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Radicamenti, la gente si scatena sulle note di Peppa Marriti e di Ciccio Nucera

MENDICINO (CS) – Saranno le luci, le voci, la musica che si diffonde tra i vicoli. A volte basta poco divertirsi e stare insieme. Si apre sulla scia delle tradizioni la terza edizione del festival Radicamenti iniziato ieri a Mendicino. La musica itinerante dei Giamberiani tra i vicoli del centro storico, i corsi di danza e di strumenti popolari hanno fatto da apripista ad una serata proseguita sino a tardi.

CANTI RELIGIOSI A PALAZZO CAMPAGNA

Palazzo Campagna, reso ancora più magico dalle luci che adornano il cortile, è stata la cornice in cui si sono esibiti tre cori che hanno intonato canti religiosi: i “Sale della terra” di Rota Greca; i “Sofioti cantores” di Santa Sofia d’Epiro, nati nel 2007 e divenuti associazione nel 2016, che hanno proposto brani del repertorio greco-bizantino tra cui la rielaborazione a 4 voci di “Dormi tu oh figlio”; e la corale polifonica di Moteiasi, nata nel 2002 e formata da 10 cantori non professionisti che propongono canti polifonici soprattutto del 1500, che hanno fatto incetta di applausi anche grazie all’esibizione di Maria Mantovan che ha intonato l’inno della Corsica composto da San Francesco De Geronimo.

PEPPA MARRITI BAND E CICCIO NUCERA

L’esibizione della banda musicale “Raimondo Reda” ci porta in Piazza Municipio, dove poi è salita sul palco la Peppa Marriti band , gruppo nato negli anni ’90 a Santa Sofia d’Epiro. Rock e lingua arbereshe danno vita ad una commistione assolutamente esplosiva. Questa band, nata tra una serata e un’altra ai piedi del Pollino, sa fare musica e lo dimostra attraverso il sapiente uso degli strumenti. Chitarra, basso, batteria e violino infondono note rock, il genere scelto dal gruppo per diffondere la cultura arbereshe che, come ricorda il cantante Angelo Greco, «sta attraversando una fase abbastanza delicata». “Lule lule”, “Briganti se more”, “Ohi Manu Chao”, “Vjershët”, gli intrecci creati tra i vari strumenti e le sonorità balcaniche rese dal violino creano alchimia e annullano distanze e discriminazioni, quei mali che hanno portato Peppa Marriti, il falegname messo in disparte perché si rifugiata nel vino, a vivere in solitudine. Altro scenario, altra musica. In piazza Duomo è il turno di Ciccio Nucera, voce e cuore dell’area Grecanica di Reggio Calabria. La musica popolare travolge e trascina. La gente si scatena in balli sfrenati. Il freddo pungente è solo un ricordo.

 

 

 

 

Rita Pellicori

Radicamenti, Peppa Marriti band: «Vorremmo dare voce alle persone messe in difficoltà»

MENDICINO (CS) –  Salgono sul palco poco dopo le 20, quando il cielo è ormai buio e si avverte un freddo pungente. Bastano poche note affinché si crei un’atmosfera di festa e la gente si scateni in danze tradizionali. La Peppa Marriti band ieri sera, all’apertura della terza edizione del Radicamenti Mendicino Festival, ha portato buona musica accentuata dal sapiente modo di suonare gli strumenti. Quando il concerto finisce, Angelo Conte, voce e chitarra acustica del gruppo, non esita un attimo a concedere l’intervista resa ancora più speciale dalla sua gentilezza.
D – Quando nasce la Peppa Marriti band?
R – Peppa Marriti band nasce più di 20 anni fa, negli anno ’90, quando in giro durante le serate estive suonavano le canzoni rock della nostra generazione, poi da lì una sera sul Pollino abbiamo iniziato a suonare “Lule Lule” in un ritmo blues e da lì abbiamo capito che la lingua arbereshe si sposa benissimo con il rock e da lì abbiamo iniziato a riprendere questa cultura che era un po’ ferma e l’abbiamo portata avanti, la stiamo portando avanti nel tempo.
D – Perché avete deciso di chiamarvi Peppa Marriti?
R – Peppa Marriti era un signore, un falegname di mezza età che spesso veniva messo da parte dalla comunità perché spesso si rifugiava nel vino. Vorremmo dare voce a tutte quelle persone che spesso sono messe in difficoltà dalla nostra società e che spesso cadono e non hanno la forza di alzarsi, di reagire ai problemi quotidiani della vita. Tutti noi possiamo essere un Peppa Marriti, però lui magari era più debole e non ha reagito, noi reagiamo in modo diverso , ognuno ha i suoi modi di reagire di fronte alle problematiche.
D – Proponete canti tradizionali in lingua arbereshe con una matrice rock, perché la scelta  è ricaduta sul rock?
R – Noi siamo degli amanti del rock. Io sono cresciuto con la musica di Bruce Springsteen, degli U2, di tutta quella generazione degli anni ’80 quando il rock significava rottura, ribellione, creare un mondo diverso da quello di oggi e da quello che c’era allora, creare un mondo migliore fatto di rispetto, pace e amore. Il rock per me è un modo per dire no alle ingiustizie della società.
D – Il vostro intento è salvare le minoranze culturali arbereshe, perché avete scelto la musica per farlo?
R – È stato molto naturale perché nelle piccole comunità all’epoca si viveva senza Internet, senza le comodità che hanno oggi i ragazzi,e allora passare il tempo era anche un modo per stare insieme con una chitarra e cantare qualcosa insieme. Per noi la musica è stata un mezzo per stare insieme. Abbiamo usato la musica per cercare di salvaguardare questa cultura che attraversa una fase abbastanza delicata.
D – Due concerti live aTirana nel 2012, quali sono stati i riscontri?
R – A Tirana sono stati spettacolari i riscontri perché abbiamo trovato i ragazzi che conoscevano le nostre canzoni, poi, per noi arbereshe andare in Albania è qualcosa di particolare perché ti senti un po’ a casa . Da piccolo ti parlano di questa Nazione, dei nostri antenati, e allora cresci con questo modo di vedere questa Nazione che è un po’ la madrepatria. È chiaro che siamo italiani a tutti gli effetti, mio padre ad esempio è di origini acresi, quindi sono cresciuto con la musica popolare, con tutto ciò che è calabrese, però, mia madre mi ha sempre parlato della cultura arbereshe, cantava le canzoni tradizionali; sono cresciuto con queste due culture e oggi cerco di portarle avanti. Calabrese, arbereshe o americano, l’importante è stare tutti insieme perché il futuro del mondo è essere diversi ma stare insieme.
D – Quali sono i progetti per il futuro?
R – Vorremmo fare un disco il prossimo anno, vediamo se fare o meno un omaggio alla canzone popolare albanese o realizzare un disco di inediti , stiamo un po’ valutando; nel frattempo abbiamo fatto un video “Njëzet e pesë gërsheta” che sta avendo molti consensi su Youtube e in Albania, dove parteciperemo ad un programma in onda su Top channel.

 Rita Pellicori

 

 

Grande successo per la Peppa Marriti Band a San Cosmo Albanese

SAN COSMO ALBANESE (CS) – Una folla enorme ha accompagnato la presentazione del nuovo disco della Peppa Marriti Band, “Ajëret”, a San Cosmo Albanese. Un auditorium gremito in ogni posto è stato il giusto teatro per la storica rock band, originaria di Santa Sofia d’Epiro, al suo terzo disco in oltre 25 anni di storia. Soddisfatto il presidente di “Libera Eventi”, Stefano Godino, che ha voluto “battezzare” la propria associazione con l’organizzazione di questo evento musicale, conciliando i propri principi, ovvero quelli di riscoprire la cultura arbëreshë attraverso la musica, con quelli della Peppa Marriti.

La band, con “Ajëret” (in italiano “i venti”), cerca di star in bilico tra tradizione e modernità, con i canti tradizionali (“vjershë”) rielaborati e filtrati attraverso il rock. Ma non solo, “i venti” sono anche quelli che soffiano per portare speranza a chi è costretto a vedere la terra subire catastrofi ambientali, guerre e stravolgimenti dell’ecosistema, dovuti alla superficialità dell’essere umano.

Il disco, frutto di tanti mesi di lavoro, che presenta 12 tracce eterogenee con la lingua arbëreshë come comune denominatore, è stato anticipato nei mesi scorsi dall’omonimo singolo “Ajëret” e dal primo videoclip ufficiale della band.

Il tour della presentazione continua ancora e, dopo esser transitato per Santa Sofia d’Epiro, San Demetrio Corone e San Cosmo Albanese, saluta l’Arberia per fermarsi al centro commerciale “I portali”, a Corigliano Calabro, domenica 26 marzo.

Il tour della Peppa Marriti Band fa tappa a San Cosmo Albanese

SAN COSMO ALBANESE (CS) – Il tour della presentazione di “Ajëret”, nuovo disco della Peppa Marriti Band, arriva a San Cosmo Albanese, dopo esser partito da Santa Sofia d’Epiro e transitato da San Demetrio Corone. Domani sera, sabato 18 marzo, toccherà all’auditorium comunale di San Cosmo Albanese infatti accogliere il tour. La presentazione del nuovo disco, “Ajëret”, è stata organizzata dall’associazione “Libera Eventi”, con il patrocinio del comune di San Cosmo Albanese, e la collaborazione della Pro Loco locale. Il presidente di “Libera Eventi”, Stefano Godino, originario di Santa Sofia d’Epiro, ha voluto fortemente battezzare la propria associazione con questo evento, a poco meno di un anno dalla costituzione della stessa. Una scelta precisa che è spiegata dal fine dell’associazione: voler scoprire le tradizioni arbëreshë attraverso la musica, meglio ancora se è la stessa musica a parlare in lingua arbëreshë. Quindi viene condiviso in toto il progetto della rock band che è proprio quello di coniugare le radici del rock con la tradizione e la cultura italo-albanese. Il disco “Ajëret” (venti), preceduto dall’uscita dell’omonimo singolo e del videoclip ufficiale, è il terzo della band originaria di Santa Sofia d’Epiro, dopo “Rockarbëresh” e “Kendò!”, e rappresenta la perfetta unione tra il vecchio ed il nuovo, tra i canti popolari ed i canti in “lingua” moderna. “Ajëret” è un percorso in bilico tra contaminazione e tradizione con un solo comune denominatore: la lingua arbëreshë.