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Rapporto Svimez, la Calabria è la Regione che è cresciuta di più

CATANZARO – La Calabria é la regione che nel periodo 2015-2017 ha fatto segnare la più significativa accelerazione della crescita. É quanto afferma la Svimez nelle anticipazioni del Rapporto di quest’anno.

«Sono state soprattutto le costruzioni – fa sapere Svimez – a trainare la ripresa (+12% nel triennio), grazie anche alle opere pubbliche realizzate con i fondi europei, seguite dall’agricoltura (+7,9%) e dall’industria in senso stretto (+6,9%). Molto più modesto nell’ultimo triennio l’andamento dei servizi (+2,9%)».

Alto il tasso di sviluppo

Nelle anticipazioni si afferma, inoltre, che «nel 2017, Calabria, Sardegna e Campania sono state le regioni meridionali che hanno fatto registrare il più alto tasso di sviluppo, rispettivamente +2%, +1,9% e +1,8%. Si tratta, comunque, di variazioni del PIL più contenute rispetto alle regioni del Centro-Nord, se si considera il +2,6% della Valle d’Aosta, il +2,5% del Trentino Alto Adige e il +2,2% della Lombardia».
   

Rapporto Svimez: una ecatombe per il Meridione

Secondo il rapporto Svimez la Calabria è la regione più povera d’Italia. Nonostante la notizia non rappresenti una novità, questa volta, però, le considerazioni sono ancora più gravi perché è a rischio lo stesso futuro del Meridione d’Italia, stretto nella morsa della “desertificazione umana e industriale”. Non nascono più figli e non si riesce a creare sviluppo. I dati sono catastrofici e ci raccontano di un’Italia a due velocità, un Nord che nonostante la crisi resta “produttivo” e un Sud che non ce la fa a superare le soglie minime della sopravvivenza. Come Movimento 5 Stelle – ha dichiarato l’onorevole Sebastiano Barbanti, M5S da tempo ci stiamo occupando di un diverso “piano per il Sud”, una strategia d’azione a lungo termine che non tenga solo in considerazione l’aiuto economico, ma anche lo sviluppo culturale, sociale, strutturale dell’area più importante di tutto il Mediterraneo. Non dobbiamo più considerare il Sud come un infante ribelle incapace di gestirsi, ma dobbiamo consegnarli fiducia e responsabilità perché ha in sé tutte le potenzialità per uscire fuori dal guado dove una classe politica incompetente e mangiona l’ha confinato. La nostra “mozione per il Sud”, ora all’esame della Camera- ha continuato l’onorevole – va proprio in questa direzione: nuove e puntuali infrastrutture per aiutare a sbloccare l’economia, fondi finalizzati alle imprese concessi attraverso controlli puntuali e inflessibili, e nuovi modelli di educazione per le nuove generazioni che devono nascere in una società dell’impresa.