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Anna Romanello al 15° Festival della fotografia di Corigliano

CORIGLIANO (Cs) – Anna Romanello, artista-performer sarà protagonista con il progetto “Sibari – I luoghi della memoria” al 15esimo Festival Corigliano Calabro Fotografia 2017 che sarà inaugurato domani, nel Castello Ducale.

La Sibari che Anna ritrova è una Sibari ferita. La ricerca di corrispondenze è sempre un po’ personale ma assai più coinvolgente, complessiva, di un’antropologia sociale che pensa al passato storico, per assumere anche il tono di una denuncia accorata. È così che i cretti formatisi nel fango dopo l’allagamento degli scavi di Sibari nel gennaio del 2013 sono diventati il simbolo di uno sgretolamento culturale e civile, il segno di ferite diffuse in un patrimonio archeologico di rara bellezza. I cretti fotografati e sovrastampati con xilografie della Romanello non hanno la serena spettacolarità dei cretti di Alberto Burri, che pure citano. Sono, piuttosto, “incisioni” naturali drammatiche, che non potevano passare inosservate alla sensibilità di un’artista, che dell’incisione ha fatto la sua tecnica espressiva preferita; ma un conto è incidere la lastra di zinco e di legno per dare vita ad una matrice calcografica e ad un’opera d’arte, altra cosa è la tragicità della natura che, lasciata senza controllo umano, cancella la stessa storia dell’uomo. Gli scavi di Sibari sono il segno di una coscienza infelice, che invece di riportare alla luce i resti sepolti del passato fa riemergere i fantasmi della distruzione. Le crepe nel terreno sono crepe dell’anima, che si ribella e opera col ritocco fotografico una segnalazione visiva. L’artista nell’inserire le proprie opere dentro il Museo della Sibaritide tenta una sublimazione del presente con il linguaggio problematico dell’arte contemporanea, che all’incrocio col passato, aggiunge una premurosa rianimazione. Le immagini restituiscono una realtà cruda, che riemerge dalle profondità del tempo e preconizza, con l’ottimismo dell’arte, una nuova rinascita.

Il festival Corigliano Calabro Fotografia 2017 nasce nel 2003 da un’idea di Gaetano Gianzi con l’obiettivo di creare un archivio permanente e dare una rilettura e un’interpretazione dell’insieme sociale, paesaggistico e architettonico del territorio. Quest’anno vedrà anche la partecipazione della giornalista reporter Monika Bulaj con il lavoro Volti, cieli, mare e del fotografo Rino Barillari con il progetto Dalla Calabria a via Veneto.

Domani e domenica 3 si potrà partecipare ad incontri e a presentazioni oltre che al Portfolio Italia 2017. Le opere si potranno visitare fino a masrtedi 31 ottobre