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Claver Gold al Mood, l’ululato del “Lupo di Hokkaido” che risveglia il pubblico

Rende (CS) – Grande performance quella di Claver Gold, venerdì sera, per il primo live della stagione musicale del Mood Social Club. Underground, innovazione e al contempo old school sono stati i punti cardine della serata organizzata da BE Alternative Eventi.

Il rap di verità

L’opening della serata è affidato al dj set di Kerò, storico dj dell’interland cosentino, mai banale e non conforme alle sonorità abitué dell’ultimo periodo. A motori riscaldati prende il microfono TMHH, spalla di Claver Gold per tutto il concerto e nuova leva davvero interessante dal punto di vista artistico. Un rap riflessivo e con molta attenzione verso i testi. Nel 2014, esordisce con l’album “Roor Roulette” al pubblico hip-hop e continua la sua scalata artistica, nel 2018, con “Errare Umano”. In entrambi i lavori è presente come featuring Claver Gold. Quest’ultimo dà una botta d’asfalto al pubblico del Mood. Un’idea di rap puro: microfono, beat e rime che poco ha a che fare con il mondo dei denti d’oro e dell’autotune. Nessun elemento che faccia pensare o presagire altro se non alla musica. Ibrida i successi dei suoi album dando molto spazio alla sua ultima opera “Lupo di Hokkaido” senza dimenticare “Requiem” e altri successi di rilevante importanza.Il giusto spazio e il giusto tempo per ogni pezzo crea un’atmosfera alle volte romantica alle volte critica e graffiante. Un rap di pensiero, di ideale che viaggia sui beat di Mr. Gaz e si conclude con un pezzo leggendario del rap mondiale.

Il lupo come scelta di non essere

E’ verosimile che, come uomo prima che come artista, Claver Gold abbia fatto una scelta. Per restare in ambito animale, preliminarmente, più che un lupo solitario, ricorda molto un salmone che risale la corrente e sguiscia dalle mani dell’orso. Quanto detto però si ferma alla metafora della scelta astratta. In realtà Claver Gold è un vero e proprio predatore affamato di liriche e con una maniacale minuziosità nella stesura dei suoi testi.Le rivoluzioni partono dal basso, è vero, ma quella del rapper marchigiano più che rivoluzione musicale è una scelta di non essere, come i lupi alpha, leader di un branco.Sarebbe stato semplice conformarsi e fare una musica passeggera. Il live di Claver Gold è verità, purezza. Un pugno nello stomaco che, empaticamente, dà una lezione a noi fruitori della musica. La verità, soprattutto musicale, paga sempre. A maggior ragione se sei un “Lupo di Hokkaido” e vieni in Sila.

Grande encomio va mosso a BE Alternative Eventi che, come sempre, si è distinta nel panorama musicale locale portando una ventata di novità.

Claver Gold al Mood, il Lupo di Hokkaido arriva in Sila

Rende (CS)- Riparte la stagione del Mood Social Club, promossa da BE Alternative Eventi, con il solito timbro  innovativo. Ad esibirsi sul palco, stasera, sarà il rapper Claver Gold.

Dalla Strada ai palchi

Classe ’86, non un novellino ma uno che con le rime ci lavora ormai da anni, Claver Gold è uno di quei rapper che, prima della musica, incontra il writing. Dai muri di Ascoli Piceno alle battle freestyle, il rapper  si fa spazio nella scena pubblicando album come “Mr. Nessuno” e “Melograno”. La sua scalata artistica più rilevante dal punto di vista del pubblico avviene, in maniera preponderante, con “Requiem” nel 2017. Album eclettico nel quale sono presenti tracce di assoluta bellezza artistica e di importante lustro per la scena hip-hop italiana. Da ricordare, all’interno dell’album, featuring di spessore come Egreen, Rancore, Murubutu e Ghemon. “Il meglio di me”, “Quando sei con lui” o “Balla coi lupi” sono pezzi di pregevole scrittura che segnano un forte limes positivo nella musica hip-hop. Ciò avviene soprattutto per l’avvento di sonorità molto più ricche di beat e meno di contenuti di cui è costellato quell’anno. Una visione di “Libertà” (per citare un altro pezzo) quella di Claver Gold. Il tour di “Requiem” registra diversi sold out per tutto il Bel Paese, a riconferma che il pubblico fosse già pronto all’underground prepotentemente poetico.

Il Lupo di Hokkaido o della Sila?

Quando si parla di lupi, nella zona Bruzia, il parallelismo è naturale. Non sarà il predatore silano ma, “Lupo di Hokkaido”, graffia e morde le orecchie provocando un dolce dolore dell’anima. Sonorità orientali per l’ultimo lavoro del rapper marchigiano, il quale, si trova in netto contrasto, per genere, con l’onda musicale del momento. Una scelta di coraggio che, finora, ha sempre premiato Claver Gold con un riscontro molto positivo.  “Calicanto”, “Ikigai”, “La tana del Lupo” e molte altre canzoni porteranno alto lo stendardo del rapper ed infuocheranno il pubblico del Mood pronto a cantare a perdifiato.

Be Alternative Eventi propone ancora una volta la novità artistica senza mai conformarsi in maniera piatta all’offerta già presente. Le porte del Mood apriranno alle 22, l’opening sarà affidato a Tmhh mentre il Pre& After all’ormai storico  Dj Kerò.

Nitro e Rancore, a Castello Svevo non è stata “Musica per bambini”

Rende (CS)- Castello Svevo infuocato ieri sera per la prima serata del “Be Alternative Festival”.

Be Alternative Eventi ci ha visto lungo come sempre. Il connubio Nitro-Rancore ha unito, in uno dei centri culturali più importanti di Cosenza, tutti gli appassionati di rap.

Un “Infamity Show” da “No Comment”

Il vicentino non ha solo talento, non fa solo le rime e non ha solo un bel flow. Nitro sul palco è un toro nella corrida. Una scaletta variegata, la sua, che spazia da pezzi storici come “Danger” fino ai pezzi del già disco d’oro “No Comment”. Sale sul palco accompagnato dal solito e mai banale Dj MS. La folla lo acclama e lui non si risparmia. Extrabeat come in “Baba Jaga”, Nitroconscious con il pezzo d’apertura “Buio Omega”, romantico con l’ormai famosissima “Pleasentville”. In live viene fuori la sua poliedricità non solo psicologica, ma soprattutto artistica. Nitro Wilson e Phil de Payne sono due facce che, coniugate nella cornice di Castello Svevo, fanno letteralmente saltare in aria il pubblico presente. Nitro affronta a viso aperto il pubblico con un contatto diretto sicuramente non comune. Forse la sua forza è proprio l’energia del pubblico che riversa nelle sue barre. In conclusione, un finale memorabile per i fan della “Machete Crew”. Viene spoilerata “Kenshiro”, traccia presente nel “Machete Mixtape vol. 4” pubblicato alla mezzanotte del 5 luglio.

Le rime di Rancore come “Giocattoli” per adulti

Tarek ha ben altre sonorità rispetto a Nitro. Sale sul palco cosentino accompagnato dalla sua “Orqestra” e da una scenografia autoreferenziale, volta a richiamare la copertina del suo ultimo album. Un vero e proprio show letterario. Ogni frase, ogni canzone, ogni gesto non sono lasciati al caso. Un perfezionismo ed un essenzialismo ermetico. L’intelligenza Artificiale “Hermetic”, accompagna per tutto questo viaggio, tra spazio, natura, favole e classici del rap italiano, la performance del rapper romano.Rancore Da encomiare è sicuramente la performance del pezzo “Questo pianeta”. Effetti psichedelici, luci stroboscopiche e una tuta spaziale per il Rancore “di un altro pianeta”. Chiude il suo show con la bellissima canzone-favola “Sangue di drago”, pezzo di rilevante successo presente in “Musica per bambini”. Rancore fa parte di quell’underground ormai un po’ demodé. Fa parte di quel filone letterario del rap italiano che, ormai, è stato accantonato per dare spazio ad una musica di solo suono e di scarsi contenuti. Un poeta però resta un poeta e, Rancore, è una delle più alte espressioni di cantautorato rap in Italia.

Grande risultato per Be Alternative Eventi che si ripeterà con Calcutta il 20 luglio e con gli Hooverphonic il 25.

 

L’Islam a suon di rap, domani Ghali ospite al Metropolis

RENDE (CS) – Il giovane e talentuoso rapper italiano di origini tunisine sarà ospite domani al Centro Commerciale Metropolis a partire dalle ore 17.00 per incontrare i fan e firmare le copie del suo “ALBUM”, primo lavoro discografico dell’artista assai apprezzato. Ghali è oggi uno dei cantanti più ascoltati sul web, i suoi brani, infatti, hanno, fin da subito spopolato sui social. “Ninna Nanna” è certamente tra i brani che hanno ottenuto in pochissimi giorni milioni di wiews. Le sue canzoni sono un inno alla pace e contro il razzismo. Ghali canta all’Islam e ai migranti e le sue canzoni sono un’esplosione di poesia, emozioni e romanticismo.

 

R.A

[Interview] Kiave e il suo Storytelling, un racconto in esclusiva per Ottoetrenta

Nei giorni scorsi il noto rapper cosentino Kiave ha presentato il suo ultimo disco a Cosenza. Per l’occasione noi di Ottoetrenta siamo riusciti a fare due chiacchiere con lui, curiosando un po’ nel suo nuovo progetto discografico: Storytelling (Macro Beats Records).  

Chi è Kiave?

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Kiave – ph. Francesco Farina

E’ un ragazzo di Cosenza che si è trasferito prima a Roma e poi a Milano. Ha conosciuto l’hip hop quando aveva 15/16 anni, decidendo di dedicargli la sua vita, prima dipingendo e poi iniziando a scrivere testi. Anzi prima iniziando a fare freestyle, dipingendo, freestyle e poi a scrivere testi! Disco dopo disco, sacrificio dopo sacrificio è arrivato al quarto disco solista più due Ep e altre collaborazioni.

Come nascono i pezzi presenti nel tuo nuovo album Storytelling e come prendono le distanze dal freestyle?

Fino al disco precedente c’era una grossa influenza del freestyle nei miei pezzi, perché comunque sono cresciuto come freestyler. Grazie alle competitions 2theBit prima e MTv Spit dopo, ho ritrovato la voglia di fare freestyle. Per questo ultimo disco, Stereotelling, ho in un primo momento litigato col freestyle, dimenticando e disimparando di saperlo fare, per concentrarmi totalmente sulla scrittura. Alcuni pezzi di questo disco sono dei freestyle, rielaborati da un’ottica diversa, senza autocelebrazione, senza la punchline (rima ad effetto), senza le componenti del freestyle, usando quest’ultimo come un jazzista potrebbe fare con il proprio strumento, cioè pura e semplice improvvisazione, estrema e completa estemporaneità. Penso che quando provi a fare qualcosa di un po’ più estemporaneo viene fuori una parte di te, senza il lato razionale. Quest’ultimo interverrà più tardi, per limare il pezzo dal punto di vista tecnico. In questo disco ci sono dei veri e propri freestyle ritoccati. Far sposare la scrittura e il freestyle mi ha reso completo, ci ho messo un po’ ma sono contento del risultato raggiunto.

Sono passati un po’ più di tre anni dall’uscita del tuo ultimo disco e circa un anno dal mixtape. Come mai hai scelto un tempo così ampio per far uscire il tuo nuovo album?

Ci metto tanto a fare i dischi, per fortuna sono ad assorbimento lento quindi durano un bel po’. Non riesco a fare un disco dopo averne appena concluso un altro perché finirei per dire le stesse cose. Ho provato a fare delle cose nuove, che sono finite nel Fixtape, però non ero ancora contento, non era un disco che riusciva a distaccarsi completamente dal precedente Solo per cambiare il mondo. Quindi ho vissuto, mi sono dedicato ai miei progetti paralleli, ai laboratori che conduco. Vivendo è tornata l’ispirazione per raccontare altre storie. Ho avuto inoltre la fortuna di avere un’etichetta che non mi dice niente, la Macro Beats Records, che attende che il progetto sia pronto per lavorarlo bene. L’arte deve aspettare l’ispirazione, altrimenti diventa come un lavoro in banca dove bisogna rispettare le consegne. Voglio fare dei dischi belli che mi piacciano e che possano piacere a chi mi segue. Tutto ciò dal punto di vista dei testi. Da quello musicale volevo fare un passo in più a livello qualitativo, inserendo molta più musicalità e arrangiamenti nei brani. Ho avuto la fortuna di avere amici musicisti che hanno suonato nel mio disco, tra cui Mirko Onofrio che è anche lui di Cosenza e mi ha aiutato tantissimo nella struttura dei fiati e innestando un approccio molto più musicale nel creare le basi.

In questo disco, come in altri tuoi pezzi, compare spesso la figura di Fabrizio De Andrè. Lo consideri un personaggio fondamentale per la tua crescita artistica?

Assolutamente sì! Mio padre mi faceva ascoltare spesso De Andrè da bambino. Negli ultimi dischi ho scritto dei pezzi che si intitolano come i suoi brani e continue sue citazioni. E’ un fenomeno che in Italia non era mai successo e penso che mai più si ripeterà. E’ stato un genio assoluto. Ogni volta che mi trovo in crisi e che mi perdo nella scrittura, ritorno ad ascoltare i suoi dischi.

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Kiave – ph. Francesco Farina

Qual è il pezzo a cui tieni di più in questo tuo ultimo lavoro?

Sono tutti figli miei, non lo so – afferma Kiave ridendo – Diciamo che ce ne sono un paio. C’è Danza con i tuoi demoni che lo preferisco perché mi ha fatto proprio bene. Quando ho finito quel pezzo e l’ho riascoltato ero contento come se fossi stato dallo psicologo per dieci anni, avevo risolto tante cose e finalmente stavo in pace con i miei demoni. Poi c’è Rum e Sigarette che ha una storia molto travagliata, un pezzo di cuore a cui tengo tantissimo e che sta piacendo molto alla gente. Infine Vivi ora, che ho scritto l’anno scorso a natale, il primo natale lontano da casa. Quella sera mi sono ubriacato da solo nel mio appartamento, ho scritto questo pezzo e ho registrato subito un provino. Nella registrazione si sente che sono ubriaco ma mi ero ripromesso che l’avrei comunque fatto uscire, prima o poi. Gheesa è riuscito a costruirci sotto una strumentale bellissima e sono contento del risultato, perché è stato scritto di getto. Tutti i pezzi che mi fanno stare bene sono i pezzi a cui tengo di più, egoisticamente parlando.

Cosa ne pensi della scena hip hop italiana?

Ne penso bene, sinceramente. In linea di massima la qualità è abbastanza alta, i rapper sono ad un livello interessante. Tra i miei ascolti ho dei rapper italiani in più, rispetto agli anni precedenti. A parte i miei amici di Blue Nox e Unlimited Struggle, ci sono un sacco di ragazzi nuovi che secondo me sono validi, hanno una bella attitudine e mi emozionano, perché ormai tecnicamente sono bravi tutti. Quindi ne penso un gran bene. E’ normale che, dopo l’hype pazzesco che ha avuto negli ultimi anni l’hip hop, ora stia soffrendo a causa del calo fisiologico, ma è giusto che sia così. Tornerà in vetta e sparirà di nuovo, l’ho visto tante volte questo fenomeno. Vorrei che ci fosse più spirito hip hop che rap in Italia, il primo è diventato una realtà ormai frastagliata.

Concludiamo con un’ultima curiosità: quali sono i tuoi progetti futuri?

A marzo partiamo col tour, di cui le date saranno note a breve. Continuerò a fare i miei progetti paralleli di laboratori nei carceri e nelle scuole. Poi dopo il tour si capirà cosa fare. L’importante sarà suonare dal vivo. La prossima data è prevista per il 5 marzo al B-Side di Rende (CS) assieme ad un po’ di ospiti.

Miriam Caruso

ph. Francesco Farina