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Ingroia dichiara guerra alla disonestà

COSENZA – Né il guasto al sistema informatico dell’Alitalia, né la neve e neppure le infinite interruzioni della Salerno-Reggio Calabria hanno impedito al leader del movimento Rivoluzione Civile Antonio Ingroia di raggiungere Cosenza.

E ieri pomeriggio, anche se con un po’ di ritardo, è salito sul palco del Cinema Italia orgoglioso e sorridente nel dimostrare che “Ingroia arriva sempre dove vuole arrivare”.

Comincia parlando di Rivoluzione Civile come di una grande casa dalle porte aperte a tutti i cittadini affamati e assetati di legalità, che si vogliono impegnare per riconquistare i propri diritti, pronti a combattere contro un nemico potente e compatto ma avendo a disposizione un’arma tanto semplice quanto efficace che è l’onestà.

La battaglia inzia nel momento in cui si abbattono le mura di quel fortino dentro il quale si nasconde un potere invecchiato e per giunta male, aggrappato alle poltrone, che agisce sempre in difesa e che senza pudore si autoriproduce costantemente.

Il discorso prosegue poi sulla questione della crisi che trasversalmente ha colpito l’aspetto economico-finanziario, quello politico-istituzionale ed etico-morale e  insiste nel dire che è una bugia pensarla come qualcosa di inevitabile perché in realtà ha dei responsabili precisi, che hanno nomi e cognomi indiscutibili e per decretarne definitivamente la fine necessitano solo le mani pulite e le mani libere.

Ecco allora che diventa necessario ridare un senso al principio di responsabilità, perché è bene che non si dimentichi mai e solo creando un’alleanza fra popoli che restituisca la politica, il potere e i diritti ai cittadini con obiettivi chiari e netti che hanno corpo e pelle, che si può sperare di ritornare ad avere un paese giusto da amare.

Ingroia continua con il dire che è una bugia anche quando ci fanno credere che l’Italia è un paese povero, in realtà la sua ricchezza è sommersa dal potere criminale ma criminale è ancora di più quello Stato che non va a prendersi quello che gli spetta ma preferisce sottrarlo alle politiche sociali.

Il suo discorso è ormai alla conclusione quando saluta tutti ricordando che in questo momento siamo tutti davanti a una svolta, davanti a un bivio, da una parte la fine, il baratro dall’altra l’inizio, l’alba, cambiare le cose non è impossibile e neanche rivoluzionare il potere lo è, basta solo usare responsabilmente lo strumento più democratico che possediamo, il voto.

Gaia Santolla