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Natale a scuola: Il messaggio “originale” dell’ Istituto De Matera

Qualche giorno ancora e sarà di nuovo Natale. E’ una frase banale che se detta ad un adulto, assume il tono terribile di una condanna. Stress, regali, frenesia, traffico, parenti, feste forzate, sorrisi forzati, gioie forzate. Tutto così rigorosamente “doveroso”. Non c’è spazio per la gioia nè per voglia di stare insieme ma solo un tempo, dell’anno, in cui la sofferenza si acuisce e il nervosismo la fa da padrone.

Provate a fare ad un bambino,la stessa domanda. Ditegli che è Natale, chiedetegli cosa sente nel pensarci. Lo vedrete illuminarsi di un magico sorriso, magari piroettare da solo canticchiando le canzone imparate a scuola, parlare di Babbo Natale, di Gesù bambino, del presepe e dei poveri. Sì, dei poveri. Perché nel cuore di un bambino si nasconde molta più umanità e generosità di quanto possa avere il migliore degli adulti. Gli stessi adulti che sembrano dimenticare, presi dalla frenesia per ottenere il regalo più bello, per organizzare il capodanno più IN, per fare il viaggio dei sogni, cosa significhi davvero Natale e quale sia il suo importante messaggio: la nascita di un bambino, povero, nato all’interno di una mangiatoia in un villaggio di gente umile, riscaldato solo dall’amore, venuto al mondo per portare pace e diffondere serenità tra gli uomini.

Un messaggio che in annate come quella attuale, assume i contorni dell’ utopia ma che alcuni adulti, come Virginia Arnone e Rosa Molinaro, maestre dell’Istituto “De Matera”, grazie al loro lavoro alle prese con tanti piccoli studenti, sembrano voler ricordare ai genitori e a tutti coloro che lo scorso 17 dicembre, in occasione della recita della scuola, hanno assistito a canti e performance emozionanti e divertenti, come quella dei bambini delle classi più avanzate che per l’occasione hanno reso omaggio al poeta Vincenzo Padula, recitando la poesia in dialetto calabrese ” La notte di Natale“.

Un modo semplice ma pur sempre efficace di ricordare a tutti gli adulti che, visto con gli occhi di un bambino, il Natale assolve ancora la sua funzione essenziale: far sorridere e sperare.

 

Lia Giannini