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Bergamini fu soffocato? Indiscrezioni sull’esito dell’autopsia

COSENZA – Denis Bergamini sarebbe stato soffocato prima di essere gettato sotto le ruote del camion guidato da Raffaele Pisano lungo la statale jonica a Roseto Capo Spulico. Sarebbero queste le agghiaccianti conclusioni dei periti che hanno esaminato i resti del povero ragazzo il cui corpo è stato riesumato nello scorso mese di luglio. L’indiscrezione giornalistica riportata dal Quotidiano del Sud anticipa la comunicazione ufficiale dei risultati dell’autopsia, anche se l’avvocato della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo, nega che la perizia sia stata depositata. «Ci vorrà ancora una settimana – spiega – anche se queste indiscrezioni collimano con quanto ipotizzato dai nostri esperti». Se le indiscrezioni fossero confermate probabilmente il rinvio a giudizio di Isabella Internò e di Raffaele Pisano, entrambi indagati per omicidio aggravato, sarebbe inevitabile. Si andrebbe dunque a processo, con l’accusa rappresentata da Eugenio Facciolla. Il procuratore di Castrovillari ha riaperto il caso, ora giunto ad una svolta decisivo 29 anni dopo quel tragico pomeriggio. 

Cosenza, arrestata una coppia per rapina. Lui va in carcere, lei ai domiciliari

COSENZA – Due persone, Luigi belladonna di 43 anni, e Monica Farsetta di 28, entrambe di Cosenza, sono state arrestate dalla polizia in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale per il reato di rapina aggravata. A Luigi Belladonna è stata contestata anche la violazione degli obblighi derivanti dal regime di sorveglianza speciale. I fatto contestati risalgono al 7 agosto scorso. Una donna, insieme ai figli minori, stava recandosi in uno studio medico di Via Beato Angelo d’Acri, a Cosenza. Appena entrata nel portone del palazzo è stata aggredita da un uomo il quale, minacciando di estrarre una pistola, è riuscito a farsi consegnare la fede nuziale e circa 300 euro in contanti. L’attività investigativa condotta dagli agenti della squadra mobile e coordinata dalla Procura della Repubblica, basata su una descrizione dell’uomo, dal forte accento dialettale, sulla visione dei filmati dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona e il monitoraggio dei pregiudicati per reati specifici, consentiva di ricostruire i movimenti del malvivente, sia nelle fasi antecedenti alla rapina che in quelle immediatamente successive. L’uomo era giunto sul posto a bordo di una Fiat Punto guidata da Monica Farsetta. Il grave quadro indiziario ricostruito ha consentito alla Procura di chiedere e di ottenere dal Gip un provvedimento di applicazione di misura cautelare. Belladonna è finito in carcere mentre Monica Farsetta è stata posta agli arresti domiciliari.

Operazione “Ovuli itineranti”, quattro misure cautelari e numerose perquisizioni – VIDEO

COSENZA -L’operazione Ovuli Itineranti è stata condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, sotto la stretta direzione della Procura della Repubblica di Cosenza, nei confronti di un gruppo di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di usura, spaccio di sostanze stupefacente e furti.

L’operazione ha portato all’esecuzione di 4 misure cautelari personali e di varie perquisizioni locali, effettuate con l’ausilio delle unità cinofile, nonché a trarre in arresto, lo scorso mese di marzo, due spacciatori che avevano ingerito ovuli imbottiti di eroina. Le investigazioni si avviavano nei confronti di un appartenente alla malavita cosentina che praticava condotte usuraie ai danni di una vittima, che versava in condizioni di difficoltà economica, alla quale venivano applicati interessi annuali pari al 120 % della somma prestata.

Le fiamme gialle hanno ricostruito stretti rapporti d’interesse tra l’usuraio ed altri soggetti dediti principalmente allo spaccio di droga, destinata al consumo locale, ed ai furti di accessori di autoveicoli, rivenduti nel mercato parallelo per occultarne la provenienza. Gli spacciatori per rifornirsi della sostanza stupefacente utilizzavano un singolare modus operandi che consisteva nello stipulare preliminari accordi con i fornitori, situati nella zona di Casal di Principe (CE), e nell’incaricare del trasporto della stessa altre persone che ingerivano ovuli contenenti eroina, all’intero del proprio corpo, e ricevevano un compenso solo se la consegna andava a buon fine.

Ad insospettire i finanzieri è stato il comportamento di taluni individui che si recavano frequentemente nella città di Cosenza, simulando visite di cortesia nei confronti di amici o conoscenti, mentre nei fatti operavano come veri e propri corrieri umani di droga.

Proprio il monitoraggio di questi comportamenti ha permesso di individuare due uomini, provenienti dalla zona del casertano, che sottoposti ad esami diagnostici, presso il locale ospedale, risultavano aver ingerito un considerevole quantitativo di “eroina bianca”, caratterizzata dall’elevata purezza, con cui si sarebbero potute realizzate oltre 700 dosi.

Provvidenziale si è rilevato l’arresto di uno dei due soggetti, gravato da precedenti specifici, che aveva programmato, nei giorni immediatamente successivi, l’esecuzione di una rapina in un ufficio postale situato nella provincia di Cosenza.

In queste due occasioni del tutto peculiare si è rilevato il ruolo dei cd ovulatori che, a differenza di quanto avviene nella maggior parte dei casi di cronaca, non sono stati impiegati per il trasporto della droga da paesi esteri ma bensì in attività di “spaccio interno”, ovvero per movimentare eroina tra due località situate all’interno del territorio nazionale.

Queste tecniche di trasporto occulto, particolarmente difficoltose da individuare in occasione dei controlli di polizia, risultano molto pericolose per la salute dei soggetti che le praticano poiché li espongono al rischio di rottura degli ovuli e alla diffusione diretta della sostanza stupefacente nell’organismo.

I dettagli delle operazioni verranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà oggi alle ore 11 presso gli uffici della Procura della Repubblica di Cosenza alla presenza del Procuratore della Repubblica, Mario Spagnuolo, del Procuratore Aggiunto, Marisa Manzini, del Questore di Cosenza, del comandante provinciale della Guardia di Finanza e degli investigatori.

Cosenza, sul caso Cirò i cinque stelle tornano alla carica

COSENZA – «E’ da più giorni che siamo in attesa dei risvolti dell’esposto alla Procura di Cosenza presentato dal nostro sindaco contro il suo capo segreteria Giuseppe Cirò. Non capiamo il silenzio del primo cittadino, ma soprattutto non capiamo il mutismo politico dell’opposizione: tranne una formale richiesta del consigliere Guccione, nulla è dato sapere alla cittadinanza». Questo quanto si legge in una nota diffusa dal movimento dei Cinque Stelle Meetup Cosenza e Oltre.  «Considerata la gravità dell’episodio,- dichiarano ancora-  che ben si inserisce nel contesto politico nazionale, ci saremmo aspettati consigli comunali e richieste di chiarimento a ripetizione da parte di chi occupa gli scranni dell’opposizione che ha il diritto/dovere di alzare la voce e di intervenire per fare chiarezza sul corretto svolgimento della macchina amministrativa cittadina, considerato che, comunque, la responsabilità oggettiva ricade sempre sul sindaco. In questo deludente scenario tocca a noi, semplici cittadini, pretendere che venga fatta piena luce e che emergano le responsabilità. A ciascuno il suo!».

Pierpaolo Bruni nuovo Procuratore di Paola

PAOLA (CS) – Sarà Pierpaolo Bruni, sostituto procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro, il nuovo Procuratore della Repubblica di Paola. Lo ha deciso la Quinta commissione del Consiglio Superiore della Magistratura. Bruni, in servizio dal 2010 alla Procura catanzarese è da sempre in prima fila nella lotta alla criminalità organizzata e prende il posto di Bruno Giordano passato alla guida della Procura di Vibo Valentia.

Processo Bozzo, la Procura ricorre in appello contro Citrigno

COSENZA – La Procura di Cosenza ha depositato l’appello alla Corte di Appello di Catanzaro contro la condanna a quattro mesi di reclusione inflitta, lo scorso 14 settembre, all’imprenditore cosentino Piero Citrigno imputato nel processo sulla morte del cronista, Alessandro Bozzo. L’imprenditore era accusato di violenza privata ai danni del giornalista. Il giudice De Vuono ha condannato Citrigno anche al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni nei confronti del padre del giornalista che si era costituito parte civile. Il pm Cerchiara aveva chiesto la condanna a 4 anni di carcere. Per il giudice, «il comportamento dell’imputato ha limitato la libertà di autodeterminazione di Bozzo. Infatti, l’accettazione da parte del giornalista delle condizioni contrattuali peggiorative regolanti il proprio rapporto lavorativo con la proprietà del giornale è stato il risultato di una situazione di costrizione determinata da tale condotta estrinsecata nel prospettare a Bozzo la necessità di dimettersi e di accettare le condizioni contrattuali peggiorative». Una pena che la Procura non ha condiviso, da qui la decisione di presentare appello. Nel provvedimento depositato dal procuratore aggiunto Manzini è stato evidenziato che la sentenza emessa «ha trascurato di esaminare puntualmente la capacità a delinquere dell’imputato. Tale oblio si è concretizzato nella mancata considerazione dei pur consistenti e allarmanti precedenti usurari, emergenti dal certificato del casellario giudiziario agli atti. Il giudice, inoltre, – scrive la Procura – ha omesso di considerare che la condotta realizzata è apparsa tutt’altro che occasionale collocandosi in un contesto di evidente attitudine dell’imputato a commettere delitti della medesima specie». Per i magistrati si tratta di un episodio caratterizzato «da grave intensità dell’elemento psicologico, trascurata dal giudicante insieme alla valutazione del pericolo cagionato dal comportamento del reo».

Accusa di truffa aggravata per ex direttori Banco di Napoli

CATANZARO – Tre ex direttori, oltre a cinque funzionari della filiale del Banco di Napoli di Catanzaro, sono stati iscritti nel registro degli indagati: per loro si ipotizza il reato di truffa aggravata (foto ansa.it). Secondo il Pm della Procura catanzarese, Vito Valerio, i vertici dell’istituto avrebbero venduto prodotti finanziari, senza indicare la finalità Swap, «in violazione delle norme bancarie con artifizi e raggiri» ai soci dell’azienda catanzarese Max motors srl. Gli ex direttori e i funzionari avrebbero omesso di indicare la finalità speculativa di tali contratti derivati predisponendo, si legge nell’avviso di conclusione delle indagini, «condizioni contrattuali sempre complessivamente sbilanciate in favore dell’istituto di credito».

Rimborsopoli, chiesto rinvio a giudizio per 26 persone

REGGIO CALABRIA – La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a giudizio per 26 persone coinvolte nell’inchiesta cosiddetta “Rimborsopoli” sui presunti illeciti nella gestione dei rimborsi ai gruppi consiliari del Consiglio regionale della Calabria. Tra le persone per le quali è stato chiesto il processo ci sono quattro ex consiglieri regionali che nel frattempo sono stati eletti in Parlamento. Si tratta dei deputati Bruno Censore, Demetrio Battaglia e Ferdinando Aiello e del senatore Giovanni Bilardi. L’inchiesta riguarda consiglieri regionali in carica ed ex consiglieri. Richiesta di rinvio a giudizio anche per l’ex presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e per l’ex presidente del Consiglio regionale, Antonio Scalzo. La richiesta di rinvio a giudizio riguarda, inoltre, tra gli altri, i consiglieri regionali in carica Carlo Guccione e Vincenzo Ciconte, l’ex segretario questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera e gli ex consiglieri Pasquale Tripodi, Alfonso Dattolo, Alfonsino Grillo, Giuseppe Bova, Nicola Adamo, Emilio De Masi, Domenico Talarico, Sandro Principe, Pietro Amato, Mario Franchino, Mario Maiolo e Francesco Sulla. Le persone coinvolte nell’inchiesta avrebbero utilizzato le somme destinate ai gruppi consiliari regionali per farsi rimborsare spese che non avevano nulla a che vedere col loro ruolo istituzionale come viaggi, gioielli, cene, telefoni cellulari, tablet ed altre spese di carattere privato.

Blitz dei Nas all’Annunziata. Riunione con Spagnuolo in Procura

COSENZA – Dopo il sequestro, con facoltà d’uso, di alcuni locali dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, il procuratore capo Mario Spagnuolo ha convocato una riunione operativa con l’aggiunto Marisa Manzini, i carabinieri del Nas, il personale dell’Arpacal e quello del servizio di prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro. I locali oggetto del provvedimento sono quelli della centrale termica e gruppi elettrogeni, dei servizi igienici del pronto soccorso e quelli dello spogliatoio del blocco operatorio. Tutti ambienti risultati non in regola con gli standard minima di sicurezza igienico-sanitaria. La riunione in procura è servita per fare il punto della situazione sull’esito dei controlli sollecitati da Spagnuolo sulla base delle numerose lamentele giunte dai cittadini in merito alle condizioni strutturali del nosocomio bruzio. Intanto i controlli proseguono. Nell’ambito delle irregolarità riscontrate, si è proceduto al sequestro con facoltà d’uso dell’edificio adibito a reparto trasfusioni e i relativi verbali sono stati trasmessi al magistrato di turno della Procura cosentina.

Disboscamento dissennato alveo del Torrente Corvino in agro di Diamante

DIAMANTE (CS) – Al termine di una complessa attività di polizia giudiziaria espletata su delega del Pubblico Ministero dott.ssa Teresa Valeria Grieco, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Paola, sono due gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari notificati dalla Polizia Provinciale ad altrettanti indagati – il titolare di una ditta boschiva e un tecnico del Comune di Diamante – in relazione al procedimento penale aperto per i reati di potatura, capitozzatura e taglio raso di alberi siti all’interno dell’alveo del Torrente Corvino – area demaniale sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale.

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Le indagini – aperte a seguito di formali denunce di un’Associazione diamantese inviate alla stessa Polizia Provinciale, che ha provveduto a trasmetterle alla competente Procura – hanno riscontrato che il taglio è stato eseguito in assenza di Concessione Demaniale, Nulla Osta Idraulico e Autorizzazione Paesaggistica. Gli alberi potati e tagliati a raso presenti in destra idraulica e in sinistra idraulica nella parte a valle del torrente Corvino insistono su aree accessibili al pubblico, in altri casi fanno da contorno a vialetti pedonali, in altri casi ancora interessano un’area attrezzata con giochi per bambini e strutture sportive. In sinistra idraulica nella parte a monte, gli alberi abbattuti non prospettano sulla via pubblica e sono di difficile accesso alle persone. Sulla vicenda è altresì intervenuta la denuncia a firma dell’Avv. Andrea Ordine, in nome e per conto della Società Centro Sportivo The Legend sas, per la potatura indiscriminata degli alberi e arbusti presenti nel Centro Sportivo in area ricadente all’interno del Parco Enzo La Valva.

L’intera operazione di polizia giudiziaria – coordinata dal Sostituto Commissario Maria Antonietta Pignataro e dal Comandante dott. Giovanni De Rose, ausiliario di PG l’Ing. Gianluca Morrone nella qualità di Funzionario del Settore Pianificazione Territoriale della Provincia di Cosenza – è stata possibile grazie alla tenacia del P.M. dott.ssa Grieco e alla grande sensibilità in materia ambientale del Capo della Procura di Paola Bruno Giordano. Decisiva la professionalità del Corpo di Polizia Provinciale di Cosenza, del quale non a caso la Procura paolana si avvale sempre di più, la cui attività di prevenzione e repressione dei reati ambientali è fra le più intense e decise dell’intera regione.