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Il Premio Nobel per la Pace per il Kid’s Fest di Caccuri

premio nobelCACCURI (KR) – «Il programma pilota lanciato in Italia nell’estate 2016 potrebbe servire come un faro per gli altri paesi in Europa». A scriverlo è Ouided Bouchamaoui, Presidente di UTICA e premio Nobel per la Pace 2015 in una lettera inviata all’organizzazione del Kid’s Fest di Caccuri che si terrà lunedì 8 agosto. Un messaggio il suo accolto con grande entusiasmo dai più di cento volontari al lavoro in queste ore nel paese in provincia di Crotone. Sono attesi più di mille bambini.

Così prosegue nella lettera Bouchamaoui: “

«L’idea di includere i bambini rifugiati è un modo simbolico per portare popolazioni migranti più vicine ai residenti locali e costruire attraverso i bambini nuovi legami. Desidero portare questa iniziativa all’ attenzione dei Governi Europei che stanno affrontando oggi sfide senza precedenti in questo campo. KidsFest internazionale è un’iniziativa di alto profilo e promuove una migliore comprensione all’interno di ogni singolo paese e può offrire un grande contributo alla costruzione della pace mondiale quando questa formula per i bambini potrà essere sviluppata in un modello universale».

L’evento sarà patrocinato dall’UNICEF e dall’UNESCO e si svolgerà con il partenariato dell’associazione Tunisina Kamar, dell’associazione Bosniaca Viakult e dell’associazione Kid’s Festival International di Berlino. Da Sarajevo a Caccuri, passando per Tunisi, Abuja, Sofia e Berlino. La Calabria si prepara ad accogliere uno dei più importanti appuntamenti europei dedicati ai bambini. Si terrà nella cornice del Premio Letterario Caccuri promosso dall’Accademia dei Caccuriani dal 7 al 10 agosto. Da più di 12 anni il “Kid’s” riceve riconoscimenti e apprezzamenti da tutti il mondo. I bambini si esibiranno in spettacoli, parteciperanno ad atelier, workshop, giochi ed esporranno la loro visione di un futuro “interculturale”. Sarà una grande festa che porrà al centro i temi dell’interculturalità e dell’integrazione. Sono più di mille i bambini già iscritti all’iniziativa.

Sul caso dell’annullamento del premio Nausica a Lamezia Terme interviene anche Pegna

Sulle polemiche seguite all’annullamento del Premio Nausica dedicato all’ accoglienza, che quest’anno avrebbe dovuto premiare a Lamezia Terme il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, interviene anche Ruggero Pegna, lametino e autore del romanzo Il cacciatore di meduse, la storia di un piccolo migrante somalo sbarcato proprio a Lampedusa alla quale, questa settimana, anche la popolare rivista Panorama ha dedicato la copertina dei 20 libri da leggere sul tema dell’immigrazione.

Questo il pare di Pegna sul caso del Premio Nausica, Pegna esprime il suo parere: “L’idea di un premio del genere è molto bella e, se vogliamo, anche originale. L’accoglienza è uno degli aspetti della convivenza tra uomini; un fattore che rappresenta e misura generosità, sensibilità e umanità. Premiare chi si distingue su questo tema, penso che sia un riconoscimento al coefficiente di civiltà di un singolo ma anche della collettività che rappresenta. L’ accoglienza, come l’ospitalità, non è un qualcosa di politico, ma di cultura, mentalità, emotività, espressione dei sentimenti.Il cacciatore di meduse - copertina

La polemica che leggo, anche da parte di persone che ignoravano l’esistenza di questo premio, mi sembra esagerata, sebbene un simile evento, a mio parere, non si sarebbe dovuto annullare, se non per specifica ordinanza di organi preposti al controllo dell’ordine pubblico. Non conosco misure in tal senso. Il tutto si è fatto e disfatto nell’ambito delle valutazioni degli stessi organizzatori. In merito alle accuse rivolte a Lamezia, città dove sono nato e vivo, registro piuttosto a suo favore una grande capacità di tolleranza e accoglienza, visto che qui risiede una delle più numerose e inquiete comunità rom che, a dire la verità, produce notevoli disagi, soprattutto in termini di microcriminalità e sicurezza complessiva.  Non solo, a Lamezia risiedono molti immigrati, perfettamente integrati, e vari soggetti che lavorano nel sociale e nell’accoglienza, che si sono distinti e si distinguono anche su scala nazionale. Personalmente – conclude Pegna – penso che questa polemica sia da relegare alla sfera della dialettica politica e la scelta personale di chi doveva organizzare l’evento, certamente in buona fede e, forse, per eccesso di cautela, non debba investire un’intera città accogliente e generosa che, come dice il nonno del personaggio del mio libro, ha sempre dimostrato che la bontà si misura dal colore del cuore”.