Archivi tag: rocco giuseppe greco

A Rossano la giornata della memoria si celebra a scuola

ROSSNO (CS) – Il Liceo delle Scienze Umane San Pio X di Rossano, con il patrocinio dell’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea (Icsaic), sabato 28 gennaio ore 10.30 sarà impegnato in un’interessante inziativa sul tema della Giornata della Memoria 2017. Si partirà dalla presentazione del volume di Rocco Giuseppe Greco Il campo verde notte per poi analizzare in maniera più ampia i temi relativi alla persecuzione del popolo ebraico sotto i regimi nazifasciti. All’iniziativa interverranno mons. Giuseppe Satriano (arcivescovo di Rossano-Cariati), Stefano Mascaro (sindaco di Rossano), Serena Flotta (asessore alla cultura di Rossano), Maria Antonietta Salvati (Dirigente scolastico), Settimio Ferrari (editore), Giuseppe Ferraro (docente). La parte laboratoriale vedrà impegnati gli studenti del liceo e sarà curata invece da Luisa Manieri (docente) e Raffaelle Pellegrino (docente). Gli intermezzi musicali, eseguiti al clarinetto, saranno a cura di Maria Viola (classe terza).

Il campo verde notte: Sarà presentato al Sersale di Cerisano

Presentazione giorno 21 luglio ore 18,30 presso Palazzo Sersale di Cerisano,  Cs

Screenshot_2015-07-15-16-25-04-1Un libro che affronta la deportazione nazi-fascista dal punto di vista del racconto e del romanzo, in cui i personaggi intrecciano la terribile vicenda della deportazione nel lager Ferramonti di Tarsia, cercando, a volte, di dimenticare, perché la situazione l’impone, ciò che stia avvenendo. All’inizio una descrizione del lager, i vari intrecci economici e politici che hanno spinto l’allora classe di potere a costruire proprio nella zona più paludosa nonostante i divieti medici. Una voce di donna narra ciò che avviene all’interno del lager, tra corruzione, amori e arte, perché a Ferramonti furono deportati anche artisti oltre che valenti medici. Una gioventù, quella narrata nel testo, che cerca di dimenticare e vive la propria sessualità, la propria giovinezza, cercando di stare attenti alle devianze che la detenzione forzata comporta e di sfuggire alle troppe attenzioni da parte dei carcerieri e poi gli stenti, la fame, ma anche la voglia di continuare e di sopravvivere, nell’unico lager, forse, che ha cercato nonostante la corruzione di riservare una certa dignità per l’Internato, forse inconsapevoli di ciò che avveniva Altrove.

Ilaria Muoio, una delle attrici principali del Musical “la Bella e la Bestia” della Compagnia delle Alghe di Cerisano, Cs, sarà la voce narrante del racconto, interventi di: Massimo Cistaro, che parlerà dell’Internato sepolto nel cimitero di Cerisano, Il grande artista ebreo  Michel Fingesten, dopo un periodo di ospedalizzazione a Palazzo Sersale, che ai tempi della deportazione ospitava un ospedale da campo. Seguirà l’intervento del consigliere Rosario Belmonte, che cercherà di far comprendere come il tutto avveniva in modo inconsapevole da parte del territorio ma anche in generale nelle popolazioni, che scelsero e/o subirono il nazifascismo e di come molto non ha avuto a che fare con le ideologie, che sono altro e di cui Ferramonti rispecchia la realtà di tutto ciò, infine la pubblicista, Lucia De Cicco si alternerà con l’attrice in un excursus del testo. Ci saranno proiezioni a cura dell’Autore Rocco Giuseppe Greco, che sarà presente e un Momento dell’Associazione Arcieri, di cui l’autore fa parte.

Preceduti dai saluti del Sindaco della Città, dottor Salvatore Mancina e dalla dottoressa Ines Petrassi, di contaminatori di positività.

L’evento è organizzato da Nostos Caffè letterario e da Contaminatori di Positività, patrocinato dal Comune di Cerisano, Associazione Arcieri e dalla UMP del proposto al Nobel Cavalier Bortolazzi (unione mondiale poeti)

Il Campo Verde notte: la nuova proposta narrativa dello scrittore Rocco Giuseppe Greco

10641080_10204024668961858_5232687085370945935_nÈ stato presentato qualche settimana fa, presso la sala Quintieri del Teatro Rendano di Cosenza, il nuovo lavoro di scrittura di Rocco Giuseppe Greco. Un lavoro particolare di un argomento mai esaustivo sugli avvenimenti, che hanno riguardato il lager di Ferramonti di Tarsia, durante il periodo fascista italiano. Un lager diverso da quelli retti dai Nazisti, perché situato al Sud della penisola Italiana, in una Calabria, che già da allora aveva acquisito i caratteri di emarginazione, che purtroppo la inseguono da sempre e che però seppe dimostrare quell’umanità, in quest’ambiente, che mancò agli atri lager costruiti dalla furia  e dalla follia del Nazifascismo. Il Campo Verde notte – edito Ferrari, è il libro, che narra le vicende dei deportati nel lager/palude di Ferramonti, zona malsana e malarica, in cui non si deve pensare che i deportati solo perché trattati con più umanità stessero come in un hotel, un lager è sempre un lager, la libertà negata è pur sempre una grande violenza alla persona, al suo spirito. In questo lager, lo sappiamo furono tanti gli artisti, i medici, che aiutarono le popolazioni vicine e che, a loro volta, ricambiarono come meglio si poteva, un poco come darsi una mano tra emarginati, le popolazioni, ma anche i carcerieri dimostrarono più volte la bellezza del poter chiudere un occhio su quelle  regole infrangendo l’assurdità delle stesse, che la “banalità del male” imponeva. 

Abbiamo intervistato l’autore, che molto gentilmente si è concesso al nostro quotidiano online rilasciandoci qualche dichiarazione sul suo testo.22688_10204328103347528_2899329800006991996_n

 

Rocco Giuseppe Greco ama la letteratura, autore di molti testi, che sono ispirati dalle donne, dalle brigantesse alle poetesse particolari, di altrettanti momenti della storia dell’uomo, come Nosside. Ora arriva questo testo. Perché?

Perché era arrivato il momento di dare voce alle passeggiate scolastiche, che come professore ho fatto, accompagnando i miei alunni, molte volte, a Ferramonti. Ho approfondito la storia del lager e dei suoi internati, a scopo didattico, da cui poi è nato il libro, in maniera romanzata, non è infatti, un saggio, perché vuole arrivare a tutti, in primis al giovane studente.

I personaggi del romanzo sono reali?

Sì, sono tutti reali. Sono loro la voce, perché mi sono arricchito in alcuni saggi sull’argomento e li ho incontrati attraverso questi testi. Ho anche consultato i diari degli internati, che hanno lasciato traccia del loro percorso.

Il dialogo principale (introdotto dalla lettrice evento, Mihaela Talabà) è ispirato a un’internata, una donna, la quale ha lasciato dei diari sulla sua vicenda all’interno del campo…

Si Mina, ha lasciato memoria del suo triste passaggio a Ferramonti, l’unico personaggio inventato è la voce narrante. Per il resto è tutta Storia. Scrivo al femminile, perché lo trovo facile, anche il personaggio narrante in questo libro è al femminile come per i precedenti testi. Sono complicate, le donne, però più sciolte da romanzare, più immediate nei sentimenti e nelle contraddizioni.

Dal saggio al romanzo al femminile. Perché?

Perché nella vita si cambia. il saggio storico non mi permetteva questa nuova avventura al femminile, come scrittore e non come storico. La narrativa, penso, sarà da oggi la mia dimensione, ché mi affascina di più.

La cover del testo è molto particolare…

Una scelta editoriale molto bene riuscita, voluta dalla casa editrice e che rende bene il contenuto. (Infatti, a mio parere la copertina rende ciò che è stato probabilmente l’internamento di questi prigionieri, non feroce come negli altri lager, un filo di speranza dato dal verde, anche se paludoso, legò alla vita e al futuro questi prigionieri, ma nello stesso tempo il grigio, colore ambiguo, che rimanda al delirio di quella notte, che forse a molti, che non ce la fecero, sembrò infinita, nell’anima e nella privazione della libertà – Lucia De Cicco).10423278_10204336013385274_7654410168653898621_n

 

Sarà ancora una donna, la protagonista o la narratrice, del suo futuro lavoro?

No, sarà un uomo o meglio un monaco, Gioacchino Da Fiore, il celeberrimo abitante dell’abazia Florense di San Giovanni In Fiore, mi perdo nella narrazione, è molto avventurosa la sua storia, ma anche frammentaria, a volte, mi disperdo nella vicenda della lettura dei documenti. Però, appunto per questo lavoro di ricognizione difficile, la pubblicazione ancora è molto lontana dal mio pensiero. Chissà forse prenderà voce in un prossimo futuro di narrativa, ormai avviata.

                                                                                         Lucia De Cicco