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Nuovo ospedale, segretari Pd Cosenza, «Occhiuto decida in fretta cosa fare»

COSENZA – «Il sindaco Occhiuto rischia di far perdere alla città di Cosenza una grande occasione. Le risorse ci sono – 245 milioni di euro sul Patto per la Calabria – ma si continua a rimandare la decisione sulla realizzazione del nuovo ospedale». Questo quanto si legge in una nota stampa a firma dei segretari del circoli PD di Cosenza Mario Petrozza e Tommaso Guzzi.

«Nel frattempo mentre la Regione, così come l’Azienda Ospedaliera di Cosenza, hanno individuato Vaglio Lise come l’area più idonea per la realizzazione del nuovo ospedale, il Comune di Cosenza latita. Non c’è stato alcun pronunciamento dell’amministrazione comunale sulla migliore soluzione emergente dallo Studio di fattibilità. Occhiuto ha rimandato per mesi il consiglio comunale ad hoc per decidere, come spetta per legge, l’ubicazione del nosocomio. E solo a fine giugno la maggioranza ha dato mandato al sindaco di continuare la contrattazione con il presidente della Regione Mario Oliverio. Il Pd aveva tentato di trovare un punto di incontro, aggiornando la seduta del consiglio comunale entro 15 giorni per poi arrivare alla scelta definitiva. Decisione non condivisa e oggi ci troviamo a dover attendere ancora la decisione di un Consiglio comunale. Consiglio che ancora, a distanza di mesi, non viene convocato. Nel frattempo la Regione, così come ha annunciato il consigliere Carlo Guccione, non potendo ulteriormente protrarre i tempi di conclusione della Conferenza di Servizi, con delibera dello scorso 11 ottobre ha preso atto degli esisti dello studio di fattibilità e della Conferenza di servizi istruttoria. Tutti concordi, dunque, su Vaglio Lise. La Conferenza di Servizi si è conclusa e spetta ora al sindaco convocare il consiglio comunale ad hoc per procedere spediti verso la realizzazione del nuovo ospedale. Occhiuto la smetta con i giochi di potere, i ricatti e si proceda spediti verso un accordo definitivo, evitando di tradire, ancora una volta, i cosentini. Il rischio concreto è che la città di Cosenza possa perdere il nuovo ospedale e che si decida di puntare su altri siti. Le attuali condizioni dell’Annunziata richiedono però provvedimenti urgenti, non si può più aspettare. Si riducono drasticamente i posti letto disponibili, le criticità aumentano, così come i problemi strutturali, visto che l’edificio risale al 1939 e necessita di interventi di carattere strutturale, funzionale e impiantistico. Dunque, si metta un punto su questa querelle. Il giudizio finale premia Vaglio Lise, ora il Comune faccia la sua parte e il sindaco si assumi le sue responsabilità con la convocazione del Consiglio che porti a una decisione finale. La città di Cosenza è stanca di aspettare». 

Elezioni Cosenza, Petrozza sulle medesime posizioni di Paolini

COSENZA – Arriva dal medesimo ufficio stampa del Pse di Enzo Paolini la dura dichiarazione del segretario del Circolo PD Cosenza II Mario Petrozza, assai critica nei confronti di Marco Ambrogio, componente della commissione elettorale di Palazzo dei Bruzi. Che la fonte della notizia sia la medesima da cui giungono i quotidiani attacchi al Partito Democratico sottoscritti da Pse e Cosenza Domani, lascia supporre l’esistenza di una posizione critica comune tra Paolini e Petrozza, testimoniata anche dalle perplessità manifestate da Petrozza all’indomani dell’investitura di Lucio Presta. Il segretario Petrozza oggi attacca un esponente del suo stesso partito. “A parte i proclami e le frasi di circostanza, ci piacerebbe sapere cosa sta facendo il Partito Democratico e il suo rappresentante nella commissione elettorale del Comune di Cosenza per dare corso all’individuazione degli scrutatori tramite sorteggio – scrive Petrozza nel comunicato – Alle dichiarazioni non sono seguiti i fatti se è vero che il nostro rappresentante all’interno della commissione elettorale sta procedendo a nominare la sua quota di scrutatori pur essendosi dichiarato, non più di qualche giorno fa, favorevole al sorteggio così come hanno detto i quattro deputati calabresi del PD. Appare quanto mai fuori luogo e in difformità con i principi di democrazia sui quali dovrebbe basarsi una pubblica amministrazione, proseguire con il meccanismo clientelare e ingiusto della nomina diretta e arbitraria degli scrutatori essendo peraltro i consiglieri decaduti per via dello scioglimento anticipato del consiglio comunale. Sarebbe un gesto dal forte valore simbolico se il nostro rappresentante in commissione elettorale rinunciasse alle nomine discrezionali di pertinenza del Partito democratico per procedere ad un sorteggio pubblico su una base costituita tutta da disoccupati. Anche se la legge consente le nomine, è sempre possibile utilizzare un meccanismo democratico ed equo così come ha fatto il commissario del Comune procedendo al sorteggio dei componenti di sua competenza. Darebbe l’immagine di un partito che non partecipa alla spartizione dei posti, che è effettivamente e realmente contrario allo scambio di favori e alle clientele tra elettori e candidati e ad ogni pratica spartitoria che alimenta privilegi e ingiuste rendite di posizione”. A seguire è stata diffusa anche una dichiarazione di Enzo Paolini che proponiamo integralmente: “A chi mi sollecitava nei giorni scorsi per prendere posizione sulla vergogna della nomina degli scrutatori, vero paradigma del voto di scambio (altrimenti non si capirebbe la pervicacia con la quale il PD e Forza Italia pretendono la nomina invece del sorteggio), abbiamo risposto con i fatti. Noi continuiamo a volere il sorteggio e non ci siamo permessi di nominare nessuno. Gli altri, quelli delle chiacchiere, il PD e la destra di Forza Italia e soci, hanno fatto le nomine. Ma noi che, come tutti sanno, siamo testardi, chiediamo a questo punto una presa di posizione del Commissario e l’intervento del Prefetto. Sarà pure consentito da una (per quanto assurda) norma ma il problema è tutto politico. Come può e perché un organismo composto da consiglieri comunali dimissionari non più in carica, procedere alla nomina di scrutatori, cioè di elementi che dovrebbero contribuire ad assicurare il regolare svolgimento delle elezioni dove sono essi stessi ricandidati? La risposta è semplice: perché la retribuzione degli stessi è la base per la richiesta del voto. O non è così? Certo che è così. Ma d’altra parte non possiamo meravigliarci se questo scempio morale è posto in essere dal PD, il partito che ritiene che le regole ed i principi valgono per tutti ma non per se stesso”.