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Mendicino, tutto pronto per l’edizione 2018 di Radicamenti

MENDICINO (CS) – Sta per tornare Radicamenti. Mendicino si prepara ad accogliere l’edizione 2018 del festival che la rende ormai celebre negli ultimi anni per quanto riguarda anche gli appuntamenti estivi. L’edizione 2018 di Radicamenti – Festa della seta, che si terrà dal 27 agosto all’1 settembre in paese e che si chiuderà con il tradizionale concerto su Monte Cocuzzo, verrà presentata in conferenza stampa giovedì 2 agosto, alle ore 11, al Museo della Seta di Mendicino. A svelare il ricco programma di questa edizione piena di sorprese saranno il direttore artistico Checco Pallone, il sindaco di Mendicino Antonio Palermo, Giuseppe Marasco, coordinatore di Calabria Sona, moderati dal giornalista Francesco Mannarino. Durante la conferenza stampa, che vedrà la presenza dell’assessore regionale alla Cultura Maria Francesca Corigliano,del presidente della Fondazione Carical Mario Bozzo e del direttore del Conservatorio Giorgio Feroleto, inoltre, verrà siglato un accordo fra il Comune di Mendicino e il Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” di Cosenza per dare il via al progetto dell’orchestra di musica popolare.

“Zampalesta u cane tempesta” a Radicamenti OFF – Christmas Edition

MENDICINO (CS) –  Dopo il sold out dello spettacolo La Lettera di Paolo Nani, tenutosi nel teatro comunale di Mendicino e il successo di pubblico per la Compagnia Porta Cenere che ha portato in scena Re Giangurgolo e le arance d’oro, primo appuntamento di Radicamenti Off, si arriva all’ultimo appuntamento della stagione: Zampalesta u cane tempesta. Sarà la Compagnia della Maruca ad animare lo spettacolo, che si terrà il 4 gennaio alle ore 18:00 nel teatro comunale di Mendicino, gestito dalla Compagnia Porta Cenere per la direzione di Mario Massaro. Lo spettacolo ha vinto il Premio Otello Sarzi, e risponde all’ambizione di continuare la tradizione del teatro dei burattini anche nella nostra regione. Burattinaio d’eccezione Angelo Gallo che ha curato la realizzazione dei personaggi e li porterà nuovamente in scena il 4 gennaio in questo appuntamento dedicato alle famiglie e capace di appassionare grandi e piccini.

LA TRAMA

In un piccolo paese della calda Calabria, un cane lupo ridotto in catene dal suo padrone, scappa seminando il panico in tutta la comunità. Zampalesta incontra gli archetipi che hanno caratterizzatola terra calabra, in un susseguirsi di scene divertenti scopriremo che Zampalesta è il simbolo della paura verso la diversità o mostruosità degli animali. Sarà proprio il colpo di scena finale che ridarà il giusto equilibrio alla storia. Quando il pubblico capirà che le “buone maniere” non sono ridurre alla catena un uomo o un animale ma è l’insegnamento del rispetto per se per gli altri e per la natura.

IL DIRETTORE ARTISTICO

«Si dice che il Natale sia il periodo dei sogni e dei desideri – commenta Mario Massaro, direttore artistico di Radicamenti Off – e uno di questi per noi della Compagnia Porta Cenere si è già realizzato vedendo i bambini che riempiono il teatro, facendo scoprire ai grandi l’ambiente della platea come un luogo di socialità e condivisione. Aspettiamo con ansia il 4 gennaio per ritrovare nel teatro comunale di Mendicino quel clima di stupore, bellezza e consapevolezza che tanto ci piace diffondere proponendo opere di qualità».

 

Appuntamento il 4 gennaio alle ore 18:00 presso il Teatro Comunale di Mendicino.

Concluso Radicamenti, il festival su musica, cultura e tradizioni popolari

MENDICINO (CS) – Si è concluso con il concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio, Radicamenti a Mendicino. L’orchestra è composta da musicisti provenienti da paesi diversi, che parlano lingue differenti, con storie e culture difformi, ma che attraverso la musica superano ogni confine fisico e intellettuale.

Una fusione di culture e tradizioni, memorie, sonorità antiche e nuove, strumenti sconosciuti, melodie universali, voci dal mondo, che hanno rappresentato al meglio il leitmotiv di Radicamenti: la rassegna dedicata alle culture popolari, nata con lo scopo di allargare il panorama delle tradizioni, e comprendere che un territorio evolve accentando i cambiamenti e i processi dinamici delle nuove migrazioni e immigrazioni.

Cinque giorni che hanno animato il centro storico di Mendicino

«La parola “Radicamenti” racchiude in sé la magia della vita passata, presente e futura dei popoli. Quando si pensa a Radicamenti non si può non pensare alle radici che affondano nel passato, a quelle che oggi stanno attecchendo nel terreno, ad altre che domani troveranno ancora spazio negli stessi luoghi. Attorno a questi concetti ruotava tutta l’idea del festival e sono fortemente convinto che abbiamo centrato l’obiettivo, realizzando una rassegna di alta qualità. Il freddo ci ha causato qualche difficoltà, ma la musica ha scaldato tutti noi e i tanti amici che hanno raggiunto Mendicino, e condiviso momenti di cultura e integrazione». Ha dichiarato Checco Pallone direttore artistico del festival.

Cinque giorni intensi, durante i quali il centro storico di Mendicino è stato protagonista  assoluto, con i concerti delle migliori espressioni della tradizione italiana. Sul palcoscenico si sono esibiti i Peppa Marriti, il gruppo “grecanico” Ciccio Nucera, i Cumededè, la band reggina degli Skunchiuruti, il collettivo musicale Parafonè, il popolare gruppo salentino Officina Zoè e il più grande organettista nazionale Riccardo Tesi con la Banditaliana. In totale, sono stati oltre duecento gli artisti che si sono esibiti, intrattenendo il pubblico con tarantelle e pizziche salentine. Unanime l’apprezzamento dei musicisti per l’organizzazione, e tanti anche i messaggi di lodi registrati sulle pagine social ufficiali.

Radicamenti ha offerto anche la possibilità a 40 giovani musicisti di seguire corsi di chitarra battente, lira calabrese, organetto e zampogna. Sabato sera, i corsisti si sono esibiti in una performance diretta dal maestro Checco Pallone.

Apprezzamenti dal sindaco

Soddisfatto il sindaco di Mendicino Antonio Palermo, che nel ringraziare quanti hanno lavorato affinché tutto andasse per il meglio, ha dato appuntamento al prossimo anno. «Sono stati cinque giorni stupendi – ha dichiarato Antonio Palermo – durante i quali la nostra Mendicino è diventata capitale della cultura calabrese. Ringrazio tutti per il supporto dato e per aver realizzato, nonostante il clima gelido, un programma straordinario di eventi. Vi aspettiamo per l’edizione 2018, sperando di poterlo ancora organizzare d’estate».

Radicamenti, Orchestra di Piazza Vittorio: «La diversità non è mai una minaccia, ma una ricchezza»

MENDICINO (CS) – Non avrebbe potuto avere finale migliore. Una lezione di musica, di divertimento e soprattutto inclusione. Si chiude sulle note dell’Orchestra di Piazza Vittorio la terza edizione di Radicamenti, il festival delle culture popolari nato con lo scopo di allargare gli orizzonti per far spazio al nuovo, alla società che evolve grazie ai fenomeni migratori, ai nuovi radicamenti. Le temperature gelide non hanno frenato l’ entusiasmo di chi ha affollato la piazza e ha infine scoperto che la diversità è un punto di forza, sempre. Alla fine del concerto mi raggiunge Ziad Trabelsi, un ragazzo tunisino che suona l’oud , una chitarra araba.

D – Quando nasce l’Orchestra di Piazza Vittorio?

R- È nata nel 2001, ho avuto l’onore di farne parte sin dalla nascita.

D- Nel vostro repertorio compare ancheIl flauto magico” di Mozart, in che modo vi ci siete accostati? Come lo avete reso vostro?

R – Mozart per noi è una grande novità, una grande sfida, è un onore immenso. Benché sia un musicista classico è popolare perché i suoi temi sono molto orecchiabili , popolari. Un’ esperienza che ci ha arricchito moltissimo , grazie a Mozart abbiamo visitato luoghi nel mondo che, senza di lui, non avremmo mai visitato.

D – Qual è il vostro punto di forza?

R – Il divertimento, il parlare una lingua fortunata che ci consente di capirci senza capirci: la musica.

D – A novembre avete tenuto un ciclo di incontri presso gli istituti scolastici di Roma affrontando le tematiche del dialogo e dell’ integrazione, quali sono stati gli interventi dei ragazzi che vi hanno colpito sia in termini positivi che negativi?

R – È stata una bellissima esperienza. Una maestra mi ha raccontato di una bambina egiziana che non sorrideva da anni e che, grazie al concerto, sentendo cantare in arabo, ha sorriso; siamo tornati a distanza di un anno e la bambina si è aperta. Quando sento queste cose, per me è una spinta per continuare a fare ciò che faccio.

D – Siete un’ orchestra multietnica, è mai successo  di essere oggetto di commenti razzisti? Se sì, in che modo avete risposto?

R – Non ho mai sentito commenti razzisti. Noi musicisti siamo fortunati perché abbiamo una lingua che è capita da tutti anche se la lingua è diversa.

D – Se dovessi usare una parola per definire la vostra orchestra, quale sarebbe?

R – Il divertimento, la diversità. È la dimostrazione che la diversità non è mai una minaccia, ma una ricchezza.

 

Rita Pellicori

Radicamenti, Riccardo Tesi tra Banditaliana e il ricordo di Fabrizio De Andrè

MENDICINO (CS) – In teatro o in piazza, in Italia o all’estero. Potrebbero esibirsi ovunque perché ogni luogo diverrebbe casa e farebbe mettere radici. È il caso di Riccardo Tesi e Banditaliana che questa sera hanno regalato splendida musica al teatro comunale per Radicamenti, il festival culturale che si tiene a Mendicino. Quando imbracciano gli strumenti, Riccardo Tesi, Claudio Carboni, Maurizio Geri e Gigi Biolcati regalano sonorità raffinate che sanno di mare, di Mediterraneo e di viaggi. Venticinque anni di musica con Banditaliana, una carriera iniziata negli anni ’70 che lo ha portato a collaborare con grandi nomi del panorama musicale internazionale. Riccardo Tesi si concede e mi racconta di musica e della collaborazione con Fabrizio De Andrè che lo ha segnato.

D- Come e quando nasce l’esperienza di Banditaliana?

R – Nasce nel 1992 per un’occasione speciale al Festival dell’unità di Pistoia. Il direttore artistico mi chiese di fare un progetto e così pensai di riunire un paio di musicisti della mia zona perché in quel periodo stavo suonando con tutti musicisti stranieri, quindi progetti che mi obbligavano a viaggiare sempre. Avevo voglia di condividere un progetto con musicisti locali per poter sviluppare un pensiero musicale più a lungo termine, abitare nello stesso posto significa avere più tempo per provare, per incontrarsi più frequentemente.
D – Un percorso che tocca la musica popolare ma anche quella classica e il jazz…
R – Noi siamo musicisti di oggi quindi facciamo musica di oggi. Il fatto di essere partiti dalla tradizione è un punto di partenza, però, poi, per noi sono ugualmente importanti Miles Davidson, Fabrizio De Andrè o altri. Tutte esperienze musicali o ascolti musicali che poi nel momento della produzione escono fuori, fanno parte della musica che amiamo.

D – La musica popolare permette di raggiungere un numero ampio di persone oppure circoscrive il pubblico?

R- Facciamo una musica di nicchia rispetto ai numeri del pop, però, è una nicchia mondiale perché abbiamo suonato in tutto il mondo, quindi un pubblico che è vasto.

D – Tra le sue collaborazioni, anche quella con Fabrizio De Andrè. Che ricordo ha di Fabrizio?

R – Da ragazzino suonavo le sue canzoni con la chitarra, trovarmi in studio con lui dall’ altra parte del vetro è stata una delle emozioni più belle della mia vita insieme a quella di collaborare con Ivano Fossati, due cantautori tra i miei preferiti, ho avuto la fortuna di lavorare con i miei preferiti.

D – Se il suo organetto potesse parlare, cosa direbbe?

R – Parole d’amore

Rita Pellicori

Radicamenti, freschezza e presenza scenica: una musica tutt’altro che “Cumededè”

MENDICINO (CS) – Coincidenza? Destino? Che sia frutto di lungimiranza o di un’azione avventata, quel che conta è il risultato, e vi assicuro che è assolutamente esplosivo. Si apre sull’onda della buona musica e dell’entusiasmo la seconda serata di Radicamenti, il festival culturale che si sta svolgendo in questi giorni a Mendicino. Freschezza, presenza scenica, voglia di stare insieme. Trasmettono gioia e positività i Cumededè, un gruppo nato da poco con «l’obiettivo di fare musica- come svela il suonatore di tamburo Carlo Antonante Bugliari- così, cumededè».

D – Come nasce il nome Cumededè?

R – In realtà non so proprio come, perché. Siamo ex allievi del maestro Checco Pallone, abbiamo fatto un corso di tamburi a cornici presso il teatro dell’Acquario due anni fa. Alla fine del corso, il maestro Pallone ci chiese, dati i risultati ottenuti nel saggio di fine anno accademico, se ci andava di provare a mettere su un gruppo. Tra l’incoscienza e l’entusiasmo abbiamo detto che ci piaceva questa idea. Abbiamo iniziato a provare, a suonare, abbiamo visto che il progetto funzionava. Piano piano si sono aggiunti Carlo Cimino, Alessandra Colucci, alla fine siamo arrivati ad essere 12 elementi che producono una musica che, secondo me, è molto accattivante, arrangiata bene. Più in là abbiamo pensato di provare a fare un disco, ci abbiamo provato, ci siamo riusciti, anche quello è un prodotto intrigante perché è pieno di arrangiamenti interessanti, di richiami a musiche provenienti da varie parti del mondo miscelate insieme. Cumededè perché ad un certo punto abbiamo lanciato una moneta e detto: “se esce testa ci chiamiamo Cumededè, se esce Croce ci chiameremo in un altro modo”, in poche parole è stato il caso a scegliere Cumededè. Cumededè ovviamente ha una matrice, Cumededè vuol dire “Come viene, viene”, Cumededè sta a significare questo: facciamo la musica che ci piace fare, non guardiamo al mercato, non ci interessa avere un prodotto musicale che abbia presa sul pubblico, ci interessa fare un prodotto musicale che ci piace, quindi noi suoniamo alla cumededè.

D – Proponete un repertorio eteroclito che spazia da De Andrè all’America Latina…

R – Credo che la musica non abbia confine, si può fare certamente una distinzione tra brani , però a noi, visto che siamo Cumededè, ci piace miscelarli perché suonano bene insieme. Se mettiamo Fabrizio De Andrè insieme a Pino Daniele è perché suonano bene insieme, hanno un filo logico nell’arrangiamento, nella melodia, anche nei testi. Abbiamo scelto pezzi da riarrangiare che avessero un significato anche da un punto di vista testuale; ad esempio uno dei brani che abbiamo proposto questa sera che è “Terra” che è un mix tra “Amara terra mia” e “Terra mia” , lì c’è un grido di tristezza, di abbandono della propria terra, di rammarico per la propria terra che non riesce ad esprimersi per come dovrebbe, allora, anche da un punto di vista testuale le cose che mettiamo insieme hanno un nesso ben preciso. Ci è capitato di mettere insieme Pino Daniele, Domenico Modugno, Carlos Puebla, la musica venezuelana, africana, musiche popolari, ancestrali. Le sonorità che noi mettiamo in campo sono quelle che abbiamo nella pancia.

D- È  la vostra prima esibizione a Mendicino?
R – Sì, è la prima volta. Noi suoniamo da poco tempo, da un anno e mezzo circa . È la prima volta che veniamo a Mendicino, siamo molto felici perché è un festival interessante. Una bella idea, un bel posto, un Borgo vivo, ci fa piacere partecipare a questi eventi che hanno un senso di aggregazione.

Rita Pellicori

 

Mendicino, si avvia alla chiusura Radicamenti, il festival della musica, cultura e tradizioni popolari

MENDICINO (CS) – Le rigide temperature di queste sere di dicembre non hanno fermato l’entusiasmo e la voglia
di vivere le tradizioni locali. A Mendicino in tanti hanno partecipato ai concerti che si sono alternati
tra Palazzo Campagna, piazza Duomo e piazza Municipio.
Un buon bicchiere di vino locale, accompagnato dai piatti della tradizione mendicinese, e il ritmo
coinvolgente delle tarantelle hanno riscaldato le sere dei visitatori. Un festival che inizia dal
pomeriggio con la musica itinerante tra i vicoli del centro storico, i corsi di danza e di strumenti
popolari, fino ad arrivare ai concerti delle band più rappresentative delle regioni meridionali per
quanto riguarda la musica popolare. Radicamenti è il festival delle culture popolari nato con lo scopo di allargare il panorama
delle tradizioni e comprendere che tradizionale o popolare è anche l’animo religioso, lo spirito
d’integrazione, l’accoglienza di un territorio che evolve, accentando i cambiamenti e i processi dinamici delle nuove migrazioni e immigrazioni, dei nuovi radicamenti.

IL PROGRAMMA

Il programma degli ultimi due giorni riserva ancora tanta musica di qualità, divertimento,
buona compagnia e voglia di integrazione, aspettando il Natale 2017.
Venerdì 22, dopo la musica itinerante de I Giamberiani e i Canti religiosi, nel giardino di
Palazzo Campagna, sarà il gruppo dei Parafonè a riscaldare la serata (ore 20:30 piazza Municipio).
Originario di Serra San Bruno (VV), il gruppo Parafonè ha come intento quello di riproporre musica
autoctona senza variarne l’essenza, utilizzando gli strumenti tramandati di padre in figlio, strumenti
antichi che lasciano intravedere una straordinaria attualità. Fanno parte della band Bruno Tassone
(voce, chitarra battente), Angelo Pisani (lira calabrese, pipita, fischiotti, sax soprano, marranzano e
zampogna a chiave, zampogna a moderna), Gianluca Chiera (bouzouki greco, tamburello e cori),
Domenico Tino (chitarre, saz, cittern, mandolino e cori), Antonio Codispoti (organetto diatonico,
tamburello), Omar Remi (basso elettrico), Fabio Tropea (drum-set, percussioni, darabouka, tamburi
a cornice).
A chiudere la serata, alle 21:30 in piazza Duomo, il concerto di Riccardo Tesi & Banditaliana.
Compositore e organettista pistoiese di fama internazionale, considerato uno dei musicisti più
audaci e autorevoli della nuova scena world europea, Tesi è il fondatore del progetto Banditaliana
nato nel 1992. La loro è una musica senza frontiere, innovativa ma legata alle radici, una sintesi di
ampio respiro tra forme e riti della tradizione toscana, profumi mediterranei, improvvisazioni jazz e
canzone d’autore. La band di Tesi (organetto diatonico) è composta da: Claudio Carboni
(sassofoni), Maurizio Geri (chitarra, voce), Ettore Bonafé (percussioni), Gigi Biolcati (percussioni).

Programma ancora più intenso quello di sabato 23, ultimo giorno del festival. Alle 17 la
performance con gli allievi che hanno partecipato ai corsi di strumenti e danze tradizionali, in
collaborazione con le Bande e i docenti, diretti da Checco Pallone. Alle 19:30 l’esibizione della
Banda Musicale “Raimondo Reda” 1994 di Mendicino.
Alle 20, in piazza Municipio il concerto di Officina Zoè, il gruppo nato nel 1993 da un’idea
di alcuni artisti salentini di far rinascere la propria tradizione musicale, focalizzandosi sulle
peculiarità locali e sulla ricerca costante della trance e della ciclicità insita nel ritmo arcano dei
tamburelli e intrisa di minimalismo nella musica e nel canto. Il gruppo vanta numerose
partecipazioni ad importanti festival nazionali ed internazionali di musica, il loro ultimo lavoro
discografico Mamma Sirena del 2015 è un disco tradizionale sui canti del mare, fatto di canti inediti
di pescatori ormai persi nel tempo. La formazione attuale è composta da Cinzia Marzo (voce, flauti,
tamburello e castagnette), Donatello Pisanello (organetto diatonico, chitarra, mandola, armonica a
bocca), Lamberto Probo (tamburello, tamborra, percussioni salentine varie: cupa cupa, lavaturu,
violino a sonagli), Giorgio Doveri (violino, mandola), Luigi Panico (chitarra, mandola, armonica a
bocca),Silvia Gallone (tamburello, tamborra e voce).
A chiudere Radicamenti, alle 21,30 in piazza Duomo, l’Orchestra di Piazza Vittorio. Musicisti che
provengono da dieci paesi e parlano nove lingue diverse. Insieme, trasformano le loro variegate
radici e culture in una lingua singola, la musica. Partendo dalla musica tradizionale di ogni paese,
mischiandola e intingendola con rock, pop, reggae, e classica, si arriva alla sonorità unica dell’OPV.
Nasce nel 2002 all’interno dell’Associazione Apollo 11, un progetto sostenuto da artisti, intellettuali
e operatori culturali che hanno voluto valorizzare il rione Esquilino di Roma, dove gli Italiani sono
una minoranza etnica. L’OPV rappresenta una realtà unica, è la prima ed unica orchestra nata con
l’auto-tassazione di alcuni cittadini che ha creato posti di lavoro e relativi permessi di soggiorno per
eccellenti musicisti provenienti da tutto il mondo ed ora di fatto nostri concittadini. Tra musicisti
che partono e altri che arrivano, cambia il suono dell’orchestra senza mai tradire la vocazione
iniziale a sfide nuove e orizzonti aperti al mondo intero. Una fusione di culture e tradizioni,
memorie, sonorità antiche e nuove, strumenti sconosciuti, melodie universali, voci dal mondo.
Per maggiori informazioni, dettagli sugli orari dei concerti e sulle modalità d’iscrizione ai
corsi www.radicamenti.it – radicamenti@gmail.com.

Venerdì 22 dicembre

Vicoli e piazzette centro storico
Ore 17 Musica itinerante con I Giamberiani
– Palazzo Campagna
Ore 18 – 19,30 Canti religiosi
– Piazza Municipio
Ore 20,30 Concerto Parafonè
– Piazza Duomo
Ore 21,30 Concerto Riccardo Tesi & Banditaliana
Sabato 23 dicembre
– Vicoli e piazzette centro storico
Ore 17 Musica itinerante con I Giamberiani
– Palazzo Campagna
Ore 17 – 18 Performance con gli allievi dei corsi di strumenti e danze tradizionali, in collaborazione
con le Bande e i docenti, diretti da Checco Pallone.
– Piazza Municipio
Ore 19,30 Associazione Banda Musicale “Raimondo Reda” 1994 di Mendicino
– Piazza Municipio
Ore 20 Concerto Officina Zoè
– Piazza Duomo
Ore 21,30 Concerto Orchestra di Piazza Vittorio
Dal 18 al 23 Corsi di strumenti e danze popolari
Dal 19 al 23 Mostre – Enogastronomia – Artigianato

Radicamenti, la gente si scatena sulle note di Peppa Marriti e di Ciccio Nucera

MENDICINO (CS) – Saranno le luci, le voci, la musica che si diffonde tra i vicoli. A volte basta poco divertirsi e stare insieme. Si apre sulla scia delle tradizioni la terza edizione del festival Radicamenti iniziato ieri a Mendicino. La musica itinerante dei Giamberiani tra i vicoli del centro storico, i corsi di danza e di strumenti popolari hanno fatto da apripista ad una serata proseguita sino a tardi.

CANTI RELIGIOSI A PALAZZO CAMPAGNA

Palazzo Campagna, reso ancora più magico dalle luci che adornano il cortile, è stata la cornice in cui si sono esibiti tre cori che hanno intonato canti religiosi: i “Sale della terra” di Rota Greca; i “Sofioti cantores” di Santa Sofia d’Epiro, nati nel 2007 e divenuti associazione nel 2016, che hanno proposto brani del repertorio greco-bizantino tra cui la rielaborazione a 4 voci di “Dormi tu oh figlio”; e la corale polifonica di Moteiasi, nata nel 2002 e formata da 10 cantori non professionisti che propongono canti polifonici soprattutto del 1500, che hanno fatto incetta di applausi anche grazie all’esibizione di Maria Mantovan che ha intonato l’inno della Corsica composto da San Francesco De Geronimo.

PEPPA MARRITI BAND E CICCIO NUCERA

L’esibizione della banda musicale “Raimondo Reda” ci porta in Piazza Municipio, dove poi è salita sul palco la Peppa Marriti band , gruppo nato negli anni ’90 a Santa Sofia d’Epiro. Rock e lingua arbereshe danno vita ad una commistione assolutamente esplosiva. Questa band, nata tra una serata e un’altra ai piedi del Pollino, sa fare musica e lo dimostra attraverso il sapiente uso degli strumenti. Chitarra, basso, batteria e violino infondono note rock, il genere scelto dal gruppo per diffondere la cultura arbereshe che, come ricorda il cantante Angelo Greco, «sta attraversando una fase abbastanza delicata». “Lule lule”, “Briganti se more”, “Ohi Manu Chao”, “Vjershët”, gli intrecci creati tra i vari strumenti e le sonorità balcaniche rese dal violino creano alchimia e annullano distanze e discriminazioni, quei mali che hanno portato Peppa Marriti, il falegname messo in disparte perché si rifugiata nel vino, a vivere in solitudine. Altro scenario, altra musica. In piazza Duomo è il turno di Ciccio Nucera, voce e cuore dell’area Grecanica di Reggio Calabria. La musica popolare travolge e trascina. La gente si scatena in balli sfrenati. Il freddo pungente è solo un ricordo.

 

 

 

 

Rita Pellicori

Radicamenti, Peppa Marriti band: «Vorremmo dare voce alle persone messe in difficoltà»

MENDICINO (CS) –  Salgono sul palco poco dopo le 20, quando il cielo è ormai buio e si avverte un freddo pungente. Bastano poche note affinché si crei un’atmosfera di festa e la gente si scateni in danze tradizionali. La Peppa Marriti band ieri sera, all’apertura della terza edizione del Radicamenti Mendicino Festival, ha portato buona musica accentuata dal sapiente modo di suonare gli strumenti. Quando il concerto finisce, Angelo Conte, voce e chitarra acustica del gruppo, non esita un attimo a concedere l’intervista resa ancora più speciale dalla sua gentilezza.
D – Quando nasce la Peppa Marriti band?
R – Peppa Marriti band nasce più di 20 anni fa, negli anno ’90, quando in giro durante le serate estive suonavano le canzoni rock della nostra generazione, poi da lì una sera sul Pollino abbiamo iniziato a suonare “Lule Lule” in un ritmo blues e da lì abbiamo capito che la lingua arbereshe si sposa benissimo con il rock e da lì abbiamo iniziato a riprendere questa cultura che era un po’ ferma e l’abbiamo portata avanti, la stiamo portando avanti nel tempo.
D – Perché avete deciso di chiamarvi Peppa Marriti?
R – Peppa Marriti era un signore, un falegname di mezza età che spesso veniva messo da parte dalla comunità perché spesso si rifugiava nel vino. Vorremmo dare voce a tutte quelle persone che spesso sono messe in difficoltà dalla nostra società e che spesso cadono e non hanno la forza di alzarsi, di reagire ai problemi quotidiani della vita. Tutti noi possiamo essere un Peppa Marriti, però lui magari era più debole e non ha reagito, noi reagiamo in modo diverso , ognuno ha i suoi modi di reagire di fronte alle problematiche.
D – Proponete canti tradizionali in lingua arbereshe con una matrice rock, perché la scelta  è ricaduta sul rock?
R – Noi siamo degli amanti del rock. Io sono cresciuto con la musica di Bruce Springsteen, degli U2, di tutta quella generazione degli anni ’80 quando il rock significava rottura, ribellione, creare un mondo diverso da quello di oggi e da quello che c’era allora, creare un mondo migliore fatto di rispetto, pace e amore. Il rock per me è un modo per dire no alle ingiustizie della società.
D – Il vostro intento è salvare le minoranze culturali arbereshe, perché avete scelto la musica per farlo?
R – È stato molto naturale perché nelle piccole comunità all’epoca si viveva senza Internet, senza le comodità che hanno oggi i ragazzi,e allora passare il tempo era anche un modo per stare insieme con una chitarra e cantare qualcosa insieme. Per noi la musica è stata un mezzo per stare insieme. Abbiamo usato la musica per cercare di salvaguardare questa cultura che attraversa una fase abbastanza delicata.
D – Due concerti live aTirana nel 2012, quali sono stati i riscontri?
R – A Tirana sono stati spettacolari i riscontri perché abbiamo trovato i ragazzi che conoscevano le nostre canzoni, poi, per noi arbereshe andare in Albania è qualcosa di particolare perché ti senti un po’ a casa . Da piccolo ti parlano di questa Nazione, dei nostri antenati, e allora cresci con questo modo di vedere questa Nazione che è un po’ la madrepatria. È chiaro che siamo italiani a tutti gli effetti, mio padre ad esempio è di origini acresi, quindi sono cresciuto con la musica popolare, con tutto ciò che è calabrese, però, mia madre mi ha sempre parlato della cultura arbereshe, cantava le canzoni tradizionali; sono cresciuto con queste due culture e oggi cerco di portarle avanti. Calabrese, arbereshe o americano, l’importante è stare tutti insieme perché il futuro del mondo è essere diversi ma stare insieme.
D – Quali sono i progetti per il futuro?
R – Vorremmo fare un disco il prossimo anno, vediamo se fare o meno un omaggio alla canzone popolare albanese o realizzare un disco di inediti , stiamo un po’ valutando; nel frattempo abbiamo fatto un video “Njëzet e pesë gërsheta” che sta avendo molti consensi su Youtube e in Albania, dove parteciperemo ad un programma in onda su Top channel.

 Rita Pellicori

 

 

Tutto pronto per Radicamenti, il festival della musica, cultura e tradizioni popolari

MENDICINO (CS) – C’è l’entusiasmo e ci sono gli artisti; gli organizzatori fremono e il paese è ponto a vivere cinque giorni intensi. Anche le previsione meteorologiche promettono buon tempo, insomma, non ci sono scuse per non partecipare a Radicamenti: il festival delle tradizioni e culture popolari, in programma dal 19 al 23 dicembre nel centro storico di Mendicino.

 

Si parte martedì 19 dicembre alle 17, con la musica itinerante tra i vicoli del centro storico, de I Giamberiani e alle 18, nel giardino di Palazzo Campagna, i Canti religiosi: performance che si ripeteranno ogni sera.

Alle 20 in piazza Duomo i Peppa Marriti Band, il gruppo musicale di tradizione arberesh proveniente da Santa Sofia d’Epiro (CS), che coniuga il rock con la musica della tradizione albanese rievocando antiche sonorità balcaniche che esprimono un senso di forte appartenenza con la madrepatria. Sono attivi dal 1991 e quest’anno presentano il loro terzo album del titolo Ajëret su etichetta MKrecords. Ne fanno parte Angelo Conte voce e chitarra acustica, Antonio Castrovillari chitarra elettrica, Demetrio Corino basso e voce, Pino Murano violino, Nunziato Di Benedetto batteria. La serata si chiude alle 21.30 con il concerto del gruppo “grecanico” Ciccio Nucera in Piazza Duomo. Nucera è organettista e tamburellista di Gallicianò (RC), rappresenta uno dei maggiori elementi di spicco della cultura musicale dell’Area Grecanica di Reggio Calabria. Assieme al gruppo storico Cumelca, porta avanti la tradizione popolare grecanica attraverso musiche e strumenti tipici, facendo della tarantella il proprio baluardo.

 

Il secondo giorno (mercoledì 20 dicembre) si esibiranno I Cumededè, ore 20 piazza Municipio. Il gruppo nasce a Cosenza dal sogno del suo ideatore, il maestro, nonché direttore artistico del festival, Checco Pallone, di voler creare un ensemble di tamburi che potesse racchiudere allo stesso tempo tradizione e modernità. Oltre alla chitarra di Checco Pallone, il gruppo è composto dal maestro Piero Gallina (violino e lira calabrese), maestro Carlo Cimino (basso),  Federica Greco (voce e tamburi), Francesca Ricca Zupi (voce e tamburi), Tiziana Grezzi (voce), Serenella Garofalo (tamburi), Raffaella Damiano (tamburi), Angelo Artuso (tamburi), Pasquale Morrone (tamburi), Carlo Antonante Bugliari (tamburi), Alessandra Colucci (tamburi e cajon).

In piazza Duomo, alle 21:30, Canzoniere Grecanico Salentino, primo gruppo di musica popolare salentina. Nasce nel 1975 dall’idea di Rina Durante e continua tuttora la sua corsa musicale reinterpretando in chiave moderna le tradizioni che ruotano attorno alla celebre pizzica tarantata. Molteplici sono le collaborazioni con artisti di fama mondiale e la loro esperienza musicale li porta in tutto il mondo per far conoscere la voce di un territorio musicale che con la pizzica ha sempre manifestato la propria identità. La band è composta da Mauro Durante (voce, percussioni, violino), Alessia Tondo (voce), Silvia Perrone (danza), Giulio Bianco (zampogna, armonica, flauti e fiati popolari, basso),  Massimiliano Morabito (organetto), Emanuele Licci (voce, chitarra, bouzouki), Giancarlo Paglialunga (voce, tamburieddhu).

 

Giovedì 21, saliranno sul palcoscenico di piazza Municipio, ore 20, i Skunchiuruti Band. Nati e cresciuti a Cataforìo (RC), gli Skunchiuruti propongono un suono che è il risultato dell’incontro fra la tradizione più pura e le espressioni musicali più moderne. Skunchiuruto, in dialetto reggino, significa sconclusionato, di persona che non segue una logica ma non per questo superficiale, esattamente come i nove amici che s’incontrano per il puro piacere di vivere e condividere esperienze ritrovandosi a suonare per divertirsi e divertire la gente che li ascolta. Fanno parte della band Francesco Scopelliti (lira calabrese, voce, chitarra), Carmelo Gelsomino( voce, flauto di corteccia, chitarra), Davide Ambrogio (chitarre), Marco Bruno (chitarra battente), Danilo Scopelliti (percussioni), Demetrio Bruno (grancassa, tamburi), Piero Crucitti (organetto due bassi, organetto otto bassi, fischietti), Giuseppe Sismo (chitarra, cimbali), Mario D’Amico (tamburello).

Chiuderà la terza serata di Radicamenti la Nuova Compagnia di Canto Popolare, ore 21.30 piazza Duomo. Fondata nel 1966 da diversi musicisti napoletani, la Nuova Compagnia Popolare ripropone la musica tradizionale campana nel suo originario stile. I successi da loro collezionati sono innumerevoli, soprattutto per la capacità di trasmettere un forte senso di appartenenza ad una tra le culture più coinvolgenti del meridione. La formazione attuale è composta da Fausta Vetere (voce e chitarra), Corrado Sfogli (strumenti a corda, chitarra) Gianni Lamagna (voce e chitarra), Pasquale Ziccardi (basso), Michele Signore (violino e lira), Marino Sorrentino (strumenti a fiato), Carmine Bruno (strumenti a percussione).

 

Nei giorni a seguire, saranno protagonisti del festival, il collettivo musicale Parafonè, il popolare gruppo salentino Officina Zoè e il più grande organettista nazionale Riccardo Tesi con la Banditaliana. Durante il festival si potrà anche imparare a suonare la chitarra battente, la lira calabrese, l’organetto o la zampogna, partecipando ai corsi tenuti da maestri provenienti da tutta la Calabria e l’Italia. Alla conclusione dei corsi sarà organizzato un concerto saggio degli allievi e a tutti verrà rilasciato un attestato di frequenza.

 

Per maggiori informazioni, dettagli sugli orari dei concerti e sulle modalità d’iscrizione ai corsi www.radicamenti.it – radicamenti@gmail.com.

 

IL PROGRAMMA

 

Martedì 19 dicembre 2017

– Vicoli e piazzette centro storico

Ore 17:00 Musica itinerante con I Giamberiani

– Palazzo Campagna

Ore 18:00 – 19:30 Canti religiosi

– Piazza Municipio

Ore 19:30 Associazione Banda Musicale Città di Mendicino 1885

– Piazza Municipio

Ore 20:00 Concerto Peppa Marriti Band

– Piazza Duomo

Ore 21:30 Concerto Ciccio Nucera

 

Mercoledì 20 dicembre

– Vicoli e piazzette centro storico

Ore 17 Musica itinerante con I Giamberiani

– Palazzo Campagna

Ore 18 – 19:30 Canti religiosi

– Piazza Municipio

Ore 20 Concerto Cumededè

– Piazza Duomo

Ore 21:30 Concerto Canzoniere Grecanico Salentino

 

Giovedì 21 dicembre

– Vicoli e piazzette centro storico

Ore 17 Musica itinerante con I Giamberiani

– Palazzo Campagna

Ore 18 – 19:30 Canti religiosi

– Piazza Municipio

Ore 20 Concerto Skunchiuruti Band

– Piazza Duomo

Ore 21:30 Concerto Nuova Compagnia di Canto Popolare

 

 

Venerdì 22 dicembre

– Vicoli e piazzette centro storico

Ore 17 Musica itinerante con I Giamberiani

– Palazzo Campagna

Ore 18 – 19:30 Canti religiosi

– Piazza Municipio

Ore 20:30 Concerto Parafonè

– Piazza Duomo

Ore 21:30 Concerto Riccardo Tesi & Banditaliana

 

Sabato 23 dicembre

– Vicoli e piazzette centro storico

Ore 17 Musica itinerante con I Giamberiani

– Palazzo Campagna

Ore 17 – 18 Performance; conduction con gli allievi dei corsi di strumenti e danze tradizionali, in collaborazione con le Bande e i docenti, diretti da Checco Pallone.

– Piazza Municipio

Ore 19:30 Associazione Banda Musicale “Raimondo Reda” 1994 di Mendicino

– Piazza Municipio

Ore 20 Concerto Officina Zoè

– Piazza Duomo

Ore 21:30 Concerto Orchestra di Piazza Vittorio

 

Dal 18 al 23 Corsi di strumenti e danze popolari

 

Dal 19 al 23 Mostre – Enogastronomia – Artigiananto

 

 

 

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Radicamenti 2017 – Praticamenti

Corsi musicali di strumenti tradizionali

18/23 dicembre

 

Tamburi a cornice ed improvvisazione: maestro Checco Pallone

Tamburi a cornice mediorientali, Tar, Riq e Darbuka stile arabo classico: maestro Enrico Gallo

Cajon: maestra Alessandra Colucci

Chitarra battente: maestro Cataldo Perri

Lira: maestro Piero Gallina

Organetto: maestro Antonio Grosso

Zampogna, Ciaramelle e Flauti di canna: maestro Oreste Sandro Forestieri

Didgeridoo: maestro Lorenzo Aristodemo

Danze Popolari e Storiche, e Riflessioni sul Rapporto fra Oralità e Scrittura nel Patrimonio Musicale Calabrese: maestri Emy Vaccari e Sebastian Trunfio

 

Il periodo complessivo dei corsi è di 6 giorni, gli orari e i luoghi delle lezioni verranno concordate con i rispettivi maestri e la segreteria didattica. Fascia oraria per la partecipazione ai corsi: dalle 16 alle 20.

Alla conclusione dei corsi sarà organizzato un concerto saggio degli allievi. La partecipazione al saggio finale è a discrezione dei docenti. A tutti gli allievi verrà rilasciato un attestato di frequenza.

 

INFO ISCRIZIONI

Le quote dei Corsi prescelti, dovranno essere versate il primo giorno di attività presso la Segreteria. Sono previste riduzioni per gli alunni al di sotto dei 16 anni, per i membri della stessa famiglia e per chi si iscrive a più corsi.

Iscrizioni ed inizio corsi: 18 dicembre dalle ore 17 in poi, presso la segreteria didattica nel Municipio di Mendicino.

 

Quote di iscrizione Contatti – Segreteria Didattica

1 corso: 50 euro – 377 68 70 132

2 corsi: 90 euro – 328 48 95 202

1 corso per un giorno: 15 euro – 327 99 14 998