Archivi tag: procura

Procura Cosenza nomina esperto per rilievi sul sito della Legnochimica

COSENZA – All’inizio della prossima settimana, probabilmente già a partire da lunedì, saranno avviati i rilievi sull’area della ex Legnochimica, al centro di un’inchiesta della Procura di Cosenza. Lo scorso novembre gli uomini del Nipaf del Corpo forestale dello Stato avevano sequestrato il sito per un’estensione di 90mila metri quadrati e ipotizzato un forte inquinamento di metalli pesanti nelle falde acquifere. Il sostituto procuratore Antonio Tridico e il procuratore aggiunto Marisa Manzini hanno incaricato per le analisi il professore Sindona dell’Università della Calabria. Ai rilievi parteciperanno specialità dei Vigili del fuoco e del Corpo forestale dello Stato.

Gratteri si insedia a Catanzaro e presenta le sue richieste

CATANZARO – Nicola Gratteri si è insediato stamani come nuovo procuratore della Repubblica di Catanzaro nel corso di una cerimonia in tribunale davanti al collegio composto dal presidente del Tribunale Domenico Ielasi e dai giudici Tiziana Macrì e da Assunta Maiore. Le prime parole di Gratteri da procuratore sono state dedicate all’organico dell’ufficio di Procura, del tribunale e del personale amministrativo. «Con questo organico – ha detto il magistrato – non andiamo da nessuna parte ma sono fiducioso. In questi mesi, anche prima della nomina ufficiale, ogni volta che sono stato a Roma ho parlato dell’organico degli uffici giudiziari di Catanzaro e sono fiducioso che la pianta organica sarà adeguata». Gratteri ha anche parlato della nuova sede della Procura che potrebbe sorgere nell’ospedale militare dismesso da una decina d’anni. «Ci sono pronti 10 milioni di euro per la ristrutturazione – ha detto – che potrebbe iniziare già a luglio, e c’è già la disponibilità dei ministri Delrio e Orlando e del demanio. L’unico problema è locale perché parte degli immobili è destinata a usi civici. E questo deve decidere un magistrato della Corte d’appello. Spero si trovi una soluzione ragionevole e che prevalga il buonsenso altrimenti – ha detto provocatoriamente – chiederò che i nuovi uffici di Procura vengano realizzati in località Germaneto. Penso che i catanzaresi siano persone intelligenti e sanno che se si sposta il palazzo di giustizia la città fa la fame». Gratteri ha poi sostenuto che il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri sarà il suo «uomo di fiducia. E’ un uomo onesto – ha detto – perché nato in una famiglia di persone oneste. Ho conosciuto bene la mamma, una donna intelligente, sensibile, per bene. Lo stesso il padre. Non poteva crescere una persona diversa. Sarà mio punto di riferimento». Gratteri risponde ad una domanda sull’invito del premier Matteo Renzi a giungere a sentenza in tempi rapidi fattagli a margine della cerimonia di insediamento a Procuratore di Catanzaro. «E’ semplice risolvere il problema, basta informatizzare il processo penale. E’ questione solo di volontà politica. Basta che il Parlamento decida di utilizzare parte del mio elaborato per poter accelerare i processi e abbattere i tempi anche del 50-60%.   Se lo fara’? Non lo so, chiedetelo a lui» ha aggiunto Gratteri, che ha presieduto, su nomina del premier Matteo Renzi, la Commissione per l’elaborazione di proposte normative in tema di lotta alle mafie.

Gli auguri della Coldiretti e di Molinaro al nuovo Procuratore di Cosenza

COSENZA – Dopo la nomina del dottor Mario Spagnuolo a Procuratore Capo della Repubblica di Cosenza, Pietro Molinari, presidente della Coldiretti, ha inviato allo stesso un messaggio per augurare un «buon lavoro in un impegno importante e delicato» dopo l’investitura da parte del Consiglio Superiore della Magistratura. «Conoscendo le doti umane e professionali del dott. Spagnuolo – ha detto ancora Molinaro – per la sua consolidata esperienza ai vertici della Magistratura, saprà certamente mettere a valore la sua professionalità a beneficio del territorio cosentino e della Calabria per l’affermazione sempre di più della legalità e del contrasto, anche civile e culturale a tutte le mafie ed alla criminalità».

Il plenum del Csm ha designato Mario Spagnuolo procuratore di Cosenza

COSENZA – Mario Spagnuolo è il nuovo procuratore della Repubblica di Cosenza. Lo ha deciso il Plenum del Csm con una votazione a larga maggioranza nella quale Spagnuolo, che attualmente guida la Procura di Vibo Valentia, ha superato Bruno Giordano, al timone della Procura di Paola. Il magistrato cosentino, che era in lizza anche per la distrettuale di Catanzaro, aveva deciso, nelle scorse settimane, di abbandonare quella competizione, lasciando campo libero all’arrivo di Nicola Gratteri, che si insedierà lunedì 16 maggio. Spagnuolo è arrivato al Plenum forte delle cinque preferenze (contro una di Giordano) ottenute nella Quinta commissione del Csm, quella che sottopone al Plenum le proposte per i nuovi incarichi. Magistrato di grande esperienza, Mario Spagnuolo vanta un passato da procuratore aggiunto e coordinatore della Dda di Catanzaro e, negli ultimi anni a Vibo, ha concluso una serie di operazioni a tutela dell’ambiente. Proprio nella giornata odierna, l’ormai virtualmente ex procuratore ha ottenuto il sequestro di otto chilometri dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria nell’ambito di un’inchiesta che tende a far luce sulle presunte illegittimità nei lavori per l’ammodernamento dell’A3.

Inchiesta Calabria Verde, Pignanelli: «Ho chiesto al pm di poter chiarire. Mi ritengo estraneo»

CATANZARO – «Ho chiesto, attraverso il mio legale di fiducia, Antonio Quintieri, di essere sentito dal pm per chiarire i fatti, ai quali mi ritengo comunque assolutamente estraneo». Lo ha detto Gaetano Pignanelli, capo di gabinetto del Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, che sarebbe tra gli indagati nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Castrovillari,  sull’utilizzo del patrimonio boschivo gestito dall’azienda Calabria Verde, ente strumentale della Regione. Nell’inchiesta risulterebbe indagato anche Mario Caligiuri, capo struttura del Dipartimento Agricoltura della Regione. «Esprimo comunque – ha aggiunto Pignanelli – massima fiducia nella magistratura e auspico che la vicenda si chiarisca nel più breve tempo possibile».

Il Csm ha nominato Gratteri procuratore capo della Dda di Catanzaro

Roma – Il Plenum del Csm ha ratificato con procedura d’urgenza la nomina di Nicola Gratteri a capo della Procura distrettuale di Catanzaro, votata a larga maggioranza sia dai componenti togati che dai laici. Il procuratore aggiunto della Repubblica di Reggio Calabria era l’unico candidato rimasto in corsa dopo il ritiro di Mario Spagnuolo. L’attuale procuratore di Vibo Valentia, dopo aver riportato due indicazioni (contro le tre di Gratteri) da parte della Quinta commissione del Csm, ha scelto di ritirarsi, virando sulla Procura di Cosenza (per quella sede la Quinta commissione gli ha assegnato cinque preferenze contro una per il procuratore di Paola Bruno Giordano).

Cosenza, non mandano i figli a scuola. Denunciati otto genitori

COSENZA – I carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno denunciato alla Procura della Repubblica otto genitori, sei dei quali di nazionalità romena, con l’accusa di inosservanza dell’obbligo scolastico nei confronti dei figli minori. I controlli e le verifiche eseguite dai militari a partire dal mese di settembre dello scorso anno in alcuni istituti scolastici del capoluogo hanno appurato che alcuni giovani di età compresa tra i 12 e 16 anni, regolarmente iscritti ad un istituto scolastico cittadino, non frequentavano le lezioni senza fornire alcuna giustificazione. I carabinieri hanno riferito che dalle indagini è emerso che i genitori si disinteressavano completamente degli obblighi scolastici dei figli nonostante le numerose sollecitazioni da parte della Direzione didattica.

‘ndrangheta, maxi operazione nella locride

REGGIO CALABRIA – Alle prime luci dell’alba, in provincia di Reggio Calabria, è scattata una vasta operazione anticrimine condotta congiuntamente dalle Fiamme Gialle e dai Carabinieri nei confronti di un gruppo di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura ed esercizio abusivo del credito, con l’aggravante del metodo mafioso, operanti nella Locride ed, in particolare, nei Comuni di Siderno, Gioiosa Jonica e Marina di Gioiosa Jonica. L’operazione, che ha impegnato oltre 400 militari, tra finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria e dello Scico di Roma, e carabinieri del Ros, del comando provinciale di Reggio Calabria e dello squadrone eliportato carabinieri “Cacciatori di Calabria”, ha portato all’esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica-Dda di Reggio Calabria a carico di 34 persone, nonché a perquisizioni nei confronti di 52 indagati ed al sequestro preventivo di beni mobili, immobili e società per un valore di circa 15,5 milioni di euro. L’indagineprende le mosse dalla denuncia di un imprenditore operante nel settore tipografico, ora residente insieme alla sua famiglia in località protetta, che ha delineato una complessa attività di usura ai suoi danni da soggetti contigui alle cosche di ‘ndrangheta operanti nei Comuni della fascia Jonica della Locride, gli “Ursino-Macrì” e “Jerinò” di Gioiosa Jonica, i “Rumbo-Galea-Figliomeni” di Siderno, i “Bruzzese” di Grotteria, i “Mazzaferro” di Marina di Gioiosa Jonica. Le indagini, corroborate dalle investigazioni dei carabinieri del Ros sulle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di ricostruire la struttura della locale della ‘ndrangheta di Gioiosa Ionica, riconducibile alle famiglie Ursino – Macri’ – Jerino’ e individuare un consistente giro di usura ai danni di oltre 50 persone alle quali le cosche applicavano interessi usurari oscillanti tra il 50% ed il 500% annuale. Le indagini hanno evidenziato che quando la vittima di usura non poteva far fronte agli interessi mensili con il denaro, veniva costretta, in alcuni casi, ad emettere fatture false a favore di società riconducibili e/o vicine agli usurai, al fine di far figurare costi mai sostenuti da queste ultime ed abbattere così la base imponibile ai fini della successiva tassazione. Molti dei componenti della locale di Gioiosa Ionica sono già detenuti in quanto coinvolti in varie operazioni di polizia giudiziaria e colpiti da condanne, pertanto il provvedimento di fermo è stato emesso a carico degli affiliati in stato di libertà, sul conto dei quali sono emersi concreti elementi a suffragio della sussistenza del pericolo di fuga all’estero, in considerazione degli strettissimi legami tra la ‘ndrangheta di Gioiosa Ionica e la criminalità organizzata di matrice calabrese operante in Canada che, come accertato, tra l’altro nei processi “Crimine” e “Morsa sugli appalti”, costituisce una diretta emanazione della stessa “società” gioiosana.

Arrestata banda di borseggiatrici

CROTONE – Fingendosi clienti sfilavano i portafogli dalle borse delle vittime – tutte donne – dopo averle distratte: questo il modus operandi di un terzetto di ladre specializzate in borseggi nei negozi di lingerie, boutique di moda, gioiellerie e parrucchiere della provincia di Crotone fermate dai Carabinieri del Comando provinciale locale. Con l’accusa di concorso in furto aggravato sono finite questa notte in manette, su ordine della Procura della Repubblica di Crotone, due quarantenni già note alle forze dell’ordine, mentre la loro complice, una trentacinquenne incensurata di Melfi è stata sottoposta alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione giornaliera ai Carabinieri.

In stato di fermo la madre della piccola soffocata a Cosenza

12765592_948406418576575_733740011_oCOSENZA – Nella tarda serata di ieri i carabinieri hanno notificato il provvedimento di fermo emesso dal pm della Procura di Cosenza,per omicidio volontario nei confronti di Giovanna Leonetti, la biologa di 37 anni che avrebbe ucciso la figlia Marianna di 7 mesi soffocandola con un cuscino e che poi, dopo essersi resa conto di quanto accaduto, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, avrebbe tentato di togliersi la vita ingerendo dei barbiturici. La tragedia si è consumata in uno stabile di via Molinella, all’angolo con Piazza Kennedy, in pieno centro della città di Cosenza, intorno alle ore 13 quando il marito della donna, l’avvocato Francesco Luberto di 41 anni, rientrando a casa ha trovato il corpo della piccola e ha dato l’allarme al servizio di emergenza 118. L’uomo ha poi trovato la moglie seduta su una poltrona, dopo essere stata colta da malore, con accanto, sul pavimento, una confezione vuota di barbiturici. I sanitari, chiamati dal padre della neonata, dopo avere praticato i primi interventi, non sono però riusciti a scongiurare il peggio e la bimba è arrivata esanime al pronto soccorso dell’ospedale dell’Annunziata. Nello stesso nosocomio è stata portata, in stato confusionale, anche la madre, che adesso è piantonata in corsia dai carabinieri. Al momento della tragedia Giovanna Leonetti e la bambina si trovavano al primo piano dell’edificio. In casa, al terzo piano, c’erano anche la nonna della piccola insieme alla sua badante. Successivamente è sopraggiunto il padre della bambina. Tutte le persone presenti nell’abitazione sono state sentite dal pm della Procura della Repubblica di Cosenza, titolare dell’inchiesta. Nell’immediatezza, inoltre, gli esperti dei carabinieri hanno effettuato un sopralluogo nella casa rilevando gli elementi di interesse investigativo da riferire al magistrato. La domanda che tutti, tra gli amici e i conoscenti della12752038_948406955243188_860881635_o coppia, si pongono adesso, dopo che la notizia si è diffusa, provocando incredulità e sgomento, è come sia potuto accadere tutto questo. Soltanto le indagini dei carabinieri potranno sciogliere tutti gli interrogativi che gravano su questa vicenda. Quel che è emerso, comunque, al momento, è che Giovanna Leonetti, da un po’ di tempo, diceva di essere stanca per il fatto che la notte la bambina non la faceva dormire. Questo, almeno, è quanto ha riferito un’amica della donna che aveva raccolto direttamente le sue lamentele parlando con lei nel laboratorio di analisi cliniche in cui la mamma di Marianna lavora. “Sono proprio esasperata – avrebbe confidato all’amica – perché Marianna non mi fa dormire la notte. Non so come fare per questo”. Poi, la tragedia.