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Mario Occhiuto alla Coldiretti Calabria, l’importanza dei mercatini

DONNICI (CS)-“Ogni quartiere cittadino avrà i suoi mercatini perché è necessario riportare in ogni quartiere funzioni e servizi”. Lo ha detto questo pomeriggio Mario Occhiuto nel corso di un incontro presso la sede cosentina di “Coldiretti Calabria”.

Il candidato a sindaco del capoluogo bruzio si è soffermato sull’esigenza di creare nei vari rioni attività commerciali che ne rilancino la vitalità.

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“Ho in mente – ha dichiarato Occhiuto – di far nascere piccoli mercatini o rilanciare quelli già esistenti in zone come l’Arenella, la Villa Nuova e via degli Stadi”.

Un discorso più approfondito è relativo poi alla volontà di riportare il mercato ortofrutticolo a Vaglio Lise, nell’ultimo lotto di via Popilia. A tal riguardo, esiste già un accordo sottoscritto con le Ferrovie riguardo l’ex scalo commerciale dove, ha sottolineato Mario Occhiuto, “ci sarà anche un’area ad hoc dedicata proprio ai coltivatori diretti”. Queste idee, inserite nel suo programma politico-amministrativo, vanno inquadrate nel progetto complessivo di Occhiuto relativo alla rigenerazione sociale. “Ma la chiave di sviluppo – ha dichiarato ancora l’ex primo cittadino ospite dell’associazione di categoria – passa soprattutto dal passaggio che Cosenza deve fare da città a vocazione commerciale, a città dalla forte connotazione turistica”.

Dove vanno individuate le principali funzioni turistiche? Occhiuto non ha dubbi: “Nelle nostre radici identitarie”. È per tale motivo che oggi pomeriggio di fronte alla platea dei coltivatori diretti ha anticipato un progetto che conduce a Donnici, con un percorso specifico di enogastronomia. “Nell’ottica di una Cosenza città turistico-culturale – ha aggiunto Occhiuto – immaginiamo di valorizzare anche Donnici attraverso itinerari pensati per i visitatori. I turisti che arrivano dovranno essere accolti da una struttura naturalistica in legno che segna il benvenuto indirizzando al giro delle cantine dove fare degustazioni con i vini del luogo e i prodotti tipici”.

Strada Provinciale 165/2, il presidente Bruno e il sindaco di Tiriolo sul posto

TIRIOLO (CZ)–  Ancora un passo in avanti verso il completamento della Strada provinciale 165/2 Pratora-Tiriolo. L’importante arteria interessata dall’intervento, trasferita alla Provincia dall’Anas nel 2001 e con problemi di viabilità da oltre dieci anni, rappresenta la tradizionale via d’accesso per Tiriolo in località Pratora. La riapertura della ex Statale 19 – cornice storica della famosa cronoscalata  ‘Ponte Corace Tiriolo’ – potrebbe favorire il decongestionamento del traffico veicolare delle principali vie d’accesso alla città di Catanzaro, favorendo il deflusso della mobilità proveniente dalle aree interne. Dopo la conclusione dei lavori di completamento del primo lotto, per un ammontare di 250 mila euro, e l’avanzare dei lavori del secondo lotto, venerdì scorso è stato firmato il progetto per i lavori aggiuntivi per un ammontare di oltre 327 mila euro. Il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, questa mattina ha effettuato un sopralluogo nel cantiere interessato, accompagnato dal sindaco di Tiriolo Giuseppe Lucente, da amministratori, cittadini e dal Comitato cittadino ex Statale 19 ‘Ponte Corace Pratora’, presieduto da Davide Longo. Presenti il direttore dei lavori, ingegner Antonio Leone e il direttore operativo, geometra Luigi Cimino. Il presidente Bruno ha colto l’occasione per rassicurare la comunità di Pratora sull’impegno dell’amministrazione provinciale all’ultimazione dei lavori dell’arteria considerata strategica, non solo con la consegna dei lavori per la variante di perizia migliorativa, quanto con la mobilitazione per l’individuazione delle risorse necessarie alla realizzazione del terzo lotto. I lavori che saranno realizzati prossimamente con economie di gara, per un ammontare di 400 mila euro, riguardano la realizzazione di opere relative ad una ulteriore messa in sicurezza, che vanno ad aggiungersi ai lavori di manutenzione straordinaria  di adeguamento e messa in sicurezza sono stati consegnati il 3 marzo 2105 (per un ammontare di 754 578,75 euro).
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Tutte le opere previste sono finalizzate a ripristinare ed a migliorare la funzionalità della strada in oggetto con particolare riguardo alla sicurezza stradale, alla mitigazione dell’inserimento delle opere nel versante ed alla sistemazione idrogeologica dell’area d’intervento in modo da eliminare o almeno limitare eventuali pericoli in presenza di eventi meteorici sfavorevoli. “Vogliamo rassicurare i cittadini che questa strada attesa da oltre venti anni è una priorità per la Provincia e che i lavori sono tutt’altro che fermi – ha assicurato il sindaco Lucente -. La riapertura della Sp 165/2 consentirebbe a Pratora di tornare ad essere quello che era negli anni Novanta, quando veniva scelta come residenza per la bellezza, la tranquillità e la facilità con cui si raggiungeva il Capoluogo di Regione”. Il sindaco Lucente ha voluto evidenziare l’impegno del presidente Bruno per la realizzazione della strada Pratora-Tiriolo “nonostante le difficoltà economiche che gravano sull’Ente intermedio in trasformazione. La vicinanza del presidente Bruno è una realtà che si dimostra con una concreta presenza sui territori di tutta la provincia. Si tratta di un presidente eletto dai sindaci che dà maggiore impulso alle istanze delle comunità che i sindaci rappresentano”. “La Pratora-Tiriolo rappresenta un’arteria di fondamentale importanza per collegare il Reventino al Capoluogo di Regione e scongiurare quell’isolamento forzato che danneggia lo sviluppo economico e sociale delle aree interne – ha ribadito il presidente Bruno -. L’impegno che intendo rinnovare è quello all’individuazione dei fondi necessari al completamento: nonostante le ristrettezze economiche abbiamo prestato fede alla parola data in ogni occasione, riempiendo di contenuti una delle quattro funzioni che ci vengono attribuite dalla legge Delrio, la viabilità. Il mio ringraziamento va ai tecnici e ai sindaci, il rapporto con i massimi rappresentanti del territorio e l’azione sinergica con cui operiamo, guardando con la stessa attenzione a tutti gli 80 comuni della provincia, ci permettere di continuare a dare risposte concrete alle nostre comunità”.

Nico D’Ascola: “Progresso culturale alla base del cambiamento della società”

Roma ( Rm) – “Se la politica si divide sul mondo dell’Università, dà l’ennesima prova della sua incapacità di comprendere che proprio dal mondo della cultura deriva il futuro. Si tratta  di una questione in ordine alla quale interessi di parte non possono certamente fare alcuna differenziazione”. Ad affermarlo è il presidente della Commissione Giustizia del Senato, nel corso del suo intervento all’Università della Calabria per un’iniziativa promossa dalla CRUI. “La questione delle Università meridionali non è altro che un ulteriore forma di rappresentazione di una questione mai risolta, se mai aggravatasi in questi ultimi anni, quella della questione meridionale. L’emarginazione delle Università meridionali ne rappresenta evidentemente una delle tante sfaccettature. La questione meridionale – prosegue D’Ascola – è una storica emarginazione, da cui non siamo riusciti ad uscire anzi negli ultimi anni si è aggravata al punto tale che non se ne parla più. Sembrerebbe che la questione meridionale sia qualcosa di riferibile agli anni ’70 quando il divario nord – sud era fortemente attenuato rispetto all’oggi e svuotata di contenuti. Non se ne sente  più parlare,  come se fosse un qualcosa di risolto. La questione meridionale – ha ancora detto D’Ascola – è una questione gravissima che una rappresentanza politica meridionale dovrebbe affrontare da zero perché i parametri del passato sono del tutto inattuali, manca un’analisi che sia relativizzata alla nostra condizione attuale. La situazione di emarginazione delle nostre Università fa in paio  con  le condizioni di emarginazione della nostra società, è perfettamente simmetrica. La società non è più una società colta, soffriamo un’emarginazione che nasce anche da un modello sociale che pone a margine l’Università, la ricerca, l’istruzione. Non riusciamo a difendere i collegamenti ferroviari, aerei; non riusciamo a portare l’alta velocità, l’alta capacità, a fare di Gioia Tauro un porto che sia effettivamente una realtà commerciale. Un panorama complessivo drammatico che coinvolge non soltanto il mondo dell’Università, ma anche l’intera società meridionale che dovrebbe interrogarsi sugli scopi, gli obiettivi che intende perseguire. La dimensione del problema che genera la grave condizione della cultura prima e dell’Università dopo in Italia è già di per sé dimostrativo della drammaticità della soluzione. Serve un’inversione di rotta nel contesto della nostra società. Se la società non progredisce dal punto di vista culturale e quindi pretende interlocutori politici che siano in grado di rappresentare valori, non di una società commerciale, ma di intervenire su fenomeni legislativi complessi, non esisterà alcun presupposto fondamentale per un cambiamento della società.  La società civile dovrebbe smettere di essere separata per corpi conflittuali, ma capire che è venuto il momento di ‘organizzare’ la cultura. Il mondo dell’Università  – ha concluso  il presidente – deve svolgere un ruolo non solo nella interlocuzione con la politica, ma anche nel ruolo sociale che il mondo degli intellettuali è in grado di giocare quale funzione di spinta e di maturazione dei problemi all’interno della società”.