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Viadotto Cannavino, Graziano: «Serve perizia statica»

CELICO (Cs) – «Non bastano le rassicurazioni di Anas per accertare la sicurezza del viadotto Cannavino, lungo la Strada Statale 107. Serve una perizia statica che certifichi, con dati concreti e tangibili, la percorribilità, o meno, del ponte. Del resto le centinaia di foto, di video e di testimonianze che in queste ultime settimane stanno focalizzando l’attenzione sulla visibile incrinatura della campata centrale del cavalcavia, danno l’impressione di una condizione di palese precarietà strutturale. È necessaria, allora, una risoluzione incisiva di recupero e messa in sicurezza dell’opera e non solo – come asserito da Anas – interventi che “riguardano il confort degli utenti dell’arteria2».

 A ritornare sulla questione del ponte di Celico, all’indomani dell’incontro tecnico-operativo in Prefettura chiesto dai Sindaci della Presila, è il Segretario questore del Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, che di recente, insieme al movimento nazionale Il Coraggio di Cambiare l’Italia è impegnato, in prima linea, nella battaglia per la rivendicazione del diritto alla mobilità dei cittadini calabresi.

 «Non si ha ben chiaro – dichiara Graziano – cosa intenda Anas quando sostiene che sul ponte Cannavino attuerà interventi finalizzati a migliorare il confort degli automobilisti. Sembra più un modo per nascondere la cenere sotto il tappeto e non per risolvere definitivamente il problema. Non sono un tecnico, ma l’applicazione, lungo la giuntura del cavalcavia che ha dato segni di cedimento, di piastre d’acciaio per livellare il fondo stradale, sembrerebbe un palliativo al problema reale. Oltretutto pericoloso. In realtà, prima di procedere in qualsivoglia intervento, buonsenso vorrebbe che si procedesse con una perizia statica per valutare l’entità e la gravità del cedimento strutturale. Lungi dall’essere Cassandra, ma se la questione del ponte di Celico dovesse essere presa sottogamba e camuffata con superficialità, solo perché Anas o chi gestisce la strada non ha i fondi necessari per programmare un tempestivo e risolutivo intervento strutturale, ci saranno poche attenuanti su una scongiurabile tragedia. Lo ribadisco – scandisce ancora il Segretario questore del Consiglio regionale – prima di avviare qualsiasi intervento tampone, che potrebbe essere addirittura peggiorativo dell’attuale condizione strutturale, si applichino tutte le tecniche per certificare la sicurezza scientifica di quel cavalcavia. Da Consigliere regionale e da Presidente nazionale del CCI sono impegnato e attento, da tempo, nella vertenza sulla mobilità in Calabria. Dove sussistono situazioni paradossali e di disagio diffuso che, così come sta succedendo per le comunità della Presila giustamente preoccupate per la precarietà strutturale del cavalcavia Cannavino, vengono denunciate e documentate al Governo, ma puntualmente glissate e poste in second’ordine rispetto ai piani di intervento. Rimarrò vigile e attento –  conclude Graziano – sui risvolti della questione del ponte di Celico, certo che anche la Magistratura farà le dovute considerazioni, così come anche sulla questione della Statale 18 e della Statale 106, ma anche su opere come la Sibari-Sila che attendono da anni di essere realizzate».