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Pd Rende a lezione di accoglienza sul modello Riace. Adamo: «Prototipo da perseguire»

RIACE (RC) – E’ stata una giornata intensa quella che alcuni militanti del circolo del Partito Democratico di Rende hanno trascorso martedì scorso a Riace, per osservare il modello di integrazione messo in essere dal sindaco “comunista umanitario e visionario” Domenico Lucano.

L’iniziativa, organizzata dal segretario del circolo Francesco Adamo e dal giovane dem Lorenzo Principe, è stata accolta con entusiasmo dai democrat rendesi e, nonostante la giornata lavorativa, è stato nutrito il gruppo di coloro i quali hanno partecipato alla gita politica. Difatti, nell’antico borgo di Riace convivono persone appartenenti a ben 20 etnie diverse. Ad accogliere il gruppo dem rendese il primo cittadino di Riace Mimmo Lucanto, sebbene un difficile consiglio comunale lo attendesse, che con cortesia e semplicità ha intrattenuto gli avventori ed ha risposto a tutte le domande postagli. «La solidarietà è strettamente collegata alla giustizia». Ha esordito Lucano. «Riace è l’epicentro di una storia che dimostra che l’immigrazione non è una cosa negativa». Riace

Il sindaco ha ripercorso la storia dell’accoglienza di Riace, iniziata venti anni fa allorquando un veliero con a bordo profughi del Kurdistan approda sulla spiaggia del paese. Le case abbandonate dai nostri emigrati, soprattutto in America, sono state destinate ai rifugiati. Riace è come Lampedusa, c’è un ricambio continuo e qualcuno ha deciso di fermarsi. La Locride è una terra di irta difficoltà, ma l’arrivo delle persone ha fatto sì che alcuni servizi potessero ripartire (quali l’asilo, un pronto soccorso, un frantoio). La logica assistenziale della quale la nostra terra ha fruito non è stata di aiuto nel creare sviluppo. Con i rifugiati nasce l’idea del turismo dell’accoglienza».

Lucano ha infine ribadito l’impegno a tutelare le risorse destinate all’accoglienza per non permettere che i soliti imprenditori (prenditori) dell’accoglienza facciano lucro sulle pelle dei rifugiati. «I 35 euro giornalieri se ben spesi possono bastare. Diamo fastidio perché dimostriamo che possiamo fare bene». Ha ricordato che lo sceneggiato televisivo “sul modello Riace”, interpretato da Beppe Fiorello, non è mai andato in onda «perché si vuole evitare di far conoscere la storia di Riace, dove l’arrivo dei rifugiati è stata una opportunità per il paeseå».

Il segretario del circolo, Francesco Adamo, ha commentato soddisfatto: «E’ stata una giornata che ricorderemo, un modello di integrazione quello di Mimmo Lucanto che, nonostante tutte le difficoltà che ha incontrato e che continua ad incontrare, ha fatto la storia e che lascia il segno, il suo modello ci offre un prototipo meritorio da perseguire».

Francesco Farina

Metropolitana leggera, la replica del Sindaco Occhiuto al Pd di Rende

COSENZA – “Comprendo che la figura del Sindaco possa essere usata spesso come capro espiatorio mediatico per amplificare meglio l’attenzione delle proprie tesi su questo o quell’argomento ma, nell’ambito specifico della Metropolitana leggera dell’area urbana, mi pare altresì chiaro che si sia voluto esagerare nel mistificare la realtà”. Lo dichiara il sindaco Mario Occhiuto replicando a una nota diffusa dal circolo del Pd di Rende, che lo chiama in causa quale principale fautore del fallimento dell’opera, e rispondendo contestualmente a Giuseppe Mazzuca, presidente della Commissione Controllo e Garanzia di Palazzo dei Bruzi. “Resto basito – aggiunge Occhiuto – di come proprio certa parte politica che dovrebbe annoverare nella sua tradizione idee progressiste, si faccia adesso paladina di un progetto vecchio e anacronistico. Ma non è tanto questo il punto quanto – prosegue – il fatto che, in riferimento all’area urbana di cui si asserisce che oggi non esisterebbe più a causa della mancata opportunità della Metroleggera di superficie, la verità delle cose risieda nell’esatto contrario di quanto affermato dal Partito democratico. Un dato acquisito è, infatti, la situazione Rende-centrica che ha segnato l’area urbana negli ultimi anni e che è stata voluta e creata da un preciso indirizzo politico che ha imperato nella stessa Rende. Probabilmente adesso a dare fastidio è la ritrovata funzione di centralità del capoluogo di Provincia, resa possibile grazie a una mirata azione politico-amministrativa. Altrimenti non si spiegherebbe tale risentimento nell’attribuire al Sindaco della città di Cosenza responsabilità che non gli appartengono e che invece dipendono dall’iter tecnico della Regione Calabria. Certo, ho sempre espresso la mia opinione sul tema, richiedendo soluzioni migliorative che non distruggessero gran parte di viale Mancini e del verde, e che evitassero di dividere in due Cosenza creando una sorta di nuova ghettizzazione di via Popilia. Tutto questo in virtù di una visione sostenibile che tenesse conto di quanto dannosa un’opera del genere possa risultare sul piano ambientale e dei costi . Inviterei dunque ad andare a studiare meglio la materia e le esperienze negative già collaudate in altre città, piuttosto che riportare numeri ad effetto sulla probabile utenza. In questi due anni, fra l’altro, io in prima persona mi sono molto impegnato per attuare una collaborazione concreta con il Comune di Rende rispetto ad effettive politiche di integrazione dei servizi dell’area urbana. Ecco: ho puntualmente ricevuto rifiuti, sia per quanto riguarda l’estensione del progetto della Circolare veloce oltre il Campagnano, che avrebbe certamente ridotto il traffico dell’intero circondario, e sia per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti. A mio parere ha fatto bene, qualche giorno fa, l’onorevole Ennio Morrone a sottolineare l’importanza dell’uso sperimentale della Circolare veloce che colleghi CosenzaRende-Unical in attesa dell’eventuale realizzazione della metropolitana, in modo da verificare sul campo il numero di passeggeri giornalieri. Nei confronti di Cosenza, capoluogo di Provincia, è partita da Rende, in tempi relativamente lontani, un’azione di ostracismo e di isolamento. Di conseguenza appare singolare che proprio da Rende, ora, si levino lezioni di politica sull’area urbana, un’area che da tempo è acquisita come unitaria ma, mentre per i cittadini non ha confini né delimitazioni, per alcuni amministratori a quanto pare sì. Lo dimostra la netta opposizione a partecipare i servizi integrati già citati e per i quali il Comune di Cosenza in questi ultimi due anni ha manifestato massima apertura. Se quindi sta veramente a cuore ‘offrire’ alle persone un’area urbana nella pratica oltre che nell’immaginario, si dimostri questa volontà iniziando dal trasporto pubblico urbano. Sono sicuro – conclude Mario Occhiuto – che i cittadini, presso i quali il Partito democratico ha necessità di recuperare fiducia, sapranno apprezzare”.