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La prima del Rigoletto apre la 57ª stagione lirica del “Rendano”. L’attualità dell’opera nelle parole dei protagonisti

COSENZA – Ultimi ritocchi al Rendano, prima del debutto, all’allestimento del “Rigoletto”, l’opera verdiana con la quale venerdì 18 novembre si aprirà ufficialmente la 57ma stagione lirica del Teatro di tradizione cosentino.

L’appuntamento è per le ore 20,30. Si replica domenica 20 novembre, in pomeridiana, alle ore 17,00.

Con “Rigoletto” il Rendano, grazie all’azione propulsiva dell’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Franz Caruso, torna alla produzione e rientra nei finanziamenti del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) dei quali il Comune di Cosenza beneficerà per la prossima triennalità (2022/2024). Il progetto artistico della 57ma stagione lirica, presentato al Ministero dal Comune di Cosenza ed ammesso come “prima istanza triennale” al contributo FUS, art. 20 per la Lirica ordinaria, per l’annualità 2022, è del maestro Luigi Stillo. Lunga la sua collaborazione alle produzioni e agli allestimenti del Rendano. Composto da Giuseppe Verdi nel 1851, su libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma di Victor Hugo “Il re si diverte”, “Rigoletto” fu eseguita per la prima volta l’11 marzo dello stesso anno al Teatro “La Fenice” di Venezia.

Il nuovo allestimento del “Rendano” di Cosenza vedrà in buca l’Orchestra Sinfonica Brutia, sodalizio musicale nato per iniziativa del Comune e del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” e riconosciuta Istituzione concertistico-orchestrale.

A dirigerla sarà il maestro Daniele Agiman, bacchetta di spessore internazionale, legato a Cosenza, per sua stessa ammissione, da un rapporto molto forte e rinverdito anche in questa occasione dopo le direzioni che lo hanno visto negli anni scorsi, sul podio del Rendano, in occasione di altre opere: “Tosca”, “Pagliacci” e, lo scorso anno, “Il Barbiere di Siviglia”, nell’ambito della stagione “Torniamo all’opera”. Agiman ha lodato, nei giorni di prova che stanno precedendo la “prima” di “Rigoletto” la qualità dell’OSB. “Ho appena diretto a Matera, in Basilicata, un’altra delle 11 ICO italiane approvate dal Ministero e questa è la seconda realtà con cui mi confronto – sottolinea il maestro Agiman – “L’Orchestra Sinfonica Brutia – aggiunge – è di altissimo livello. Molti di questi ragazzi affrontano per la prima volta un’opera lirica e Rigoletto non è un’opera facile per debuttare, ma durante le prove di lettura c’è stato uno scatto di qualità notevolissimo. Credo che questa Orchestra abbia tutti i presupposti perché possa durare e crescere. Lo meritano il Conservatorio che sta lavorando benissimo, il Teatro, che finalmente riapre in maniera riconosciuta anche dallo Stato, e la stessa Orchestra che riunisce i migliori strumentisti della zona. C’era bisogno di una rete che mettesse insieme le peculiarità musicali e culturali di una regione o, come in questo caso, della città. Cosenza – rimarca Daniele Agiman – deve tornare ad essere quel grande baricentro per il Sud, perché il suo teatro ha una grande storia e poi ha un pubblico caloroso e con una particolare capacità di discernimento critico, Un pubblico che sa riconoscere quanto di valido viene espresso e che sta zitto quando le cose funzionano meno. Per noi artisti è il pubblico la vera cartina al tornasole”. Sull’attualità dell’opera verdiana e sulla sua ciclica riproposizione, Agiman sottolinea che “Rigoletto era per Verdi la sua opera del cuore. E’ come se in quest’opera mostrasse la sua vera, intima natura di compositore. La sua modernità consiste nel saper guardare all’essere umano come ad un essere complesso, che non è solo male o solo bene”.

Nel ruolo del protagonista dell’allestimento del Rendano, i melomani cosentini troveranno il baritono sassarese, ma veronese di adozione, Alberto Gazale, molto apprezzato dalla critica e considerato tra i migliori artisti della sua generazione. Dal Rendano mancava da molti anni. Vi aveva cantato, sul finire degli anni novanta, in occasione di “Un ballo in maschera”, protagonista Pietro Ballo, con la direzione d’orchestra di Marco Balderi. Gazale deve molto della sua formazione all’incontro con Carlo Bergonzi, tra i più autorevoli interpreti del repertorio del genio di Busseto. Sono tanti i “Rigoletto” al suo attivo. Un ruolo – questo – che ha debuttato quando era molto giovane e con il quale ha avuto la fortuna di cimentarsi in tanti teatri e in edizioni storiche, anche per il Teatro alla Scala di Milano, con la direzione di Riccardo Muti, ma anche di Riccardo Chailly e James Conlon. “Rigoletto – dice Gazale – è cresciuto un po’ con me. Gli incontri, poi, sono quelli che favoriscono l’approfondimento. Da ciascun collega, direttore o regista ho provato a trarre delle indicazioni e mi sono posto delle domande sul personaggio, che sta sempre in equilibrio tra il bene e il male. All’inizio della carriera privilegiavo molto la parte buona del personaggio, ma andando avanti ho capito forse che Rigoletto è nutrito anche dall’egoismo e questo aspetto cerco di portarlo in scena per quanto possibile. Noi non dobbiamo fare altro che cercare di portare il nostro rispettoso contributo, al fine anche di attualizzare l’opera, ma senza stravolgerne il senso profondo”.

La regia del “Rigoletto” che aprirà la stagione lirica del “Rendano” è di Renato Bonajuto che è stato, fino allo scorso anno, direttore artistico del Teatro Coccia di Novara, la sua città.

“E’ sempre un’opera attuale – sottolinea Bonajuto – ma è anche un esperimento di Verdi, perché è la prima opera discorsiva nella quale non ci sono le arie chiuse con la cabaletta, come ad esempio nel “Trovatore”, nel quale Verdi tornerà sui suoi passi. Qui viene sperimentato per la prima volta ciò che poi si ripeterà in tutto il Novecento e che Verdi riproporrà in “Otello” e Falstaff”, dove non compaiono più i pezzi chiusi e la trama diventa discorsiva. E’ il primo esperimento di vera drammaturgia musicale”. Bonajuto non nasconde la sua soddisfazione per l’affiatamento emerso con i cantanti del cast.
“Lavorare con Alberto Gazale – dice – è una gran gioia per ogni regista, ma anche con tutti gli altri è piacevolissimo. Ho ritrovato Giulia Mazzola, che interpreta Gilda, che è bravissima e che, peraltro, avevo premiato in diversi concorsi. Matteo Giuseppe Falcier (il Duca di Mantova) lo conosco da quando ero ragazzino, perché siamo della stessa città e Luca Gallo (Sparafucile) ha già fatto il mio primo “Rigoletto” nel 2004 e che ho diretto quando avevo 25 anni. Il clima è molto, molto positivo”.

Negli altri ruoli:

Alessandra Palomba (Maddalena), Sabrina De Rose (Giovanna), Cesare Filiberto Tenuta (Monterone) Antonio Fratto (Marullo), Emanuele Campilongo (Borsa) Francesco Laino (Conte di Ceprano), Maria Pia Martucci e Mario Bonofiglio. Il coro è il confermatissimo “Francesco Cilea” diretto dal maestro Bruno Tirotta. Le scenografie sono di Fantasiainre di Stefano Giaroli e i costumi di Arrtemio Cabassi. Ancora pochi i biglietti disponibili presso l’Agenzia In Primafila (tel.0984 795699).

Torna la stagione lirica del Rendano. Si parte il 18 novembre con il Rigoletto

COSENZA – Con il “Rigoletto” di Giuseppe Verdi si aprirà, il prossimo 18 novembre, la 57ª stagione lirica del Teatro “Rendano” di Cosenza. Saranno due i titoli operistici in cartellone (l’altro è il “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti) e che segnano il rientro del Rendano nei finanziamenti del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) di cui sarà beneficiario il Comune di Cosenza per la prossima triennalità (2022/2024). La stesura del progetto artistico è del maestro Luigi Stillo, esperto nel settore, con all’attivo una lunga collaborazione alle produzioni e agli allestimenti del Rendano, nella sua qualità di Maestro di sala al fianco di direttori e registi prestigiosi. Già nella fase di ripresa delle attività del “Rendano” nel 2021, nel post pandemia, Stillo realizzò alcuni appuntamenti lirici, in sinergia con il Conservatorio “Stanislao Giacomantonio”, nella stagione “Torniamo all’opera”.
Il 29 luglio scorso il nuovo progetto presentato al Ministero dal Comune di Cosenza, con i due titoli in cartellone, “Rigoletto” di Verdi e “Don Pasquale” di Donizetti, è stato ammesso come “prima istanza triennale” al contributo FUS, art. 20 per la Lirica ordinaria, per l’annualità 2022. La graduatoria, stilata dalla Commissione Consultiva per la Musica, è stata pubblicata con Decreto della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura n. 828 ed ha visto il progetto del Comune al primo posto tra quelli presentati.

IL CARTELLONE

La “prima” di “Rigoletto”, produzione del Teatro “Rendano”, è prevista per venerdì 18 novembre, nel teatro di tradizione cosentino, alle ore 20,30, con replica domenica 20 novembre, alle ore 17,00. Il “Rigoletto” sarà il primo cimento operistico dell’Orchestra Sinfonica Brutia nella sua sede per destinazione, il Teatro “Rendano”. L’Istituzione concertistico-orchestrale, nata per iniziativa del Comune di Cosenza e del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio”, si propone, come è noto, di diventare non solo patrimonio della città e della provincia, ma anche di tutta la regione. Per dirigere il nuovo sodalizio musicale, in occasione del “Rigoletto”, tornerà sul podio del Rendano, il maestro Daniele Agiman, bacchetta d’eccezione, con una grande esperienza internazionale, che il pubblico cosentino ricorda per aver diretto, proprio al Rendano, lo scorso anno “Il Barbiere di Siviglia”, nell’ambito del cartellone di “Torniamo all’opera”, nel 2008 una versione di “Tosca” di Giacomo Puccini e, nel 2009, “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, insieme a “Maria Olivares” di Domenico Giannetta. Nel ruolo principale dell’opera verdiana, i melomani del “Rendano” troveranno il baritono Alberto Gazale, poliedrico cantante dal registro morbido e possente, molto apprezzato dalla critica e considerato tra i migliori artisti della sua generazione. Stile e tecnica verdiani sono state perfezionate da Gazale con Carlo Bergonzi, uno dei più autorevoli interpreti del repertorio del genio di Busseto. La regia di “Rigoletto” è di Renato Bonajuto. Il coro è il confermatissimo “Francesco Cilea” diretto dal maestro Bruno Tirotta.
Nel primo titolo della 57ª stagione lirica del Rendano sono stati coinvolti anche giovani talenti del territorio, sia nel cast artistico che tecnico, a conferma della volontà dell’Amministrazione comunale di guardare con attenzione ai giovani che si formano in Calabria.

Il secondo titolo in cartellone, “Don Pasquale”, andrà, invece, in scena al Rendano sabato 3 dicembre, alle ore 20,30 e, in replica, domenica 4 dicembre, alle ore 17,00. Si tratta di un allestimento coprodotto con l’Associazione “XXI Secolo” di Viterbo e vedrà la presenza dell’Orchestra “EtruriAEnsemble”, diretta dal Maestro Fabrizio Bastianini. La regia è di Mariano Bauduin. Nel ruolo del titolo, il basso-baritono Gaetano Merone. Da domani in vendita, presso l’Agenzia In Primafila (tel.0984 795699) sia gli abbonamenti che i biglietti per le singole rappresentazioni.

A Locri David Crescenzi e Mario De Carlo: strepitoso duo per “Rigoletto”

LOCRI (RC) – Successo di pubblico anche per la seconda e ultima recita di “Rigoletto” di Giuseppe Verde, su libretto di Francesco Maria Piave, che ha emozionato i presenti, ieri, alle ore 21.00, presso la Corte del Comune di Locri. Il progetto, nato dalla sinergia fra l’Associazione Culturale “Morgana inCanta” e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Locri, ha visto dirigere in modo magistrale l’Orchestra del Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria dal famoso Maestro David Crescenzi, oggi direttore artistico del Teatro de Il Cairo.
L’opera verdiana per la regia di Mario De Carlo, che ha firmato anche l’impianto scenografico e i costumi della Sartoria Teatrale Arrigo di Milano, ha registrato anche nella seconda serata il tutto esaurito.
Un duo strepitoso che ha fatto sognare Locri e ha trasformato la Corte del Comune in un magico teatro senza tempo.
Il pubblico in sala, percepibilmente molto soddisfatto, ha apprezzato il notevole allestimento e ha sostenuto tutti gli interpreti in scena. Una “standing ovation” per Massimiliano Fichera, che ha reso superbamente l’impervio ruolo del titolo e che si conferma baritono di classe, e copiosi applausi per tutti.
Il veterano cantante siciliano è stato affiancato da due colleghi notevoli Ricardo Mirabelli nei panni del Duca di Mantova e da Emanuele Cordaro in quelli di “Sparafucile”. Anna Laura Badolato è stata Gilda, Giuseppe Zema (“Conte di Monterone”), Gianluca Marino (“Matteo Borsa”), Andreina Drago (“Maddalena”), Angelo Michele Mazza (“Conte di Ceprano e un ”Usciere di corte”), Luana Calandra (“Contessa di Ceprano”), Sara Borrelli (“Giovanna”), Angelo Parisi (“Marullo”) e Greta Febbraio (“Paggio della duchessa”).
Tutti i partecipanti della Morgana Opera Academy in scena sono stati all’altezza del proprio ruolo che hanno onorato con grande professionalità.
Accanto ai solisti, buone le performance del Coro, formato dai partecipanti alla Morgana Opera Academy e istruito da Maria Carmela de Cicco, e del corpo di ballo “Danza Dyonisos” diretto da Ivana Sanci.
Lo scenovideofotografo e light designer è Salvatore Manganaro.
“Sono state due serate magiche, emozionanti e pregnanti di cultura. La corte del Comune ha fatto rivivere i fasti verdiani in tutta la loro magnificenza. Dopo “La traviata”, un “Rigoletto” spettacolare che consolida l’efficace sinergia con l’Associazione Culturale Morgana InCanta.
Ci stiamo impegnando affinché Locri possa trasformarsi nella location di un festival d’opera, richiamando melomani e appassionati del genere e soprattutto permettendo ai nostri concittadini di godere di uno spettacolo operistico senza allontanarsi troppo dalla loro casa. Nonostante il tempo, la nostra cittadinanza ha risposto bene, comprendendo il nostro sincero impegno per la promozione. Ringrazio tutti i presenti, gli artisti, il direttivo della Morgana InCanta e tutti coloro i quali sono spesi per queste due serate all’insegna del cuore della cultura italiana, afferma l’Assessore Anna Rosa Sofia.
“Sono molto soddisfatta delle due recite di “Rigoletto”, concretizzazione del percorso artistico e didattico della Morgana Opera Academy. I ragazzi hanno risposto magnificamente alle nostre indicazioni e hanno compreso pienamente quali sono il lavoro e l’impegno richiesti a cantante professionista, misurandosi con un testo complesso del Grande Reportorio operistico. La presenza del Maestro Crescenzi è stato un valore aggiunto e un grande onore per noi. Il pubblico di Locri ha compreso tutto e ha risposto in modo caloroso. E un altro goal è stato messo a segno. Mi sembra di poter affermare con serenità che l’efficace connubio tra Morgana InCanta e Comune di Locri stia effettivamente realizzando grandi cose”, afferma il direttore artistico e presidente dell’Associazione Culturale Morgana InCanta, Serenella Fraschini.

Tutto pronto alla Corte del Palazzo di Locri per la messa in scena di Rigoletto

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David Crescenzi
David Crescenzi

E domani la prima del “Rigoletto” di Mario De Carlo a Locri Il 6 e l’8 agosto la messa in scena di Rigoletto presso la Corte del Palazzo di Città del Comune di Locri per la regia di Mario De Carlo e la direzione Musicale firmata da David Crescenzi e Federico Crisanaz. Domani, 6 agosto, debutterà, alle ore 21.00, presso la Corte del Comune di Locri, la prima delle due recite di “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, progetto nato dalla sinergia fra l’Associazione Culturale “Morgana inCanta” e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Locri. La seconda replica si terrà nella stessa location sabato 8 agosto, sempre alle 21.00. “Rigoletto”, opera verdiana in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, è tratta dal dramma di Victor Hugo Le Roi s’amuse (“Il re si diverte”). È la prima della cosiddetta “trilogia popolare” di Verdi, a cui si affiancano Il trovatore (1853) e La traviata (1853). Il 3 giugno del 1850, Verdi scriveva a Piave: Tutto il soggetto è in quella maledizione che diventa anche morale. Un infelice padre che piange l’onore tolto alla sua figlia, deriso da un buffone di corte che il padre maledice, e questa maledizione coglie in una maniera spaventosa il buffone, mi sembra morale e grande, al sommo grande. Centrato sulla drammatica e originale figura di un buffone di corte, “Rigoletto” fu inizialmente oggetto della censura austriaca, come accadde nel 1832 a “Le Roi s’amuse”, riproposta solo cinquant’anni dopo la prima. Nel dramma di Hugo, che non piacque né al pubblico né alla critica, erano descritte senza mezzi termini le dissolutezze della corte francese, con, al centro, il libertinaggio di Francesco I, re di Francia. Nell’opera di Verdi-Piave si ambientò l’azione alla corte di Mantova, a quel tempo non più esistente, trasformando il re di Francia nel duca di Mantova, riferendosi a Vincenzo Gonzaga, e scegliendo il Gobbo come il protagonista a cui si cambiò il nome da Triboulet a Rigoletto (dal francese rigoler che significa scherzare). La prima ebbe luogo, con successo, l’11 marzo 1851 al Teatro La Fenice di Venezia. Il “Rigoletto” locrese sarà diretto da Mario De Carlo, regista di fama internazionale, che firmerà anche l’impianto scenografico e i bellissimi costumi della Sartoria Teatrale Arrigo di Milano. L’Orchestra del Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria vedrà sul podio il Maestro Federico Crisanaz, giovedì 6 agosto, e il Maestro David Crescenzi, direttore artistico del Teatro de Il Cairo, sabato 8 agosto. Nel cast spicca nel ruolo del titolo, Massimiliano Fichera, un veterano dell’opera, dotato di una voce calda, potente, un timbro veramente interessante da baritono romantico con versatilità, elasticità e buona lama per affrontare ruoli impervi, quali sono quelli verdiani. Accanto al cantante siciliano, vedremo, in scena, nei panni del “Duca di Mantova” Ermes Nizzardo (6 agosto) e Ricardo Mirabelli (8 agosto), mentre nel ruolo di “Gilda” si alterneranno Daniela Kovacheva (6 agosto) e Anna Laura Badolato (8 agosto). Emanuele Cordaro sarà “Sparafucile”, Andreina Drago “Maddalena”, Angelo Michele Mazza il “Conte di Ceprano”, Mario de Carlo2Luana Calandra la “Contessa di Ceprano”. Delia Mazzamati (6 agosto) e Sara Borrelli (8 agosto) si alterneranno nel ruolo di “Giovanna”. Il “Conte di Monterone” sarà Giuseppe Zema e “Marullo” Angelo Parisi. Nei panni di “Matteo Borsa” vedremo Gioacchino Gligora (6 agosto) e Gianluca Marino (8 agosto), mentre nel ruolo del “Paggio della duchessa” Barbara Soncini e Greta Febbraio. L’”Usciere di corte” sarà Angelo Michele Mazza. Il Coro, formato dai partecipanti alla Morgana Opera Academy, è istruito da Maria Carmela de Cicco. Il corpo di ballo “Danza Dyonisos” è diretto da Ivana Sanci. Lo scenovideofotografo e light designer è Salvatore Manganaro. La direzione artistica è di Serenella Fraschini. “Rigoletto è, in sintesi, un intenso dramma costellato da passione, tradimento, amore filiale e vendetta, che fotografa le tensioni sociali e la subalterna condizione femminile in una realtà nella quale il pubblico ottocentesco poteva facilmente riconoscersi. Musicalmente si ripete costantemente il tema della maledizione, col ricorso alla nota Do in ritmo puntato. Siamo soddisfatti del lavoro svolto dai ragazzi della Morgana Opera Academy. Li abbiamo visti trasformarsi e hanno lavorato tutti come veri professionisti. È proprio questo che vogliamo: dare struttura, maggiore sicurezza e visibilità alle giovani leve del complesso mondo della lirica e valorizzare la nostra terra anche da questo punto di vista”, afferma Serenella Fraschini. “Dopo il successo dell’operazione che ha generato “La traviata” lo scorso anno, rimisurarmi con un testo così complesso e di grande repertorio sullo stesso palcoscenico e di fronte allo stesso pubblico è stato Rigoletto.locandina postmolto stimolante. La mia regia rimane attratta (come già lo fu Verdi durante tutta la sua esperienza artistica) dall’ambiguità dei personaggi e dalle dinamiche a tinte forti. Io ho cercato di approfondire questo aspetto, cioè la duplicità dei protagonisti, che mi sembra il dato più interessante in assoluto, perché fa da traino ad altre valenze e connotati. Il tema del “doppio”, così centrale e presente nella storia, mi ha suggerito di trovare una analoga connotazione per il Duca di Mantova, quasi che l’ambivalenza e il contrasto fra luci e ombre, che caratterizzano la figura di Rigoletto, si spandano anche su quella del Duca. Ciò costituisce dunque l’elemento di novità di questa regia. Il mio Duca è un personaggio molto più sfaccettato e interessante rispetto allo stereotipo del tenore in calzamaglia e braghettoni, pieno di slancio ma anche di ombre, di vitalità ma anche di chiusure in se stesso. Tutta la messinscena, inoltre, si caratterizza per l’uso eloquente e metaforico dei colori. La scelta della gamma fondamentale – il bianco, il rosso e, soprattutto, il nero – costituisce già di per sé un linguaggio. I personaggi, infatti, oltre che con il loro acting, si manifestano attraverso la simbologia legata al colore”, afferma il regista Mario De Carlo, che firma anche l’impianto scenografico e gRigoletto_squadra 2015li splendidi costumi”, afferma il regista Mario De Carlo. “Crediamo in questo progetto che vuole rilanciare Locri a culla di civiltà e cultura. Mi allineo a tutta l’Amministrazione Comunale nel ritenere la cultura come la vera leva su cui investire per produrre un cambiamento sociale ed economico per la nostra terra che tutti desideriamo. “La traviata” ieri, Rigoletto oggi rappresentano una speranza, cibo per l’anima e la constatazione che produrre cultura “alta” è possibile anche da noi”, afferma l’Assessore Anna Rosa Sofia.

Locri ospita il “Rigoletto” di Crescenzi e Crisanaz

LOCRI (RC) – David Crescenzi e a Federico Crisanaz, direttori d’orchestra, porteranno in scena il “Rigoletto” di Verdi il 6 e l’8 agosto presso la Corte del Palazzo Comunale della Città di Locri. Protagonista dell’Opera sarà Massimiliano Fichera, il baritono che interpreterà il personaggio di Rigoletto.

Di seguito le interviste ai due maestri:unnamed

David Crescenzi
 Maestro, il suo cv, non ha bisogno di commenti. Una carriera brillante che l’ha vista Pianista, Direttore d’Orchestra e Direttore di Coro. Tra i tre ruoli ve ne è uno a cui è particolarmente legato?
Sicuramente il ruolo del Maestro del Coro è quello a cui sono più legato. Mi ha dato la possibilità di entrare
negli Enti Lirici dalla porta principale. A 30 anni ero, infatti, Altro Maestro del coro presso il teatro “Carlo Felice” di Genova dove ho avuto la fortuna di seguire da vicino grandi direttori e registi. Successivamente coprii lo stesso ruolo al Napoli, e poi per otto stagioni fui chiamato personalmente dal grande Pier Luigi Pizzi divenendo Direttore del coro allo Sferisterio di Macerata. Questa esperienza mi ha permesso ulteriormente di crescere e farmi conoscere.
Può ricordare con noi l’esperienza più singolare della sua carriera e la direzione d’opera di cui si è detto, alla fine, più soddisfatto?
Nel 2002 ebbi la possibilità di dirigere a Doha, la capitale del Qatar, una super colossale produzione di
Aida. Tengo molto a questo episodio della mia vita per molti motivi. Innanzitutto era il mio debutto assoluto in un titolo verdiano, in cui Radames era interpretato dal grande tenore Franco Bonisolli che concludeva la sua carriera.
Inoltre in Qatar era la prima volta che veniva rappresentata un’opera lirica che fu allestita in uno stadio dove, fino a quel momento, era vietato l’accesso alle donne.
Per una sola recita, di fronte a decine di Capi di Stato, spesero circa 8.000.000 di dollari.
Sono stato venti giorni nel lusso più sfrenato. Indimenticabile. Comunque ci tornai altre due volte.
In cosa si è distinta, rispetto alle altre direzioni, l’offerta del Teatro del Cairo (Egitto) da quando ne è Direttore Artistico? In quali aspetti ha investito?
Io arrivai al Cairo la prima volta nel 1998,in qualità di Vocal-Coach nonché assistente del direttore d’Orchestra Alessio Vlad, l’attuale Direttore artistico dell’Opera di Roma.
In quel periodo apprezzarono le mie qualità professionali, offrendomi successivamente una collaborazione come direttore ospite e preparatore dei solisti tra il 1998 ed il 2003.
Dopo la rivoluzione denominata “primavera araba” dal 2011 al 2013, anche all’Opera ci furono degli “azzeramenti”, e chi ha occupato il ruolo di General Manager era una persona che negli anni durante la mia permanenza in Egitto lavorava al mio fianco.
Così dopo dieci anni sono tornato nel 2013 in veste di Direttore ospite dirigendo dapprima un Galà Lirico e dopo una produzione di Tosca.
Da settembre del 2014 fino a Giugno del 2017 mi hanno affidato questo doppio incarico di Direttore Artistico e Musicale, cercando di rispettare l’obbiettivo di dare spazio agli artisti locali e di riportare il pubblico delle grandi occasioni. Cosa non facile perché in questi ultimi quattro anni sono caduti due Presidenti della repubblica in mezzo a tanto sangue e odio religioso. È una sfida grande e difficile, ma fino ad ora le cose stanno andando bene.
Cosa ci può anticipare dell’offerta della prossima stagione del Teatro del Cairo?
Ho investito cercando di portare dall’Europa alcuni solisti di fama internazionale, affiancandoli ai solisti locali, in modo tale da poter far crescere il livello artistico.
Per l’anno prossimo avremo Trovatore, Rigoletto, Aida, Così Fan Tutte e Ballo in Maschera, assieme a balletti come il Lago dei Cigni, Cenerentola di Prokofiev, Schiaccianoci e una nuova produzione di Coppelia. Poi ci saranno in più almeno cinque concerti che alternerò con programmi vari: galà lirici, musiche da film e musical.
Parlando dell’esperienza locrese, quali sono le sue riflessioni sul progetto della Morgana Opera Academy e quali possibili ricadute questo progetto può avere, a suo avviso, sul territorio calabrese?
Premesso che io non ho mai messo piede in Calabria in tutta la mia vita, sono certo che un’operazione del
genere potrebbe creare in futuro un certo indotto, soprattutto se potesse esistere la possibilità di creare sinergie tra le istituzioni, quali i Conservatori musicali, le associazioni corali etc.
Si potrebbe creare un movimento per allestire una vera e stabile orchestra lirica con coro annesso, far crescere dei maestri spartitisti al pianoforte, conseguentemente allestire produzioni liriche da far girare nella Regione, e così creare anche sinergia tra Comuni.
In un momento di crisi finanziaria, caratterizzato da tagli in particolare alla cultura, il Comune di Locri, marciando controcorrente, investe nel periodo estivo, per il secondo anno di seguito, in un’opera integrale. Secondo lei, questa scelta cosa può far intravedere?
Un Paese senza cultura è un Paese senz’anima. Quello che sta facendo il Comune di Locri è un’azione che non dovrebbe sorprenderci, sta investendo soprattutto sugli abitanti della propria città facendo capire a tutti che non esiste solamente il ballo in piazza o il torneo di calcio “scapoli-ammogliati”.
Come dicevo sopra, altri Comuni dovrebbero prendere spunto da Locri, unirsi cercando di far girare più spettacoli in tutto il territorio: si abbatterebbero i costi, si darebbe la possibilità di creare più opportunità di lavoro, e la qualità artistica ne gioverebbe senz’altro.
È un onore poterLa seguire in una piazza, quella di Locri, che solo dall’anno scorso, con “La traviata”, si è aperta all’opera nella versione integrale. Come si caratterizzerà il suo Rigoletto?
Il Rigoletto non è il mio, ma di Verdi. Cercherò di fare quello che ho sempre fatto. Rispettare la partitura, eliminare acuti inutili e dannosi, specialmente per i giovani interpreti, cercare di restituire a quest’opera un senso di intimismo e di impotenza, di rinuncia che nulla a che fare con le fanfaronate di tradizione.
Federico Crisanaz unnamed (1)
 
Sappiamo che ha accettato con grande entusiasmo la proposta di venire a lavorare per la Morgana Opera Academy. Può raccontarci come si è generato questo proficuo incontro?
È proprio vero: sono molto felice di essere qui. Ho aderito subito con entusiasmo ad un’iniziativa come questa poiché è in controtendenza rispetto al momento difficilissimo che sta vivendo la cultura e in particolare la musica. Mentre molte orchestre sono costrette a chiudere battenti e molti teatri vivono in una crisi economico-finanziaria veramente devastante, un’iniziativa come questa merita il massimo aiuto e il massimo impegno da parte nostra per stimolare i giovani il cui entusiasmo ci carica. Inoltre seguire e contribuire al nascere di un’idea, di una realtà che è già al suo secondo anno, mi ha motivato intravedendo speranze e possibilità, con ricadute sia sugli artisti sia sul territorio.
Sono stato coinvolto dal Maestro David Crescenzi, amico da anni, e ho trovato subito stimolante l’idea di lavorare con Mario De Carlo che conoscevo di fama. E poi offrire la mia arte e la mia conoscenza in una terra bella come la Calabria è stato un reale valore aggiunto.
Come si sta trovando a lavorare col regista Mario De Carlo e con la sua idea di Rigoletto?
De Carlo è una persona con cui si lavora in modo molto sereno anche perché è uno che lo spartito lo conosce a fondo e comprende le esigenze musicali. Ha un’idea molto chiara del Rigoletto che rispecchia il testo verdiano e pertanto si trova in linea con la nostra – di Crescenzi e mia – chiave di lettura.
Artisticamente come ha trovato i partecipanti alla Morgana Opera Academy?
I ragazzi presenti hanno maturità artistiche molto differenti anche perché si trovano in momenti diversi della loro formazione. Ciò che però li accomuna e mi ha subito colpito è la grande passione e l’entusiasmo con cui si accostano a un’esperienza che per molti è la prima in un contesto professionale. Il taglio di questa Accademia dovrà servir loro per comprendere cosa si nasconde dietro una carriera professionale, in termini di impegno, sacrificio e ore di studio. Da parte nostra, stiamo lavorando con ritmi e modalità propri dei grandi teatri d’opera.
Come trova Massimiliano Fichera, che è conosciuto dai più come il Figaro rossiniano, in un ruolo così complesso, tenebroso e impervio vocalmente, qual è quello di Rigoletto che in un certo ha segnato una frattura nella storia della drammaturgia musicale?
Non conoscevo Fichera e l’incontro con lui è una stata piacevolissima sorpresa perché accanto agli onorati vent’anni di esperienza la sua vocalità è realmente impressionante. Una bella musicalità, un buon fraseggio e trovo che il ruolo di Rigoletto gli calzi a pennello. E sono certo che nel panorama italiano si imporrà sui palcoscenici italiani anche in ruoli drammatici come questo.

 

 

Progetto Morgana Opera Accademy

David Crescenzi
David Crescenzi

“Rigoletto”, il traguardo della seconda edizione della “Morgana Opera Academy”
E il 25 luglio alle ore 17.00 al via il Corso di alto perfezionamento lirico con Serenella Fraschini, Maria Concetta De Cicco, David Crescenzi, Federico Crisanaz e Mario De Carlo

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Serenella Fraschini
Mario De Carlo
Mario De Carlo

Il 25 luglio alle ore 17.00 avrà inizio la seconda edizione del Laboratorio Lirico internazionale di alto perfezionamento “Morgana Opera Academy”, proposta dall’Associazione Culturale Morgana inCanta, che si concluderà con la messa in scena di due recite di “Rigoletto” di Giuseppe Verdi il 6 e l’8 agosto alle ore 21.00, presso la Corte del Comune di Locri.
Il progetto della prima versione integrale di “Rigoletto” nella Locride nasce dalla collaborazione fra l’Associazione Culturale “Morgana inCanta” e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Locri.
Lo spettacolo è diretto da Mario De Carlo, col cast formato da giovani del laboratorio lirico, affiancati dal baritono Massimiliano Fichera.
La direzione artistica dell’intero progetto porta la firma del soprano Serenella Fraschini.
I docenti principali del laboratorio lirico sono Serenella Fraschini per quanto riguarda tecnica e interpretazione vocale; David Crescenzi e Federico Crisanaz per lo studio dei valori musicali dello spartito; Mario De Carlo per la regia e l’arte scenica; e Maria Concetta De Cicco per tecnica e interpretazione vocale corale.
Questi cinque docenti sono affiancati da Annunziato Gentiluomo che propone workshop di Bioenergetica, Stretching e Rilassamento; Enzo de Liguoro che si occupa del tema ConsapevoTraviata_locri_2_oklezza e disciplina del corpo artistico; Micaela Masella che presenta L’artista teatrale nel labirinto di burocrazia e fiscalità; e Filippo Bova che offre spunti, da gastroenterologo, sul coTraviata-71rretto rapporto tra nutrizione e canto.
Il laboratorio mira dunque al perfezionamento della tecnica vocale; allo studio del ruolo partendo dal libretto e dallo spartito; all’inquadramento storico e drammaturgico di “Rigoletto”; all’attenzione allo spazio scenico quale ambito di elezione del cantante d’opera, con cenni di scenografia e costume teatrale; all’approccio ai valori musicali; all’affinamento delle intenzioni interpretative; e alla consapevolezza della propria fisicità in rapporto al personaggio.Traviata Locri
“Un esperimento importante su più piani. Abbiamo offerto la possibilità anche ai nostri giovani di misurarsi, con un investimento esiguo, con artisti di livello per affinare il proprio talento senza doversi spostare fuori dalla Calabria. Abbiamo tentato di veicolare l’importanza dell’Opera nella nostra terra, attirandovi giovani anche dall’estero, per contribuire a restituirle il ruolo di culla di cultura qual è stata e quale ci auguriamo continui ad essere. Tra gli studenti vi sarà anche una regista coreana Eun Sook Choe che seguirà il corso per approfondire la propria conoscenza dell’opera italiana”, dichiara il direttore artistico Serenella Fraschini.
“Dopo il successo di La traviata siamo sempre più convinti della possibilità di far rinascere l’opera anche in Calabria. La collaudata sinergia con l’Amministrazione Comunale ha consentito la realizzazione di questa seconda edizione nella quale abbiamo coinvolto ben due direttori di orchestra di livello internazionale, e un baritono con veGiullare in rossont’anni di esperienza”, afferma il regista Mario De Carlo.
MORGANAblu.psd“Stiamo lavorando affinché Locri possa diventare nodo di promozione della cultura alta e dell’opera in primis. Ci piacerebbe poter diventare la sede di Festival simili a quello di Taormina o di Villa Franca. La volontà e la determinazione ci sono”, afferma Anna Rosa Sofia, Assessore alla Cultura del Comune di Locri.

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