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Cosenza, arrestata 43enne a capo di una rete transnazionale di prostituzione

COSENZA – I Carabinieri della Compagnia di Cosenza, con il supporto del Nucleo Natanti del Comando Provinciale Carabinieri di Venezia, hanno dato esecuzione alla misura di sicurezza detentiva presso la casa di lavoro di Venezia-Giudecca, disposta lo scorso 16 marzo dall’Ufficio di Sorveglianza di Cosenza, nei confronti di una 43enne pregiudicata di nazionalità nigeriana.

Al riguardo si comunica che la donna era stata rintracciata dai militari della Stazione Carabinieri di Cosenza Principale, nel corso di predisposto servizio di controllo del territorio, nel centro urbano di Cosenza, corrispondente all’area dell’autostazione. 

Era, in particolare, ricercata per il segnalato provvedimento giudiziario, scaturito dalla valutazione di attuale pericolosità sociale in relazione alla sentenza di condanna della Corte di Assise di Appello di Palermo, alla pena – espiata – di anni 8 di reclusione, in quanto riconosciuta capo e promotrice di un sodalizio criminale transnazionale attivo, a Lampedusa (AG), Agrigento ed altre città italiane, nei delitti di tratta di persone, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Smantellato giro di prostituzione nel cosentino, sette indagati

RENDE (CS) – All’alba di oggi, al culmine di articolate indagini, la Squadra Mobile della Questura di Cosenza, con il supporto del Reparto Prevenzione Crimine “Calabria Settentrionale”, ha dato esecuzione ad un’Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa in data 28.12.2018 dal G.I.P. presso il locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Cosenza, guidata dal Procuratore Capo dr. Mario Spagnuolo, a carico di nr. 7 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di cui all’art. 3/2° e 8° e art. 4/7° L. n. 75/1958 (favoreggiamento e sfruttamento aggravato della prostituzione).

  1. A.L., di anni 52, di Zumpano (CS);
  2. A.A.S.P.,di anni 43, cittadina brasiliana, residente a Montalto Uffugo (CS);
  3. D.B., di anni 42, di Rende (CS);
  4. F.C., di anni 45, di Montalto Uffugo;
  5. J.E.H.H., di anni 42, cittadina ecuadoregna, domiciliata a Rende (CS);
  6. I.G., di anni 25, cittadino rumeno;
  7. D.N.T., di anni 26, cittadino rumeno.

 

Per i primi quattro soggetti il G.I.P. ha disposto l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre per i restanti la misura dell’obbligo di presentazione alla p.g..

In particolare, le investigazioni, avviate nel maggio 2017 e poi sviluppatesi con ampio ricorso di presìdi tecnologici, hanno consentito di delineare quella che ormai è la modalità di offerta del meretricio a pagamento, ovvero la prestazione sessuale a pagamento offerta tramite siti web, mediante annunci di carattere erotico o pornografico – che i provider (prevalentemente “bakekaincontri” e escortitalia”) suddividono opportunamente per provincia di inserzione – che propongono incontri sessuali concordabili prettamente mediante utenze telefoniche cellulari per poi essere consumati presso appartamenti all’uopo “locati” dagli inserzionisti.

Le fotografie ed i testi contenuti negli annunci risultano essere espliciti poiché i protagonisti mettono in evidenza i corpi nudi e soprattutto le parti intime. In genere l’inserzionista durante il contatto telefonico indica all’interlocutore il posto dove raggiungerlo, che nell’annuncio è solo genericamente indicato, ed il costo della prestazione può variare a seconda delle esigenze del cliente.

Il luogo corrisponde solitamente ad un appartamento nel quale esercitano il meretricio uno o più soggetti.

Tali modalità organizzative hanno quindi evidentemente comportato il proliferare di figure che compiono un’attività che può essere definita “servente” e che ha come scopo ultimo quello di agevolare in tutto e per tutto la buona riuscita degli incontri tra clienti e prostitute. Di contro i favoreggiatori traggono un cospicuo vantaggio economico con la consapevolezza che i proventi ottenuti derivano dall’altrui meretricio. L’attività più remunerativa e più importante è sicuramente quella di reperire le abitazioni in cui ospitare gli individui dediti alla prostituzione. I proprietari degli alloggi, com’è stato riscontrato in questa indagine, non sempre sono a conoscenza di ciò che avviene all’interno di quelle mura e questo è dovuto al fatto che i medesimi locatori abitano a diversi chilometri di distanza dal luogo in cui, per investimento finanziario, hanno deciso di acquistare gli immobili.

In alcuni casi, per gli appartamenti dati in locazione vi è un regolare contratto di affitto registrato presso l’Agenzia delle Entrate, talvolta da parte dell’agenzia immobiliare che ne ha curato la stipula ovvero direttamente dal padrone dell’appartamento.

Gli “affittuari ufficiali”, invece, sono dei prestanome quasi sempre di nazionalità extracomunitaria, anche loro dediti al turpe commercio sessuale che generalmente si spostano con cadenza settimanale di città in città.Le strutture abitative in esame, quindi, sono ad uso di donne che chiedono di “lavorare” per un determinato periodo in quella precisa località pagando la somma procapite di 50 euro al giorno a colui che gestisce tali dimore. La complessa attività investigativa, svolta con presidi tecnici (intercettazioni telefoniche e attività di videosorveglianza), e le fonti di prova acquisite, hanno cristallizzato la sussistenza della gravità indiziaria in ordine alla ipotesi di reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Le indagini hanno dimostrato che (a partire dal luglio 2015 con condotta in atto) gli odierni indagati favorivano e sfruttavano, anche in tempi diversi, numerose persone dedite alla prostituzione prevalentemente di origine straniera (perlopiù sudamericana o rumena), attraverso la sistematica collocazione delle meretrici in appartamenti ubicati nel comune di Rende (CS) nelle disponibilità degli indagati.

Uno dei soggetti destinatari di misura cautelare – secondo le indagini – fungeva, dietro compenso, da “tassista tuttofare” delle prostitute, accompagnandole presso i luoghi nelle quali hanno esercitato il meretricio, e giacché si adoperava per fornire loro oggetti necessari alla consumazione dei rapporti sessuali a pagamento.  Una donna, oltre ad esercitare ella stessa il meretricio, si adoperava attivamente a reclutare altre donne da avviare alla prostituzione. Sempre secondo le indagini, nell’ottobre 2017 altri indagati favorivano la prostituzione di donne rumene alla quale un altro indagato aveva locato un appartamento ubicato in Rende.

Prostituzione, operazione per contrastare il fenomeno. Sequestrate le auto dei clienti (VIDEO)

COSENZA – Un’attività straordinaria di controllo ha dato vita, in queste ore, ad un’operazione mirata nel contrastare il fenomeno della prostituzione. L’area individuata è quella della Piana di Sibari.

Combattere lo sfruttamento della prostituzione

Durante i controlli del caso, concentratisi in un’area che ha messo in luce un particolare radicamento del fenomeno, è stato possibile individuare 11 ragazze che svolgevano la cosiddetta attività di meretricio. Di queste, 4 sono di nazionalità romena, 3 sono nigeriane e 4 provengono dalla Bulgaria. Gli accertamenti del caso, con tanto di identificazione, hanno dato seguito ad una sanzione amministrativa volta nel prevenire il fenomeno della prostituzione. Le forze dell’ordine hanno provveduto ad emanare l’ordine di allontanamento rispetto al luogo nel quale sono state trovate a svolgere l’attività illegale. Tutto questo è propedeutico per l’applicazione di un daspo urbano.

Piana di Sibari, multati anche i clienti

Ad una di queste, per motivi di pubblica sicurezza, è stato notificato un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale ed è stato emesso dal prefetto Tomao. Le sanzioni hanno riguardato anche i clienti, con le rispettive automobili, poiché questi si intrattenevano con le ragazze (foto di repertorio ansa.it).

Sfruttamento della prostituzione, due arresti, tra cui un medico

CATANZARO – Avrebbero favorito la prostituzione nel centro a Catanzaro: uno affittando appartamenti di sua proprietà a donne straniere e l’altro occupandosi della logistica e della riscossione degli introiti.
Un medico dentista  di 68 anni, e un uomo di 25, sono stati arrestati, e posti ai domiciliari, dalla Squadra mobile di Catanzaro con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. L’indagine della sezione criminalità straniera e prostituzione della Questura del capoluogo calabrese, andata avanti per diverso tempo con osservazione e pedinamenti sul territorio cittadino, ha consentito di individuare le responsabilità dei due arrestati. In particolare è emerso che il dentista, proprietario di diversi appartamenti, fittava le abitazioni alle ragazze con la complicità del giovane che si occupava della logistica. A confermare il quadro è stata una prostituta colombiana che ha indicato nel 25enne la persona alla quale consegnava 350 euro a settimana per fruire di un piccolo appartamento.

Miriam Caruso

Sfruttamento prostituzione e furto energia elettrica, 19 persone indagate

POTENZA – I Carabinieri della compagnia di Potenza hanno consegnato avvisi di conclusione delle indagini preliminari a 19 persone indagate, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e al furto aggravato di energia elettrica nelle province di Potenza, Brindisi, Cosenza e Napoli. L’organizzazione era diretta da una donna di 35 anni, di Napoli, che gestiva appartamenti (affittati da ignari proprietari) situati in diverse città per ospitare donne e transessuali – provenienti nella maggior parte dei casi dal Sud America – che si prostituivano.

Rossano, denunciati per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione

ROSSANO (CS) – Questa mattina, a Rossano, sono state deferite alla Procura di Castrovillari quattro persone ritenute responsabili, a vario titolo, di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

In particolare gli uomini della Polizia Giudiziaria del Commissariato di Rossano, diretto dal Commissario Capo Giuseppe Massaro, a seguito di alcune segnalazioni di un continuo andirivieni di uomini da alcuni appartamenti, hanno individuato due abitazioni poste in due condomini nel centro cittadino di Rossano, utilizzati come vere e proprie “case di appuntamento”.

In una di esse vi era una cittadina cinese e nell’altra due ragazze di nazionalità rumena, che effettuavano l’attività di meretricio. Le ragazze utilizzavano dei siti on line per pubblicizzare l’attività svolta negli appartamenti presi in affitto con contratti di locazione mai registrati all’Agenzia delle Entrate, e quindi praticamente in “nero”.

All’Autorità Giudiziaria competente sono stati deferiti per favoreggiamento dell’attività di prostituzione non solo i proprietari degli appartamenti ma anche  altre due persone, un uomo ed una donna. In particolare l’uomo accompagnava quasi giornalmente le donne straniere ad acquistare tutto il necessario per la loro attività e per ogni altra necessità anche sanitaria, dietro corrispettivo economico o sessuale, mentre la donna provvedeva ad ogni incombenza relativa al fitto dell’appartamento.

           

 

Schiavitù e sfruttamento della prostituzione, sette fermi

CATANZARO – I carabinieri del Gruppo di Lamezia Terme hanno eseguito, tra Lamezia, Rosarno e Livorno, un provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro nei confronti di un italiano e sei nigeriani. Sono accusati di far parte di un’organizzazione in grado di far arrivare clandestinamente in Italia decine di giovani nigeriane costringendole a prostituirsi, anche con violenze e minacce con riti di magia nera “vodoo/juju”, per ripagare il debito contratto per il viaggio, 30 mila euro. I fermati sono indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, acquisto e alienazione di schiavi, immigrazione clandestina, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione con l’aggravante della transnazionalità. Le indagini, iniziate a gennaio 2017 dopo la denuncia di una vittima, hanno permesso ai carabinieri di individuare uno strutturato e pericoloso sodalizio criminale operante in diverse località italiane e con ramificazioni in Nigeria e Libia.

 

Cosenza, provvedimenti nei confronti di due prostitute

COSENZA – Nella giornata di ieri, per la prima volta sul territorio della provincia di Cosenza, sono stati irrogati due DASPO URBANI, nei confronti di altrettante prostitute, che esercitavano l’attività di meretricio sulla SS 106, nel Comune di Corigliano Calabro.

I provvedimenti sono stati emessi dal Questore di Cosenza, dott. Giancarlo CONTICCHIO, in ossequio alle indicazioni normative contenute nel recente “Decreto Minniti” per contrastare la prostituzione su strada.

L’attività istruttoria è stata fatta dal Commissariato di Rossano e portata a termine dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Cosenza, con lo scopo di arginare quei fenomeni di degrado urbano che creano senso di insicurezza tra i cittadini e per contrastare lo sfruttamento della prostituzione che, da sempre, genera ingenti entrate per la criminalità che ne gestisce i proventi illeciti.

Le destinatarie dei provvedimenti sono entrambe di nazionalità bulgara, Z.L.R di anni 31 e S.G.N. di anni 22, entrambe domiciliate a Corigliano Calabro.

 

 

 

Controlli anti prostituzione sulla statale jonica. Sequestrati due veicoli

CORIGLIANO CALABRO (CS) – La Polizia di Stato, con il personale appartenente al Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale e al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Rossano, ha individuato due donne di nazionalità bulgara intente a prostituirsi sulla strada statale 106 Jonica. Individuati anche due clienti che si erano appartati a bordo delle proprie autovetture con le due prostitute. Venivano inoltre sequestrate le autovetture ed elevate le sanzioni amministrative previste dall’ordinanza del sindaco di Corigliano Calabro. Negli ulteriori controlli effettuati dalla polizia sulla statale, sono stati denunciati in stato di libertà due persone, una per il reato di resistenza perché non fermatasi all’alt intimato dal personale della Polizia di Stato e l’altra per il reato di ricettazione perché sorpresa alla guida di autovettura risultata rubata.

Prostituzione, clienti multati. Disposto anche il sequestro delle auto

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Tre prostitute e due loro clienti sono stati multati dagli agenti del Commissariato di Rossano della Polizia di Stato e del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale. Gli agenti hanno anche sequestrato le auto dei due uomini. I provvedimenti sono scattati nel corso di un’operazione di contrasto alla prostituzione nel territorio del Comune di Corigliano Calabro disposta del questore di Cosenza Giancarlo Conticchio. Gli uomini della polizia di stato, nel corso dei controlli lungo la statale 106, hanno individuato tre giovani di nazionalità bulgara mentre stavano parlando con due uomini fermi sul ciglio della strada a bordo delle loro auto. Ai cinque è stato elevato un verbale da 500 euro ciascuno per aver violato l’ordinanza del sindaco di Corigliano che prevede “il divieto di tenere comportamenti ed atteggiamenti indecorosi ed indecenti preordinati ad indurre alla domanda di prestazioni sessuali a pagamento, causando altresì interferenza con il regolare svolgimento della circolazione stradale”.