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Sulle Orme di Gioacchino da Fiore: Home For Creativity

hUn dibattito contemporaneo sull’ abate Gioacchino da Fiore, teologo, esegeta e filosofo calabrese. E’ lui l’oggetto del dibattito contemporaneo che animerà il salotto di Home For Creativity, la neo impresa gestita da Roberta Caruso, giovane filosofa che vuole dare voce alle bellezze del territorio legandole alla conoscenza di nuovi fenomeni abitativi, a Montalto Uffugo, questa sera alle ore 20.00. Al centro della conversazione le meditazioni in Sila, la costituzione dell’ordine florense a San Giovanni in Fiore, il drago a sette teste e i tre cerchi trinitari. Gioacchino scriveva, predicava e si dava penitenze, componeva mosaici e forse faceva miracoli. Di sicuro è con lui che cambia la teologia Medioevale.

Interverranno Massimo IIritano, docente di Filosofia e autore del libro edito nel 2015 da Rubbettino “Gioacchino da Fiore: attualità di un profeta sconfitto” che riproporrà la voce profetica dell’abate calabrese agli uomini e alle donne di oggi, presentandola in relazione con grandi nomi contemporanei come Sergio Quinzio, Karl Lowith, Ernst Bloch e Walter Benjamin.

Fabiola Giancotti, ricercatrice, scrittrice, film maker, art curator ed editor, autrice di saggi e ricerche intorno all’arte russa e a quella europea del Novecento, regista del film “Gioacchino da Fiore e Vassily Kandinsky: lo spirito e l’astrazione”, ripercorrerà le sfumature di significato e le impensabili analogie che intercorrono tra questi due grandi artisti di epoche diverse. Il reading sarà a cura di Enzo de Liguoro, mentre l’architetto e paesaggista Walter Fratto ripercorrerà il cammino dell’abate, sulle immagini di Eugenio Attanasio, regista del docufilm “Il cammino di Gioacchino”. Con Alfredo Granata, artista visivo di Celico, si svelerà l’elogio di una periferia che diede i natali all’abate e che oggi ospiterà comunità di artisti contemporanei. Infine, Domenico Caruso, maestro d’arte e direttore artistico della scuola tappeti Caruso di San Giovanni in Fiore espone due arazzi di inestimabile valore, riproduzioni fedeli delle tavole “Albero Aquila” e “Draco Magnus et rufus” presenti nel Liber Figurarum del profeta calabrese.

Su tutti si alzeranno le note di Suor Grazia Aurora, della Piccola Famiglia dell’Esodo di Decollatura: una delle poche artiste al mondo a saper suonare l’antico e raro strumento medievale cui Gioacchino da Fiore dedicò una delle sue prime opere, “Il Salterio a dieci corde”.

Lia Giannini

Home for Creativity, apre a Montalto Uffugo il primo co-housing calabrese

co housing montaltoIn fondo la Sila, in mezzo la Valle del Crati, tra torrenti, valloni e aree agricole, nasce: Home for Creativity. É il primo esperimento di co-housing in Calabria: 4 stanze in un vecchio casale di campagna per la tappa di un viaggio o una residenza prolungata e diverse aree in comune per una coabitazione regolamentata e confortevole, in cui si è gestori responsabili di tutto ciò di cui si è partecipi. Anche del proprio talento.

Home for Creativity è un nuovo modello abitativo (e ricettivo): una casa di gruppo, in cui si condividono luoghi e stili di vita con vicini d’elezione. L’idea richiama gli anni ’70 su modello delle co-house che dalla Danimarca si estesero a tutto il Nord Europa. Ora il fenomeno è in crescita ovunque nel mondo. Anche in Italia: esperienze consolidate a Milano, Torino e Bologna.

Tra innovazione sociale e turistica, Home for Creativity sovverte i canoni dell’ospitalità tradizionale: la famiglia Caruso al completo (Roberto, il padre ingegnere, Alba, la madre avvocato, la figlia Roberta, laureata in filosofia), seguendo l’onda della sharing economy, sperimenta la condivisione, tra privacy e contatto sociale, nuove community e agroecologia. E recupera il senso e il potenziale etico della filoxenìa, l’omerico dovere dell’ospitalità che riqualifica le relazioni umane.

La creatività gioca un ruolo fondamentale: l’accesso in Home for Creativity è garantito se si è capaci di condividere sogni e talenti, esporsi a proposte, pensieri creativi, stili e approcci diversi. Fino a conquistarsi, magari, il soggiorno in casa: Roberta, l’anima della co-house calabrese, accetterà di scambiare arte (o lavoro) con l’alloggio. Basta rispondere al questionario sul sito www.homeforcreativity.com: da dove vieni, qual è la tua storia, qual è il tuo lavoro, la tua età e quali sono le tue passioni? Qual è il motivo che ti spinge a fare un’esperienza in Home for Creativity?
Si è tutti partecipi del lavoro nell’orto e della cucina: Roberto coordina le attività gastronomiche, proponendo solo prelibatezze del territorio. A tavola, nel suo homerestaurant, si assaporano i più autentici piatti calabresi, con qualche tocco di modernità.
Alba, invece, definisce il calendario delle prenotazioni: è lei che concorda con gli ospiti tempi e modalità di soggiorno, proponendo attività ricreative su misura, coordinando co-working e car sharing.

Per prenotazioni e disponibilità basta consultare il sito. La struttura è online sulle piattaforme BedyCasa, Nomadhouse, Flatbook, Homestay, Room for Travellers, Bed and Learn, Airbnb e tante altre.

L’inaugurazione è fissata per lunedì 7 dicembre alle 19: musica dal vivo, performance di visual art, vino, caldarroste e cuddruriaddri (frittelle di patate tipiche del periodo natalizio).

Lia Giannini

 

Interazioni creative tra imprese ed “eresie”

interazioni creativeCOSENZA(CS)- Eretico è chi esce dal coro, chi rompe la riga senza indugi, chi proclama la propria scelta e la propria opinione che discosta da quelle accettate come autorevoli. Un gruppo di “eretici” si è riunito ieri presso la sede di “Interazioni creative”, uno spazio grazie al quale i creativi possono connettersi e interagire con gli altri per mettersi in gioco e realizzare i propri progetti. Deborah De Rose è una sognatrice, una donna dinamica in grado di reinventarsi, è founder e presidente di “Interazioni creative” una giovane,giovanissima realtà del cosentino. A lei si deve il convegno a cui hanno partecipato cinque giovani imprenditori calabresi. L’incontro,mediato da Lia Giannini, ha dato voce ai cinque coraggiosi figli naturali o adottati dalla nostra regione. Il primo a prendere parola è Massimiliano Capalbo scrittore e imprenditore del catanzarese autore de “La terra dei recinti”, un libro per sfatare i luoghi comuni  e i pregiudizi che hanno impedito e continuano ad impedire ai giovani di progettare e realizzare il proprio futuro. «La nostra-dice Capalbo, è un’epoca dominata dal caos in cui mancano capacità di adattamento e flessibilità. Quattro sono le zavorre che impediscono il decollo: il complesso di inferiorità che ci viene tramandato da chi nutre false credenze sul funzionamento del mondo;il giudizio degli altri;il vittimismo e la diffidenza. Per rompere questo circolo vizioso è necessario intraprendere un lavoro introspettivo, scoprire il proprio talento e metterlo a frutto, vedere finalmente le enormi risorse della Calabria e sfruttarle con lungimiranza».È poi la volta di Rosario Benedetto giovane varesotto trasferitosi in Calabria per amore. Di passaggio sulla statale jonica, si innamora del castello federiciano. Incuriosito dalla simbologia del castello e dal nome del paese che lo ospita, inizia a fare una ricerca e scopre che il toponimo di Roseto Capo Spulico risale all’epoca romana quando prese il nome di Civitas Rosarum probabilmente per l’abbondanza  di roseti. Decide di fare di Roseto Capo Spulico la propria casa e il luogo in cui realizzare il sogno imprenditoriale.Acquista sei ettari di terreno che affacciano sul castello e da il via a “Rosetum”, una vasta distesa di roseti  a forma di croce templare, l’unico roseto al mondo accessibile a chiunque. Il terreno non sarà solo adibito alla coltivazione di rose ma prevede anche la realizzazione di un laboratorio per l’estrazione degli oli utili alla produzione di prodotti cosmetici, una biopiscina e un casale per l’accoglienza degli ospiti. Stefano Caccavari, coniuga imprenditoria e agricoltura.Abitante di San Floro, piccolo paese del catanzarese, nel 2014 cambia le sorti del proprio paese destinato a trasformarsi in discarica. Con l’aiuto della famiglia, proprietaria terriera con la passione per l’agricoltura, da vita al progetto “Orto di famiglia” per offrire la possibilità ai catanzaresi di mangiare cibi sani privi di qualunque pesticida chimico. Ad un anno dall’inizio del progetto il numero di famiglie è passato da 10 a 165 coinvolgendo non solo le famiglie del catanzarese, ma estendendosi anche al crotonese  e al vibonese. Ultima ad aver preso la parola è stata Roberta Caruso, che dopo la laurea in filosofia torna in Calabria  e trasforma la casa in cui vive in una Home for Creativity un luogo di scambio e di condivisione che prevede quattro modalità di alloggio: la formula tradizionale basata sul B&b;baratto;progettazione e creazione di opere d’arte per valorizzare l’estetica della casa e infine l’uso da parte di terzi per la creazione di start up.Cinque ragazzi che animati da passione,coraggio e caparbietà ce l’hanno fatta a dispetto di tutto e di tutti,che hanno fatto dell’eresia il proprio credo.

Io sono eretica,tu?

Rita Pellicori