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Cosenza, attribuite le deleghe ai consiglieri provinciali

COSENZA – Avvalendosi dei poteri previsti dalle norme vigenti e dallo Statuto, il presidente della Provincia di Cosenza Graziano Di Natale ha conferito le deleghe ai Consiglieri provinciali. A Franco Pascarelli è stata assegnata la delega ai Trasporti, Patrimonio, Pubblica Istruzione e Impiantistica Sportiva; a Ferdinando Nociti assegnata invece la delega su Viabilità e Difesa del Suolo e Minoranze linguistiche; a Giuseppe Rizzo sono andati Ambiente e Demanio, Tutela, Valorizzazione e Pianificazione del Territorio, Rifiuti, Accoglienza; Edilizia Scolastica è invece la delega assegnata a Lucantonio Nicoletti. Le deleghe attribuite hanno rilevanza esclusivamente interna e non permettono di assumere atti a rilevanza esterna, né di adottare atti di gestione spettanti agli organi burocratici. I Consiglieri delegati, pertanto, coadiuvano, con spirito collegiale, il Presidente della Provincia nella sua funzione d’indirizzo e sovrintendenza. Tra i loro compiti quello di impartire direttive rispettose dei vincoli posti dalla programmazione operativa; seguire le fasi di proposizione dei provvedimenti, collaborando con gli uffici e con l’esterno; proporre al Presidente l’adozione di dispositivi nelle rispettive materie oggetto di delega e relazionare sulle stesse. «Con il conferimento delle deleghe abbiamo puntato al massimo coinvolgimento dei Consiglieri, in questa delicata fase di gestione dell’Ente», ha affermato il Presidente Di Natale congratulandosi con i consiglieri neo-delegati.

Cosenza, la riqualificazione del centro storico al centro del dibattito

COSENZA – La riqualificazione del centro storico è stato il principale argomento dibattuto nel corso della seduta del consiglio comunale di Cosenza, partecipato anche da una nutrita delegazione di abitanti della città vecchia. Articolato l’intervento del consigliere Carlo Guccione il quale, nell’invitare alla collaborazione i rappresentanti di maggioranza ed opposizione, ha informato dell’esistenza di consistenti risorse disponibili per avviare un piano di recupero dell’intera area. «La strategia di sviluppo urbano sostenibile ci può venire in aiuto attraverso i fondi Pac e Fers della Regione Calabria, quale quadro di riferimento finanziario su cui coinvolgere altre istituzioni – ha detto Guccione – Circa 35 milioni di euro sono previsti per l’asse urbano Cosenza-Rende. Le risorse ci sono e Agenda urbana può essere lo strumento per ripartire. Poi bisogna andare ad un riutilizzo degli immobili non occupati e alla loro riqualificazione, che rappresenta anche un’occasione per le imprese locali per misurarsi con la sperimentazione di nuove tecniche e nuovi materiali eco compatibili. Il centro storico – ha aggiunto l’esponente de “La Grande Cosenza” – può diventare il distretto culturale della conoscenza. Nuove imprese possono trovare una nuova dislocazione. L’esempio del polo di cyber security rappresenta un esempio di buon utilizzo dei fondi comunitari. Va fatta una scelta politica – ha precisato Guccione – Nei prossimi cinque anni si deve trovare il modo di avviare un percorso certo per messa in sicurezza e riqualificazione del centro storico. Oltre ai 35 milioni dell’Agenda Urbana si può attingere ai fondi della Legge Abruzzo per la sicurezza da rischio sismico, con oltre 30 milioni ancora disponibili». L’intervento di Guccione ha dato il via ad un vivace dibattito che ha coinvolti esponenti di tutti i gruppi politici rappresentati a Palazzo dei Bruzi. Nel concludere i lavoro il sindaco Mario Occhiuto ha ricordato l’impegno della sua amministrazione per il centro storico. «Non siamo riusciti a risolvere i problemi in soli 5 anni – ha detto il primo cittadino – Ma abbiamo fatto molto: abbiamo ristrutturato immobili pubblici e riaperto luoghi e monumenti. Sul piano dell’emergenza sociale mi sono assunto la responsabilità di requisire immobili privati da destinare ai bisognosi. Abbiamo così anche sanato situazioni di occupazioni abusive nel centro storico. Ora bisogna pensare alle case private che crollano, oggi come vent’anni fa. I disastri di oggi – ha spiegato Occhiuto – sono frutto delle scelte urbanistiche del passato». Sulle risorse da impiegare Occhiuto ha ricordato che «La Calabria è la penultima regione per spesa di fondi comunitari 2014/2020. Ci sarà un motivo perché siamo sempre ultimi. Allora dico: questi soldi dateli a noi. Abbiamo già utilizzato 180 milioni di fondi strutturali. Siamo in grado di spendere  le risorse a disposizione. La Regione ci dia i fondi. Possiamo impegnarci sugli edifici privati, facciamo le schedature, convegni e tutto quanto necessario. Ma facciamo anche gli interventi, anche sul privato. Le case vanno recuperate perché producano una rendita e ci sia sempre interesse a curarle». Chiarito anche il ruolo di Vittorio Sgarbi: «Non serve che stia a Cosenza, ha un’altra funzione, non quella di andare a vedere i crolli o la povertà che vediamo già noi. Abbiamo bisogno di qualcuno che promuova la città, le attività culturali. Questo è l’obiettivo. Noi vogliamo portare avanti, già entro Natale, demolizioni di case private a danno dei proprietari. Nello stesso tempo favorire contributi per quei proprietari che vogliono intervenire». Sciorinati poi i programmi di riqualificazione: contratti di quartiere, Museo Alarico, collegamento con ovovia da bocs art alla Villa, parcheggi per accessibilità, e così via. «Ci serve la collaborazione dei cittadini – ha insistito Occhiuto – Attraverso questo tavolo e anche al di fuori i cittadini dovranno partecipare direttamente e darci una mano. Sì a una delegazione di polizia municipale nel centro storico, per dare maggiore senso di sicurezza ai cittadini; sì anche ai programmi di produzione culturale. Vi chiedo di credere in questa politica di promozione turistica della città. E’ importante per tutto il resto. E attenzione a non spostare altre funzioni importanti come l’Ospedale dal centro storico, una scelta che sarebbe incomprensibile rispetto a quanto stiamo dibattendo anche rispetto alle politiche del passato che ci dicono che il centro storico non può essere svuotato di funzioni. Non esistono città storiche della valenza di Cosenza. Sono convinto che riusciremo a fare molto».

Referendum, Carbone a Rende per le ragioni del Sì

RENDE (CS) – Le ragioni del Sì al referendum del prossimo 4 dicembre, sono state ribadite dal parlamentare cosentino del Partito Democratico, Ernesto Carbone, nel corso di un incontro svoltosi a Rende per iniziativa del segretario cittadino Gianfranco De Franco, con la partecipazione anche di Gianluigi Greco, membro della segreteria regionale. Determinato Carbone nel sostenere la necessità di snellire l’attuale, farraginoso sistema del bicameralismo paritario. Per il deputato allunga e complica il processo legislativo. Inoltre l’esponente del Pd ha sottolineato anche l’inutilità del Cnel istituito nel 1957 e costato da allora oltre un miliardo di euro senza aver prodotto alcun tipo di beneficio. «Votare Sì contribuirà a cambiare questo Paese – ha affermato Carbone – I sostenitori del No utilizzano solo argomentazioni strumentali. Senza dubbio – ha aggiunto il deputato – l’approvazione della riforma consentirà di tagliare costi e posti della politica. Avremo un’Italia più semplice e meno costosa». Nel suo intervento il parlamentare ha anche sottolineato la necessità di riformare il Titolo V per riportare sotto il controllo dello Stato centrale alcune materie che si è deciso di decentrare in un momento in cui «si è voluti andare dietro al federalismo della Lega». Carbone si riferisce in particolare alle politiche energetiche ed a quelle sanitarie e dei trasporti, attualmente di competenza delle regioni. Sulle polemiche relative alla formulazione del quesito referendario precisa: «Non lo ha scritto né il governo, né il parlamento, né Renzi, né Brunetta. Il quesito è previsto dalla Legge 357 del 1970 e la Corte di Cassazione nel momento in cui si presentano le firme convalida il quesito. Per questo ritengo la polemica di questa giorni assolutamente fuori luogo e anche un po’ sciocca».

Salvatore Bruno

Cosenza, Occhiuto per il centro storico punta su Alarico

COSENZA – Un intervento lungo e appassionato quello del sindaco di Cosenza. Per oltre un’ora, Mario Occhiuto ha minuziosamente descritto il processo di riqualificazione del centro storico intrapreso dall’inizio della sua esperienza amministrativa. Il recupero del Castello Svevo, la bonifica dei fiumi, l’apertura dei Bocs Art, il pullman turistico scoperto, il ripristino della villa vecchia e della stagione al teatro Rendano sono alcune delle tappe principali di un percorso rivelatosi utile ma non ancora sufficiente ad elevare in maniera strutturale e definitiva la parte antica della città, sospesa tra arte, monumenti, bellezza estetica, ma anche tra il degrado ed il rischio dei crolli. Mario Occhiuto, nei locali della Casa delle Culture e davanti ad una variegata platea composta da giornalisti, addetti ai lavori, amministratori e dirigenti comunali, ma anche da semplici cittadini, ha ribadito che le scelte di politica attiva esercitate negli anni settanta hanno causato un progressivo spopolamento degli antichi edifici a vantaggio dei quartieri di nuova costruzione e dei comuni limitrofi dell’area urbana. E lo spopolamento, si sa, produce abbandono e degrado. Riportare le persone ad abitare nel centro storico è impensabile, ma veicolando i flussi turistici si può ambire legittimamente ad aumentare le presenze e ad incentivare i privati a ristrutturare gli immobili pericolanti. Nel frattempo continueranno le procedure burocratiche, particolarmente complesse, per demolire i fabbricati non conferenza-stampa-occhiuto-centro-storicopiù recuperabili. Il comune anticiperà le spese, stanziato per questo un milione e mezzo di euro. Si comincia il mese prossimo con il primo intervento. Per incentivare l’arrivo di turisti invece, Occhiuto continua a puntare sulla storia di Alarico e del suo tesoro. Un mito straordinario secondo il sindaco. Un veicolo di promozione e marketing territoriale al quale non si può rinunciare. L’iter di avvio dei lavori di abbattimento dell’ex hotel Jolly è in dirittura d’arrivo e presto inizierà anche la costruzione della nuova piazza antistante la Chiesa di San Domenico. Ed entro la fine dell’anno, in prossimità della confluenza tra i fiumi Busento e Crati, sarà posizionata la statua in bronzo del Re Alarico a cavallo. Un’opera donata dalla Fondazione Carical alta otto metri, destinata a diventare uno dei simboli di Cosenza insieme al Ponte di Calatrava. Soprattutto però, Occhiuto ha chiesto la collaborazione dei cittadini. Il comune quotidianamente è costretto a bonificare alcune aree dove gli incivili abbandonano rifiuti in maniera indiscriminata. La vigilanza e l’attenzione dell’amministrazione non bastano. Occorre il controllo sociale. «Se conoscete persone insofferenti alla differenziata, spiegategli che bisogna attenersi alle regole per il bene di tutti».

Nuovo ospedale a Gioia Tauro, sottoscritto il protocollo della legalità

REGGIO CALABRIA – Il Presidente Mario Oliverio – informa un comunicato dell’Ufficio Stampa della Giunta-  ha sottoscritto questo pomeriggio, presso la Prefettura di Reggio Calabria, il Protocollo di Legalità ai fini della prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata in relazione all’affidamento  in concessione di costruzione e gestione dei lavori di realizzazione del Nuovo Ospedale della Piana di Gioia Tauro, tra Regione Calabria, Prefettura  di Reggio Calabria, Asp di Reggio Calabria. Il Protocollo  è stato firmato alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Marco Minniti,  dal Prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari, dal  Commissario Straordinario dell’ASP Giacomino  Brancati, dal Subcommissario “Ospedale della Piana di Gioia Tauro” Luciano Modica, delegato del Commissario Saverio Ruperto, ed ancora dai rappresentanti della  Direzione Territoriale del Lavoro,  dalle organizzazioni sindacali di categoria Fillea Cgil, Filca Cisl,  Feneal Uil. «E’ questo un atto, importante,  che ha il significato di un concorso di energie, e che consente di imprimere velocità al percorso di realizzazione dell’Ospedale della Piana di Gioia Tauro – ha detto  il Presidente Oliverio – Finalmente, con il Protocollo si  fa, come necessario, chiarezza e si mette al riparo sul piano della legalità il percorso, in relazione al monitoraggio, alle garanzie, accelerando la procedura per la costruzione dell’opera. Oggi si apre la fase operativa. Dopo la sottoscrizione – ha spiegato ancora – nei prossimi giorni il responsabile del Dipartimento Infrastrutture emetterà l’ordine di servizio all’impresa per la redazione del progetto definitivo,  sul quale sarà convocata la conferenza dei servizi; l’impresa appaltante dovrà presentare la progettazione esecutiva e quindi si avrà l’apertura del cantiere. Questa è una delle tre nuove strutture sanitarie di cui si doterà la Calabria – ha ripreso Oliverio – insieme agli ospedali di Vibo Valentia e della Sibaritide  che permetteranno un salto di qualità nell’organizzazione dei servizi sanitari. Con l’Ospedale della  Piana si avranno a disposizione 352 nuovi posti letto, per un investimento pari a 150 milioni di euro. Noi abbiamo trovato una situazione stagnante e l’abbiamo sbloccata. L’atto di oggi va in questa direzione.  Questo sarà uno degli ospedali più importanti della Calabria- ha concluso il Presidente della Regione- ha una funzione strategica per l’intera area e garantirà una migliore organizzazione dei servizi». Hanno partecipato, tra gli altri, alla cerimonia di sottoscrizione del Protocollo di Legalità il Presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto, il capogruppo Pd in Consiglio Regionale Sebi Romeo, il Consigliere regionale Domenico Battaglia, rappresentanti delle Forze dell’Ordine.

Oliverio: «Ponte sullo Stretto sia terminale di un grande progetto»

CATANZARO – «La nostra posizione sul Ponte sullo Stretto è chiara. Noi riteniamo che questa grande infrastruttura possa essere il punto terminale di una grande progetto, che deve essere realizzato con grande sollecitudine, di modernizzazione infrastrutturale del Mezzogiorno». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, intervenendo a Paola alla cerimonia inaugurale di “Aurea 2016”, la Borsa del turismo religioso e delle aree protette. «Dobbiamo recuperare un ritardo – ha aggiunto Oliverio – che è dato dal fatto che l’Alta velocità si ferma a Salerno. In tal senso abbiamo presentato al Governo una proposta attraverso la quale abbiamo dimostrato che è possibile estendere l’alta velocità fino a Reggio Calabria ad un costo/chilometro di 15 milioni di euro, a differenza di quello che è stato il costo dell’Alta velocità già realizzata nel Paese che è stato di circa 60 milioni di euro. Abbiamo indicato il “modello spagnolo” e abbiamo dimostrato che è possibile anche la sostenibilità finanziaria del progetto. Il ponte, una volta realizzato il progetto, costituirà il naturale prolungamento verso la Sicilia e, attraverso questa infrastruttura, l’Alta velocità potrà raggiungere le altre due direttrici che sono Palermo e Catania. Solo così – ha concluso il Governatore della Calabria – il Paese sarà davvero unito e il Mezzogiorno potrà uscire definitivamente dall’attuale condizione di marginalità».

Guccione: «I ritardi di Piazza Bilotti graveranno sui cittadini»

COSENZA – «I ritardi di piazza Bilotti li pagheranno i cittadini. E non sono pochi soldi. Si tratta di circa 16 milioni di euro che potrebbero seriamente gravare sul bilancio comunale. Se non sarà certificato e collaudato almeno un lotto funzionale dell’opera di Piazza Bilotti e del parcheggio sotterraneo entro il 31 dicembre del 2016, l’intero finanziamento europeo, oltre 16 milioni di euro di fondi Pisu, Por 2007-2013, sarà revocato. Tutti i costi sostenuti con i finanziamenti europei per la realizzazione dell’opera graveranno interamente sul bilancio del Comune di Cosenza». E’ quanto si legge in un’interrogazione a risposta scritta rivolta da Carlo Guccione, consigliere comunale e leader della coalizione La Grande Cosenza, al sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto. «Al 31 dicembre 2015 il Comune di Cosenza ha rendicontato per i lavori di Piazza Bilotti la somma di 10 milioni di euro. Nel corso del 2016 risultano rendicontati ad oggi solo 2 milioni di lavori. Alla luce di questi dati rimangono, alla data di ottobre 2016, da rendicontare, in riferimento ai lavori di Piazza Bilotti, oltre 4 milioni di euro». Per questo Carlo Guccione ha chiesto al primo cittadino quali provvedimenti urgenti intende adottare per evitare che il costo dell’intera opera di riqualificazione di Piazza Bilotti e della costruzione del parcheggio sotterraneo, complessivamente oltre 16 milioni di euro, possa essere revocato se il Comune di Cosenza non sarà in grado di certificare e collaudare un lotto funzionale dell’opera entro il 31 dicembre 2016 e quindi poter avere concessa la proroga di fine lavori da parte dell’Unione Europea al 2018 per i 4 milioni di euro che ancora oggi non stati certificati e rendicontati.

Referendum, Mancini a sostegno del Sì

COSENZA – «Vorrei invitare i 68 mila elettori che negli ultimi anni mi hanno gratificato della loro preferenza, scrivendo il mio cognome sotto il simbolo prima del Pdl e poi di Forza Italia, a sostenere le ragioni del SI in vista del referendum del prossimo 4 dicembre». Così Giacomo Mancini, già deputato socialista, vicino alle posizioni di Denis Verdini, nel corso di un incontro con sindaci, amministratori locali, attivisti che si è svolto al Museo del Presente di Rende in Calabria. «Mi auguro che la scelta di votare SI la facciano anche tutti coloro che hanno creduto nello spirito innovatore introdotto da quel movimento – ha aggiunto Mancini – Del resto i principi ispiratori della riforma costituzionale proposta da Matto Renzi e dal suo governo sono in molte parti coincidenti con quelli contenuti nel programma del Pdl delle ultime elezioni politiche. A sostegno delle ragioni del SI ci sono, quindi, tutte le condizioni per creare un fronte ampio che comprenda tutti riformisti, liberali e moderati che vogliono edificare un Paese più moderno, più efficiente e più giusto». Nel corso dell’iniziativa Mancini ha annunciato l’avvio della costituzione di diversi comitati LiberiSi che condividono l’appello lanciato da Marcello Pera e da Giuliano Urbani di cui lo stesso Mancini è tra i sottoscrittori. I comuni dove sono state già avviate le formalità per la costituzione dei comitati per il SI sono: Cosenza, Rende, Castrovillari, Rossano, Corigliano, Acri, Carolei, Santo Stefano di Rogliano, Castrolibero, Scalea, Montalto, Paola, Grisolia, Belvedere, San Lucido, Fuscaldo, Longobardi, Amantea, Cleto, Rogliano, Belsito, Pedivigliano, Marzi, Colosimi, Cerisano, Mendicino, San Sosti, Aprigliano, Terranova da Sibari, Spezzano della Sila, Pedace, Vaccarizzo Albanese, Bianchi, Scigliano, Lago, Lattarico, Cariati, Grimaldi, Marano Principato, San Cosmo Albanese, Cerzeto, Cerchiara di Calabria, Torano, Morano.

Pubblicati i discorsi di Mancini «Politico tra i più insigni»

ROMA – Un “eretico della prima Repubblica”, che “ha vissuto fino alla fine in piedi”. Un uomo “coraggioso”, difensore “testardo” dei diritti. Giacomo Marramao, Claudio Martelli ed Emma Bonino hanno ricordato Giacomo Mancini in occasione della pubblicazione, a cura della Camera dei deputati, dei discorsi parlamentari pronunciati dal leader socialista nell’arco di dieci legislature. Tra i ricordi, anche quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in un telegramma ha evidenziato l’importanza dell’occasione per parlare di «uno dei dirigenti più autorevoli del Partito socialista» e avere «nuovi stimoli sulle radici della nostra cultura». Il capo dello Stato ha proseguito parlando di un «dirigente politico appassionato e coraggioso», dal «forte sentimento antifascista che lo portò a scegliere la resistenza». Un uomo di governo, tra le personalità più insigni, ha proseguito il capo dello Stato, «la sua figura resta legata al meridione e il vincolo con la sua terra di Calabria si strinse ancora di più con la scelta di concludere la sua esperienza politica come sindaco di Cosenza». Mattarella ha concluso sottolineando l’originalità del suo pensiero e il valore della sua testimonianza, elementi con cui risulta prezioso confrontarsi. Emma Bonino ha spaziato, sovrapponendo ricordi personali («l’ho conosciuto da ragazza, non mi sono mai sentita guardata dall’alto in basso») a eventi vissuti in prima persona e diventati pagine di storia del Paese: «Ad una conferenza organizzativa, con Gianfranco Spadaccia arrestato e io e Adelaide Aglietta con mandati per associazione a delinquere, ci scrisse per dire che Radicali e socialisti sul piano della lotta per i diritti civili e di libertà non possono prescindere gli uni dagli altri. Un legame con non si sfilacciò negli anni di piombo, anni «in cui si era andati ben al di là, c’era una tendenza giustizialista e giacobina. Resistere a quello non fu affatto facile», ha proseguito la Bonino ripercorrendo poi il periodo della battaglia per Enzo Tortora. Per la ex Commissaria Ue: «La storia di Mancini, quello che sarà ricordato, ci dovrebbe insegnare qualcosa. Sulle autonomie, sul carro dei vincitori. La sua capacità di tenuta dovrebbe far riflettere gli attuali protagonisti del nostro tempo». Marammao ha parlato di Mancini come di un grande eretico della prima Repubblica, quando «gli uomini del fare erano quelli che hanno fatto la Repubblica con un lavoro di modernizzazione tra gli anni ’50 e ’60 che ha fatto diventare l’Italia un Paese importantissimo». Il filosofo ha insistito sull’idea di Mancini di una democrazia moderna, che si apre sempre di più alla logica dei diritti in un processo dinamico. Poi ha concluso: «Io penso a lui non come qualcuno che mi sta alle spalle, ma come un grande politico accogliente che mi viene incontro dal futuro».  Infine, sempre sospeso a metà tra privato e pubblico, il lungo intervento di Claudio Martelli in cui l’ex Guardasigilli ha ripercorso tutti gli anni da protagonista di Mancini: «Un uomo attento ai fatti che sentiva la responsabilità di rappresentare innanzitutto chi non ha quasi niente, perché in Calabria non c’erano fabbriche, promotore di un meridionalismo eretico perché non era piagnone». Martelli ha rivissuto una storia a tratti esaltante: «Giacomo ha combattuto fino alla fine, è morto in piedi, sul banco di lavoro e per noi ragazzi socialisti era un mito, perché offriva una via d’uscita tra la sinistra socialista e un’interpretazione ministerialista della nostra politica. Era animato da un fuoco, una tempesta, ma si portava anche un dubbio permanente sul comportamento dello Stato. Al Midas fu il coach dei 40enni, quelli della congiura dei riformisti. E poi fu il primo che si accorse che, come disse De Mita su Craxi, si erano allevati una tigre». Martelli ha chiuso con Tangentopoli: «Quando annunciai le dimissioni da ministro, fu il primo ad arrivare: voleva convincermi a ritirarle. Usò tutti gli argomenti, politici e personali. Mi disse: Guarda che io sono un grande avvocato, la prendo io la tua difesa al processo». Per l’ex ministro, Mancini ha rappresentato «la dignità della politica fatta stando in piedi, sfidando tutto e tutti».

Il sindaco Occhiuto nomina il nuovo capo di gabinetto

COSENZA – Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha ricevuto a Palazzo dei Bruzi Carmine Potestio e Antonio Molinari. L’incontro ha acquisito la valenza di passaggio del testimone per l’incarico di Capo di gabinetto del sindaco. Occhiuto e i due collaboratori (Molinari è stato per lunghissimo tempo dirigente alla Provincia di Cosenza e direttore generale anche nel periodo in cui Occhiuto era presidente dell’Ente Provincia) hanno fatto il punto della situazione sulla macchina comunale. La riunione ha rappresentato la linea di congedo ufficiale per quanto riguarda Carmine Potestio. «Voglio ringraziare pubblicamente l’amico Carmine – ha dichiarato Mario Occhiuto – per il determinante contributo che con il suo instancabile lavoro ha dato al buon esito delle attività della mia Amministrazione nei cinque anni passati. Tengo a precisare – ha poi aggiunto – che avevo riconfermato la volontà di proseguire la nostra collaborazione anche in questa nuova fase. Purtroppo non è stato possibile ricevere una risposta affermativa a causa della sua attività professionale, ma resta il fatto che lo aspetto in qualsiasi momento deciderà di rientrare». Dal canto suo, Carmine Potestio, augurando buon lavoro a Molinari, ha ricambiato le parole di apprezzamento del sindaco: «Il mio grazie, oltre che ad Occhiuto, va ai consiglieri comunali, agli assessori, allo staff e, soprattutto, in particolar modo – ha detto Potestio – sento di ringraziare tutti ma proprio tutti i dipendenti del Comune. Spesso si parla male della pubblica amministrazione, eppure io in questi anni a Palazzo dei Bruzi ho trovato ottime competenze accompagnate da valori umani e da un grandissimo attaccamento alla città».