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Sicurezza all’Unical, il Consiglio degli studenti chiede incontro al Prefetto

COSENZA – In merito a recenti episodi di cronaca accaduti nell’Ateneo calabrese, il Consiglio degli Studenti dell’Unical,il massimo organo di rappresentanza della comunità studentesca della più grande Università calabrese, attualmente presieduto da Domenico Tulino (in quota U.F.), ha indirizzato una lettera al prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao, che di seguito riportiamo:

«Ill.mo Prefetto di Cosenza,

da qualche anno a questa parte non si contano più le denunce di danneggiamenti, aggressioni e furti nei luoghi vissuti quotidianamente da migliaia di studenti, sia ai danni degli stessi che delle strutture universitarie. Siamo seriamente preoccupati della situazione che ormai si protrae da fin troppo tempo. Luoghi scarsamente illuminati, videosorveglianza in rifacimento e servizio vigilanza, seppur con il massimo della professionalità ed impegno, non sufficiente a coprire l’intero Campus composto da otto quartieri residenziali e circa 2500 posti letto. Una città nella città insomma che merita particolare attenzione soprattutto perché luogo di cultura, pace e integrazione, dove tantissimi ragazzi di tutto il mondo hanno il diritto di studiare, vivere e divertirsi nel massimo della sicurezza. Sono tante le richieste che come rappresentanti degli studenti abbiamo ripetutamente presentato alla governance dell’Ateneo per risolvere questo problema, siamo consci però che da sola l’Unical non può vincere questa sfida. Per quanto esposto e seriamente preoccupati della situazione deficitaria di sicurezza nel nostro Ateneo chiediamo la Sua disponibilità ad organizzare un incontro con una delegazione di rappresentanti del Consiglio degli Studenti per discutere e creare le condizioni per trovare insieme una soluzione a questo problema che pensiamo riguardi non solo la comunità accademica ma tutta l’area urbana Rende-Cosenza e tutte le famiglie dei giovani studenti Calabresi che hanno scelto di creare qui il proprio futuro».

Cosenza, le strategie del Prefetto per combattere racket e usura

COSENZ – Individuare azioni comuni di prevenzione e contrasto al fenomeno dell’usura e del racket: questo l’argomento oggetto della riunione presieduta dal Prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao, alla quale hanno partecipato i vertici delle forze dell’ordine, il Rettore dell’Unical, il Presidente della Camera di commercio e i rappresentanti dell’associazione antiracket “Lucio Ferrami”. Nel corso dell’incontro, è scritto in una nota, il Prefetto ha evidenziato «come la recrudescenza dell’attività estorsiva costituisca una pesante minaccia alla libertà degli operatori economici, un freno allo sviluppo del sistema delle imprese e causa di impoverimento e vessazione delle famiglie, in una provincia già particolarmente sofferente e colpita dal fenomeno». Il Prefetto ha sottolineato altresì «l’importanza di attuare iniziative volte a prevenire e contrastare efficacemente i reati di estorsione ed usura, ulteriori rispetto all’opera già svolta dalle Forze di polizia e dalla magistratura». A tal fine, prosegue la nota, sono state individuate alcune linee di azione che prevedono il coinvolgimento, accanto alla Prefettura ed alle forze dell’ordine, anche di altre Istituzioni ed Enti operanti in provincia, delle Associazioni di categoria e delle Associazioni antiracket e antiusura. «Le possibili iniziative – prosegue la nota – dovranno perseguire le finalità dell’emersione del fenomeno in tutti quei casi in cui esso è latente e di offrire supporto alle vittime di usura e di estorsione che, denunciando, si oppongono alle costrizioni criminali. Tra le ipotesi esaminate, un percorso di promozione della cultura della lotta al fenomeno criminoso con l’Università della Calabria e la possibilità di aprire presso la Camera di Commercio uno sportello informativo a sostegno degli imprenditori e degli esercenti commerciali. Altre forme di sinergia interistituzionale sono al vaglio della Prefettura».

Comuni inadempienti sul bilancio, il Prefetto di Cosenza pronto ad attivare i poteri sostitutivi

COSENZA – Sono ancora 51, sui 60 diffidati dal prefetto Gianfranco Tomao, i Consigli comunali della provincia di Cosenza che non hanno approvato il bilancio di previsione per il 2017. «Gli organi consiliari – è detto in un comunicato della Prefettura – sono stati invitati ad adottare la deliberazione riguardante il bilancio di previsione entro il termine di venti giorni dalla data di ultima notifica nei confronti dei singoli consiglieri. Decorso infruttuosamente il termine sopra indicato, si potrebbe concretizzare la necessità di esercitare i poteri sostitutivi previsti dal Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali di cui al Decreto legislativo 267/2000, nonché avviare il procedimento per lo scioglimento dell’organo consiliare».

Amantea, il prefetto nomina commissario per guidare il comune

AMANTEA (CS) – Il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, ha sospeso il Consiglio comunale di Amantea. «Il provvedimento – rende noto la Prefettura – si è reso necessario in quanto nove consiglieri su 17 hanno rassegnato contestualmente le dimissioni. Il prefetto Tomao – si aggiunge – sussistendo motivi di grave ed urgente necessità connessi all’esigenza di garantire la regolarità e l’efficienza dell’azione amministrativa, ha incaricato della provvisoria gestione del comune la dottoressa Emanuela Greco, Viceprefetto Vicario, conferendo alla stessa i poteri spettanti al Consiglio, al Sindaco ed alla Giunta». Il Commissario prefettizio si insedierà nella giornata di domani, 18 gennaio.

Palazzo dei Bruzi non risponde, Guccione va dal Prefetto

COSENZA – I consiglieri comunali de La Grande Cosenza, Carlo Guccione, Enrico Morcavallo, Bianca Rende, Anna Fabiano e Damiano Covelli, hanno incontrato il prefetto Gianfranco Tomao, per sollecitarne l’intervento nei confronti degli uffici di Palazzo dei Bruzi, ancora inadempienti nel rispondere alle richieste di accesso agli atti formulate, fin dal mese di settembre, dagli esponenti di opposizione. «Alla minoranza non viene data la possibilità di accedere agli atti e, quindi, di esercitare la funzione di controllo e vigilanza che è la sua più importante prerogativa – hanno ribadito – La prima richiesta di accesso agli atti risale al 21 settembre del 2016. Si sono susseguite altre richieste fino ad oggi disattese. La Grande Cosenza aveva richiesto di accedere agli atti anche sul concorso per dirigenti, sulla vicenda MedLabor, e sui contratti dello staff del sindaco. Se, anche dopo la sollecitazione del prefetto – ha dichiarato Carlo Guccione – continuerà l’ostruzionismo di Occhiuto che ci impedisce di accedere agli atti, presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica e all’Autorità Anticorruzione».

Legalità, a Cosenza siglata intesa Prefettura-Confindustria

COSENZA – «Riaffermare i cardini della legalità attraverso un’efficace politica di contrasto alla criminalità organizzata supportata da una responsabile attività di prevenzione territoriale, anche attraverso il coinvolgimento delle forze sane della società civile ed economica, per garantire i principi della libertà di impresa e della concorrenza leale». E’ l’obiettivo del Protocollo di Legalità messo a punto dalla Prefettura di Cosenza, Unindustria Calabria e Confindustria Cosenza e sottoscritto dal prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao e dal presidente di Unindustria Calabria e Confindustria Cosenza, Natale Mazzuca. «Le parti hanno concordato sull’importanza di porre in essere una stretta collaborazione fra imprese e pubbliche autorità per rendere efficaci i controlli ed il monitoraggio sui meccanismi di mercato locali, assicurando adeguati strumenti di prevenzione, in modo particolare in materia di contratti, pubblici e privati, per lavori, servizi e forniture e di  controllo dei flussi di manodopera e mezzi nei cantieri, al fine di contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia e rafforzare la rete di presidi a favore delle imprese che operano nel rispetto della legalità, della trasparenza e della concorrenza leale.

«Si tratta di un protocollo molto ultile per gli imprenditori – ha dichiarato il prefetto Giancarlo Tomao – perché aumenta le opportunità di poter esercitare al meglio ed in piena consapevolezza la libertà di fare impresa, di giovarsi della libera concorrenza e di lavorare in maniera serena. Per contro, in contesti caratterizzati da pressioni e condizionamenti dovuti ad infiltrazioni, per gli imprenditori onesti diventa molto difficile realizzare profitti. Per lo Stato l’efficace strumento del protocollo va nella direzione di prevenire effetti distorsivi offrendo momenti di confronto serrato e sostegno nelle attivita’ di prevenzione e repressione». Per il Presidente di Unindustria Calabria Natale Mazzuca «non è solo una questione di civiltà ma anche di convenienza economica. La legalità conviene. Il rispetto delle regole oltre a rappresentare un bene sociale in ogni paese che possa definirsi civile, diventa un bene importante per le ripercussioni sul sistema economico. Chi pensa che la criminalità organizzata – ha aggiunto Mazzuca – possa garantire vantaggi competitivi alla propria impresa commette un gravissimo errore aggravato dalla violazione delle leggi. Prendere scorciatoie apparentemente convenienti per lavorare, per aggiudicarsi appalti, per necessità finanziarie, non è che l’inizio di un percorso devastante perché si ritroverà in breve ad espropriato della propria azienda e della propria identità. Le iniziative di Unindustria vanno sempre in direzione dell’affermazione della legalità a tutti i livelli, senza se e senza ma perché con l’affermazione dello Stato si afferma il valore del bene comune».

Movida cosentina, controlli a tappeto a Piazza Santa Teresa

COSENZA – In concomitanza con gli straordinari servizi di controllo del territorio, già da tempo attuati da personale della Polizia di Stato della Questura di Cosenza, alle direttive del questore Luigi Liguori, la scorsa notte una task force ha congiuntamente operato in città, consentendo un’attività di controllo del territorio a 360 gradi, come auspicato dal Prefetto nella riunione di comitato del 16 marzo. Gli agenti della divisione di Polizia amministrativa della Questura di Cosenza e del Reparto prevenzione crimine Calabria settentrionale, coadiuvati dai vigili urbani di Cosenza, dall’Asp, dell’Ispettorato del Lavoro e dell’Arpacal, hanno effettuato verifiche ad alcuni locali notturni meta della movida cosentina. In particolare, gli uomini della Polizia di Stato durante i controlli hanno proceduto all’identificazione e al controllo dei titolari ed avventori, approfondendo le loro posizioni in caso di positivi riscontri in banca dati delle forze di polizia. La Squadra amministrativa della Questura di Cosenza si è dedicata alla verifica del rispetto della normativa riguardante la somministrazione di alcolici ai minori, nonché l’osservanza delle ordinanze comunali anche relative all’eventuale occupazione di suolo pubblico.  Il lavoro nero ed il rispetto delle norme igienico sanitarie invece sono state oggetto di particolare attenzione da parte del personale degli altri Enti appartenenti alla task force. In totale sono stati sottoposti a controllo quattro locali pubblici: per uno di essi sono state elevate sanzioni per inosservanza della normativa sull’igiene dei locali pubblici; per altri due è stata riscontrata la non idoneità dei locali adibiti alla preparazione delle vivande, sono stati individuati sei dipendenti lavoranti in nero e infine sono state elevate numerose infrazioni al codice della strada a carico dei conducenti che avevano parcheggiato l’autovettura in zona vietata nei pressi dei locali. Per due locali, invece, sono stati emessi specifici provvedimenti amministrativi per la sospensione delle licenze. I controlli verranno in futuro ripetuti, al fine di eliminare o contenere i disagi rappresentati dagli abitanti delle zone interessate dalla movida, facendo rispettare in particolare tutta la normativa riguardante il settore e l’orario di chiusura degli esercizi pubblici previsti dal comune.

 

A Corigliano i sindacati chiedono l’annullamento del documento tecnico su appalti e igiene urbana

Corigliano Calabro ( Cs) – Chiesta la convocazione di un tavolo prefettizio e l’immediato annullamento del bando. I delegati aziendali di Cgil-Cisl-Uil  nutrono sospetti ed ombre circa la nuova redazione del capitolato speciale d’appalto del Comune di Corigliano Calabro.  “A rischio il futuro delle maestranze – si legge nella nota- la qualità del servizio, la stabilità delle imprese. La drastica riduzione dei costi e il contestuale aumento dei servizi determina l’impossibilità di svolgere le attività tenendo conto della mole di lavoro prevista per un territorio vasto ed esteso. S’intravedono troppe zone oscure. Tra queste si rinvengono  errori nei conteggi e nella contabilità . Un bando concepito senza il coinvolgimento di chi è chiamato a tutelare gli interessi dei lavoratori sui quali pesa l’ombra di un ritorno al passato quando, a causa della instabilità economica di chi gestiva il servizio, le maestranze erano costrette a incrociare le braccia per i ritardi dei pagamenti degli stipendi.  A rischio quindi  anche le garanzie e la continuità dei salari. Così come già si sta verificando in qualche comune importante della provincia di Cosenza dove un’azienda si è aggiudicata l’appalto provvisorio con un eccesso di ribasso e ora è costretta a ridurre l’orario di lavoro.Notevoli le anomalie riscontrate nel bando sulla cui paternità si nutrono finanche seri e gravi dubbi. Quel che è sconcertante è che qualcuno tenta di attribuirsi il merito di far transitare il trasferimento dei lavoratori da un’azienda ad altra con atteggiamento furbastro, nella consapevolezza che il passaggio è garantito dalle norme. Quindi nessuna cortesia, ma solo il maldestro tentativo di trarre in inganno i lavoratori del Cantiere di Corigliano! Un Bando sospetto che non potrà offrire efficienza nell’erogazione dei servizi, nella qualità delle prestazioni, e in tema di sicurezza”. Un’amministrazione comunale seria -conclude la nota dei sindacati-  ha il dovere di guardarsi attorno e capire i livelli di credibilità, di affidabilità e di solidità aziendale. Per queste ragioni i delegati aziendali Cgil-Cisl e Ui nel ribadire  la più assoluta preoccupazione per l’andamento generale della trattativa chiedono un incontro al Prefetto di Cosenza al fine di illustrare la posizione del sindacato e il contestuale  annullamento del bando all’autorità di vigilanza”.

Controlli nel reggino, cinque arresti

REGGIO CALABRIA – Cinque persone sono state arrestate nel corso dei controlli compiuti dai carabinieri nella frazione Gallina a Reggio Calabria, disposti all’indomani dell’omicidio di Giovanni Vilasi e del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica convocato dal Prefetto Sammartino. Ai controlli hanno partecipato i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, un elicottero, due unita’ cinofile ed i militari dello squadrone eliportato Cacciatori di Calabria. Complessivamente sono state identificate 252 persone ed eseguite 17 perquisizioni.

Reggio Calabria, emergenza criminalità

REGGIO CALABRIA – L’esecuzione dell’imprenditore edile Giovanni Vilasi, freddato a colpi di pistola in pieno giorno a Reggio Calabria, ha riacceso i riflettori sull’escalation criminale che soffoca la regione, in particolare l’area dello Stretto. Il fatto di sangue, sul quale indagano polizia e carabinieri, si è consumato nel pomeriggio. L’uomo, ritenuto dagli investigatori vicino alla cosca Libri, era appena uscito da una pasticceria e mentre si accingeva ad entrare nella sua auto, è stato ucciso con tre colpi di pistola alla testa. Secondo una prima ricostruzione del fatto, il killer è giunto a bordo di un motorino sul quale si è poi dileguato insieme ad un complice. Non ci sarebbero testimoni. Immediatamente il prefetto Claudio Samartino ha convocato una seduta del comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica a cui hanno preso parte il Procuratore della della locale Direzione Distrettuale Antimafia, il Questore ed i Comandanti provinciali dei carabinieri e della Guardia di finanza.
Nei giorni scorsi il ripetersi degli attentati di ndrangheta, anche nei confronti di pubblici amministratori, aveva spinto il Ministro dell’Interno Alfano a presiedere a Reggio Calabria la Conferenza delle Autorità di Pubblica Sicurezza. Un segnale della presenza dello stato in un territorio che continua però a rimanere ostaggio della criminalità.