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Beppe Fiorello e Domenico Modugno: al teatro Rendano ritorna “il sogno”

13Fiorello, suo padre e Domenico Modugno. La capacità di affrontare un viaggio in tre pur essendo guidati solo e sempre da uno, all’interno di una narrazione, intrisa di ricordi, che ha i contorni e la magia del sogno. La stessa che accomuna tre anime del Sud Italia, diverse tra loro, ma tutte coraggiosamente unite dalla capacità di “volare”. E’ questo il filo conduttore di Penso che un sogno così..Omaggio a Domenico Modugno, di scena al teatro Rendano il 9 e il 10 gennaio. Una serata che, forse per la prima volta dall’inizio della nuova stagione, fa davvero registrare un tutto esaurito. Non a parole, ma nei fatti. Inizialmente sommesso, a tratti persino incomprensibile, lo spettacolo spiega ben presto le ali, condotto abilmente dal talento minore(solo anagraficamente) di casa Fiorello che, grazie alla figura di Mimì, può raccontare di sé, del suo picciriddu, così silenzioso, così sognatore, così diverso dal resto della famiglia e dell’amato padre.

Sul palco, momenti di vita familiare si alternano ai grandi inni che hanno reso celebre Domenico Modugno, La donna riccia, La Lontananza, Tu si ‘na cosa grande, Meraviglioso, con lo stesso garbo, la stessa eleganza, la stessa capacità visionaria che accompagnava il grande artista. Fiorello non esagera mai, non esce mai fuori dalle righe. Anche quando sbaglia, quando si confonde, quando si aspetta un applauso che, impaurito, tarda ad arrivare. La misura e l’emozione che lo accompagna durante lo spettacolo e che trasmette allo spettatore è ciò che ne consacra il successo a fine serata, eleggendolo vincitore. La sua bravura è una pozione segreta che mescola abilità tecniche e cuore, in un alternarsi continuo di immagini, suoni e colori, dove non è solo la nostalgia, spesso scanzonata, a farla da padrone, ma  il racconto di ciò che fu, a livello civile, il Sud Italia rispetto ad oggi. La storia personale e familiare di Fiorello diventa, così, una scusa per raccontare i cambiamenti che avvenivano all’epoca in Sicilia e in tutto il Mezzogiorno, l’avvento dell’ industria che  cancellò per sempre  “la natura”, la nascita del primo bordello legalizzato grazie a personaggi poco “raccomandabili” come “Joe Conforte”, e nel contempo, l’incapacità di riconoscere a quei sognatori come lui e Modugno, un valore che nel tempo li avrebbe aiutati a cambiare le sorti del mondo. La stessa ad unire il destino dell’attore e dei suoi due grandi punti di riferimento.

Il teatro è estasiato, nel pubblico ci sono anche giovanissimi che, per ragioni cronologiche, il vero Modugno non  l’hanno mai conosciuto ma che grazie all’ attore, possono non rimpiangerlo. Quel “Ciao” a pugno chiuso, quell’entusiasmo che si traduce in un paio di braccia aperte a mo’ di ali,  quella giacca color carta da zucchero indossata al festival di Sanremo, fanno di Beppe Fiorello davvero il “meraviglioso” erede di Modugno. Ad aiutarlo, nella resa identificativa, scenografie e pannelli che si integrano perfettamente nella narrazione, evitando buchi e pause forzate. Il risultato finale è strabiliante,al punto tale da consentire all’attore di sciogliere la tensione con qualche battuta sull’eterna inimicizia tra Cosenza e Catanzaro e l’invito, all’amministrazione comunale, a concentrare maggiore l’attenzione su un centro storico, quello cosentino, degno di nota e lasciato un po’ andare. Beppe alias Domenico saluta il pubblico promettendo di tornare, non prima di aver fatto suonare, solo per Cosenza, quei mille violini  che fanno “Volare”.

 

Ph. Fabio Santojanni

 

Lia Giannini

 

 

 

 

 

Catanzaro, B. Fiorello fa rivivere Modugno. Da domani spettacolo a Cosenza

CATANZARO – Applausi a scena aperta per Beppe Fiorello e il “suo” Mimmo Modugno in scena ieri sera al Teatro Politeama di Catanzaro. L’autore di “Volare” è diventato ormai per l’attore siciliano più che un modello artistico grazie allo spettacolo “Penso che un sogno .. Omaggio a Domenico Modugno”, vera e propria dimostrazione dell’identificazione con cui Fiorello, si è accostato a Modugno. Sul palco, tra canzoni (da “Meraviglioso” a “Lu minaturi”, da “Vecchio frac” a “La lontananza” fino a “U pisci spada” e “Volare” in un lungo viaggio fra i ricordi) eseguite alla chitarra da Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma, anche racconti e monologhi. Fiorello, bravissimo, non interpreta Modugno ma molto di più, per una simbiosi convincente e straordinaria. PENSO-CHE-UN-SOGNO-COSì-1

Il binomio vincente Fiorello – Modugno stasera replica a Catanzaro mentre domani e domenica sera (9 e 10 gennaio) sarà a Cosenza per il terzo appuntamento della stagione di prosa del Teatro A. Rendano. L’evento è patrocinato dall’amministrazione comunale di Cosenza e organizzato da un gruppo di operatori del mondo dello spettacolo locale: Enzo Noce, Giuseppe Citrigno e Gianluigi Fabiano. Sul palco del Teatro A. Rendano 12 appuntamenti all’insegna del divertimento e del puro spettacolo. Prosa, commedie e tanta musica questi gli ingredienti del cartellone ideato da “L’AltroTeatro”.

Orario spettacoli: Domani sera, ore 20.30, e domenica 10 gennaio, ore 18.