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Presentazione di due volumi al Tropea Festival

TROPEA – Nel pomeriggio dello scorso sabato si sono svolte a Tropea le presentazioni di due volumi, La famiglia Montalbano di Saverio Montalto e Lettere dal centro del mondo, carteggio tra Sciascia e Mario La Cava.
Il primo libro è una nuova edizione del romanzo di Montalto, per Edizioni Periferia, ed è stato presentato da Maria Fontana Ardito, responsabile editoriale della rivista “Periferia”, Pasquale Falco, fondatore della stessa rivista, e Marco Gatto per l’Università della Calabria.
La discussione si è incentrata sull’importanza del romanzo: scritto tra il 1939 e il 1940, ma pubblicato soltanto nel 1973, secondo i curatori il libro rappresenta la prima rappresentazione organica della mafia nella letteratura italiana, precedente a Il giorno della civetta di Sciascia – il quale, durante la stesura del suo romanzo, avrebbe avuto ben presente il valore dell’opera di Montalto.
Secondo la Ardito, la critica ancora restia ad accettare l’importanza di quest’opera dovrebbe riflettere liberamente sul suo valore, anche analizzandolo come romanzo di formazione: viene descritta l’evoluzione del protagonista, la quali si snoda soprattutto attraverso le funzioni della denuncia e del viaggio.
Marco Gatto, peraltro autore della prefazione di questa edizione,  insiste invece sulla durezza del romanzo: la storia che si dipana ne La famiglia Montalbano è dura, spietata, e anche nel finale non si individua che una disillusa affermazione dell’impossibilità della giustizia sociale. L’atteggiamento di Montalto nei confronti del contesto meridionale è di disincanto, e si esprime attraverso un realismo che sottolinea quei tratti della mentalità mafiosa che solo oggi si iniziano a studiare criticamente – come, ad esempio, il ruolo della donna nell’organizzazione criminale.
Pasquale Falco, infine, ha tenuto a sottolineare l’importanza di questa nuova edizione del romanzo, un “pugno in faccia” ad una mentalità che tende a bloccare chi non è “sponsorizzato” e fiancheggiato, e che si rivela sempre più italiana – e non soltanto meridionale.

Alle 17 si è quindi svolta la seconda presentazione. Il volume presentato (pubblicato dalla Rubbettino) è una raccolta dell’epistolario tra Leonardo Sciascia e Mario La Cava tra il 1951 e il 1988. Alla presenza di Milly Curcio e Luigi Tassoni, curatori dell’edizione, e di Valter Vecellio, giornalista, si è discusso sulla valenza della discussione tra letterati e sul rapporto tra autore e lettore.
“Gli scrittori non esistono senza lettori” ha detto Tassoni, insistendo sul valore che qualsiasi scrittura – anche quella che appare più intima e privata, come può appunto essere l’epistolario – riveste; ogni frase ha un suo senso da rapportare al contesto e può raccontare sempre qualcosa.
La serata è stata allietata dalle interpretazioni di Enzo de Liguoro e Giacomo Battaglia, che hanno letto – rispettivamente – La Cava e di Sciascia in alcune delle missive più esemplificative del rapporto d’amicizia presente tra i due scrittori. Numeroso e interessato il pubblico, che comprendeva anche alcune classi della scuola media dell’Istituto “Telesio” di Reggio Calabria.

Francesco Corigliano

Commissione Cultura Ospita lo Scrittore Luca Le Piane e l’Editore Pasquale Falco

COSENZA – Adoperarsi in tutti i modi per promuovere lo studio della Costituzione nelle scuole.

Un’esigenza divenuta insopprimibile, anche in virtù di quella crisi di valori che sembra travolgere sempre di più la società e soprattutto i giovani cui un percorso di conoscenza e di approfondimento, orientato verso la cittadinanza attiva, potrebbe risultare utile e costruttivo nella loro formazione.

L’impegno lo ha assunto la Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta da Claudio Nigro. Lo spunto lo ha offerto un libro, “Cittadinanza e Costituzione. Per una pedagogia della solidarietà” pubblicato lo scorso anno, per le edizioni “Periferia” di Pasquale Falco, di cui è autore un ricercatore cosentino, Luca Le Piane, contrattista dell’Università della Basilicata.

Sia Le Piane che il suo editore Pasquale Falco sono stati ospiti della Commissione cultura del Comune di Cosenza per illustrare la loro proposta di avviare percorsi di cittadinanza attiva nelle scuole, attraverso approfondimenti mirati allo studio della Carta costituzionale, partendo proprio dal libro pubblicato un anno fa.

Alla seduta di commissione hanno preso parte oltre al Presidente Nigro, i consiglieri Mimmo Frammartino, Francesco Perri, Pierluigi Caputo e Cataldo Savastano.

“Il nostro obiettivo è aprire una finestra importante per affacciarci ad un nuovo impegno, quello di portare la Costituzione nelle scuole, dove non si studia più l’educazione civica – ha detto l’editore Pasquale Falco, fondatore nel 1977 della rivista  “Periferia”, da cui è poi scaturita, nel 1986, la casa editrice che porta lo stesso nome. “Ho fondato “Periferia” proprio per non essere periferico. Letterariamente combattiamo da anni la nostra battaglia che ha assunto – ha aggiunto Pasquale Falco – connotati ancora più drammatici ora che anche noi calabresi ci sentiamo, al pari degli altri, immigrati, trasportati anche noi, metaforicamente, su barconi per approdare ad una sorta di terra promessa che tale non si rivela.”

E ricorda le esternazioni di Mons.Giancarlo Maria Bregantini, già Vescovo di Locri-Gerace ed attualmente Vescovo di Campobasso che alla domanda come si fa ad uscire fuori da questo mondo infettato di mafia, rispondeva: “Con la Costituzione!”.

E un altro ricordo Pasquale Falco lo rispolvera richiamando alla memoria la figura di Saverio Montalto, primo autore in Italia a scrivere un romanzo sulla mafia. Il suo “La famiglia Montalbano” venne scritto 20 anni prima del “Giorno della civetta” di Leonardo Sciascia che custodiva nel suo cassetto il romanzo di Montalto.

Poi è Luca Le Piane a raccontare del suo libro “Cittadinanza e Costituzione. Per una pedagogia della solidarietà” che ha visto la luce dopo alcuni anni di ricerca accademica all’Università della Basilicata. L’obiettivo del volume è quello di sensibilizzare gli studenti, le loro famiglie e gli insegnanti alla comprensione dei principi fondamentali contenuti nella Carta costituzionale, “faro luminoso – ha detto Le Piane – nel percorso di ciascun cittadino attivo e solidale.”

“E’ questa – ha aggiunto il giovane ricercatore – la strada maestra per costruire la società del futuro, fondata sulla comunità multiculturale e sull’esaltazione delle differenze che devono essere percepite come risorse e non come limite.”

Nel corso dell’incontro è intervenuto il consigliere Mimmo Frammartino che dopo aver ricordato il contributo importantissimo dato da Pasquale Falco allo sviluppo dell’editoria in Calabria, ha sottolineato che “le istituzioni non possono restare indifferenti e distratte rispetto all’appello di diffondere il più possibile la Costituzione nelle scuole.”

Dello stesso avviso il Presidente della Commissione Claudio Nigro che ha accolto la proposta di Falco e Le Piane, facendosi carico di coinvolgere le altre istituzioni competenti, a partire dall’Ufficio Scolastico Provinciale.

Yes we call, precari in cuffia

COSENZA – Videomaker, blogger, media attivista ma anche poeta e scrittore si tratta di Gabriele Fabiani che ieri all’interno della ricca programmazione della settima edizione della Settimana delle Biblioteche ha presentato in anteprima nazionale il suo ultimo libro “ Yes we call. Vita di un operatore call center” edito da Edizioni Periferia.

Un libro di inchiesta, di denuncia basato su quella che la sociologia chiama osservazione partecipata, Fabiani infatti diventa parte dell’argomento vivendo personalmente la tematica affrontata con uno spiccato sguardo critico. Una testimonianza unica ma identica per tutti, il simbolo di una successione di voci che raccontano una delle patologie dell’era moderna, il lato oscuro di quella che per molti rappresenta la normale quotidianità, l’incubo di ogni laureato contemporaneo, lavorare in un call center.

Inbound, outbound, co.co.co, telemarketing, provvigioni, licenziamento, sono i concetti cardini di una società in crisi con cui la nuova generazione ha necessariamente imparato a fare i conti e che Fabiani denuncia in un piccolo libro con un linguaggio fresco, acuto e comunicativo diventando quasi una sorta di manifesto di quella generazione vittima dello sfruttamento della manopera intellettuale.

Durante la presentazione si sono susseguiti alcuni interventi primo fra tutti quello dell’editore Pasquale Falco che ha evidenziato quanto la parola possa essere rivoluzionaria nella denuncia, ferendo chi deve essere ferito e ha condannato fermamente l’autocensura paragonandola a una desolante resa.

L’intervento dell’assessore provinciale al lavoro Giuseppe Giudicendrea si è incentrato sulle responsabilità che la politica deve prendersi per rimettere in moto la macchina degli investimenti reali e del mercato del lavoro che pur rimanendo flessibile non può continuare a condannare alla precarietà dell’esistenza.

L’ultimo intervento spetta ovviamente all’autore che spiega la triplice valenza di un libro che è di verità perché è autobiografico, di denuncia perché rivela le vessazioni di cui spesso gli operatori sono vittime, come il mobbing, e di richiesta perché si rivolge direttamente a chi ha l’obbligo di vigilare sul rispetto dei diritti umani che dovrebbero essere alla base di tutti i rapporti di lavoro.

Fabiani ringrazia i call center solo per aver trovato l’amore quello vero ma continua a lottare contro le fabbriche che producono precarietà perché vuole esortare tutti a liberarsi da questa nuova forma di alienazione mortificante, perchè vuole stimolare la fuga da una schiavitù fatta di obblighi e priva di tutele ma soprattutto continua a lottare affinchè la fatidica frase “si ma almeno lavoro” non diventi un modo per morire silenziosamente.

Gaia Santolla