzo Tamburi,  del responsabile della Federazione  Italiana Tennis (FIT)  regionale Giuseppe Lappano  e  di altre autorità civili e religiose, è stato consegnato  alla Parroco della Parrocchia di Santa Maria della Consolazione Anatole Tshimanga Milambo, il Palazzetto dello Sport.   L’area dove sorge l’impianto sportivo, è ubicato ai margini di una frazione comunale di Altomonte denominata “Casello”.  La zona oggi rappresenta una delle più popolose della cittadina e presenta altre strutture pubbliche tra cui la Chiesa dell’Immacolata Concezione, la Scuola comunale e il Parco Naturalistico “G. De Rosa”, con aree attrezzate per la pesca sportiva e percorsi benessere.     L’assessore allo Sport Michele Vitiritti lo definisce un avvenimento importante per la comunità di Altomonte e per i giovani amanti dello sport.  Inoltre, l’Assessore spiega come   la collaborazione con la Parrocchia di Santa Maria della Consolazione e con il suo Parroco, mira a produrre attraverso il centro sportivo un polo di aggregazione multifunzionale per favorire tutte le attività di carattere sociale, di contrasto alle devianze, dipendenze e tossicodipendenze nonché di prevenzione della microcriminalità, bullismo e teppismo.  La consegna del palazzetto dello sport, come è stato sottolineato Mons. Francesco Savino, dopo la cerimonia di benedizione della struttura, ha lo scopo  non solo  di  organizzare attività sportive e ludiche per i giovani  di Altomonte, ma  grazie alla cooperazione dei parroci  e della comunità  altomontese si propone  come  luogo di aggregazione, nel quale creare un clima favorevole per  incentivare un progetto di educazione alla fede, in cui tutta la comunità, la famiglia e i giovani stessi possono essere protagonisti responsabili.  La manifestazione si è conclusa con l’esibizione sportiva deli ragazzi del CSI (Centro Sportivo Italiano) dell’Oratorio di Altomonte, della Scuola calcio “Gigi Meroni” e del Circolo tennis di Altomonte.

Arrestato sacerdote. Adescava minorenni in chat

PedofiliaREGGIO CALABRIA – Prostituzione minorile, sostituzione di persona, detenzione di materiale pedopornografico ed adescamento di minorenni. Con queste accuse, la squadra mobile di Reggio Calabria ha tratto in arresto un sacerdote di 44 anni della Piana di Gioia Tauro. Secondo quanto si è appreso le indagini hanno preso avvio nel marzo scorso quando i poliziotti hanno sorpreso casualmente il sacerdote, a bordo della sua automobile, in compagnia di un ragazzo minorenne con il quale aveva consumato un rapporto sessuale pagando la somma di venti euro. Il minore ha riferito di aver conosciuto il sacerdote attraverso una chat per incontri omosessuali, attraverso la quale però il prete si fingeva un ricercatore scientifico e si presentava sotto falso nome. Dopo i primi contatti attraverso la chat i due hanno stretto rapporti più stretti, messaggiandosi con Whatsapp. Il sacerdote ed il minorenne hanno quindi fissato un incontro e pattuito la somma di 20 euro per la prestazione sessuale. Il rapporto è stato consumato ed il denaro pagato poco prima che i poliziotti rintracciassero i due a bordo dell’auto del sacerdote. Dopo il racconto del minorenne, gli agenti hanno avviato una serie di verifiche durante le quali hanno accertato che l’uomo era il prete di una parrocchia della Piana di Gioia Tauro. Gli investigatori hanno effettuato anche numerose intercettazioni telefoniche dalle quali è emersa la conferma al racconto del minorenne. Durante una perquisizione, nell’abitazione del religioso sono state rinvenute tracce di numerose chat con richieste di incontri sessuali, con ragazzi minorenni o con persone adulte, a pagamento ed anche gratuiti, alcuni dei quali consumati. Gli agenti della squadra mobile reggina hanno trovato e sequestrato anche video autoprodotti con incontri sessuali e file con immagini a sfondo omosessuale. Il sacerdote è stato trovato anche in possesso di materiale pedopornografico che aveva acquisito chattando ed aveva memorizzato nei suoi smartphone di ultima generazione. Il prete è indagato anche per sostituzione di persona perché durante gli incontri si attribuiva falsi nomi e diceva di svolgere professioni diverse da quella effettiva. La diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, dopo la notizia dell’arresto, ha diffuso una nota nella quale invita i “fedeli tutti a restare uniti nella preghiera per esprimere la vicinanza al sacerdote nel clima di quest’anno della Misericordia”.

Cena solidale della Caritas di Pentone, banco alimentare a rischio

PENTONE (CZ) –  Una cena sobria e qualche ora passata insieme tra suoni d’oltreoceano e convivialità, si è tenuta venerdì presso il salone del Santuario di Termine. Per il terzo anno, il gruppo Caritas della parrocchia di Pentone ha organizzato una cena solidale per raccogliere fondi a favore delle famiglie in difficoltà. A inizio serata, i saluti del parroco, Don Gaetano Rocca e del referente della Caritas parrocchiale, Filippo Pullano. Oltre a introdurre allo spirito della serata, i due hanno fatto il punto sul banco alimentare: fino alla fine del 2013, tramite il programma europeo PEAD, sono arrivati direttamente i prodotti alimentari, ma Parlamento e Commissione europea hanno deciso di sostituire l’invio di derrate alimentari con il trasferimento di fondi.

Il banco alimentare, quindi, per il momento rischia di restare a secco: migliaia di persone potrebbero perdere un aiuto fondamentale.  Per questo motivo, la Caritas di Pentone ha fatto sua un’iniziativa alternativa: la rete della solidarietà. Ogni mese, il primo mercoledì del mese, chi aderisce può donare dei generi alimentari.  Secondo quanto può e vuole dare. «Anche due litri di latte vanno bene», ha precisato Filippo Pullano. Chi volesse contribuire in questo senso, può contattare il referente (filippo.Pullano@poste.it o 3389986961).

La cena di venerdì è stata sobria in accordo con lo spirito dell’iniziativa. A prepararla, i volontari e le volontarie del gruppo Caritas che nel pomeriggio si sono messi ai fornelli. Dopo la cena, i tavoli sono stati messi da parte per lasciare spazio al gruppo della scuola di danza ‘Caribe Soy’, delegata in Italia a rappresentare l’ I.D.C. Colombia (Instituto Districtal de Cultura) e diretta da Nelsa Lucìa Anillo Gòmez. I ballerini e le ballerine hanno proposto anche la cumbia colombiana, incontro fra Africa, Europa e cultura indigena. Il gruppo è in linea con lo spirito della serata. Ogni anno, infatti, raccoglie fondi per la Fondazione Natuzza e per associazioni colombiane.

 

 

 

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Rita Paonessa