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Firenze, poliziotto muore in caserma, era calabrese

FIRENZE – Aveva finito da poco il suo turno- in servizio allo stadio durante la partita Fiorentina – Chievo- ed era rientrato in caserma, la Fadini, nel centro storico della città. Per cause ancora in corso di accertamento un incendio si è propagato in alcuni uffici dove si trovava il poliziotto. Nulla da fare per Giovanni Politi, 51 anni, di origini calabresi. Le fiamme si sono estese con molta velocità senza dare scampo all’uomo. Ancora da chiarire la dinamica dei fatti,  «se è partita una fiamma- come riportato dal sito del TG Com–  o c’è stata un’esplosione che lo ha colpito. E’ proprio tema di queste ore capire se prima ci sono state le fiamme – e anche il motivo – e solo dopo le piccole esplosioni. O se invece è accaduto il contrario, se prima è esploso qualcosa e il fuoco ne sia stata la conseguenza». (Foto TgCom.)

Agente penitenziario uccide la moglie con un colpo di pistola e poi si toglie la vita (FOTO)

MONTALTO UFFUGO (CS) – Omicidio suicidio a Montalto Scalo in Via Volta. Un agente penitenziario Giovanni Petrasso, 53 anni, ha sparato alla moglie Maria Grazia Russo di 48 anni. Illesa la figlia Alessia di diciotto anni presente in casa al momento dell’accaduto mentre non era in casa l’altro figlio Mario Francesco di 26 anni impiegato all’aeroporto di Pisa. Sul posto sono immediatamente giunti i carabinieri della stazione di Montalto, della Compagnia di Rende e del Nucleo Investigativo. Presente anche il personale del 118 che ha tentato di rianimare l’uomo. Secondo una prima ricostruzione il marito al culmine di una lite ha sparato contro la donna cinque colpi di pistola. L’omicidio si è consumato nel bagno dell’abitazione. Subito dopo l’uomo ha detto alla figlia di chiudersi in camera, quindi si è tolto la vita con un colpo alla tempia. Secondo quanto si è appreso le liti tra marito e moglie erano frequenti. Il movente sarebbe di tipo passionale. I soccorsi sono stati allertati proprio dalla figlia della coppia. La ragazza, maturanda al liceo scientifico Pitagora di Rende, avrebbe dovuto sostenere venerdì 30 giugno l’esame orale. Sono arrivati alcuni compagni di classe per sostenerla. AL piano inferiore dell’abitazione vive la madre di Giovanni Petrasso, insieme ad una sorella del Petrasso stesso ed al marito. L’agente era reduce da un congedo per malattia. Soffriva di stati d’ansia. Proprio ieri, dopo essere stato dichiarato idoneo al servizio, aveva recuperato la pistola d’ordinanza. L’arma utilizzata per consumare la tragedia.

 

 

 

Cosenza, operazione della Dda. Poliziotto ai domiciliari

COSENZA – Carabinieri e polizia di Stato hanno eseguito stamattina a Cosenza due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesse dal Gip distrettuale di Catanzaro, su richiesta della Dda, per concorso esterno in associazione mafiosa, una delle quali riguarda un poliziotto, Vincenzo Ciciarello, di 60 anni, ex agente della Squadra mobile di Cosenza, attualmente in servizio nella Prefettura. L’altra persona interessata dal provvedimento restrittivo è Enrico Francesco Costabile, di 49 anni. Assieme a Ciciarello e Costabile sono indagate altre due persone, un carabiniere, e un impiegato civile dell’ufficio verbali della Polstrada di Cosenza. Secondo quanto emerso dalle indagini della Dda di Catanzaro, gli indagati avrebbero fornito notizie riservate agli esponenti della cosca Rango di Cosenza, aiutandoli ad eludere le indagini in corso. L’emissione del provvedimento cautelare, secondo quanto riferiscono le forze di polizia impegnate nell’operazione, rientra in una più ampia attività investigativa, diretta dal Procuratore aggiunto Vincenzo Luberto e dal sostituto Procuratore Pierpaolo Bruni, con il coordinamento del Procuratore della Repubblica facente funzioni Giovanni Bombardieri, e condotta congiuntamente dalla Squadra mobile di Cosenza e dal Reparto operativo del Comando provinciale di Cosenza dei carabinieri e che ha permesso di disarticolare un contesto di criminalità organizzata egemone a Cosenza e nel suo hinterland. Già il 6 aprile scorso, a conclusione di un procedimento penale riguardante lo stesso contesto criminale, 33 persone sono state condannate, con rito abbreviato, una all’ergastolo e le altre a pene complessive per 271 anni di reclusione. Proprio in tale ambito, riferiscono le stesse fonti, sono stati accertati rapporti collusivi tra appartenenti alle forze dell’ordine e persone affiliate alla ‘ndrangheta. Il procuratore facente funzioni di Catanzaro Giovanni Bombardieri ha sintetizzato le accuse che la Dda del capoluogo calabrese muove nei confronti degli esponenti delle forze dell’ordine coinvolti. La misura cautelare era stata richiesta anche per Antonino Perticari, brigadiere dei carabinieri ora in pensione, e per Fabrizio Bertelli, impiegato civile alla Polizia stradale di Cosenza. Per questi ultimi, però, il gip Assunta Maiore, pur riconoscendo la gravità indiziaria, non ha emesso alcun provvedimento cautelare. L’indagine, coordinata da Bombardieri, dal procuratore aggiunto Vincenzo Luberto e dal sostituto Pierpaolo Bruni, ha avuto inizio nell’ambito dell’attività investigativa sul clan cosentino Rango-Zingari. I particolari sono stati resi noti durante una conferenza stampa cui hanno partecipato, oltre a Bombardieri, Luberto, il capo della squadra mobile di Cosenza Giuseppe Zanfini e il comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Cosenza Milko Verticchio. “Secondo quanto ricostruito – ha spiegato Bombardieri – Ciciarello, attraverso Costabile, avrebbe messo a conoscenza il boss Maurizio Rango delle attività di indagine. Grazie a queste soffiate sono state scoperte le microspie che gli investigatori avevano piazzato davanti alle case e nelle auto degli affiliati. La fuga di notizie, inoltre, ha consentito a tre esponenti della cosca di sfuggire agli arresti il 27 novembre 2014”. In cambio il poliziotto e il carabiniere “infedeli” avrebbero ottenuto favori e in alcuni casi anche somme di denaro. Nell’indagine hanno avuto un ruolo importante le dichiarazioni di quattro collaboratori di giustizia che erano a conoscenza dell’attività svolta dagli arrestati di oggi. Bombardieri ha tenuto a sottolineare come “la Dda di Catanzaro ha piena fiducia nei carabinieri e nella polizia, che hanno denunciato e perseguito i comportamenti illeciti di alcuni loro rappresentanti che hanno infangato le divise. Il nostro lavoro, che ha già portato a importanti traguardi, prosegue. La Procura è determinata a perseguire qualsiasi condotta collusiva. Qualunque emergenza in questa direzione verrà approfondita, perseguita e punita con il massimo rigore”.

Rischia di soffocare, salvata da poliziotto

Manovra di heimlichSERRA SAN BRUNO (VV) – Una giovane, commessa in un negozio di prodotti ortofrutticoli a Serra San Bruno, ha rischiato di morire soffocata dopo avere ingerito un alimento ed è stata salvata da un poliziotto che ha applicato correttamente la “manovra di Heimlich”, tecnica di primo soccorso ideata per rimuovere le ostruzioni delle vie aeree. L’episodio è accaduto nel negozio in cui lavora la giovane. L’intervento del poliziotto si è rivelato provvidenziale dopo che altre persone avevano inutilmente di prestare soccorso alla commessa. La giovane, dopo l’intervento di soccorso messo in atto dall’agente di polizia, ha ripreso a respirare e non ha subito alcuna conseguenza per l’accaduto.

Tre fermi per l’incendio doloso all’auto di un poliziotto

ROSSANO (CS) – Gianluca Brogneri, di 25 anni, e Angelo Lefosse , 42, sono indagati per l’incendio appiccato all’auto di un poliziotto lo scorso 25 ottobre. Per i due è scattato l’obbligo di dimora, così come per Domenico Accroglianò (24), già agli arresti per un accusa di stalking ai danni di una minorenne, fatto che pare possa costituire il movente dietro all’incendio dell’auto: il poliziotto proprietario del mezzo è infatti lo stesso a capo delle indagini che condusserò all’arresto dell’Accroglianò.

Sei arresti nel reggino per possesso di droga e armi

GIOIA TAURO (RC) – È in corso da questa notte l’operazione “Rosalba” da parte della Polizia di Stato su Gioia Tauro, Roma e Tauriavona. Verranno eseguite sei ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Palmi. Gli indagati sono accusati di detenzione e vendita di armi clandestine e spaccio  di cocaina. Numerose le perquisizioni eseguite. Tra gli arrestati anche un poliziotto già in servizio nel Commissario di Gioia Tauro. I dettagli dell’operazione saranno illustrati in una conferenza stampa che si terrà alle 10,30 nell’ufficio del procuratore capo di Palmi, Giuseppe Creazzo.