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Bancarotta fraudolenta, rinvio a giudizio per Occhiuto. Il sindaco: «Presto accertata la mia estraneità ai fatti»

COSENZA – Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Lo ha deciso il Gup nell’ambito del procedimento penale sul fallimento della società “Ofin”, di cui Occhiuto é stato amministratore fino al 2011.

La bancarotta di cui è accusato il sindaco di Cosenza ammonta a tre milioni di euro.

La prima udienza del processo é stata fissata per il 2 aprile del 2020. Occhiuto è stato proposto da Forza Italia alla presidenza della Regione Calabria.

Per lo stesso reato, invece, il gup del tribunale di Cosenza ha condannato, col rito abbreviato, Annunziata Occhiuto, sorella del sindaco, a un anno e 4 mesi con pena sospesa e non menzione.

Le precisazioni di Occhiuto 

«Com’era ampiamente prevedibile, alla luce anche della funzione che il codice attribuisce all’udienza preliminare nonché per la complessità dei fatti ancorché risalenti nel tempo, siccome elaborati da una ricostruzione della Guardia di Finanza opinabile e per la estrema tecnicità dei reati connessi a vicende fallimentari, il giudice dell’udienza preliminare ha ritenuto necessario l’approfondimento dibattimentale ed ha quindi fissato per il 2 aprile 2020 la data dell’inizio del processo davanti al tribunale collegiale di Cosenza». Queste le prime dichiarazioni in merito del Primo cittadino di Cosenza che aggiunge: «Ovviamente, tale decisione non ha nessuna valenza di merito e sono convinto anzi che le varie tesi deducibili in mia difesa in sede dibattimentale troveranno il dovuto accoglimento. A tal fine, ho ritenuto, pur avendone la possibilità, di non chiedere alcun differimento dell’udienza proprio per vedere quanto prima accertata la mia estraneità rispetto alle accuse mossemi. Il decreto di rinvio a giudizio – precisa Occhiuto – com’è noto non produce alcun effetto rispetto alla carica di sindaco nè costituisce affatto impedimento per i futuri progetti politici in essere».

 

Falso e truffa aggravata, rinviati a giudizio ex consiglieri comunali

CROTONE – Quattordici ex consiglieri comunali di Crotone, in carica dal 2012 al 2017, sono stati rinviati a giudizio dal gup di Crotone con le accuse, a vario titolo, di falso e truffa aggravata ai danni del Comune.

Gli ex consiglieri, secondo l’accusa, avrebbero attestato falsamente la partecipazione a commissioni permanenti percependo indebitamente i gettoni di presenza durante giornate in cui in realtà risultavano al lavoro o per lavori di commissioni interrotte ma ugualmente retribuite.

Il 24 ottobre compariranno davanti al Tribunale Michele Marseglia, Pantaleone Megna, Teresa Cortese, Manuela Cimino, Sergio Contarino, Mario Scarriglia, Sergio Iritale, Fabio Lucente, Nino Corigliano, Michela Cortese, Giancarlo Devona, Claudia Scarriglia, Fabrizio Meo e Salvatore Frisenda. Il gup ha disposto il non luogo a procedere per Domenico Panucci, Ferruccio Colosimo, Fabio Antonio Trocino, Giuseppe Candigliota, Vincenzo Camposano, Enrico Pedace, Gaetano Sorrentino e Michele Ambrosio, anch’essi ex consiglieri.

Fonte Ansa

“Lande Desolate”, chiesto rinvio a giudizio per Oliverio, Adamo ed Bruno Bossio

CATANZARO – La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, accusato di abuso d’ufficio e corruzione.

La richiesta riguarda l’inchiesta “Lande desolate” su alcuni appalti gestiti dalla Regione Calabria. Dall’inchiesta sono emersi presunti illeciti, in particolare, nella gestione da parte della Regione Calabria degli appalti riguardanti l’aviosuperficie di Scalea, l’ovovia di Lorica e il rifacimento di Piazza Bilotti, l’unica delle tre opere pubbliche che é stata portata a termine.

L’inchiesta, nel dicembre 2018, aveva portato al’emissione a carico di Oliverio di un provvedimento di obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, dove risiede, poi revocato dalla Corte di cassazione.

Il rinvio a giudizio è stato chiesto anche per l’ex vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo, e per la moglie di quest’ultimo, Enza Bruno Bossio, deputata del Pd, accusati di corruzione. L’udienza preliminare è stata fissata per il 17 ottobre.

Fonte Ansa

“Xenia”, rinviato a giudizio Mimmo Lucano. A processo l’11 giugno

LOCRI (RC) – Il sindaco sospeso di Riace Mimmo Lucano è stato rinviato a giudizio assieme agli altri 26 indagati nell’ambito dell’inchiesta denominata “Xenia” sulla gestione dei migranti a Riace. La decisione è stata letta dal Gup del Tribunale di Locri Amelia Monteleone dopo sette ore di camera di consiglio.

Il processo è stato fissato per l’11 giugno prossimo a Locri. A Lucano, ancora sottoposto al provvedimento di divieto di dimora a Riace, e alle altre 26 persone rinviate a giudizio, l’accusa contesta, a vario titolo, i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e abuso d’ufficio. Nessuno degli indagati era presente in aula alla lettura del dispositivo da parte del Gup, così come era accaduto anche nelle cinque giornate di udienza.

Lucano, al terzo mandato come primo cittadino di Riace, proprio nell’ambito dell’operazione Xenia della Procura di Locri, il 2 ottobre, era dapprima stato posto agli arresti domiciliari, misura poi trasformata nel divieto di dimora a Riace.

Fonte Ansa

Operazione Stige, chiesto il rinvio a giudizio per 188 indagati

CROTONE- E’ stato chiesto il rinvio a giudizio per i 188 indagati nell’ambito dell’operazione Stige che lo scorso gennaio ha portato alla decimazione della cosca Farao-Marincola attiva nel territorio di Cirò Marina in provincia di Crotone.

La richiesta arriva dalla DDA di Catanzaro nella persona del procuratore capo Nicola Gratteri, dell’aggiunto Vincenzo Luberto e dei pm Domenico Guarascio, Fabiana Rapino e Alessandro Prontera.

L’operazione, avvenuta lo scorso 9 gennaio ha inferto un duro colpo ai clan, accusati, secondo gli inquirenti di avere collegamenti ben radicati nel Nord e Centro Italia, ma anche in Europa, nello specifico in Germania. Il blitz coinvolse anche esponenti della politica e dell’imprenditoria locale cirotana. Delle vere e proprie holding criminali dedite a gestire milionari giri di affari, dal settore dei rifiuti agli appalti pubblici, dal commercio vinicolo a quello delle onoranze funebri.

I NOMI DI ALCUNI DEGLI INDAGATI

Chiesto dunque il rinvio a giudizio per diverse persone, tra cui l’ex presidente della Crotone, Nicodemo Parrilla, al tempo Sindaco di Cirò Marin, l’ex primo cittadino, sempre di Cirò Marina, Roberto Siciliano e il fratello Nevio (ex assessore),  Giancarlo Fuscaldo, presidente del consiglio comunale della cittadina jonica; il consigliere Giuseppe Berardi e per l’ex sindaco di Mandatoriccio Angelo Donnici.

Lo stesso dicasi per  Domenico Cerrelli, vicesindaco di Casabona, Michele Laurenzano, ex sindaco di Strongoli,  Giovanbattista Benincasa, ex vicesindaco di San Giovanni in Fiore.

Tra gli imprenditori invece compaiono i nomi di Francesco e Valentino Zito, attivi nel settore vitivinicolo, Pasquale, Luigi, Antonio e Rosario Spadafora, impegnati nel ramo del taglio boschivo, a San Giovanni in Fiore e Nicola Flotta, proprietario del Castello Flotta. 

Donna suicida a Vibo Valentia, rinvio a giudizio per tre medici

 

Strage masseria di Filandari, rinvio a giudizio

VIBO VALENTIA – La Cassazione ha annullato la condanna all’ergastolo per i fratelli Ercole e Francesco Saverio Vangeli, e quella a 15 anni e 2 mesi per Pietro Vangeli e Gianni Mazzitello, che li ha visti coinvolti nella strage della masseria di Filandari avvenuta nel 2010, dove persero la vita Domenico Fontana e i figli di Pasquale. La Cassazione ha riconosciuto la provocazione rinviando momentaneamente il giudizio.

Fallimento della società raccolta rifiuti Proserpina, otto persone rinviate a giudizio

VIBO VALENTIA –

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Vibo Valentia, Monica Lucia Monaco, ha sciolto la riserva e ha rinviato a giudizio 8 persone accusate a vario titolo di bancarotta fraudolenta nell’ambito della gestione della società mista pubblico-privato “Proserpina S.p.a.” che si occupava della raccolta dei rifiuti nel Vibonese. Fra i rinviati a giudizio figura anche il consigliere regionale del Partito democratico, Michele Mirabello, che oggi ricopre anche la carica di segretario provinciale del Partito Democratico. Mirabello dovrà rispondere del reato di concorso in bancarotta fraudolenta, quale ex componente del Consiglio di amministrazione della “Proserpina” stessa. La prima udienza del processo sarà il 5 maggio dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. Le altre sette persone rinviate a giudizio sono: Giuseppe Betrò e Giandomenico Pata, a suo tempo revisori dei conti della Proserpina; Giuseppe Ceravolo (già assessore provinciale), Domenico Scuglia, Gino Citton, Marcella De Vita e Ciro Orsi, tutti ex amministratori, con vari ruoli, della società. Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero falsificato i bilanci della società arrivando ad accumulare, secondo l’accusa, un passivo fallimentare di quasi 10 milioni di euro, ma evitando la liquidazione ottenendo finanziamenti pubblici dal commissario per l’emergenza rifiuti in Calabria. Una parte dei finanziamenti sarebbe finita ad altre società costituite dagli stessi soci privati della “Proserpina”. La curatela fallimentare della “Proserpina” si è costituita parte civile con l’avvocato Enzo Cantafio.