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Rosarno, entrano in casa e uccidono un 49enne

ROSARNO (RC) – Un commerciante già noto alle forze dell’ordine, Antonio Scarfone, di 49 anni, è stato ucciso a Rosarno. L’omicidio è accaduto nella tarda serata di domenica scorsa, ma se n’è avuta notizia soltanto oggi. Scarfone si trovava a casa della madre. Ha sentito suonare alla porta, ha aperto ed una persona appostata sulla soglia lo ha freddato con due colpi di pistola, uno alla testa ed uno ad un fianco. Sull’omicidio indagano i carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro e del Reperto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria. Secondo quanto è emerso dalle prime indagini, il movente dell’omicidio non sarebbe legato a fatti di criminalità organizzata, anche se non si esclude nessuna ipotesi. Il fatto che Scarfone abbia aperto la porta di casa dimostra, tra l’altro, che il commerciante conosceva il suo assassino e non si è minimamente insospettito.

Rosarno, scoperta vasta piantagione di canapa

ROSARNO (RC) – Una vasta piantagione di canapa è stata rinvenuta dagli agenti del Commissariato di Polizia di Gioia Tauro nei pressi del fiume Messina, a Rosarno. Le piante, circa un centinaio e tutte di altezza variabile da 1,5 a 2 metri, erano state poste su un’area demaniale di difficile accesso, lungo le rive di un affluente del fiume Messina, circondata da folta vegetazione selvatica, dunque, nascosta alla vista, non recintata e priva di sistemi di irrigazione.

 

Attentato a Rosarno, incendiati nove mezzi nettezza urbana

ROSARIO (RC) – Nove mezzi utilizzati per la raccolta dei rifiuti urbani sono stati incendiati la scorsa notte a Rosarno. I mezzi, che erano parcheggiati in un’area di stoccaggio nella periferia del centro del reggino, erano di proprietà della “Camusa Ambiente”, la società pugliese che ha in appalto il servizio di raccolta dei rifiuti in vari centri della Piana di Gioia Tauro. Sull’episodio hanno avviato indagini i carabinieri che, al momento, riguardo il movente, non escludono alcuna ipotesi. I danni, secondo una prima stima, ammontano a circa 200 mila euro. Per entrare nell’area in cui erano parcheggiati i mezzi, gli attentatori hanno forzato la serratura della porta d’ingresso. I mezzi sono stati dapprima cosparsi con liquido infiammabile e poi incendiati. Le indagini mirano in primo luogo ad accertare se obiettivo dell’attentato sia la “Camusa Ambiente” o, indirettamente, il comune di Rosarno dove, dalle ultime elezioni comunali, si è insediato un nuovo sindaco, Giuseppe Idà, eletto con una lista civica. La “Camusa Ambiente” gestisce il servizio di raccolta di rifiuti, oltre che a Rosarno, a San Ferdinando, Cinquefrondi e San Giorgio Morgeto.

Immigrato ucciso, migranti tornano in tendopoli. Stop alla protesta

SAN FERDINANDO (RC) – Stanno rientrando nella tendopoli i migranti che stamani a San Ferdinando hanno inscenato una manifestazione di protesta dopo l’uccisione ieri dell’immigrato malese Sekine Traore. Il corteo, con in testa Bartolo Mercuri, presidente dell’associazione “Il Cenacolo” che da anni si occupa di assistenza ai migranti, si sta dirigendo, attraverso le strade del centro del paese, verso la tendopoli, che si trova a metà strada tra San Ferdinando e Rosarno. Assieme a Mercuri c’è Amadou, il fratello di Sekine, che ha in mano il verbale in cui sono contenuti i termini della discussione che la delegazione, nel corso dell’incontro nel Municipio di San Ferdinando, ha avuto con il vicequestore vicario di Reggio Calabria, Roberto Pellicone. Nel corso  dell’incontro, secondo quanto si è appreso, i migranti hanno sostenuto che da parte del carabiniere che ha sparato «c’è stato un eccesso di legittima difesa». Secondo il racconto degli immigrati, la vittima aveva in mano un coltellino tale da non provocare danni particolari. I funzionari della Questura di Reggio Calabria hanno sottolineato il ruolo delle forze dell’ordine, «che non sono – hanno detto – nemiche dei lavoratori extracomunitari ma si pongono anzi a loro difesa. Prova ne è l’azione portata avanti contro il caporalato e il lavoro nero nella zona della Piana di Gioia Tauro dimostrata dall’esito di diverse operazioni di polizia».

‘ndrangheta, beni confiscati consegnati ai comuni della Piana di Gioia Tauro

ROSARNO (RC) – Ci sono fabbricati, terreni agricoli ed edificabili, case rurali e persino un centro sportivo tra i 18 beni confiscati alla ‘ndrangheta e consegnati a Rosarno dal dirigente dell’Agenzia dei beni confiscati, viceprefetto Matilde Pirrera, ai Comuni di Rosarno, Cinquefrondi, Laureana, Gioia Tauro, Nicotera e Rizziconi. La cerimonia di consegna si è svolta nella sede della Polizia di Rosarno, essa stessa oggetto di confisca. Alla cerimonia era presente anche la dirigente dell’Istituto professionale per l’agricoltura di Rosarno, Mariarosaria Russo, che riceverà dal Comune alcuni terreni agricoli sui quali lavorerà un gruppo di studenti della scuola che si sono costituiti in cooperativa. «Si concretizza oggi – ha detto il viceprefetto Pirrera – un percorso di restituzione alla collettività di beni sottratti alla criminalità organizzata. L’obiettivo dei Comuni sarà quello di quello di valorizzare questi beni che tornano, così, alla collettività».

Sequestro tratto A3, Spagnuolo: «Opera difforme da progetto»

VIBO VALENTIA – «E’ stata realizzata un’opera importante in palese violazione della normativa che tutela dal rischio idrogeologico». Lo ha detto il procuratore di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, nel corso della conferenza stampa per illustrare le indagini che hanno portato al sequestro di un tratto dell’autostrada A3 compreso tra gli svincoli di Mileto e Rosarno. «Dalle risultanze tecniche – ha aggiunto – sono emersi una serie di incongruenze importanti tra il progetto e l’opera terminata che ci hanno spinto ad agire celermente per evitare pericoli per le persone. Si è trattato di un’attività molto complessa che abbraccia diversi filoni in un lavoro iniziato dalla Procura distrettuale e poi confluito a quella ordinaria. Adesso dobbiamo capire se queste difformità tra il progetto e quanto poi realizzato incidano sulla sicurezza statica del tratto autostradale sequestrato. Procederemo ad effettuare, pertanto, le verifiche anche perché ci sono dei collaudi dell’Anas che vanno presi con le pinze perché abbiamo emergenze investigative che li contraddicono. Allo stato, tuttavia, parrebbe non ci siano problemi di staticità». Sulla tutela del rischio idrogeologico in un area che già nel marzo scorso ha finito per essere allagata dall’esondazione del Mesima, Spagnuolo ha riferito che questo discorso riguarda «solo la zona sottostante i quattro viadotti, nella quale ricade anche la Provinciale 58 che hanno visto l’apposizione dei sigilli per evitare situazioni di pericolo».

Deteneva illegalmente una pistola, un arrestato a Rosarno

ROSARNO (RC) – I carabinieri hanno arrestato a Rosarno, Salvatore Mileto, di 36 anni, già noto alle forze dell’ordine, con l’accusa di ricettazione e detenzione illegale e porto abusivo di armi comuni da sparo. L’uomo, nel corso di un servizio di controllo e a seguito di una perquisizione, è stato trovato in possesso di una pistola con caricatore in corso. L’arma è stata sequestrata e sarà sottoposta ai necessari accertamenti.

Rosarno diventa “Cittadella della Legalità” per tutte le scuole d’Italia

Rosarno ( Rc) – Dal 2 al 4 maggio 2016, Rosarno  diventa Cittadella della Legalità; centinaia di studenti e studentesse provenienti da Istituti d’Istruzione Superiore di tutta Italia alterneranno visite del Territorio a momenti di workshop e incontri con organizzazioni che si sono distinte per l’impegno nella tutela della legalità. Gli allievi alloggeranno presso ilResort “Le dune Blu”, a San Ferdinando (RC)e saranno impegnati nella realizzazione di output multimediali di comunicazione. Cittadella della Legalità è una manifestazione promossa da IGS s.r.l – Impresa Sociale, azienda leader nella gestione di percorsi formativi finalizzati a diffondere la cultura d’impresa e della legalitàattraverso la metodologia del learning by doing. Per la durata dell’evento, gli studenti coinvolti si troveranno immersi in un microcosmo in cui sarà possibile sperimentare l’educazione alla legalità attraverso una serie di metodi che promuovono la partecipazione civica consapevole. Le problematiche che si intende sottoporre ad analisi comprendono tutte le sfaccettature del concetto di legalità: contrasto alle dipendenze, lotta alla mafia, difesa dell’ambiente e del territorio, difesa dei cittadini, lotta al bullismo, sicurezza stradale, rispetto delle regole e delle leggi civili e altro ancora.

Tra le attività previste nell’ambito della manifestazione citiamo:

  • Visite guidate per la sensibilizzazione al Territorio, come bene da salvaguardare nel rispetto del Bene Comune.
  • Seminari: incontro e dibattito con individui, organizzazioni e rappresentanti delle Istituzioni che hanno fatto della Legalità la propria missione.
  • Workshop di audio, video, scrittura e laboratori di cittadinanza attiva.
  • Dimostrazione pratico-sportiva “Sport e Legalità: lo sport come educazione nel rispetto delle regole e della comunità”.
  • Entertainment: cineforum e attività ludico-musicali.  Partner dell’iniziativa: Associazione Italiana Turismo Responsabile, MODAVI Onlus – Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiane, Adiconsum – Associazione di consumatori, UAAR – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, Aria Nuova – Laboratorio Multiculturale. Per Informazioni su come partecipare: m.becchimanzi@igsnet.it

Condizioni di vita allarmanti per i braccianti rosarnesi

www.ansa.it
www.ansa.it

ROSARNO (RC) – Dai dati in possesso  degli operatori dell’associazione Medici per i diritti umani (Medu), emerge che la  quasi totalità dei braccianti stranieri impegnati nella raccolta degli agrumi nella piana di Gioia Tauro ha trascorso la stagione vivendo in strutture abbandonate, in baracche o in una tende nella zona industriale di San Ferdinando. Circa duemila lavoratori alloggiavano nella tendopoli di San Ferdinando e in una fabbrica abbandonata. Stessa sorte per i lavoratori che vivono nei casolari abbandonati di Rizziconi, Taurianova e Rosarno, privi di elettricità, servizi igienici e acqua.  Secondo i dati di Medu  l’86% dei braccianti non ha contratto di lavoro. La maggior parte è retribuita a giornata o a cassetta (un euro per le cassette di mandarini e 50 centesimi per le arance). Il 17% dei braccianti ha trovato lavoro attraverso il caporalato, pagando dai 3 ai 5 euro per il trasporto.