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Superliminal, tra sogno e prospettiva. Alla scoperta del titolo Pillow Castle

Che succede quando arte e psicanalisi si incontrano nel mondo videoludico? Nasce Superliminal.

Superliminal è un gioco di prospettiva forzata: questo vuol dire che tutto, all’interno del gioco (giocatore compreso), è soggetto a cambiamenti di prospettiva a seconda della sua posizione su un immaginario piano cartesiano.

UN GIOCO DI PROSPETTIVA

Superata la definizione in stile Wikipedia, possiamo fare un passo in avanti e uscire dai normali canoni del videogame per proiettarci in quella che è l’essenza di Superliminal: un tour nell’arte della prospettiva che strizza l’occhio ad artisti del calibro di Escher, Dalì e Brunelleschi. La prospettiva, però, non viene sondata solo dal punto di vista artistico ma anche da quello psicoanalitico di stampo freudiano, sfiorando sottilmente la critica estetica. Potranno sembrare paroloni accodati a nomi altisonanti, ma datemi fiducia per qualche altro paragrafo e vi mostrerò l’arte messa in scena dai Pillow Castle.

Molto spesso, soprattutto negli ultimi tempi, il mercato ci ha abituato a titoli per lo più lineari, prevedibili nella storia ma complessi nella giocabilità. Non tirerò in mezzo i giochi alla Souls, perché abusati ormai in ogni recensione videoludica, ma mi atterrò invece all’effettività del gioco. E soprattutto a ciò che è riuscito a trasmettermi, da vecchio giocatore che ha divorato floppy, CD e Blu-Ray di videogiochi e si è anche un po’ annoiato a morire nei baratri come tutorial.

TRA PUZZLE E SOGNO

In Superliminal non si spara e non si muore perché è un puzzle game. Al massimo ci si può innervosire per la difficoltà nel risolvere un puzzle. In Superliminal non ci si annoia mai e questo perché i Pillow sono riusciti, nelle due ore circa di gioco, a creare meccaniche sempre differenti e originali, passando dalla semplicità escheriana dello spostare gli oggetti sul piano a un sistema di portali che ingrandiscono e riducono intere ambientazioni.

La storia inizia con il nostro protagonista che fa il suo ingresso in un sogno lucido. Questa esperienza, pilotata da un’azienda del settore, dovrebbe aiutare nella ricerca della tranquillità. Tutto, però, cambia quando usciamo dai confini della struttura monitorata e ci spostiamo nel backstage. A molti amanti dei puzzle game in prima persona, questo può ricordare il titolo Valve “Portal e non posso dissentire. È un chiaro riferimento, come lo è anche il senso di positività e umorismo. Tuttavia, quel passo all’esterno della struttura ha un profondo significato che forse dal principio non riusciremo a cogliere, ma con una pura immanenza estetica che ci condurrà su un sentiero impervio e intellettualmente diverso.

Da quel momento, infatti, gli scienziati non riescono più a trovarci. Siamo esterni allo schema e impossibili da svegliare. Perfino cadere nel vuoto, risveglio di emergenza in Inception, non funziona. Cadere, invece, ci farà piombare ancora più in profondità nel sogno, aprendoci un nuovo capitolo del gioco. Qui si scopriranno molti altri retroscena, si troveranno ambientazioni orrorifiche, umoristiche e infantili, ma lascio a coloro che lo proveranno il piacere della scoperta.

UNA SINFONIA TRA LE PARTI

Il livello tecnico di esecuzione è eccellente. Nonostante l’utilizzo del motore Unity, non proprio il massimo per la grafica 3D, non ho riscontrato bug, al massimo qualche glitch grafico sugli oggetti troppo grandi. Il level design è ambizioso ma concorde allo sfruttamento della meccanica prospettica del gioco. Tutto è funzionale alla dinamica prospettica del gioco, persino la musica che muta di pitch a seconda della grandezza dell’oggetto da cui proviene.

Quest’opera è di sicuro esempio eccellente di quando il team di una software house lavora come una forza concertata, rendendo la propria opera una sinfonia egregiamente strutturata in ogni sua parte. Dalla musica ai testi, tutti i settori hanno dato il loro contributo in ogni momento e traspare chiaramente il divertimento che ne è venuto nel farlo. Divertimento palpabile dal giocatore che, inconsapevolmente, segue le vicende, rincorre il risveglio, fino al raggiungimento del climax finale del tutto inaspettato.

ORIGINALITÀ E PUNTI DI VISTA

Non siamo davanti ad un capolavoro da tripla A, non è quello l’aspetto che mi ha deliziato del gioco. Ciò che veramente rende unico questo titolo sono l’aspetto creativo, l’originalità, i colpi di scena psicologici e persino motivazionali, fuori schema ma mai fuori plot. I puzzle sempre diversi sono riusciti a farmi dimenticare del tempo, a farmi chiedere se non mancasse qualcosa alla mia visione e se l’unica cosa effettiva da fare non fosse cambiare il punto di vista sul problema per riuscire a risolverlo.

Superliminal è questo: un tour in un museo in cui il museo stesso amplia i propri dedali all’interno della psiche di ognuno di noi.

Daniele Mr. Ink Ferullo

Per saperne di più sul gameplay, qui l’esperienza di gioco in streaming sulla nostra pagina facebook Nerd30.

https://www.facebook.com/NerdA30/videos/2776297835742446/