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“Cinque Fratelli. I Bruni Gaudinieri nel vissuto di una nobiltà”, si presenta il volume a Villa Rendano

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Cosenza ( Cs) Si terrà a Villa Rendano,  il prossimo giovedì 28 aprile alle ore 18,00 la presentazione del libro di Pierfranco e Micol Bruni “Cinque Fratelli. I Bruni Gaudinieri nel vissuto di una nobiltà.  Dopo i saluti di Maria Cristina Parise Martirano, Presidente Società Dante Alighieri Comitato di Cosenza, interverranno: Coriolano Martirano, Storico e Scrittore e Alberico Guarnieri, Critico Letterario. Previste le letture di Francesco Dodaro, Giovani Dante Alighieri di Cosenza. Saranno presenti gli autori.

 

A Paola la presentazione del libro del magistrato Erminio Amelio

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Paola ( Cs) – Si terrà domani a Paola presso l’Auditorium S. Agostino a partire dalle ore 10.00, la presentazione del libro “L’Incontro”, di Erminio Amelio. Dopo i saluti del primo cittadino di Paola, Basilio Ferrari, interverranno l’editore Walter Pellegrini, Emilia Ciodaro, Presidente del Consiglio Comunale e l’autore Erminio Amelio, attualmente Sostituto Procuratore Pool Antimafia a Roma. Modera la giornalista Isabella Roccamo.

Pellegrini Editore, in libreria “La donna di Susa” il giallo di esordio di Alessandro Stella

Cosenza ( Cs) – Un giallo dal linguaggio prensile che cattura il lettore fin dalle prime pagine e lo inghiotte nella sua tela di colori forti e sanguigni. A questo si aggiunge la figura del protagonista, cronista di nera, che narra la vicenda in maniera mimetica, con un uso talvolta sfacciato (volutamente) dell’improperio, aderendo con forza al sostrato di una terra che mai si evolve e mai cambia per completare il quadro. Ma solo in parte.La donna di Susa del giovanissimo Alessandro Stella si muove, infatti, in bilico tra fascino linguistico e tematico tenuto insieme dal cronista Luca Fazio che, rispetto ai tempi del giallo, appare subito in apnea. Pigro, assai demodé, vegano ma non troppo (altra stramberia per un calabrese), si muove lento tra la digitazione sulla tastiera del computer e lo spoglio di un libro giallo. Atipico per un giallo che volga alla suspance. Eppure Fazio attrae per questo mentre arranca, sbruffa e sbuffa, rimane in panne con la sua “Bettina” quando un terribile delitto perpetrato nel cimitero della sonnolenta cittadina di Elpìde lo costringe al movimento. Una disdetta per chi come il protagonista vive in quasi simbiosi con l’ambiente che è un luogo neghittoso e letargico dove niente cambia e rassomiglia tanto a certe nostre calabrie dove il tempo sembra essersi fermato per cui diventa una lente deformata e deformante per leggere in controluce le nostre storie, le nostre cittadine. In questo magma il delitto sa ancor più di mostruoso soprattutto per le modalità di esecuzione e il luogo scelto per ammazzare una donna. Necessario per agitare il contenitore e costringere Luca Fazio ad occuparsi del caso. Tuttavia, le indomite e fallibili paranoie di cui è vittima lo porteranno ad essere inghiottito dai contorni della vicenda, spingendolo a elaborare decine e decine di ipotesi nella sua mente in perenne movimento e in costante errore. Fazio, infatti, subirà se stesso, ne sarà vittima, fino all’inaspettata soluzione finale. Sullo sfondo diversi personaggi, spruzzate di folclore calabro e mediterraneo, capaci di dare vita a un quadro d’insieme bizzarro e divertente ma, allo spesso tempo, realistico e fatalista.

Alessandro Stella nasce in Lombardia, ma all’età di dieci anni emigra verso Sud, a Tropea, nel paese natio dei genitori. Giornalista pubblicista, ha conseguito la laurea in Lettere Classiche a Messina e nel corso degli anni ha collaborato con diverse testate regionali, tra le quali “Calabria Ora” e “Il Quotidiano della Calabria”.Recentemente, in un attimo di folle lucidità, ha chiuso l’attività di famiglia, ereditata dal padre, per dedicarsi esclusivamente alla scrittura, sua più grande passione.

La Pellegrini Editore presenta il primo libro del magistrato Erminio Amelio

Cosenza ( Cs) – Un romanzo che narrativamente si direbbe “sfasato”, giocato su racconti e incontri generazionali che creano al suo interno un particolare movimento ondivago e sfasano, appunto, il romanzo nei suoi tempi e nei suoi spazi.  È “L’incontro“, fresco di stampa per i tipi della Casa Editrice Pellegrini, scritto dal magistrato Erminio Amelio che, dopo numerosi libri a vocazione saggistica, si avventura nelle trame della narrativa con il suo romanzo d’esordio. L’occhio che osserva e narra è quello di un quattordicenne, Giuseppe, che s’immerge, con la curiosità tipica di un adolescente, nella storia del suo paese, che è quella di un meridione così simile a quella di tanti sud del mondo, e in questo cammino scopre che la Storia, quella con la s maiuscola e quella con s minuscola, hanno un sorprendente ritmo ripetitivo di “corsi e ricorsi” che riporta sempre ad uno stesso vertice con il suo carico di sofferenza e dolore come se niente alterasse questo flusso inarrestabile. “…tutti i padri partono per lavorare, per guadagnare soldi, per farci stare meglio”- si legge nelle pagine del romanzo. Partivano ieri i padri dai paesi meridionali nelle città del nord, nei paesi europei, in America, in Australia. Partono oggi i padri dai paesi dell’Est, dai paesi africani e arabi “per lavorare, per guadagnare soldi”, per far star meglio le famiglie rimaste spesso lontano. Le emigrazioni di ieri e di oggi, quelle dei nostri “padri e nonni” e quelle dei nuovi migranti, si toccano dunque e si incastrano le une alle altre come se nulla fosse cambiato nel tempo. Il protagonista la scopre questa verità e la disvela ascoltando le storie di nonne, madri, padri, nonni, amici che sembrano, alla fine, mescolarsi le une alle altre in un unico grande calderone emotivo e la scopre, ancora di più, quando s’imbatte in Malik, altro importante personaggio di questo romanzo ad onde concentriche. Malik ha dodici anni e si è salvato con la madre da un naufragio, mentre il padre e il fratello sono morti annegati nel viaggio su un barcone che trasportava più persone di quante ne potesse contenere. Malik racconta a Giuseppe la sua storia, che è di tanto dolore ma anche di tanta speranza e questa storia si fa specchio dell’altra che Giuseppe ha già ascoltato, tantissime ma proprio tantissime volte. Perché, appunto, la Storia tende a srotolarsi e poi a riavvolgerei prepotentemente su se stessa. “Giuseppe stava ancora pensando alla risposta mentre Malik continuava a parlare. Se mandi indietro un uomo e la sua famiglia, se gli vieti di sperare in un futuro migliore, se lo rimandi da dove è scappato per necessità, per paura, se gli cancelli la speranza, se gli impedisci di sognare, non è come ucciderlo?” Erminio Amelio, è magistrato, nato a San Pietro Magisano (Catanzaro), vive e lavora a Roma. La sua prima opera è stata Il Volo spezzato. Strage di Ustica: le storie, i misteri, i depistaggi, il processo (Editori Riuniti). Tale opera gli è valso il “Premio di Cultura Città di Santa Marinella 2005”. Nel 2012 ha pubblicato L’omicidio di Nicola Calipari (Rubbettino editore).  Nel 2012 gli è stato conferito il Premio Sila XV edizione. L’incontro è il suo primo romanzo.

Cosa Manca, il romanzo di Giovanni Algieri sul rapporto genitori e figli

Cosenza ( Cs) – Si terrà sabato 30 gennaio alle 18.00 sul Terrazzo Pellegrini, la presentazione di Cosa Manca, il romanzo di Giovanni Algieri, alla presenza degli attori Giovanni Turco e Pasquale Greco e del cantautore Brunori Sas. “Cosa Manca” è un romanzo di resilienza che pone al centro il rapporto tra genitori apprensivi e tradizionali, figli che se ne vanno in giro per il mondo, giovani che padroneggiano il continente come nessun’altra generazione ha mai fatto prima d’ora. Il tutto condito con lo sguardo tipico del meridionale, attento ad ogni dettaglio.

“Il sangue rosa delle donne”: Domani a Mendicino

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Francesca Porco

Domani 22 Luglio alle ore 18,00 a Palazzo Campagna il terzo appuntamento di “Libri a… Palazzo” con la presentazione di “Il Sangue Rosa. La Strage delle Donne” di Francesca Porco. Converseranno con l’autrice Rosellina Arturi, Rosa Cardillo e Antonietta Cozza.

Recensione:

Non è facile staccarsi da una persona che abbiamo amato per anni, nonostante la stessa continui a farci del male. Nessuna donna però dovrebbe provare pietà per un uomo che, pur promettendole amore, l’ha ingannata privandola della dignità e del diritto alla vita. Nel 2013 sono state 177 le vittime di femminicidio in Italia. Nel mondo, 125 milioni di bambine e donne hanno subito una forma di mutilazione genitale e ogni anno in India si verificano sovente casi di infanticidio e aborto selettivo. Francesca Porco documenta uno tra i fenomeni più difficili da debellare raccontando il dramma che ha coinvolto le tante donne uccise senza alcuna pietà da partner o ex-partner, nel tentativo d’indagare (anche attraverso l’intervento di esperti quali criminologi, psicologi e autorità) sui fattori che 11247807_10207133987690741_1704769046773840176_nspingono uomini, i quali si dichiarano innamorati, a compiere simili atrocità. “Il sangue rosa” è il sangue di donne innocenti impietosamente versato per colmare il vuoto di quegli uomini incapaci di accettare un rifiuto, dove l’escalation violenta è solo l’atto finale di un’odissea fatta di minacce, limitazioni, tormenti, violenze psicologiche e fisiche.

Libri a Palazzo Del Gaudio Campagna: Si è iniziato con La Grande Cosenza, Un sogno possibile

Screenshot_2015-06-08-23-08-38-1-231x300La Grande Cosenza sarà un sogno possibile?

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Sindaco Palermo – Consigliera Ricci

Mercoledì 10 luglio è partita l’iniziativa “Libri a…Palazzo” incontri con l’Autore. Presso Palazzo Del Gaudio-Campagna a Mendicino, Cs – che è stato riaperto al pubblico, offrendo non solo un panorama mozzafiato, che dalle parole di tutti i convenuti, ha saputo mantenere intatto la sua bellezza sul centro storico, molto ben tenuto negli anni trascorsi anche quest’ultimo con una vitalità abitativa. Il primo libro, che ha aperto gli incontri, con Fabio Melia e Mauro Francesco  Minervino, edito Pellegrini, era presente l’editore Walter Pellegrini, è stato “La grande Cosenza”. 20150610_191354Un testo relazionato dal sindaco Palermo, in precedenza già presentato a Palazzo della Provincia e, in questa edizione, da personalità di spessore politico come i sindaci del Cosentino: di Cosenza, era presente, l’assessore ai lavori pubblici della città ingegner Giulia Fresca, Pietro Caracciolo di Montalto Uffugo, Antonio Palermo, padrone di casa, Mario Occhiuto in qualità, ha specificato durante la serata con un largo sorriso, di presidente della Provincia. Ha condotto la serata, la professoressa e giornalista Antonietta Cozza. Promosso dal Comune di Mendicino, Assessorato alla cultura, si è occupata dell’organizzazione, l’avvocato Margherita Ricci, consigliera di maggioranza con delega all’ambito. Molto interessante il programma dell’ingegner Fresca che ha ripercorso, anche con un leggero botta e risposta, con l’autore Mauro F. Minervino, il ri-potenziamento dei centri storici, che devono tralasciare l’idea, ribadita nel testo della velocità del mezzo di trasporto (come la metropolitana o altre realtà ital20150610_193846iane ed estere), ma promuovere l’archite20150610_191341ttura del centro storico non facendo confluire mezzi pesanti al suo interno,  ma solo con una rete unica di trasporto urbano, anche dalle parole del Sindaco di Mendicino e di Montalto, che possa salvaguardare i tempi di arrivo di ogni cittadino, che deve cambiare Comune per lavoro e altro. Giulia Fresca si è soffermata ancor di più sul progetto di inurbamento futuro e in seguito allo spopolamento, che si vive nei centri storici, sulla possibilità di dare spazio alla cultura, con lo spostamento di alcuni uffici cul20150610_202133turali e universitari, nelle strutture più antiche, che possano favorire la domanda di servizi, che pare siano inutili se si dà prima l’offerta senza alcuna possibilità di essere favorita da un bacino di utenza atta al loro successo, sulla stessa linea l’architetto Occhiuto, sindaco di Cosenza. Il sindaco di Montalto si è preoccupato maggiormente di far notare come il costruire20150610_204322 a valle abbia creato collegamenti tra i vari comuni del circondario cosentino, che forse per rivalità politiche non sono stati in grado, nelle vecchie Amministrazioni, di collegarsi nei trasporti, in modo ordinato e con un’unica rete viaria, ma non è d’accordo sull’idea, che si è fatta avanti, di costruire sulle colline, potenziando il territorio interno, dall’altra parte le colline abbandonate sono a rischio dissesto e incendio. Problemi antichi; soluzioni nuove e coordinamento dei territori…finalmente? Sarà arrivato il momento di una Grande Cosenza? E i cittadini984159_1465290667115692_5136293752333882214_n che cosa ne penseranno? Alla fine, qualche parere importante di alcuni professionisti del settore e un momento d’incontro attorno a un rinfresco, nella cornice romantica di uno dei Palazzi più belli del Cosentino. Mancava alla serata il sindaco di Castrolibero Giovanni Greco trattenuto per motivi istituzionali. Seguirà “La ‘Ndrangheta spiegata ai turisti” di Francesco Forgione giorno 21 giugno stesso luogo (nella foto in basso il calendario degli incontri)

1459709_1463918823919543_410788262342572958_n (1)Riportiamo in video un momento della presentazione dalle vive parole degli scrittori Melia e Minervino.

Lucia De Cicco

                                                                                                                   

Al via la serie di incontri con il libro d’autore per Mendicino

Screenshot_2015-06-08-23-08-38-1Mercoledì 10 luglio a partire dalle 18,00 partirà l’iniziativa “Libri a…Palazzo” incontri con l’autore. Presso Palazzo Del Gaudio-Campagna a Mendicino,  Cs. Il primo libro, che aprirà gli incontri, è quello di Fabio Melia e Francesco  Minervino edito Pellegrini, dal titolo “La grande Cosenza”. Un testo che sarà trattato da personalità di spessore politico come i sindaci del cosentino: di Castrolibero Giovanni Greco, di Cosenza Mario Occhiuto, di Rende Marcello Manna, Pietro Caracciolo Montalto Uffugo, Screenshot_2015-06-08-22-57-55-1Antonio Palermo Mendicino. Conduce la serata Attilio Sabato. Promosso dal Comune di Mendicino.

                                    Lucia De Cicco

“La storia dell’Università della Calabria dalla legge istitutiva alla sua realizzazione – Un sogno che si avvera”, pubblicato da Pellegrini Editore

RENDE (Cs) –

È stato presentato ai componenti dell’Associazione internazionale “Amici dell’Università della Calabria” nel corso di una riunione svoltasi nella nuova sede del Rettorato alla presenza del Rettore, Gino Crisci, il terzo volume “La storia dell’Università della Calabria: dalla legge istitutiva alla sua realizzazione – Un sogno che si avvera” di Aldo Bonifati, pubblicato dalla Pellegrini Editore con il patrocinio della Banca Popolare del Mezzogiorno. L’opera chiude una trilogia storica sull’Università della Calabria che Aldo Bonifati, ispiratore e costruttore edile del campus universitario, ideato e disegnato in base ad un concorso internazionale, da un gruppo di architetti coordinati da Vittorio Gregotti, ha inteso raccontare e scrivere in memoria delle future generazioni, come per tutti coloro che nella contemporaneità dei tempi odierni ne ha respirato il clima e goduto dei suoi servizi.

Il terzo volume composto di 526 pagine nella parte introduttiva comprende delle brevi presentazioni a cura: del Presidente della Banca Popolare del Mezzogiorno, Francesco Antonio Lucifero; dell’attuale Rettore, Gino Mirocle Crisci; nonché dei Rettori, Giovanni Latorre (1999- 2013), Giuseppe Frega (1990 – 1999), Rosario Aiello (1987 – 1990); ed una introduzione dell’autore, Aldo Bonifati, che spiega le motivazioni forti che lo hanno spinto a mettere nero su bianco per focalizzare ben 37 anni della storia dell’Università della Calabria, partendo dal dibattito preparatorio degli anni sessanta per la nascita dell’Università con l’inizio del primo anno accademico 1972/1973 fino ad arrivare all’anno accademico 2008/2009, che vede l’istituzione dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, strumento di aggregazione e rapporto collaborativo tra l’Istituzione universitaria e la società calabrese.

Oltre l’indice dei nomi e l’indice degli argomenti, nel terzo volume sono evidenziati i fatti più salienti e di forte impatto sociale, culturale e storico accaduti in diciotto anni accademici che vanno dal 1991 al 2009; mentre gli anni accademici precedenti 1972/1991 vengono descritti nel primo e nel secondo volume dell’opera.

Sono annesse anche  due cartine geografiche della Calabria e relative statistiche elaborate dall’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, al cui interno vengono riportati per ogni comune il dato sugli studenti iscritti ai vari corsi di laurea e diplomi universitari dell’Università della Calabria ed il numero di coloro che hanno già conseguito la laurea o il titolo di diploma universitario, il cui periodo va dal 1976 al 2.012 con il rilascio di 52.533 titoli accademici.

Il terzo volume si chiude con la manifestazione inaugurale dell’anno accademico 2008/2009, svoltasi il 15 gennaio, alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenuto per onorare la figura del prof. Beniamino Andreatta, primo Rettore dell’Università della Calabria; nonché con l’annuncio della nascita dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”,  che avrà il compito di promuovere adeguate iniziative di presentazione dell’intera opera in accordo con l’attuale Rettore dell’Università della Calabria, prof. Gino Mirocle Crisci, tenendo in alta considerazione l’obiettivo di creare un legame stretto di collaborazione tra l’Istituzione universitaria, la società calabrese ed i propri laureati. Nel corso della riunione si è stabilito di promuovere per il prossimo 10 marzo un evento da tenersi nell’aula magna “Beniamino Andreatta”, nell’ambito del quale il volume, o meglio l’intera opera editoriale, sarà presentata alla comunità universitaria ed alla società calabrese con particolari iniziative.

Presto in libreria “Sacro fuoco. Storie di libertà di stampa”

COSENZA – Tennis e pochi aggettivi. Il tennis è narrazione, pura drammatizzazione di un duello che avviene, brutale, in pochi scambi, e lascia ad ogni punto un perdente e un vincente sul terreno di gioco. Così era la scrittura di Alessandro Bozzo: essenziale, lapidaria, epidittica. “Frasi corte e pochi aggettivi”.

Ad un anno dalla sua scomparsa- era il 15 marzo del 2013- amici e colleghi di lavoro ricordano Alessandro Bozzo con una pubblicazione a più mani dal titolo “Sacro fuoco. Storie di libertà di stampa” curata da Tommaso Scicchitano. Il volume si avvale del contributo di undici giornalisti e, nella sua particolare eterogeneità, compone un affresco sulla libertà di stampa in Calabria e sulle trame complesse che si intrecciano nella pubblicazione di una notizia o nella sua manipolazione o, addirittura, nella sua omissione. La manipolazione delle notizie è consuetudine in molte redazioni d’Italia, e la Calabria veste la maglia nera. Alessandro Bozzo ha pagato in prima persona l’opposizione a questa nefanda e nefasta consetuidine. Lui, capace di appiccare il sacro fuoco della passione giornalistica nell’animo di compagni di viaggio più timorosi .

Dunque “queste pagine – scrive Tommaso Scicchitano nella presentazione – hanno l’intento di dare voce a chi paradossalmente dovrebbe darla, strappa quel velo ipocrita che vorrebbe farci credere che la libertà di stampa è garantita. L’unica verità che c’è da sapere sull’informazione è che la verità è garantita dalla passione del giornalista, il quale si trova a dover lottare contro la tentazione di autocensura, contro il direttore richiamato dall’editore accusato a sua volta dal politico, contro chi non vuole dare le notizie, contro le querele facili e le richieste di risarcimento danni stratosferiche, spesso contro la paura di prendere un buco”.

Nelle pagine della sinossi Rosamaria Aquino racconta delle tribolate condizioni di lavoro dei cronisti calabresi e dell’abitudine alle ingerenze dell’editore e dei politici suoi sodali. Una sciagurata abitudine che porta alla censura self made, la piaga verso cui si ha il dovere morale di reagire. I giornalisti che non fanno i giornalisti si devono sentire in colpa. Mestiere complicato quello del cronista, perché alcune volte si è tenuti a condurre delle controinchieste sulle verità ufficiali offerte dalla procura e dalla stampa pigra – come spiega Arcangelo Badolati. Gabriele Carchidi ripercorre le prime stagioni di “Calabria Ora”, mostrando,senza peli sulla lingua, la pressante influenza dell’editore. Marco Cribari invita ad amare la verità, l’autentico :la verità vale più della libertà perché si può anche essere liberi di scrivere cose non vere. L’affetto degli amici, per Alessandro, è vivissimo. Eleonora Formisani ricorda la sua meticolosità, il suo “voler vederci chiaro”. Eugenio Furia mette a fuoco l’Alessandro compagno di scrivania, in redazione, i consigli dati, i suoi convincimenti, le sue arrabbiature, i suoi slanci purissimi. Sacro fuoco della passione per la scrittura e per il racconto giornalistico. E per il tennis, anche. E per il Canada, e per Donnici. L’obbligatorietà della sincerità e dell’esattezza, nella cronaca giudiziaria, emerge nella nota di Roberto Grandinetti, “avversario” di Bozzo nei corridoi della procura. La voglia di raccontare le “cose come stavano”, e non come qualcun altro avrebbe preferito, è la protagonista delle storie narrate da Camillo Giuliani e da Pablo Petrasso, storie coinvolgenti che mostrano cosa sia l’urgenza della verità e come non sia sopprimibile. Lucia Serino fa notare, con accortezza, che in questo mondo popolato dai social, dove tutti siamo bravi a condividere, è fondamentale chiedersi chi va a scovare i contenuti scomodi. C’è sempre un giornalista coraggioso che va a smuovere la crosta che copre le cose che qualcuno vuole tenere all’oscuro. Poi siamo tutti bravi a condividere. Conclude Alfredo Sprovieri, con uno schizzo che racchiude tutto Alessandro: «Frasi corte e pochi aggettivi, cazzo».