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All’Acquario “Petrolio, Storie dalla Lucania Saudita” di Ulderico Pesce

COSENZA – Dopo l’atteso appuntamento con Ambrogio Sparagna, continua la stagione di prosa 2019 del Teatro dell’Acquario con un importane spettacolo teatrale  “PETROLIO” Storie dalla Lucania Saudita definito da Franco Cordelli su Il Corriere della sera: “un evento memorabile, una storia che ti strappa l’anima. Il suo esito, commuove ogni spettatore”. Appuntamento i prossimi 2 Febbraio ore 20.30  e 3 Febbraio ore 20.30

Petrolio, scritto e interpretato da Ulderico Pesce, presentato all’interno del progetto Ritratto di una nazione, che ha inaugurato la stagione del Teatro Argentina di Roma nel 2017, porta in scena la bellezza della Basilicata, fatta di boschi millenari, mare, calanchi, paesini arroccati a strapiombo su fiumi o distese di grano, narra soprattutto del giacimento più grande dell’Europa continentale collocato tra Viggiano e Corleto Perticara.

Ulderico Pesce racconta del petrolio lucano partendo da un personaggio, Giovanni, che lavora come addetto alla sicurezza dei serbatoi esternidel Centro Olio di Viggiano, e vive con la moglie e la figlia Maria di fronte alla fiamma dell’impianto ENI che da decenni brucia pericolosissimo H2S nell’aria alle percentuali più elevate d’Europa. Giovanni scopre che uno dei grandi serbatoi esterni ha una grossa buca dalla quale fuoriesce petrolio che si disperde sotto terra. Ha paura di parlare. Dopo mesi vede che il petrolio, camminando sotto terra, è arrivato alle portedella Diga del Pertusillo, un bacino artificiale che raccoglie acqua da utilizzare a scopi idrici in Puglia e nella stessa Basilicata. Giovanni fotografa un’enorme chiazza di petrolio nella Diga ma continua a serbare il segreto per timore di perdere il lavoro e delle reazioni dei suoi compagni di lavoro. Prevarranno le logiche della conservazione del lavoro o quelle di conservazione della salute? Giovanni scoprirà che il Centro Olio ha trasformato la sua terra nella “Lucania Saudita”, dove ogni giorno vengono estratti circa 100mila barili di petrolio tradendo le illusioni di ricchezza e benessere, lasciando i suoi abitanti a fare i conti con un alto indice di mortalità tumorale e con danni ambientali irreversibili.

Petrolio è definito da Franco Cordelli su Il Corriere della sera: «un evento memorabile, una storia che ti strappa l’anima. Il suo esito, commuove ogni spettatore». 

Ricerca di petrolio in mare, interrogazione di Pedicini, D’Amato e Ferrara

CATANZARO –  Gli eurodeputati del M5S, Piernicola Pedicini, Laura Ferrara e Rosa D’Amato, hanno presentato un’interrogazione per chiedere alla Commissione europea che verifichi il rispetto delle direttive europee in relazione ai danni che vengono provocati all’ecosistema marino dalla ricerca di petrolio in mare con la tecnica dell’airgun.

Nell’interrogazione, i tre eurodeputati hanno evidenziato che il Ministero dello sviluppo economico italiano ha autorizzato la società americana Global Med a intraprendere due progetti di ricerca geofisica utilizzando la tecnica dell’airgun al largo delle coste calabresi e al largo delle coste pugliesi e che altri 17 progetti analoghi sono in fase di valutazione per altri tratti di mare italiani.

In particolare, Pedicini, Ferrara e D’Amato hanno chiesto al massimo organismo esecutivo della Ue di spiegare se ritiene che permettere l’utilizzo dell’airgun sia compatibile con il raggiungimento degli obiettivi europei previsti da tre direttive europee: la direttiva 92/43/Cee sulla conservazione degli habitat naturali della flora e della fauna; la direttiva 2008/56/Ce sulla strategia per il conseguimento entro il 2020 di un buono stato ecologico delle acque marine e la direttiva 2014/52/Ue sulla strategia per l’ambiente marino.

Nell’interrogazione è stato anche evidenziato che nel dicembre 2017, il Ministero dell’ambiente italiano ha redatto il “Secondo rapporto sugli effetti per l’ecosistema marino della tecnica dell’airgun”, mettendo in allarme sulle potenziali conseguenze del suo utilizzo (alterazioni comportamentali di mammiferi marini, mortalità per popolamenti planctonici ecc.).

Inoltre, nel rapporto del Ministero viene anche sottolineato che studi mirati evidenziano come l’incremento dell’acidità dei mari comporti la riduzione dell’assorbimento del suono e l’aumento dell’inquinamento acustico sottomarino e che intorno ad una sorgente sonora dove viene utilizzata la tecnica dell’airgun si osserva una diminuzione del pescato fino al cinquanta per cento.

 

 

Contrabbando di petrolio, blitz della Finanza a Crotone, 21 denunce

CROTONE – Dalla mattina odierna le Fiamme Gialle pitagoriche stanno eseguendo n. 6 ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari e 5 misure coercitive di obbligo di dimora nei confronti di un sodalizio delinquenziale dedito al contrabbando di
prodotti petroliferi. L’inchiesta, diretta dalla Procura crotonese e condotta dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria e della Compagnia di Crotone, conclusa con la denuncia di 21 persone, ha permesso di ricostruire una frode, all’Iva e alle accise, per oltre 1 milione di euro, con conseguente immissione illegale di 1 milione e 400 mila litri di pseudo gasolio. L’indagine è nata grazie al controllo economico del territorio svolto dal Comando Provinciale e, nello specifico, in virtù del sequestro in data 04.04.2016 nei pressi di Cutro, di un’autocisterna polacca che trasportava l’anomalo prodotto petrolifero sulle strade della provincia di Crotone. Successivamente, grazie anche agli strumenti di cooperazione internazionale di cui il Corpo si avvale, agli investigatori del Nucleo sono giunti pregnanti dati che attestavano l’immissione in consumo di ingenti quantitativi di prodotto petrolifero recanti come destinazione in Italia, denominazioni di società ignare o di fantasia. La trasposizione di tali emergenze investigative, unitamente al delinearsi di unastrutturata associazione a delinquere, ha suscitato l’immediato intervento della Procura di Crotone, la quale ha disposto l’avvio di penetranti indagini. L’indagine, svolta nei termini previsti, ha permesso di ricostruire l’articolata frode posta in essere dal sodalizio, articolato su base familiare ma che si avvaleva di altri soggetti con compiti e ruoli ben definiti. Il sistema era alquanto subdolo: per il tramite di fabbriche di prodotti energetici in Polonia, il prodotto petrolifero veniva cartolarmente venduto a società operanti nella Repubblica Ceca; l’associazione criminale era riuscita a predisporre una miscela energetica che fiscalmente, e quindi documentalmente, era assimilabile all’olio lubrificante (prodotto non sottoposto ad accisa) ma tuttavia, avendone le stesse caratteristiche energetiche (e visive), veniva commercializzato come gasolio, senza però essere gravato fiscalmente come quello che ogni cittadino o camionista trova alla pompa, con un costo al consumo oltremodo vantaggioso.
A tessere le fila della rete era un ristretto gruppo con base in Calabria, nella cittadina di Torretta di Crucoli, ma già operante è conosciuta in altre zone d’Italia basti considerare una analoga attività d’indagine svolta dai Finanzieri di Udine. Fondamentale per la ricostruzione dell’organizzazione criminale sono state le attività tecniche come anche i pedinamenti e le osservazioni svolte con la collaborazione di altri reparti del Corpo in tutta Italia e le indagini finanziarie svolte in virtù della contemporanea segnalazione di operazioni sospette che i Finanzieri pitagorici hanno saputo connettere alle emergenze investigative. L’apparente “olio lubrificante” in realtà gasolio per autotrazione, veniva caricato in un altro paese membro dell’Unione Europea, prima di esser distribuito in Italia ad aziende compiacenti, anche attraverso vettori esteri, occultando il prodotto in contenitori di polietilene di forma cubica, cosiddetti “bulk” caricati a bordo di camion telonati e non idonei allo specifico trasporto di prodotti classificati pericolosi. Si è così arrivati in data 14.09.2016 ad un secondo imponente sequestro di un carico intercettato all’interno di una azienda di autotrasporti. Ma nonostante tale attività repressiva, il gruppo criminale ha continuato ad operare incessantemente, intessendo rapporti con imprenditori in altre provincie italiane, come Lucca, Milano, Parma e nella provincia di Barletta – Andria – Trani, ove il monitoraggio posto in essere dagli uomini del Nucleo e della Compagnia, ha consentito ai finanzieri della Compagnia di Andria (BAT), di procedere in data 20.11.2016 ad un ulteriore sequestro di olio lubrificante. Ulteriore riscontro della pervicace capacità delinquenziale dell’individuato gruppo si è avuto con l’ultimo dei sequestri, questa volta operato a Crucoli Torretta, in data 22.11.2016.

I PROVVEDIMENTI

I provvedimenti giudiziari, hanno riguardato i seguenti soggetti: CELSI Francesco detto “u’ Baron”, CELSI Giovan Pietro detto “Gianpiero” con i ruoli di promotori e capi dell’associazione a delinquere, MADEA Vincenzo detto “Mandarino” quale
“rappresentante” del prodotto con il compito di piazzarlo e di intessere affari con altri soggetti, SPROVIERO Mario la “testa di legno” delle società, nel tempo fittiziamente destinatarie del prodotto, ma dai cui conti partivano bonifici per i fornitori esteri per centinaia di magliaia di euro; CELSI Simone, CARVELLI Massimo, GAROFALO Nicola, ESPOSITO Giulio, BOSSO Emilio, ANASTASIO Giuseppe e MANETTA Cosimo, ciascuno con ruolo di partecipante e con mansioni coadiuvanti gli organizzatori del sodalizio criminale, fornendo il loro contributo alla realizzazione del programma delinquenziale. Le conseguenti attività di natura fiscale che i finanzieri si apprestano a svolgere, come altre già in passato svolte a carico della famiglia Celsi, permetteranno di ristabilire un sistema di concorrenza leale, gravemente minata dalla presenza sul mercato di soggetti che, in forza dell’attività illecita, erano in grado di vendere prodotti a prezzi inferiori rispetto a quello praticato dagli imprenditori onesti.

Estrazioni petrolifere in Basilicata, tre lametini rinviati a giudizio

LAMEZIA TERME (CZ) – Il presidente del CdA di Ecosistem Rocco Aversa, l’amministratore delegato della Società, Salvatore Mazzotta e un dipendente, Antonio Curcio, figurano fra le 59 persone per le quali i pubblici ministeri di Potenza, Basentini e Triassi, che coordinano l’inchiesta sulle estrazioni petrolifere in Basilicata, hanno chiesto il rinvio a giudizio.

L’azienda lametina ed i suoi vertici, erano finiti al centro dell’indagine in quanto, stando alle ricostruzioni degli inquirenti, avrebbero classificato i rifiuti come non pericolosi e invece, stando appunto ai magistrati potentini, lo erano e necessitavano di un adeguato iter di smaltimento. (f.c.)

Appella di Goletta Verde alla Regione: “Fermate la corsa all’oro nero”

golettaverde2015_1Goletta Verde di Legambiente, in vista dell’assemblea dei Presidenti delle Regioni dell’area adriatica e ionica, in programma domani 24 luglio a Termoli riuniti per scongiurare il rischio di nuove trivellazioni per la ricerca di gas e petrolio a largo delle coste italiane, lancia il suo appello:

“Chiediamo alle Regioni un segnale forte contro la deriva petrolifera di questo Governo. – dichiara Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente – Invitiamo i Presidenti a mettere in campo tutti gli strumenti politici e amministrativi in loro possesso, compresa la proposta di un referendum abrogativo riguardo le diverse norme pro-trivelle che hanno riaperto la corsa all’oro nero nel mare italiano. Ci sono inoltre alcune azioni che possono e devono essere attivate fin da subito, quali l’impugnazione di fronte al Tar degli atti autorizzativi emanati di recente o un intervento da parte delle Regioni sul ministero dell’ambiente per chiedere la moratoria dei decreti di Via. Su tutto questo ci aspettiamo che le Regioni escano dall’incontro di domani con decisioni comuni su azioni concrete e immediate. Ai presidenti vogliamo ricordare inoltre che si esce dal petrolio non solo fermando le trivelle, – aggiunge Muroni – ma proponendo e praticando un modello energetico e di sviluppo diverso, efficiente e rinnovabile, aprendo prospettive di nuovi settori produttivi e con importanti ricadu­te anche occupazionali, oltre che ambientali”.

Secondo Legambiente – che dallo scorso mese sta ospitando a bordo della Goletta Verde amministratori regionali e locali, sindaci, enti locali, aree protette marine e costiere, operatori turistici, balneatori, pescatori, cittadini, che con il loro impegno e la loro voce hanno detto chiaramente no al petrolio – la scelta del Governo italiano è frutto di una strategia energetica insensata e impattante. Le riserve certe di petrolio presenti sotto i mari italiani sarebbero infatti assolutamente insufficienti a dare un contributo energetico rilevante. Infatti, stando ai consumi attuali, basterebbero solo per 8 settimane. A fronte di questi quantitativi irrisori di greggio si stanno ipotecando circa 130mila kmq di aree marine. Ma di questi fattori non sembra tener conto il Governo italiano, come testimoniano i dieci decreti di VIA positiva su altrettante richieste fatte in Adriatico da compagnie petrolifere, emanati dai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali solo da inizio giugno. Tutto questo a discapito delle ricchezze naturali, di biodiversità, ambientali e in termini di risorsa, anche economica, per le comunità locali che ancora oggi il nostro mare offre.

Approvata moratoria su nuove trivellazioni in mare

Il sindaco Ciminelli

AMENDOLARA (Cs) – La commissione ambiente del Senato ha approvato, a maggioranza assembleare, la risoluzione sulla moratoria delle nuove trivellazioni in mare.

“Una vittoria di tutto l’arco ionico; una grande soddisfazione per tutti quei colleghi che hanno creduto sin da subito e senza riserve, insieme al prezioso contributo delle associazioni e dei movimenti, nell’unità d’intenti su questa battaglia di civiltà; allo stesso tempo, adesso, un momento di responsabilità ulteriore per quanti, come noi, rivendicano e ritengono che non vi sia altro sviluppo, se non quello sostenibile, per i nostri territori”. Il sindaco Ciminelli, pioniere istituzionale di questa partita contro le multinazionali del petrolio, commenta così la notizia.

La risoluzione impegna il Governo a vietare tutte le trivellazioni in mare, a introdurre una royalty per lo smantellamento futuro delle istallazioni petrolifere (oggi regolato con una fideiussione legata alla complessità dell’istallazione, non alla quantità di greggio estratto) e ad aumentare del 50% le royalty ordinarie (sono state rialzate di recente, portandole al 10% per il gas e al 7% per il greggio se giacimenti in mare, e il 10% per ambedue se in terraferma).

“Si tratta – dichiara Ciminelli, riferendosi specificatamente al voto per la moratoria sulle trivellazioni – di un risultato straordinario, per il quale non abbiamo lesinato sforzi e che deve inorgoglire tutte le comunità dello Jonio impegnate sin dall’inizio in questa difficile e complessa battaglia di civiltà. Questo atteso voto in commissione ambiente riconosce e premia, oggi, lo sforzo unitario preferito fino all’ultimo da tutti noi”.

Operazione “Impero”: sequestro per 18mln di euro nel cosentino

COSENZA – Confiscata dall GDF un’azienda che commercializza prodotti petroliferi proprietà di Rocco Mario Franco, di 52 anni, di Altomonte, condannato per usura. I finanzieri, indagando nell’ambito dell’operazione ”Impero”, hanno rilevato un’intestazione fittizia dell’azienda, che in realtà  era nella piena disponibilità di Franco. Il valore dei beni mobili e immobili sequestrati e’ di 18 milioni di euro.

Manifestazione “No alle trivelle sullo Jonio”

Riceviamo e pubblichiamo – POLICORO – Chilometri e chilometri di costa incontaminata che rischiano di essere deturpate irreparabilmente da trivelle pronte a sondare i fondali marini per cercare il cosiddetto “Oro Nero”. Rischi che corrono suolo e sottosuolo in ogni fase della filiera delle estrazioni: dall’esplorazione alla trivellazione, dalla lavorazione degli idrocarburi, ai conseguenti rischi per l’ambiente e per la catena alimentare dovuti all’uso di sostanze tossiche per le possibili perdite di fossili. Rischi che possono provocare persino fenomeni di abbassamento del suolo, di erosioni della costa e alluvioni. Puglia, Basilicata e Calabria, insieme per difendere il Mar Ionio, il Golfo di Taranto, terra dei fasti della Magna Grecia e che ha regalato al mondo contemporaneo i sogni di gloria di Pirro e della sua battaglia, nel cuore di Eraclea, i calcoli matematici di Pitagora, vissuto a Crotone e morto a Metaponto, le odi poetiche di Omero, che nella sua Odissea racconta di Ulisse, sedotto dalla Ninfa Calipso nell’isola di Ogigia, che la leggenda vuole siano i fondali della Secca di Amendolara. Multinazionali come la Shell e la Appenine Energy srl (ma le richieste sono arrivate anche da Eni, Northem Petroleum, Enel Longanesi) hanno inviato ai vari comuni della costa ionica e alle Regioni interessate, le relative istanze di VIA, d73 F.R. – SH, d74 F.R. – SH, d148 D.R. – CS, per la ricerca di gas e idrocarburi. Scelte energetiche di dubbia efficacia che contrastano nettamente con la vocazione di un territorio che ha regalato Cultura alle popolazioni antiche e suscitato il prestigio e l’onore di quelle moderne; un vero e proprio assalto al mare, alla sua biodiversità al suo impatto naturalistico, ma anche al turismo e all’agricoltura di queste terre, indispensabili fonti per l’economia delle Regioni del Mezzogiorno d’Italia. Oltre 50 comuni che si affacciano sul Mar Ionio, da Castrignano del Capo (LE) a Calopezzati (KR), ben 3 Regioni, Puglia, Basilicata e Calabria e 6 Province (Matera, Potenza, Cosenza, Crotone, Taranto e Lecce), si sono dati appuntamento lunedì 17 dicembre a Policoro (MT), esattamente baricentrica tra le coste delle vicine Calabria e Puglia, per esprimere il loro fermo NO alle trivelle in mare con una grande manifestazione dal titolo “NO ALLE TRIVELLE SULLO IONIO … SALVIAMO IL NOSTRO MARE”. Relatrice della giornata, MARIA RITA D’ORSOGNA, fisico, professore associato presso il Dipartimento di Matematica della California State University at Northridge di Los Angeles, che illustrerà, tra l’altro, anche lo stretto nesso tra le trivellazioni e i fenomeni sismici. A margine della manifestazione i Sindaci ed i rappresentanti istituzionali, stipuleranno un Protocollo d’Intesa avente ad oggetto: “Azioni concordate al fine di scongiurare le trivellazioni petrolifere nel Mar Ionio”. Tra i sostenitori della manifestazione: FAI – Fondo Ambiente Italiano, Greenpeace, Legambiente, WWF, Federparchi, OLA Ambientalista, ANCI, Coldiretti, Confagricoltura, C.I.A., Copagri, AMEA, sigle sindacali, scuole di ogni ordine e grado.