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Parco di Sibari, a lavoro sui 500mila reperti inediti nei magazzini – (VIDEO)

CASSANO ALLO JONIO (CS) – Circa 20mila cassette, quasi 500mila reperti – per la maggior parte ancora inediti – provenienti dall’area jonica della Calabria del Nord e da tutta la provincia di Cosenza: i magazzini del Parco sono uno scrigno, una “Riserva” di conoscenza, un deposito di storia e bellezza, il vero polmone della ricerca archeologica nella Sibaritide. Dopo quasi un anno di studi preliminari, condotti in collaborazione con i giovani ricercatori dell’IMT Scuola Alti Studi di Lucca e dell’Università della Campania L. Vanvitelli, è entrato nel vivo il progetto di sistemazione dei depositi del Parco di Sibari. Finalmente, quasi sette anni dopo la sua costruzione, il “nuovo” magazzino E14 posto alle spalle del Museo, si sta popolando e il suo ampio laboratorio, dotato di postazioni per la pulizia e la classificazione dei reperti, inizia finalmente a svolgere la sua funzione.

Il progetto, sotto la direzione scientifica del direttore del Parco di Sibari dottor Filippo Demma e dei professori Maria Luisa Catoni (IMT) e Carlo Rescigno (UniCampania), è coordinato da Camilla Brivio, direttrice del Laboratorio di Restauro e responsabile dell’area Valorizzazione del Parco, e Serena Guidone, ricercatrice IMT. Il lavoro di progettazione del database, che rende possibili le movimentazioni, è stato svolto in gran parte col supporto fondamentale della squadra che si occupa di progettare il sistema digitale del Parco.

Una innovazione che è anche collaborazione: circa l’11% dei reperti, infatti, non proviene dalla Sibaritide ed è di pertinenza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Cosenza, che disporrà nelle riserve sibarite di uno spazio attrezzato e funzionale per lo studio e la catalogazione, e che continuerà a utilizzarne i magazzini come punto di riferimento per i reperti provenienti dagli scavi preventivi e dalle operazioni di tutela di tutta la provincia settentrionale di Cosenza. A disposizione della Soprintendenza di Cosenza ci sarà anche il laboratorio di restauro del Parco e la collaborazione dello staff del Parco di Sibari per tutte le iniziative di valorizzazione che la SABAP intenderà intraprendere.

La chiusura della prima fase delle operazioni vedrà, a breve, l’apertura al pubblico del magazzino E14 oltre a una importante sorpresa per il pubblico che verrà resa nota nei prossimi giorni.

Reperti archeologici detenuti illegalmente, una denuncia

CIRO’ MARINA (KR) – Reperti archeologici detenuti illegalmente sono stati scoperti dai carabinieri di Cirò Marina insieme a quelli del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Cosenza, a casa di un pensionato di 69 anni che è stato denunciato all’autorità giudiziaria per il possesso non autorizzato.

In particolare, al termine di una perquisizione domiciliare, l’uomo è stato trovato in possesso di una campana navale appartenente al relitto sommerso del “Caccia Torpediniere Lince”, nonostante esplicita richiesta avanzata dal competente ente comunale per la successiva consegna al locale museo. Nel medesimo contesto, sono stati rinvenuti e sequestrati due piedi integrali di anfore, un collo di anfora e due anse di anfora.

Trovati reperti archeologici, erano nascosti in una stalla

CIRO’ MARINA (KR) – Durante una perquisizione dei carabinieri di Cirò Marina, finalizzata alla ricerca di armi ed esplosivi, i militari hanno scoperto in una stalla, all’interno di un armadio, un tesoro archeologico di grande valore e pregio. In tutto 25 tra monili, gioielli, bracciali, orecchini e vasellame. I reperti storici sono stati al momento sequestrati e il titolare della stalla è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Crotone. Con ogni probabilità il tesoro nascosto risale all’epoca ellenistica, riconducibili all’età del ferro.

 

 

Sulle sponde del Neto una rarissima testimonianza archeologica

CROTONE- Nel corso della quotidiana attività di controllo economico del territorio, i finanzieri di Crotone negli ultimi giorni avevano notato come delle persone saltuariamente si aggirassero sul letto in secca del fiume Neto. Insospettiti dalla circostanza, nel pomeriggio di martedì 17 aprile, una pattuglia di militari delle Fiamme Gialle ha effettuato un’accurata esplorazione dell’area, risalendo a piedi il letto del fiume, dalla foce a mare fino ad una zona, nell’entroterra, dove i finanzieri fanno un importantissima scoperta di enorme valore storico e culturale: si imbattono in quelli che sembrano essere i resti di una tomba antichissima. Si tratta infatti di una rarissima testimonianza di insediamento dell’età del bronzo medio, 1600-1550 al 1325 a.C. quindi molto tempo prima dell’arrivo degli Achei dalla Grecia. Nella fattispecie una sepoltura a tomba a cista con urna cineraria. L’intervento della Guardia di Finanza ha peraltro scongiurato il pericolo che i trafficanti di reperti archeologici potessero fare razzia. La Soprintendenza per i Beni Culturali della Calabria, che come detto è intervenuta immediatamente, ha già iniziato i rilievi documentali del contesto e le attività idonee a mettere in sicurezza il sito con l’ausilio di una restauratrice di beni culturali.

Inchiesta traffico reperti archeologici, in manette un 75enne

TARANTO – E’ stato rintracciato nella sua abitazione e sottoposto agli arresti domiciliari Raffaele Monticelli, 75 anni, di Taranto, coinvolto in un’inchiesta su un traffico di reperti archeologici condotta dalla procura della Repubblica di Crotone, sfociata il 18 gennaio scorso nell’esecuzione di 12 misure cautelari (tre arresti di cui due in carcere ed uno ai domiciliari, quattro divieti di dimora e cinque obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria). I carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale dei nuclei di Cosenza e Bari hanno notificato a Monticelli il provvedimento restrittivo firmato dal gip Michele Ciociola su richiesta del sostituto procuratore Luisiana Di Vittorio. L’inchiesta, denominata “Tempio di Hera”, era partita nell’ottobre del 2014 dopo la scoperta di scavi clandestini in siti archeologici del crotonese. Monticelli, che inizialmente si era reso irreperibile, è stato rintracciato a Taranto e sottoposto ai domiciliari. La perquisizione nel suo appartamento ha permesso di recuperare alcuni reperti archeologici, statuette di terracotta e una kylix biansata di origine greca e documentazione ritenuta interessante ai fini investigativi. Il 75enne, che ha numerosi precedenti specifici e fu destinatario di una confisca di beni del valore di 22 milioni di euro, è ritenuto il punto di riferimento principale per la commercializzazione e ricettazione dei preziosi manufatti storici, con un ruolo dunque apicale nell’ambito del sodalizio criminale. E’ accusato dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla ricerca clandestina, impossessamento e ricettazione di reparti archeologici.

Reperti archeologici sequestrati

BELVEDERE SPINELLO (CROTONE) – La Guardia di Finanza ha trovato numerosi reperti archeologici di età greca a Belvedere Spinello nell’abitazione dell’amministratore di una società, M.S., di 60 anni. I reperti sono stati scoperti durante una verifica fiscale e tra questi c’erano 2 cuspidi di lancia di ferro di età greca,13 frammenti della prima età del ferro, vari coltelli a scatto e a serramanico non denunciati.