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Rossano, severa condanna per maltrattamenti aggravati sulla moglie

ROSSANO (CS)- Il processo di primo grado si è concluso con una severa sentenza di condanna nei confronti dell’uomo, accogliendo le tesi del Pubblico Ministero e della difesa di parte civile. Le accuse gravissime contro D.S.M. Marito della donna, avrebbe abitualmente maltrattato la moglie attraverso una serie di atti lesivi del proprio onore e del proprio decoro nonché della sua integrità psico-fisica.

In particolare, avrebbe costretto la donna a vivere in una situazione di grave ristrettezza economica facendole mancare i necessari mezzi di sussistenza.

Imponendole il suo carattere e procurandole una grande sofferenza e prostrazione che la faceva vivere in una condizione di costante ansia e timore per la propria incolumità. Addirittura, in un episodio emerso durante l’articolata istruttoria dibattimentale, avrebbe afferrato la vittima con un laccio al collo stringendolo fino a farle perdere il respiro. Il Tribunale di Castrovillari, in accoglimento delle richieste avanzate dal P.M. e dal difensore di parte civile Avv. Ettore Zagarese, ha condannato il rossanese D.S.M. alla pena di anni 1 e mesi 6 di reclusione oltre al risarcimento del danno in favore della costituita parte civile, V.L., da liquidarsi in separata sede. I giudici hanno ritenuto l’uomo colpevole di maltrattamenti aggravati.

Scopelliti si costituisce, per lui si aprono le porte del carcere

REGGIO CALABRIA – Si è presentato stamane nel carcere di Reggio Calabria, l’ex governatore regionale Giuseppe Scopelliti. Si è presentato davanti i cancelli della carcere “Arghillà” per scontare una pena di 4 anni e 7 mesi di reclusione per falso in atto pubblico, inflittagli ieri dalla Cassazione, a seguito del processo scaturito dagli ammanchi nei bilanci del Comune dal 2008 al 2010, nel “caso Fallara“, dal nome dirigente Orsola Fallara, suicidatasi ingerendo dell’acido muriatico. Scopelliti, dal 2010 al 2014 governatore della Calabria, si è dimesso dalla presidenza della Regione per effetto della legge Severino, dopo la condanna in primo grado a 6 anni.

Nico D’Ascola: La certezza della pena appartiene ad un diritto penale del passato

GIUNTA PER LE ELEZIONINico D’Ascola: “La certezza della pena appartiene ad un diritto penale del passato, non certo ad un diritto penale del presente”.  “Più il sistema si sbilancia nella direzione di prevedere fatti illeciti qualificati nelle forme del reato,puniti con la pena detentiva, più il problema dell’affollamento carcerario è destinato a non risolversi”. Ad affermarlo è il senatore Nico D’Ascola, responsabile giustizia Area Popolare, intervenuto al convegno sulle carceri nell’aula magna della facoltà di Architettura di Reggio Calabria. “Reato e pena non costituiscono più un collegamento assolutamente indissolubile. La certezza della pena appartiene ad un diritto penale del passato, non certo ad un diritto penale del presente. Sarebbe il caso ovviamente di prenderne atto allorquando ci ricordiamo di principi fondamentali che non trovano più un corrispettivo nelle attuali esigenze di un diritto penale che ormai, perlomeno da quarant’anni, si è trasformato in questa direzione. Tra l’altro – prosegue D’Ascola –  non dobbiamo dimenticare una circostanza estremamente importante, che è dimostrativa di una sorta di cortocircuito nel quale versa questa difficile e complessa disciplina. Il punto serio della questione dovrebbe consistere nel comprendere, intanto, che l’affermazione della responsabilità penale andrebbe garantita da un sistema che, rispetto all’ attuale, sia più in grado di selezionare la certa responsabilità del condannato rispetto ai casi di incerta responsabilità che dovrebbero esitare in sentenze dichiarative della non responsabilità dell’imputato. Quindi, la garanzia andrebbe certamente riferita alle fasi dell’accertamento, a pene commisurate effettivamente alla gravità del fatto e che tengano conto del principio della rieducazione”.

Presentazione del volume “Persona, Pena, Processo” – Scritti in memoria di Tommaso Sorrentino

unicalUn’intera giornata di dibattito e discussione, il prossimo 14 novembre, dedicata all’indimenticato penalista e docente universitario cosentino Tommaso Sorrentino.
Si comincerà alle 10.30, nella biblioteca “M. Arnoni” dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, con la presentazione del volume “Persona, Pena, Processo” – Scritti in memoria di Tommaso Sorrentino.
All’incontro, oltre all’ Emerito di Diritto penale nell’Università “La Sapienza”, Prof. Marcello Gallo – sotto la cui direzione sono stati raccolti gli scritti contenuti nel volume, curato dai docenti dell’Unical Maristella Amisano e Mario Caterini – interverranno l’avv. Marcello Manna, presidente della Camera Penale “Avvocato Fausto Gullo” di Cosenza, il prof. Elio Lo Monte, associato di Diritto Penale all’Università di Salerno ed il prof. Gianpiero Calabrò, ordinario di Filosofia del Diritto dell’Università della Calabria.