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Corigliano, sequestrati oltre 100kg di prodotto ittico da venditori ambulanti

CORIGLIANO ROSSANO (CS) – A seguito di specifici servizi di controllo della pesca nell’area urbana di Corigliano, nel cosentino, svolti da carabinieri e Guardia Costiera, con il supporto del 14° Btg Carabinieri di Vibo Valentia, sono stati rinvenuti circa 105 kg di prodotto ittico di vario genere commercializzato da diversi venditori ambulanti in violazione della normativa in materia di pesca a tutela del consumatore.

Nell’ambito dell’ispezione sono emerse gravi irregolarità circa la detenzione del prodotto privo dell’idonea documentazione volta ad attestare la tracciabilità dello stesso e conservato in cassette di polistirolo refrigerate con ghiaccio, pronto per essere commercializzato. I prodotti ittici sono stati posti sotto sequestro per poi essere distrutti a seguito del giudizio di non idoneità al consumo umano espresso dal Servizio Veterinario dell’A.S.P. di Cosenza intervenuto sul posto per coadiuvare i militari durante la fase ispettiva. I trasgressori sono stati sanzionati per euro 1.500,00 cadauno, per un complessivo di euro 4.500,00.

I comportamenti illeciti accertati e sanzionati costituiscono un pericolo per tutti i consumatori finali, in quanto i suddetti prodotti non eseguono i corretti protocolli atti a garantire la tracciabilità del prodotto, ovvero ad attestarne la provenienza. I carabinieri invitano la collettività prestare sempre la massima attenzione nell’acquisto dei prodotti ittici, privilegiando quelli che rispettano le procedure di garanzia e salubrità alimentare in materia di etichettatura e tracciabilità, evitando di acquistare quelli venduti illecitamente, da parte di ambulanti non autorizzati

Sequestrati beni ad esponenti di spicco delle cosche reggine

REGGIO CALABRIA – Beni per un valore di oltre 400 mila euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Gioia Tauro a alcuni esponenti di spicco riconducibili alle cosche di ‘ndrangheta dei Pesce e dei Cacciola di Rosarno.

 I due distinti provvedimenti sono stati emessi dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura antimafia reggina.

Le indagini economico-patrimoniali, condotte dai finanzieri, hanno permesso di rilevare una consistente sproporzione tra i redditi dichiarati dai soggetti destinatari del provvedimento e il tenore di vita mantenuto dai loro nuclei familiari.
Il sequestro ha riguardato, in particolare, due unità immobiliari a Rosarno.

Fonte Ansa

Rosarno, catturato il latitante Antonino Pesce

ROSARNO (RC) – La polizia di Reggio Calabria ha catturato all’alba, a Rosarno, Antonino Pesce, 26 anni. appartenente all’omonima potente cosca della ‘ ndrangheta , ricercato da un anno per associazione mafiosa. La cattura è giunta da parte degli agenti della squadra mobile e dei colleghi del Servizio Centrale Operativo, al termine di lunghe indagini coordinate dalla Dda di Reggio Calabria. Il latitante è stato localizzato dai poliziotti in un appartamento del centro abitato di Rosarno. Si era sottratto all’arresto lo scorso anno, quando era stato colpito da un provvedimento restrittivo emesso nell’ambito dell’operazione Recherche. Pesce gestiva, con metodologia mafiosa, assieme ad altri esponenti di spicco della cosca, il trasporto su gomma di agrumi alla Piana di Gioia Tauro verso altre regioni d’Italia.

Fermati sulla statale con pesce avariato a bordo, denunciati dalla Guardia di Finanza

MONTEGIORDANO (CS) – La Guardia di Finanza di Montegiordano, nell’ambito dei controlli effettuati su mezzi e persone in transito sulla Strada Statale 106 Jonica, ha sottoposto a sequestro 210 kg di prodotto ittico in cattivo stato di conservazione. L’intero carico di pesce era nascosto all’interno di grossi sacchi di propilene, privi di ghiaccio e di cella refrigerante, e trasportato a bordo di un furgone anch’esso privo della prescritta autorizzazione sanitaria al trasporto. Il servizio veterinario dell’A.S.P. di Cosenza, appositamente interessato, ha confermato l’inidoneità al consumo umano del prodotto ittico e quindi la sua pericolosità. Per tale motivo l’intero carico di pesce costituito da seppie, polpi, spigole e filetti di pangasio è stato sequestrato e successivamente distrutto. Violando la disciplina della vendita di sostanze alimentari, il conducente ed il passeggero del mezzo sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari e rischiano l’arresto fino ad un anno e una sanzione fino a 30.000 euro.

Sequestro prodotti ittici, erano stipati in due autovetture

GIOIA TAURO (RC) – Oltre un quintale di prodotti ittici privi della documentazione necessaria. È questa la quantità di pescato sequestrata dalla Capitaneria di Porto di Gioia Tauro. Il tutto era a bordo di due automobili in transito sulla strada che collega Palmi con la località Tonnara.

Dopo gli accertamenti di rito, a carico dei conducenti dei mezzi, sono state inflitte agli stessi sanzioni amministrative per un totale di 3mila euro. Il pesce sequestrato, vista la non commestibilità, accertata dal Servizio sanitario dell’Asp reggina, ha provveduto alla sua distruzione.

(foto ansa.it)

 

‘ndrangheta, 20 misure cautelari per affiliati e prestanome della cosca Pesce

ROSARNO (RC) – E’ in corso da stamattina una vasta operazione della Polizia per l’esecuzione di 20 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria nei confronti di presunti elementi di vertice, affiliati e prestanome della cosca Pesce di Rosarno della ‘ndrangheta. Le persone destinatarie dei provvedimenti sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa e favoreggiamento personale nei confronti del boss latitante Marcello Pesce, arrestato dalla stessa polizia il primo dicembre del 2016, oltre che di traffico e cessione di sostanze stupefacenti ed intestazione fittizia di beni. L’operazione in corso rappresenta la prosecuzione dell’inchiesta “Recherche” nell’ambito della quale, il 4 aprile scorso, la Squadra mobile della Questura di Reggio Calabria e lo Sco della Polizia di Stato avevano fermato 11 persone con l’accusa di essere affiliate e prestanome della cosca Pesce. Nel corso della stessa operazione la polizia aveva sequestrato beni e società operanti nel settore agroalimentare e dei trasporti di merci su gomma per conto terzi per un valore di 10 milioni di euro. Grazie alla rete di protezione che lo circondava, il boss della ‘ndrangheta Marcello Pesce, nel periodo della sua latitanza, riusciva ad amministrare le risorse finanziarie incamerate dalla cosca. E’ quanto è emerso dall’operazione “Recherche 2”. Il boss latitante, sempre grazie ai suoi protettori, assegnava le risorse finanziarie ai componenti della cosca ed ai loro familiari; gestiva, in regime di sostanziale monopolio, l’attività di trasporto merci su gomma per conto terzi e curava i rapporti con le altre cosche, intervenendo, a più riprese, per risolvere alcune controversie sorte all’interno della propria compagine criminale o con altri gruppi della ‘ndrangheta. Secondo quanto è stato spiegato successivamente dagli investigatori, i provvedimenti cautelari eseguiti, al momento, sono 19 perché uno dei destinatari risulta irreperibile. In particolare, sono state eseguite 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere, sei agli arresti domiciliari e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Finita la latitanza del boss Antonino Pesce

REGGIO CALABRIA – Le forze dell’ordine infliggono un nuovo, duro colpo alle cosche di ‘ndrangheta con la cattura di Antonino Pesce, 34 anni, reggente del clan, ricercato dalla scorsa estate e accusato di associazione per delinquere e traffico internazionale di stupefacenti. I carabinieri lo hanno arrestato a Gioia Tauro prima dell’alba. Secondo quanto si è appreso, era all’interno di una casa in cui avrebbe dovuto incontrare la moglie e i figli. Invece a fare irruzione sono stati i carabinieri. Pesce era armato di una pistola semiautomatica risultata rubata nel 2015 a Civitanova Marche. Insieme a Pesce è stato arrestato per favoreggiamento anche Tonino Belcastro di 53 anni.

 

 

Arresto di Marcello Pesce, Alfano si congratula con le forze dell’ordine

ROMA – «Oggi è una bella giornata per l’Italia: un pericoloso latitante, ricercato in campo internazionale da sei anni, è stato assicurato alla giustizia». Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, commenta l’arresto di Marcello Pesce, inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi e capo indiscusso della cosca omonima, tra le più agguerrite della ‘ndrangheta calabrese: «La sua cattura, a Rosarno, è il risultato di una intensa attività investigativa degli uomini della Polizia di Stato di Reggio Calabria, che hanno lavorato con competenza e determinazione. È dunque un successo investigativo di alto livello – ha sottolineato il ministro Alfano che si è complimentato con il Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli – a conferma del nostro quotidiano impegno sul fronte della lotta alla criminalità organizzata, perché i cittadini possano sentirsi sicuri e credere sempre di più della forza delle Istituzioni».

La Guardia di finanza sequestra 500 chilogrammi di pesce

COSENZA – I finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Cosenza hanno sequestrato oltre mezzo quintale di pesce posto in vendita in pessime condizioni igienico sanitarie. L’uomo, un ambulante, era anche sprovvisto della licenza commerciale. Il pesce che poneva in commercio era privo della necessaria documentazione sanitaria e dell’etichettatura per la tracciabilità prevista dalla legge. Il prodotto era in parte contenuto in cassette poste direttamente sulla strada a contatto con i gas di scarico delle autovetture in transito e in parte conservato nel furgone, privo di cella frigorifera. L’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Cosenza.

Pagavano la merce con assegni falsi, due arresti ad Amantea

Amantea ( Cs) – La notte scorsa i Carabinieri della compagnia di Scalea hanno portato in carcere due uomini, rispettivamente di 45 e 32 anni, con l’accusa di truffa e ricettazione. I due, originari di Falerna, al momento dell’arresto si trovavano ad Amantea. I due uomini accusati, secondo gli investigatori, emettevano assegni falsi per acquistare la merce. Tra le vittime dei loro raggiri, anche un rivenditore di pesce dell’alto tirreno, al quale avrebbero pagato una ingente somma di denaro, rilasciando un assegno di illecita provenienza. Il commerciante, si è quindi rivolto alle forze dell’ordine, che, dopo una serie di ricerche, sono riuscite ad identificare i due truffatori, che sono stati colti in flagranza di reato, proprio mentre ritiravano della merce, ad Amantea, e stavano effettuando il pagamento, con un assegno falso. Sono immediatamente scattate le manette e sono seguite le perquisizioni domiciliari, grazie al supporto dei militari delle compagnie di Paola e Lamezia Terme, che hanno permesso di ritrovare ulteriori titoli in bianco oggetto di precedenti furti avvenuti nel Nord Italia.

 

Raffaella Aquino