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Una Storia dei Giorni che Passano, la prima raccolta di Haiku di Francesco Vitale

Haiku, genere letterario Giapponese con cui i poeti creano in tre versi una cristallizzazione dell’attimo di una sensazione. Un’arte che vede il suo più fiorente sviluppo durante il periodo Edo (1603-1868) e che ancora oggi descrive le suggestioni del momento con riferimento alle stagioni e al contatto umano con la natura.

Questa antica arte, ancora in fiorente attività nel paese del Sol Levante, è arrivata anche in Italia. Abbiamo avuto l’occasione di leggere alcuni haiku trasportati nella nostra realtà, lontano dai sakura (alberi di ciliegio giapponesi), scritti dalle mani di Francesco Vitale, giovane autore di 23 anni laureato in Comunicazione e Dams all’Università della Cauna storia dei giorni che passanolabria, per la sua prima pubblicazione dal titolo “Una Storia dei Giorni che passano” (edito da Coessenza).

Il primo componimento e l’ultimo, presenti all’interno del libro, accolgono e infine congedano il lettore, preparandolo alla conoscenza più intima dei pensieri dello scrittore stesso:

“Nel vuoto di un foglio
vedo parole 
bianche intorno”

Abbiamo appena aperto le pagine inchiostrate da Vitale e leggiamo pochi semplici versi che ci predispongono ad ascoltare parole bianche, ancora non scritte, ideali.

“Chiudo dicendo
quello che non so dire
futuro”

Un percorso che ferma i suoi passi davanti ad una porta spalancata, che ha ancora altro da raccontare, ma che ci lascia nell’attesa di un altro percorso da leggere mano nella mano con l’autore.

Un libro molto interessante, che cattura attimi e immagini in grado di coinvolgere le generazioni odierne. Quelle che viaggiano e percorrono la propria strada verso il cambiamento, accogliendo nel cuore in maniera solida il rapporto con il proprio luogo d’origine, senza tralasciare un pizzico di nostalgia.

“La Pioggia cade 
da pezzi di cielo 
di una tela perduta”

Miriam Caruso

 

[#Anime] Ajin, immortali tra gli uomini

Ajin è una serie tv di 13 episodi, tratta dall’omonimo manga di Gamon Sakurai, andata in onda durante la stagione invernale 2016 e terminata un paio di settimane fa. L’anime è prodotto dallo studio Polygon Pictures, famoso per l’utilizzo massiccio della computer grafica (in particolare la tecnica nota come Cel Shading) nelle sue produzioni.

La trama risulta essere molto interessante: gli Ajin sono esseri immortali che vagano per il pianeta Terra, dall’aspettoajin3 assolutamente identico a quello degli esseri umani. Ad ogni decesso ritornano in vita, rimarginando tutte le ferite riportate in precedenza. Oltre a questo sono in grado di evocare una creatura umanoide nera nota come IBM (Invisible Black Matter), che sembra essere la principale fonte dei loro poteri. Il “fantasma nero” può essere visto solo da un altro Ajin ed ha un aspetto differente per ognuno di essi. La storia narra le vicende di Nagai Kei, un normale studente che rimane vittima di un incidente stradale e che scopre di essere un Ajin.

La trama di base di Ajin è intrigante, in particolare per il tema “immortalità”, uno dei grandi tabù dell’umanità, da sempre ricercata con ogni mezzo. Sicuramente non si tratta di nulla di originale, essendo un tema enormemente sfruttato in produzioni di ogni genere. Anche l’idea dell’IBM sembra prendere spunto dallo stand de Le bizzarre avventure di Jojo, nonostante alcune differenze. L’immortalità in Ajin è molto “da videogioco”, in cui il personaggio ritorna in vita dopo essere stato ucciso. Un videogioco truccato, in quanto sembra che un Ajin abbia un numero di vite infinito. Questo li porta a cercare la morte per sfuggire al dolore di gravi ferite (gli Ajin provano dolore come un normale essere umano) o per evitare di essere sedati. Se ci pensate è molto interessante l’idea di autoconservazione basata non sulla paura di morire, ma sulla paura di NON morire. Sicuramente l’immortalità e le sue ripercussioni sul mondo e sui personaggi sono degli argomenti trattati magnificamente dagli autori.

La serie ha il grande pregio di avere un ritmo ben dosato e costante per tutti i 13 episodi. Il primo tema interessante che salta all’occhio è il problema della persecuzione del “diverso”. Gli Ajin sono visti come qualcosa di pericoloso, da studiare e tenere sotto controllo. Caratteristica che ha sempre accompagnato il pensiero umano, ovvero quella di temere la diversità e l’ignoto.

Nonostante il tema soprannaturale, la serie si muove soprattutto su binari realistici. I personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, anche se il protagonista non brilla sicuramente per il carisma, anche perché non ha un ruolo centralissimo in questa (si spera) prima stagione. Anche se poco approfonditi, risultano molto interessanti i due personaggi “negativi” dell’opera, ovvero Sato, un Ajin dall’aspetto anziano e Tosaki, un umano a capo del dipartimento di ricerca sugli Ajin.ajin2

L’apparato tecnico di Ajin punta quasi tutto su delle animazioni in Cel Shading molto curate, ma che danno ai personaggi delle movenze molto “legnose”, quasi come se si stesse guardando un videogioco installato su una macchina poco performante, che permette di giocare al massimo a 12 o 13 fotogrammi al secondo, cosa che si nota soprattutto nelle scene d’azione (in particolare nelle lotte tra IBM), in cui si perdono di vista alcuni movimenti. Questa tecnica ha però il pregio di restituire quei movimenti che nell’animazione tradizionale vengono sottintesi, come piccoli spostamenti del corpo durante le scene di dialogo. La regia non offre particolari guizzi ma è ben curata sotto il piano della composizione delle inquadrature nelle scene statiche, anche se si perde nelle scene d’azione, in cui a volte si fa fatica a capire cosa sta succedendo. Altra piccola nota di demerito sulla fotografia a volte eccessivamente contrastata, con zone illuminate in maniera accecante e zone d’ombra praticamente invisibili, anche se probabilmente si tratta di una scelta registica volta ad accentuare il phatos della scena. Le OST sono molto belle e cupe, ma sembra che ci sia poca scelta nei brani, che spesso si ripetono anche in episodi contigui.

Nel complesso Ajin è una serie che mi sento di consigliare a tutti, visti gli spunti interessanti e la sceneggiatura ben curata. Si spera in una seconda stagione che riesca a sopperire ad alcuni difettucci tecnici.

Antonio Vaccaro

https://youtu.be/nrhvnvNJND4

Oltre me non esisto, nuovo album per il cantautore cosentino Nestore Verre

COSENZA – E’ in uscita oggi Oltre me non esisto, il nuovo disco del cantautore cosentino Nestore Verre, per Edizioni e Produzioni iNomadi s.r.l. di Beppe Carletti.

L’album, anticipato dai singoli Oltre la realtà e In bilico (quest’ ultimo attualmente in rotazione radiofonica e in classifica radio airplay) contiene 11 brani inediti, scritti e composti dallo stesso Verre, il quale con la tipica grinta che lo contraddistingue ed un velo di ironia, ci racconta di sé, delle sue emozioni e di ciò che ci circonda, attraverso la sua anima rock.

«Oltre me non esisto è un concetto e allo stesso tempo uno stato d’animo, che sento da sempre e che oggi forse avvertiamo un po’ tutti perché figlio di questi tempi. Credo non ci sia titolo migliore– racconta Nestore Verre  – per rappresentare l’album e soprattutto per descrivere ciò che l’essere umano sta vivendo. È un disco che nasce dalla rabbia, dalla ribellione, dalla consapevolezza, dalla speranza, dall’istinto di libertà, dalla voglia di andare oltre e superare le barriere della superficialità, dell’ignoranza, e della parvenza del niente. Ho sentito la forte  necessità di dire le cose come stanno, senza mezzi termini, attraverso le mie sensazioni ovviamente.

Questo progetto – continua il cantautore calabrese  – che ho ideato circa 3 anni fa e al quale ho lavorato sodo seguendo ogni suo aspetto, lo vorrei dedicare a chi combatte giorno dopo giorno senza fermarsi mai, alla gente comune,  all’uomo di strada, a quelle persone autentiche e integre che ancora credono, a tutti quegli individui messi ai margini, ma  che vedono bene, dai loro tramonti, questa realtà, spesso distorta da una società “cannibale” ed ormai sempre più politicamente scorretta, che ci spinge a chiuderci dentro,  trasformandoci  in piccole isole in un mare in tempesta,  invece che in unica grande terra colorata!». 

[#SpecialeComiCS] Video-Intervista a Patrizio Cestiè

Patrizio Cestiè, disegnatore e tatuatore, autore della locandina del Cosenza ComiCS 2016. Dopo l’intervista che gli abbiamo fatto qualche giorno prima del Comics (clicca qui per leggerla) abbiamo voluto incontrarlo nuovamente, per conoscere un po’ di più del suo mondo.

Intervista a cura di Miriam Caruso.
Video ed Editing a cura di Daniele Ferullo.
Ph. Luca Pizzimenti.

[#LeagueofLegends] Elise, la regina dei ragni

E’ stata rilasciata il 26 ottobre 2012 in previsione dell’Harrowing, in perfetta unione con la nuova Twisted Treeline, reworkata 9 giorni prima: stiamo parlando de “la regina dei ragni” Elise.

Il tema di quei giorni era per l’appunto ragni: la vecchia Twisted Treeline è stata sostituita con una più spettrale landa appartenente alle isole dell’ombra, in cui il vecchio drago è stato rimpiazzato con un grossissimo ragno (il Vilemaw) e al posto del buff centrale rosso sono apparsi 2 altari.

Il nome “Elise” è l’abbreviazione di “Elisabetta” che dal greco significa “la promessa di Dio” (cosa che calza a pennello con la sua storia). E’ anche il nome di un famoso modello di spider, la “Lotus Elise”.

Entriamo ora nei dettagli del campione: Elise è uno dei pochi campioni mutaforma, dispone di 2 set di abilità, uno per la forma umanoide e l’altro per quella aracnide.

Elise_concept

P: in forma umanoide le permette di caricare una larva quando usa una sua abilità su un nemico, in forma aracnide le permette di usare le larve per colpire con i suoi attacchi base. Genera danni bonus e ripristina salute con gli attacchi base.

Q: in forma umanoide infligge danni in base alla vita attuale del nemico, mentre in forma aracnide fa danno in base alla salute mancante del nemico.

W: in forma umanoide lancia un ragno che esplode non appena entra in contatto con un nemico, in forma aracnide guadagna velocità d’attacco per sé e per le sue larve.

E: in forma umanoide lancia un bozzolo che stordisce il nemico, in forma aracnide sale in aria e diventa intangibile per qualche secondo per poi ricadere sul posto o su un nemico nelle vicinanze.

R: è l’abilità che le permette di passare da una forma all’altra, già disponibile dal primo livello.

Per quanto riguarda il ruolo di Elise consigliamo di giocarla esclusivamente in giungla in quanto in corsia risente di qualche problema di mana, ma nulla vi impedisce di giocarla come mago in corsia centrale, o come tank in corsia superiore, a causa della sua doppia forma può trovare più utilizzi, ma la più efficace rimane quella di assassino in giungla.

Per quanto riguarda le rune:

marchi: 9 penetrazione magica.

sigilli: 9 armatura flat.

glifi: 9 riduzione ricarica per livello /9 resistenza magica per livello.

quintessenze: 3 potere magico.

La scelta dei marchi è dovuta al basso rapporto potere magico/danni di Elise, è consigliato investire nella penetrazione magica, i sigilli aiutano a sopravvivere ai campi, i glifi permettono un maggiore spam di abilità, mentre le quintessenze vi garantiranno un buon danno iniziale.

risolutezza elise

Per le maestrie ci sono 2 scuole di pensiero:

la prima (quella che preferisco) prevede di investire nel ramo di Risolutezza per essere abbastanza “grossi” durante i combattimenti;

la seconda vi permette di fare più danni grazie alla “sentenza del signore del tuono”.

Comunque vogliate giocare questo campione, il divertimento è assicurato, lasciatevi intrappolare dal suo charme, e poi è vero che agli uomini piacciono le donne con le gambe.

Giulio Ciambrone

[#SpecialeComiCS] Video-Intervista a Studio Laboratorio 51

Durante il Cosenza ComiCS abbiamo avuto il piacere di conoscere una realtà molto interessante, quella di Studio Laboratorio 51. Uno studio di effetti speciali che sforna mostri alieni, come quelli visti in Alien Vs. Predator, con l’abilità di artigiani professionisti. Ecco la nostra intervista.

Intervista a cura di Miriam Caruso.
Riprese ed Editing a cura di Daniele Ferullo.
Ph. Luca Pizzimenti.

Torino Comics, il Team di Call of Duty Italia presente alla fiera Piemontese del fumetto

E’ stato inaugurato questa mattina il Torino Comics, uno degli eventi più attesi in Piemonte, che ogni anno attira migliaia di appassionati di fumetti, cosplayvideogiochi.

La fiera è attiva presso l’Oval del Lingotto (l’ex struttura olimpica) a partire da oggi, venerdì 15 aprile, fino a domenica 17 aprile. Questa 22^ edizione, con i suoi ventimila metri quadrati, è prontissima per accogliere il suo pubblico e, come ogni anno, avrà anche ospiti esclusivi.

Noi di Call of Duty Italia, in collaborazione con la rubrica Nerd30, saremo presenti in fiera, testimoni delle varie attività che coinvolgeranno il pubblico accorso a Torino. Nella giornata di sabato 16, inoltre, saremo in prima linea all’interno della lan di CoD per ascoltare le voci dei partecipanti e scattare qualche foto con i diversi clan che si sfideranno all’ultima “kill”.

Non mancheranno di certo le occasioni durante la giornata per fare foto con il nostro staff. Cercateci all’interno della fiera, avremo t-shirt e pass “Call of Duty Italia”, e scattate tantissimi “Selfie”.

E Non è finita qui!

Sempre domani, alle ore 18.20 davanti allo stand “Liquid Gaming”, si terrà un piccolo raduno di ragazze videogiocatrici per scattare una foto ricordo. Facciamo vedere alla community che le ragazze gamer esistono!!

Giulia Stanzial

[#SpecialeComiCS] Video-Intervista a Federica Messina

In occasione del ComiCS siamo riusciti a conoscere un progetto molto interessante, stiamo parlando di “Addio Darwin” di Federica Messina. Di seguito la nostra intervista, dove apprendiamo un po’ di più sulla storia illustrata da Federica, che ci mostra in chiave ironica una evoluzione del mondo diversa da quella attuale.

Intervista ed Editing a cura di Daniele Ferullo
Riprese a cura di Pasquale De Rose